19/09/2020 cjargnel Oggi scelgo questa mèta dalla lista di quelle che, per un motivo o l'altro, ho sempre accantonato. Sul percorso non ho nulla da aggiungere a quanto riportato nei commenti precedenti. Semmai ne confermo l'attualità. Tuttora il 656 è dichiarato inagibile. Visto che fino alla F.lla delle Cenge non ho rilevato nulla di anomalo e neppure lungo il tratto di sentiero attrezzato che sale a sx della forcella ove son salito per apprezzare un più ampio panorama, come consigliato in M29 di SN, devo dedurre che l'inagibilità si riferisca al tratto che poi scende al Brunner. Comunque sia, escursione appagante con ottime viste sia verso il vallone con il Biv. Gorizia e vette circostanti che verso Mangart Jalovec. Fioriture ora limitate a belle genziane ciliate. Venticello frescotto lungo tutta la salita. Il silenzio di questi luoghi è messo a dura prova dal rumoreggiare continuo delle moto nella Val del Lago. Mandi e buine mont a duç. (19/09/20)
01/08/2020 oliver72 Saliti oggi alla Forcella delle Cenge come da descrizione di SN. Sul sito internet del CAI il segnavia 656 risulta inagibile con data 15/06/2020, confortati dal precedente commento abbiamo deciso di provare questa escursione. Sentiero in alcuni tratti piuttosto inerbito, presenza di alcuni schianti superabili senza grossi problemi. La parte alta del percorso, definita difficile nel cartello alla partenza, va affrontata con attenzione a causa del terreno friabile, serve piede fermo e in alcuni punti ci si deve aiutare con le mani.Itinerario da "sentieri selvaggi", poco frequentato (non abbiamo incontrato nessuno), ma che regala comunque bei panorami nella parte finale.
23/06/2020 annalu97 Escursione effettuata oggi in una giornata afosa. Sentiero in ordine, l’ultimo tratto necessita un po’ d’attenzione, spettacolare il paesaggio e le cime che si possono ammirare dalla forcella. Da qui, in mezzoretta , mio marito ha raggiunto anche la cima, troppo impegnativa per me, e ne è tornato entusiasta del panorama mozzafiato. Mandi a ducj
18/10/2019 alessandro Solitaria nonostante la relativa vicinanza alla “civiltà”, ripida all’inizio e negli ultimi metri (da EE) prima della forcella, in autunno dà il massimo. Bella.Tutto come da relazione. Sentiero OK.
02/08/2012 loredana.bergagna Forcella Cenge andata e ritorno per la stessa via, percorso di un afoso primo giorno di agosto. Facile individuare la “scuola d’infanzia” (così là sta scritto) e comodissimo parcheggio, alle 7 scomodo una famigliola di conigli del color dell’acciaio che comodamente riposa davanti all’attacco del sentiero 656, nella parte alta sentiero difficile (annotazione posta dal Cai); intanto vado poi si vedrà.I conigli corricchiano disordinati davanti a me fino a nascondersi sotto una catasta di legna, sentiero malagevole nel primissimo tratto fino ad incrociare la pista di discesa, poi assolutamente comodo e ben segnalato, incrocio formiche formato maxi intente ad accatastar provviste; sotto, in basso, mormorio di acque, è il rio del Lago che segnala la sua presenza. Tutto secondo la relazione, incrocio un greto rovinato, i due punti panoramici attrezzati con una panca su cui è sconsigliato il riposo, percorso fra ginestre e ciclamini, facile nel bosco e ovviamente privo grandi di panorami, in un paio di punti cui si scorge Cave e poi il suo verdissimo lago con l’isolotto alberato, le cinque Punte svettano, il Re domina, il Mangart sorveglia più discosto. All’uscita dal bosco mi rendo conto di quanto questo luogo sia appartato e credo anche poco frequentato, percorso per solitari, ai primi rododendri un viperesco soffio, piego a sinistra (una piccola sorgente gocciola: buona per dopo) e si materializza la mia meta. Piccole svolte su terreno friabile e zolle erbose, poi la fascia rocciosa, indispensabile seguire i segnavia, ma talvolta sono scomparsi con il sentiero inghiottito dalle frane; sulle sabbie conviene arrangiarsi come si può, allungare il collo per ritrovare oltre qualche traccia, farsi aiutare da San Mugo; poi, superati gli ostacoli, il sentiero sale nuovamente fra sassi e zolle. Alla forcella mi accoglie un leggero vento silenzioso e il panorama che piace a me: candidi catini ghiaiosi, impervi canaloni che rendono bene l’idea della forza della natura, il bivacco Cai Gorizia è solamente un puntino rosso là davanti, la Vetta Bella, la forcella del Vallone. Riprendo il sentiero Lozar, attenzione in discesa, preferisco affrontare un salto roccioso poco dignitosamente da seduta, e poi via veloce, la piccola sorgente offre acqua ghiacciatissima, dal lago giunge un vocio e grida, qualcuno fa il bagno. Nei pressi del parcheggio gli stessi conigli color acciaio, un albero con un vecchio lampadario azzurro appeso, un rettangolo cementato con cui Edi ricorda Kim e una data.Silenzio silenzio silenzio lungo tutto il tragitto e mi viene spontanea una considerazione: siamo in parecchi ad andar per monti, nel corso del centinaio di mie escursioni annue raramente incontro anima umana, ma dove saranno andati gli altri? Ci sono percorsi considerati più ambiti e quindi più gettonati? ….forse si
12/10/2008 fangi _at_ inwind.it Ho fatto l'itinerario il 12/10/2008. I tratti boschivi sono molto facili, la parte impegnativa è solo il tratto finale per raggiungere la forcella. In quest'ultima parte fare attenzione ai bollini rossi: il sentiero corretto è segnato ogni pochi metri, deviando anche di poco (come è successo a me) si è costretti ad un arrampicata assai difficoltosa.Il rifugio Brunner, indicato nella variante, da cartina Tabacco 2006 risulta inagibile.