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Malga Strechizza e monte Nebria |
09-03-2016 10:24 |
askatasuna |
Condivido un anello invernale da effettuare con le ciaspole, tra boschi silenti e malghe isolate che però ha il suo termine sulla modesta ma panoramica vetta del monte Nebria. Come approfondito nelle note a margine, l'itinerario si può abbreviare di molto se l'escursione si volesse limitare alla sola malga Strechizza. |
Allegato: Hunters Peak.JPG |
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09-03-2016 10:26 |
askatasuna |
Difficoltà: E / EE
Dislivello: 600 / 950 metri
Tempo di percorrenza: 4 / 7 ore
Cartografia: 019 Alpi Giulie Occidentali, Tabacco 1:25.000 |
Allegato: Cjaf di Malborghet.JPG |
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09-03-2016 10:27 |
askatasuna |
LATO A (pragmatic side)
Raggiunto il paese di Malborghetto, porre attenzione sulla destra alle indicazioni per il centro sportivo. Si può parcheggiare nei pressi o salire ancora per poco lungo la strada, approfittando di un ampio spazio sulla destra. Di fronte spiccano le tabelle del troi 606 che conduce allo Jôf di Miezegnot e che si seguirà fino a malga Strechizza. Dopo pochi minuti, oltrepassata una piccola radura con stavolo, si supera il primo guado del rio Ranco. Pochi metri dopo si lascia sulla destra un'altra carrareccia, continuando diritti fino a riguadagnare la riva opposta grazie ad un "ponticello" in pietra. La forestale sale costante fin oltre a quota 1050, lasciando poi spazio ad un tratto pressoché pianeggiante che regala finalmente ampi scorci sullo Scinauz e sulle cime più orientali delle Alpi carniche. |
Allegato: Bielviodi.JPG |
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09-03-2016 10:27 |
askatasuna |
In breve si raggiunge malga Strechizza (1359m) sita al cospetto delle imponenti bastionate dello Jôf di Miezegnot. Poco più in alto si notano le tabelle del CAI. Si lascia a destra il troi 606 che punta allo Jôf per seguire il 608 diretto a forcella Nebria. Pochi metri ed appare una splendida casa ristrutturata di recente. Segno che s'ha da abbandonare la carrareccia e raggiungere l'edificio, circondato da alte conifere. Al limite orientale del bosco s'individua il sentiero che scende alla forcella. Relativamente breve ma da non sottovalutare (vedasi note a margine). Vista la morfologia del bosco è opportuno seguire pedissequamente i segnali biancorossi fino a riprendere la carrareccia che accompagna alla forcella. |
Allegato: Malga Strechizza.JPG |
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09-03-2016 10:28 |
askatasuna |
Qui si piega a destra fino ad individuare la vicina mulattiera militare che sale alla cima est del Nebria. Docile, richiede solo di scalzar le ciaspe per oltrepassare la breve galleria. Giunti nei pressi della vetta, si lascino sulla sinistra le indicazioni che portano alla cima occidentale per proseguire in direzione opposta. A pochi passi dalla meta, il troi 658 s'infila a destra nel bosco e punta verso Valbruna, lo si abbandona per risalire la traccia a sinistra e godersi finalmente il meritato panorama. Ritornati alla forcella non resta che seguire la carrareccia, o meglio, l'innevata prateria asservita a metanodotto e linea elettrica, fino a raggiungere la strada asfaltata e quindi riportarsi al parcheggio. |
Allegato: Retro-Piper.JPG |
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09-03-2016 10:28 |
askatasuna |
Note a margine:
L'escursione proposta si può accondiscendere anche solo nella prima parte, il che influisce non poco su difficoltà e lunghezza. Sebbene le salite, alla malga come al Nebria dalla forcella omonima, non presentino difficoltà tecnica alcuna, il breve tratto di sentiero nel bosco richiede un pizzico d'esperienza in più. In condizioni di buon innevamento si possono infatti trovare i fusti completamente imbiancati, il che rende l'individuazione dei bollini una caccia al tesoro. La traccia è spesso intuitiva ma non sempre. Nonostante la semplicità dell'itinerario e la quota modesta, non è il caso di lasciarsi andare a discese fai da te in un bosco che spesso, sotto un manto candido e placido, cela schianti, piccole buche o tratti più ripidi. |
Allegato: Stabet.JPG |
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09-03-2016 10:29 |
askatasuna |
Per questo motivo mi è parso opportuno suddividere difficoltà e dislivello. C'è anche da dire che, tralasciando il panorama dal Nebria, il tratto più emozionante consta proprio nell'avanzare del troi 608 in un bosco splendido, silente e carico di neve, impreziosito da una varietà arborea che gioca con forme e profili. Ho adeguato tempi e difficoltà all'ambiente che ho trovato in questa particolare giornata. Dalla partenza alla forcella Nebria non v'era traccia alcuna di qualsivoglia umano errare ed il manto era piuttosto spesso. Morbido fin oltre la malga, ghiacciato nell'ultima parte di discesa. La salita alla vetta si è rivelata la parte più estenuante, con profonde tracce di pedule non utilizzabili con le ciaspole, su di una neve burrosa e pesante. |
Allegato: Tal blanc.JPG |
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09-03-2016 10:29 |
askatasuna |
LATO B (emotional side)
Come sempre parto con le zampe pedulate, ma oggi durerà poco. Le plasticose compagne di viaggio, amiche/nemiche, scenderan presto dallo zaino per svegliare il bosco tutto. Prima d'infilarmi nella foresta ho tutto il tempo per salutare uno Jôf imbiancato di tutto punto. La carrareccia è intonsa il che, come sempre, è carezza per i sensi prima che sinonimo di fatica. |
Allegato: Jof.JPG |
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09-03-2016 10:30 |
askatasuna |
La neve tiene bene e la progressione si rivela più agevole del previsto. Fino al tratto in falsopiano la boscaglia cela ogni cosa, sole compreso, per poi regalarmi uno splendido squarcio che parte dallo Scinauz, passando per Alpe Piccola e Cucco, fino allo Stabet e al Cocco. Finalmente la luce s'intinge nelle ombre di faggi e conifere per disegnarne i lievi contorni su di un manto luccicante. A tratti perfettamente liscio, altri scanalato come fosse conchiglia, altri ancora diventa un tripudio di minuscoli dossi. |
Allegato: Piccoli fiocchi crescono.JPG |
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09-03-2016 10:31 |
askatasuna |
All'ultima curva prima della malga mi fermo. La candida coperta su cui cammino presenta uno strappo. Una piccola fenditura che, in un paio di metri appena, ha visto qualche fiocco ingrassarsi a forza d'incitare e stringersi ai compagni, per divenire una ragguardevole palla e scivolare verso il basso. Pare un'installazione didattica della Protezione Civile sul tema valanghe, a cui si somma quella stratografica del manto nevoso presente sul tetto della stalla. |
Allegato: Stalla Strechizza.JPG |
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09-03-2016 10:31 |
askatasuna |
Alzare la testa equivale ad aprir le labbra. Non sono abituato a vedere così da vicino e da sotto quelle picche. Il tratto che va dallo Jôf al Piper impressiona lo sguardo, con tutti quegli abeti altissimi e ben in riga a slanciare le verticalità. La stalla è quasi del tutto sommersa e con difficoltà mi ritaglio un angolo sulla panca appiccicata alla malga che emerge per un sol spicchio. Dopo essermi rifocillato di panorami riparto per fermarmi di botto alla vista di quella magione. |
Allegato: Hansel Gretel.JPG |
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09-03-2016 10:32 |
askatasuna |
Lussuosamente ristrutturata, di dimensioni ragguardevoli, soprattutto tenendo in considerazione il suo relativo isolamento. Pare una delle tante dimore di località ben più borghesi ed affollate di Veneto ed Alto Adige. Tetto e balcone sopportano un peso notevole che la trasforman d'un botto nella location d'un Hansel e Gretel qualsiasi. Il legno sa di gianduia, la pietra, inondata di luce, di torrone e il bianco... meringoso più che mai! Infilandomi nel bosco tutto cambia. I raggi penetrano a fatica e gli alberi si fan sempre più candidi. |
Allegato: Lussari co.JPG |
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09-03-2016 10:33 |
askatasuna |
Gli strali del giorno trasformano la neve cadente in polvere di stelle, in falische che, uscite dal abbraccio della luminosità, s'estinguono all'istante, divenendo cenere. I fiocchi non sono solamente caduti dall'alto, hanno letteralmente abbracciato quei fusti. L'incedere si divide equamente tra intuito e, quand'esso si rivela fallace, in un gratta e vinci. Il ruolo della monetina è interpretato dai bastoncini che tentano di scovare dei segni bicolore su quelle giganti bacchette di zucchero filato. |
Allegato: Tal bosc.JPG |
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09-03-2016 10:33 |
askatasuna |
Poi il bosco s'anima d'altre specie che indossano l'inverno con un'eleganza ed un arruffamento di forme che rapisce gli occhi. In discesa lo sprofondio muta presto in una rigida e ridicola avanzata su di un manto ghiacciato, fin quasi a raggiunger la carrareccia, quando il bosco s'apre ed il bianco diventa uno sbrodolio di forme. Sbrume di lat! |
Allegato: Simplemente nata.JPG |
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09-03-2016 10:34 |
askatasuna |
Ma ecco il Nebria! O meglio LE Nebrie! Due grandi conifere celano il cordone ombelicale che trattiene le cime d'un monte bifronte. A sinistra quella burbera e rocciosa, dominata dal candore, a destra la sorella minore, chiomata di verdi. |
Allegato: Nebrias Sisters.JPG |
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09-03-2016 10:34 |
askatasuna |
Continuo in un bianco che si fa via via più gelatinoso. Sbatto di continuo le ciaspole, il sole inizia a scaldare e la facile mulattiera si fa sabbia immobile che attende paziente d'ingoiar il prossimo bipede. Chi mi ha preceduto ha scavato quel manto a fondo, ma con delle pedule. Calcarne le orme sarebbe solo un inconsulto scivolar di zampe palmate. Quel dislivello ridicolo si trasforma così in uno sbuffar continuo ed il sorriso alla galleria si fa un rugnante scalzare e ricalzare. Data l'estrema scivolosità del manto opto per la cima minore. |
Allegato: Cima Ovest.JPG |
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09-03-2016 10:35 |
askatasuna |
Percorrere quella crestina in discesa per oggi è affare dei Beach Boys e di surfisti entusiasti. D'altronde io ho già lo zaino ricolmo di sorrisi. Gli ultimi li spendo in vetta, puntando alla Cima del Cacciatore, col suo catino che pare una pozza ove il sole ha scelto di rinfrescare i suoi raggi. Poi inizia l'agitarsi delle Rondini che sembrano così piccole e fragili al cospetto di Cima del Vallone o di quella statuaria di Riofreddo. |
Allegato: Là ove osano le Rondini.JPG |
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09-03-2016 10:35 |
askatasuna |
Dall'altro lato, la dorsale della val Dogna muore in controluce e le carniche sfilano via, a spirar a levante. Nella discesa, ancor prima di farmi largo tra gli ellebori, mi ritrovo sciolto ben più della neve quando una farfalla mi passa innanzi, sussurrandomi che è già primavera. (02.03.2016) |
Allegato: Dogna in nero.JPG |
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