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Monte Chiarescons da Forni di Sotto |
06-09-2006 00:00 |
giuseppe.tolazzi |
Il monte Chiarescons (m 2168) è la Montagna di Forni di Sotto, quella in cui il paese si identifica e che dalla testata della Val Poschiedea sembra vigilare il paese. La salita al Chiarescons è qualcosa di più di una semplice ascensione ad una vetta: l'impegno fisico, la severità dei luoghi, l'attraversamento, di boschi, torrenti, cenge, il fatto di percepire la presenza della vetta solo in prossimità della cresta, la trasforma in una vera e propria avventura esplorativa. Per questi motivi, il percorso è dedicato ad escursionisti esperti, allenati e pratici delle difficoltà alpinistiche. Infatti, fino alla forcella Col della Valle (m 1820) è una escursione fattibile da tutti anche se lunga e faticosa. Dalla forcella alla vetta, invece, è necessario superare un canalino in arrampicata, giudicato di II+, III grado, cosa che rende questo ultimo tratto riservato a chi ha esperienza di arrampicata su roccia. Comunque, il raggiungimento della forcella Col della Valle può rappresentare di per sé stessa già un'appagante escursione per l’impressionante panorama che da lì spazia dalla Val Tagliamento a vette solitarie e dimenticate come Vetta Fortezze e Cengle Fortezze che racchiudono la testata del Canal di Mezzo. In più, volendo evitare il tratto finale di arrampicata le forcelle che delimitano la bastionata terminale del monte offrono degli scorci sulla Val Settimana e sul gruppo del Pramaggiore molto simili a quelli che si possono ammirare dalla cima vera e propria. Il sentiero parte dal guado sul Tagliamento e ricalca il segnavia CAI 364 fino ad un evidente bivio a m.1026. Da qui in poi la sezione locale del CAI nel 2005 ha ripristinato i vecchi segnavia bianco-rossi sbiaditi fino alla forcella Col della Valle a m 1820. Dalla forcella alla cima la via è comunque ben segnata da evidenti bolli rossi.
Dal guado sul Tagliamento (m 700), raggiungibile in auto dalla borgata di Vico (parcheggio presso il fiume), si attraversa il fiume e tralasciando sulla destra il sentiero CAI 373 che proviene dal Col Masons, si continua sulla strada forestale a sinistra che si inoltra nella Val Poschiedea (sent. CAI 364). Si risale, così, lungamente la valle fino alla località Covardìns dove la strada termina presso uno slargo. In realtà il tratturo continua ancora per un breve tratto in discesa finché lo si abbandona definitivamente per seguire il sentiero segnato sulla sinistra (cartelli del Parco delle Dolomiti Friulane e il segnavia indicano chiaramente questa deviazione). Si oltrepassa il Riu Grant fino ad arrivare in breve a loc. Stue dove si guada il torr. Poschiedea a monte di una briglia del corso d’acqua (stazione superiore della teleferica). Si continua adesso risalendo nel bosco la riva destra orog. del torrente fino ad arrivare al bivio di quota 1026 in loc. Rubarai a poca distanza della confluenza con il torrente Chiarescons. Fino a questo punto, per maggiori dettagli si faccia riferimento anche all’escursione "Anello di forcella Lareseit da Forni di Sotto" su questo sito. Presso il bivio si abbandona il sentiero 364 che prosegue oltre il letto del torrente verso la valle dell’Orso e forcella Lareseit. Un cartello nuovo del CAI indica la via da seguire per raggiungere il monte. Da lì in poi il sentiero è segnato con i canonici segnavia bianco rossi ma senza numerazione. Il sentiero, allora, prosegue ancora risalendo il torrente Chiarescons in ambiente via, via più selvaggio e solitario. Si perviene dopo poco ad un canale sassoso dove il sentiero tende a perdersi (m 1074). Bisogna, allora, risalire in parte questo rio asciutto affluente del torr. principale, seguendo i segnavia e qualche ometto fino a riprendere più in alto l’evidente sentiero che si inoltra nuovamente nel bosco. In questo tratto il torr. Chiarescons nel suo scorrere vorticoso a fianco del sentiero crea rapide, cascate e pozze tra le rocce verticali. Successivamente lo si attraversa (m 1264) proseguendo dalla parte opposta faticosamente in salita in un fitto bosco di matricine di faggio che poi via, via si arricchisce di alti esemplari di abete rosso. Si sbuca presso un altro rio asciutto dove bisogna fare attenzione, stavolta, ad individuare la prosecuzione del sentiero che sta qualche metro più in basso lungo la riva opposta del piccolo corso d’acqua. Rientrati nel bosco si rimonta una ripida costa che concede qualche scorcio panoramico. Ci si cala presso l’ultimo rio asciutto dell’itinerario dove il sentiero diventa decisamente più erto tra un rado bosco di larici attraversando l’ex Ciampì di Chiarescons (m 1600), luogo una volta adibito a pascolo. Si prosegue ancora in salita fino all’anfiteatro inferiore del M. Chiarescons, un circo detritico di evidente origine glaciale disseminato di massi erratici al cospetto della bastionata principale del monte. E’ sostanzialmente la testata della valle fin qui percorsa e il sentiero tra rododendri e larici raggiunge finalmente la forcella Col della Valle (m 1820, ampio panorama sulla Cengle e Vetta Fortezze che chiudono il sottostante Canal di Mezzo). Voltando a destra e seguendo adesso gli evidenti bolli rossi si mira alla bastionata terminale della vetta la cui croce è già ben visibile. In ripida salita tra vegetazione subalpina e qualche piccolo larice si perviene ad un canalino detritico piuttosto friabile che si supera senza grosse difficoltà arrivando all’anfiteatro superiore del Chiarescons dove il panorama si espande fino al paese di Forni e sul fondovalle. Senza una traccia precisa si prosegue seguendo le segnalazioni lungo un traverso orizzontale verso destra (salendo) tra roccette e bassa vegetazione passando sotto una forcella e dirigendosi verso una cengia erbosa che in salita accede all’avancorpo sommatale del monte. A circa metà della cengia sulla sinistra si sviluppa il tratto da superare in arrampicata (segnalato). Non è esposto ma richiede esperienza su roccia (valutato tra il II+ e III grado). Sono solo 20 metri circa ma sufficienti a scoraggiare chi non ha esperienza alpinistica. Superato questo canalino si è finalmente sulla cresta sommatale che si percorre tra roccette friabili (attenzione in un tratto un po’ esposto) fino alla croce di vetta. Su tutta la cresta si possono ammirare numerosi esemplari di Genziana froelichii e qualche Stella Alpina (Leontopodium alpinum). La lunga fatica di quasi 5 ore di salita è ampiamente ripagata dal panorama che è estesissimo a 360°, forse uno dei più completi che si possano ammirare da una delle montagne della Regione. Dalle Giulie alla Catena Carnica principale, alla Val Tagliamento. Verso ovest si distinguono chiaramente le Tre Cime e le altre Dolomiti del vicino Veneto. Completano la visuale il gruppo del Duranno-Cima dei Preti, il Pramaggiore, e la Val Settimana con i suoi monti (gruppi del Cornaget e Caserine). Più a sud, oltre il Dosaip e il Raut si può scorgere il riflesso del mare. Il ritorno avviene per il medesimo itinerario.
Note: Dalla forcella Col della Valle a quota m 1820 dei segnavia sbiaditi potrebbero invitare a calarsi verso il Canale di Mezzo, il vallone parallelo a quello percorso in salita che consentirebbe un rientro alternativo ad anello. Tuttavia, si sconsiglia questa variante in quanto, come riportato dalle persone del luogo e dalla sez. CAI di Forni di Sotto, il sentiero che attraversa zone decisamente impervie è ormai quasi completamente cancellato dalla vegetazione e in più punti inagibile o franato.
EMail: dorjep@inwind.it
Carta Tabacco: 02 Dislivello: 1500 Tempi: 8.30-9.00 totali Periodo: Settembre 2006 |
Allegato: Copertina.jpg |
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Messaggio |
08-11-2014 18:14 |
lucia.bonfada |
Ciao Giuseppe! Abbiamo compiuto questo itinerario l'estate scorsa, molto bello e remunerativo! La tua relazione risulta veritiera se non per l'errata valutazione del grado nel passaggio chiave. Infatti assicuro che si tratta al massimo di un I+/II- (pochissimi metri), affrontabile tranquillamente da un escursionista esperto. Saluti! |
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Messaggio |
08-11-2014 22:50 |
giuseppe.tolazzi |
Ciao Lucia! Mi fa piacere che siate saliti lassù: è un posto bellissimo, dove senti la vera montagna lontano da tutto e da tutti. Sulla mia sopravvalutazione del canalino finale, ti dirò... io non arrampico e anzi quando mi trovo costretto a farlo mi spavento quasi sempre! Quella volta ho superato il passaggino grazie a dei compagni di escursione del CAI di Forni che hanno attrezzato il canalino con una corda. Comunque grazie per il messaggio e ciao! GT |
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