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30-10-2017 16:13 |
loredana.bergagna |
Osservandola dall'alto Cala Goloritzè prende il fiato, non si può credere che quel colore non sia l'effetto di un fotomontaggio; per noi, selvaggi escursionisti, stanchi di oltre 10 ore di cammino non proprio agevole, impolverati, ha l'effetto di un miraggio: laggiù faremo un bagno rinfrescante, recupereremo il bidone con i viveri e in un boschetto qualche decina di metri oltre una piccola cengia erosa, prepareremo il campo. Siamo partiti alle 7 dall'ovile sotto il monte Ginnirco, la giornata è stata molto calda, abbiamo camminato lungamente in equilibrio su campi solcati dalle lame taglienti, districati fra ginepri, quando possibile abbiamo mangiato qualche polposo corbezzolo, fatta sosta pranzo (pane con provola, salame, arance, frutta secca) a Portu Pedrosu con annesso pediluvio marino. Prevista anche la salita a Punta Salinas, sembra vicina, la vediamo lì davanti ma la tipologia del terreno non consente un passo lesto, alla fine ci siamo, e stiamo, tutti anche su quello spuntone. Un attimo e poi si scende per non far tardi, finalmente la bianca spiaggia di micro sassolini arrotondati, l'arco di roccia, la risalita alla cengia superiore lungo una traballante scala di legno, giù il “mostro, fuori materassino e sacco, costume e di nuovo giù a riva per rinfrescarci. Sul luogo del bivacco ci sono già numerose pietre di varie dimensioni su cui è possibile sederci , accenderemo un fuocherello mentre l'acqua per la pasta bolle. Non ci facciamo mancare nemmeno l'aperitivo, la guida ha pensato a tutto: birra, frutta secca, qualche salsa da spalmare, a fine pasto non mancherà mai la torta. |
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