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montagna e tecnologia |
26-01-2008 00:00 |
giorgio  |
Gli strumenti tecnologici e la montagna
Collegandomi agli scritti precedenti dico la mia. L’attività escursionistica si è evoluta su le infrastrutture dell’attività di sostentamento-sopravvivenza dei montanari di una volta che hanno costruito la rete sentieristica e diversi tipi di ricoveri in quota quali fienili casere stalle. Non ci fu mai bisogno di segnalare i sentieri perché essi rappresentavano la memoria di quella gente. Il primo strumento tecnologico messo in atto dal turismo montano fu la segnaletica che permise la percorribilità dei sentieri anche se non conosciuti. Se pur la segnaletica abbia risolto molti problemi di sicurezza si dimostra in certi casi non sufficiente ed ecco allora arrivare in soccorso degli strumenti supertecnologici quali il navigatore gps applicato alla sentieristica. Nulla di male. E’ una naturale evoluzione. Chi di voi oggi si sentirebbe di rinunciare a air bag e abs sulle auto?
L’attività in montagna è praticata da persone differenti e ognuno ha un approccio tutto suo. Non esiste un modo etico di andare in montagna, non uno giusto e uno sbagliato, tutti i modi che esistono hanno il valore che ognuno gli da. Criticare questa o l’altra opinione è tempo perso. Criticare chi invece che a piedi ci va in quad o in bici o in suv o con gli spit è un’altra amenità : ripeto, nessuno è depositario del giusto modo di andare in montagna. Ciò che conta veramente è tornare a casa sani e salvi e soddisfatti; con la coscienza tranquilla che il mondo che abbiamo visto non lo abbiamo sciupato né contribuito a farlo.
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27-01-2008 00:00 |
bruno  |
Il tuo pensiero non fa una grinza però io quando vado in montagna e magari ho qualche problema perchè per 100 metri non vedo un rassicurante bollo bianco rosso penso sempre a Kugy e alle sue guide che andavano dove prima di loro non era passato nessuno, cercando la via migliore e allora mi viene il dubbio che forse non sono in gamba quanto credevo fino a qual momento. La tecnologia probabilmente sarà d'aiuto alle squadre di soccorso in quanto ci saranno meno interventi (e questo è un bene) ma toglierà la componente avventura che secondo me è una delle attrattive dell'attività escurionistica. |
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27-01-2008 00:00 |
giorgio  |
Ti ripeto che sono numerosi i modi di affrontare la montagna tra i quali anche quelli di esplorazione ed avventura (ma anche di contemplazione, agonismo ecc. ecc.). L’attrattiva dell’escursionismo non è quindi solo l’avventura (prova a chiedere a uno che va per fiori se gli interessa l’avventura). Ma se a te ti piglia questa componente è giusto che pratichi l’escursionismo per cercarvi quello che cerchi. In questo caso non comprarti il navigatore gps e lascia a casa il cellulare. Fai le tue esperienze oppure appoggiati a chi ti può dare l’infarinatura giusta. |
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31-01-2008 00:00 |
carlo de ts  |
non esiste un modo etico di andare in montagna???
qui si sragiona del tutto |
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31-01-2008 00:00 |
giorgio  |
dimmelo tu il modo etico di andare in montagna dato che sai ragionare |
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01-02-2008 00:00 |
massimo  |
l'etica è di conoscere i propri limiti tecnici e di capacità. se non sei in grado di orientarti o di capire dove stai andando con una carta e la vista, meglio stare a casa. il gps non ti aiuta. penso che carlo condivida questa visione. la montagna nmon è una partita di calcio, non fisnisce dopo 90 minuti o ai rigori. |
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02-02-2008 00:00 |
giorgio  |
L’etica è branca della psicologia che studia i comportamenti di gruppi sociali. Quando dico che non esiste un modo etico di andare in montagna dico che il gruppo sociale degli amanti della montagna (purtoppo) non si riconoscono in comportamenti identificanti. Ci sono piuttosto una serie infinita e variegata di MODI di andare per monti, non solo dal punto di vista dell’attività tecnica svolta, ma sopratutto sul piano delle motivazioni e delle finalità. Il supposto valore aggregativo della salvaguardia dell’ambiente naturale è anche questo tradito da comportamenti che tutti sappiamo (anche l’andare in massa sui monti tradisce questo principio). L’unico valore che ci accomuna è quello ricreativo ma non è peculiare soltanto a chi va per monti, anche chi va al cinema o a una sagra cerca ricreazione.
Se qualcuno mi sa dire quali siano i comportamenti che identifichino gli amanti della montagna nella loro totalità è bravo.
Lo spezzettamento della categoria “montanicoli” è dimostrata dai numerosi distinguo che emergono da ogni problema; è dimostrata altresì dalla frammentazione dei frequentatori che prediligono questo o l’altro gruppo (si parla di gruppi sparuti) a seconda delle inclinazioni; anche il CAI che in teoria dovrebbe proporre un’etica aggregante si ritrova con gruppetti di aficionados sempre meno numerosi; per lo più si frequentano i monti in due o tre o gruppi famigliari e di amici.
Dico che si deve prendere atto di questa situazione e di essere tolleranti su ogni tipo di MODO di andare per monti. Guai a pensare di essere i depositari della giusta dottrina!
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