Avvicinamento
Da Montereale si risale lungamente la Val Cellina fino al ponte sul torrente Cimoliana, poco prima di Cimolais. Qui si devia a destra in direzione di Claut poi, una volta giunti al paese, si seguono le indicazioni per Lesis. Oltrepassata anche la piccola frazione ed il successivo ponte si arriva al Pian del Muscol dove è possibile parcheggiare comodamente (m 640, ampio spazio).
Descrizione
L'escursione ha inizio lungo la comoda strada che da qui si inoltra nella Val Cellina costeggiando sulla sinistra orografica il torrente (segnavia CAI n.966). Al Pont de la Sala la strada guadagna la destra orografica della valle dove il bosco formato prevalentemente da
faggio e
abete rosso si dirada. Dopo breve, in corrispondenza dei casolari Parentonia, una segnalazione indica la possibilità di deviare a destra per visitare le sorgenti del Cellina. Noi invece proseguiamo lungo la strada, di nuovo asfaltata, che risale ora la val Margons con una fitta serie di tornanti che è possibile evitare con scorciatoie. Il tratto successivo attraversa una zona morfologicamente erosa che ha richiesto opere di rinforzo al versante. Il cambiamento è sottolineato anche dalla vegetazione che si arricchisce di specie maggiormente legate a questo tipo di substrato quali il
pino nero,
carpino nero, il
pero corvino e l'
erica. Bella da qui la visuale sul greto principale ingombro di enormi macigni.
Superato questo tratto si giunge al Pian de Cea dove troviamo l'ultimo parcheggio raggiungibile in auto (m 914, vedi variante). Lasciate a sinistra le indicazioni per casera Podestine si attraversa la grande fiumana ghiaiosa delle Grave da Giere, proseguendo poi in direzione di
casera Casavento. Situata al margine di un
magnifico ripiano erboso circondato da
abeti rossi e
larici, la casera (m 947, fonte) è tuttora monticata e può rappresentare un valido punto di appoggio in caso di necessità (informarsi sulla effettiva apertura dei locali presso il
Parco delle Dolomiti Friulane). Prima di proseguire, è assai consigliabile la breve deviazione necessaria per visitare le impronte fossili di dinosauro, rinvenute qualche tempo fa su un masso ai piedi di una cascatella. Dalla casera, seguendo le segnalazioni, si attraversa il prato punteggiato di primule e genziane ed in pochi minuti si arriva all'area del ritrovamento dove un grande cartello fornisce dettagliate spiegazioni. Pochi metri più oltre, possiamo osservare il masso con i segni del passaggio di un dinosauro.
Ritornati alla casera, si prosegue per
forcella Clautana lasciando a destra il segnavia CAI n.961 che sale direttamente a a
casera Colciavas. La strada ben presto diventa una comoda e larga mulattiera che è stata oggetto di una recente manutenzione. Si tratta della Strada degli Alpini (segnavia CAI n.966, targa), utilizzata dalle nostre truppe nella Grande Guerra durante il ripiegamento verso il Piave. Con una lunga serie di tornanti, spesso intagliati nella roccia, la mulattiera guadagna quota sul versante occidentale del monte La Gialina.
La copertura vegetale alterna il
pino mugo, autentico colonizzatore dei pendii detritici, con il
faggio, il
sorbo montano e con il
larice più in alto. La pendenza della mulattiera è particolarmente gradevole ed invoglia a soffermarsi spesso ad osservare il panorama e le specie che fioriscono ai lati del sentiero. Tra queste spiccano la
pinguicola alpina , il
rododendro nano e la preziosa
primula di Wulfen. Dopo un ultimo tratto nel bosco la mulattiera esce definitivamente su terreno più aperto e, con un
panoramico traverso, raggiunge l'intaglio di
forcella Clautana (m 1432). Qui, diverse targhe ed un capitello ricordano il passaggio dei nostri soldati nel novembre del 1917.
Dalla forcella si abbandona la Strada degli Alpini che scende verso la val Silisia e si prosegue lungo la pista forestale (segnavia CAI n.960) che risale con alcuni tornanti il fianco orientale del Col de Tonon. Raggiunto il punto più alto dell'escursione (m 1575), si cala dolcemente raggiungendo in breve il largo
dosso erboso di
casera Colciavas (m 1513), ricoperto di
crochi e
farferugine allo sciogliersi delle nevi. La casera è aperta ma dispone solo di un rustico camino con panca e tavolo mentre il sottotetto è completamente vuoto. Tralasciati i segnavia che indicano la discesa diretta a casera Casavento, si riprende la pista prestando attenzione dopo poco alla possibilità di intraprendere sulla destra una scorciatoia segnalata che evita alcuni tornanti. Sempre seguendo con attenzione i segnavia si perviene al bivio per casera Pradut. Lasciata a sinistra la deviazione si continua nella discesa che alterna tratti di pista forestale con scorciatoie su comoda mulattiera (segnavia CAI n.960a). Man mano che si perde quota, il bosco va ritrasformandosi in
faggeta quasi pura mentre nella bassa vegetazione riconosciamo la
farferugine, la
petasite bianca, l'
acetosella, la
dentaria a nove foglie e il profumato
fior di stecco. Dopo aver incrociato una ultima volta la strada, il rumore dell'acqua del Cellina si fa più evidente, annunciando la conclusione dell'itinerario in prossimità del parcheggio.
E' possibile abbreviare sensibilmente il percorso descritto iniziando l'escursione dal Plan de Cea dove si trova l'ultimo parcheggio della valle. In questo caso, una volta giunti a
casera Colciavas, per il rientro si utilizza il segnavia CAI n.961 che inizia a nord della casera (paletti e cartelli). Questo scende comodamente nel bosco fino ad uscire sulla radura di
casera Casavento.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Memoria