Avvicinamento
Dalla strada statale n.464 che unisce Spilimbergo a Maniago, giunti all’altezza di Sequals, si imbocca la statale n.552 che risale verso nord in direzione della
val Tramontina. Si percorre la valle fino al tornante che precede l'abitato di Tramonti di Sopra, imboccando poi la strada sulla sinistra (cartello del
Parco delle Dolomiti Friulane). Dopo aver oltrepassato la località Pradiel ed il successivo ponte sul rio Celestia si raggiunge il termine del tratto consentito ai veicoli (m 425, possibilità di parcheggio in alcuni spiazzi lungo la rotabile).
Descrizione
Finito il tratto asfaltato, si prosegue per carrareccia giungendo in vista dei primi scorci sul torrente Meduna che scorre molto più in basso. La strada scende gradatamente fino a sfiorarne il greto nel punto in cui alcuni cartelli segnalano la presenza di palestre di roccia sui due versanti della valle. La vegetazione arborea è composta qui da una rada pineta che consente di scorgere le prime pozze verdi e i salti d'acqua che caratterizzano questo tratto del Meduna. Ben presto la strada sterrata si esaurisce sul greto mentre noi proseguiamo a destra (cartello) lungo la mulattiera che coincide con il segnavia CAI n.386. Con qualche piccolo saliscendi a ridosso delle pareti rocciose il sentiero riprende quota mantenendosi nella pineta di fondovalle. Oltrepassato l'aereo ponte sul rio che scende dalla Val di Fisar formando una bella cascata, il sentiero percorre il tratto che offre le migliori vedute sul corso del Meduna. Enormi blocchi di roccia racchiudono il corso del torrente formando anse e laghetti di uno straordinario colore verde. L'azione erosiva dell'acqua è ben visibile anche nelle cavità circolari che si sono formate poco più avanti, dove il sentiero si riaccosta al greto principale. Da questo punto si riprende a salire rasentando una parete rocciosa aggettante oltre la quale si rientra nella boscaglia a
pino nero,
pino silvestre e
carpino nero. Le schiarite sono invase da estesi tappeti di
erica mentre nel sottobosco primaverile possiamo riconoscere le fioriture dell' l'immancabile
erba trinità, della
borrana e del
fior di stecco. Il sentiero, nuovamente alto sul torrente, passa accanto ad una cappelletta a cui fanno seguito due ponticelli in parte rovinati. Una ripida scarpata obbliga la mulattiera a salire ancora per un tratto per aggirare in alto l'ostacolo poi la pendenza si inverte ed in leggera discesa si raggiungono le prime case di
Frassaneit di sotto. Ancora un vecchio ponticello su cui incombe in alto un enorme macigno ed i resti della passata vita emergono dalla vegetazione sotto forma di
resti di abitazioni, muretti a secco e piccoli ripiani ormai invasi dai noccioli (m 511). Da quella che era la vecchia scuola del paese è stato recentemente ricavato un piccolo
ricovero sempre aperto e dotato di qualche giaciglio e stufa. Qui, presso un grande masso, lasciamo a destra la prosecuzione del segnavia CAI n.386 verso la forca del Frascola ed imbocchiamo invece il segnavia n.393 (cartelli).
Il sentiero prosegue a traversare comodamente nella boscaglia punteggiata dalle fioriture di
primula comune ,
primula maggiore,
dentaria a nove foglie e
acetosella ed in breve raggiunge anche
Frassaneit di sopra (m 561), altro piccolo nucleo abitativo
ormai in rovina. Oltre le case il sentiero perde quota fino a riaccostarsi al greto del Meduna nei pressi di una vecchia abitazione. Successivamente con alcuni saliscendi ci si affaccia su un versante molto scosceso che la mulattiera andrà a tagliare rasentando una parete rocciosa. Da qui in poi, fino alla diga, sebbene non vi siano punti difficili, la costante esposizione sulla forra richiederà maggiore attenzione. Il sentiero, infatti, intagliato su un ripido pendio, aggira tutto il versante sud della Cima Zuviel assecondando la marcata ansa che il Meduna compie immediatamente a valle del lago. Su terreno più agevole, in un bosco che si è arricchito di
faggi ed
aceri di monte, si perviene infine alla diga del
lago del Ciul (o di Cà Zul), sbarramento di medie dimensioni costruito intorno agli anni 1962-1964.
Superata una piccola galleria artificiale si prosegue assecondando lungamente la profonda ansa del lago verso la val Curta. Il sentiero poi continua costeggiando la sponda settentrionale dapprima lineare e quindi più rocciosa ed articolata. In breve ci si affaccia sul tratto più occidentale del lago, dove questo si dirama nei due canali Grande e Piccolo di Meduna. Al centro,
su un ripiano, dovrebbero essere visibili anche i resti delle case di Selis, nostra ultima meta. A questo punto se il lago è in periodo di magra è possibile scendere non appena il pendio lo consente e traversare la piana fino a raggiungere
Selis. In alternativa, se il livello dell'acqua fosse elevato, dobbiamo proseguire ancora lungo il sentiero che in questo tratto corre a picco sul lago superando un aereo pulpito. Poco dopo il segnavia CAI n.393 inizia ad inerpicarsi sulla destra per aggirare un costone roccioso impraticabile. Nello stesso punto è stata costruita una passerella che consente di raggiungere agevolmente la sponda opposta dove si imbocca la traccia che si allontana verso sinistra, traversando un ripido pendio boscato. Il sentierino aggira un costone per poi entrare nel canale Piccolo di Meduna ma per noi è sufficiente scendere sul panoramico ripiano di
Selis. Le case si trovano a poca distanza da una scarpata erbosa ma può capitare che siano quasi completamente sommerse. Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Avvertenze
Il lago del Ciul è raggiungibile anche da Selva percorrendo le due lunghe gallerie che permettono l'accesso al personale di servizio alla diga. Prestare attenzione al fatto che i due trafori sono privi di illuminazione e piuttosto angusti tanto da consentire il passaggio di un solo veicolo alla volta.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua