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Anello del monte Civetta

07-09-2020 22:45
luciano.regattin luciano.regattin
Tra le infinite possibilità escursionistiche offerte dalle vicine Dolomiti, quella che vado a proporre non è molto nominata e conosciuta, ma in realtà si tratta di un giro fantastico, a poca distanza dai confini regionali e che permette di ammirare da tutti i lati uno splendido colosso dolommitico: il monte Civetta.
Il percorso non presenta alcuna difficoltà tecnica e di orientamento, ma considerata la lunghezza richiede un buon allenamento, dato che si tratta di percorrere circa 28 km e 2150 mt. di dislivello (con partenza e arrivo a Pecol).
Come base di partenza, la più comoda per chi proviene dal Friuli può essere scelta, in Val Zoldana, tra Casera della Grava, Pecol o Palafavera; oppure, valicando il passo Duran, si può partire dall'Agordino raggiungendo la Capanna Trieste. In ogni caso, consiglio di effettuare il giro in senso antiorario, in modo da evitare la faticosa salita della forcella delle Sasse dal versante zoldano (classico ripido ghiaione). Il mio consiglio è di partire da Pecol e pernottare al rif. Tissi, anche per assistere al tramonto sulla parete ovest del Civetta. Partendo dalla Capanna Trieste invece, il pernottamento risulta essere comodo al rif. Coldai, dal quale vedremo il tramonto sul Pelmo.
Nel mio giro di sabato, con un meteo splendido, ho scelto di partire da Pecol, dove ha inizio il sent. 556 (parcheggio a poca distanza e fontana). Questo conduce in breve alla sterrata che proviene da Palafavera, per poi salire, dopo aver raggiunto casera Pioda, al rif. Coldai e all'omonimo splendido lago tra la folla di escursionisti. Da qui si prosegue senza possibilità di errore seguendo l'Alta Via n.1 (ampia letteratura online e cartacea) fino al rifugio Vazzoler. Assolutamente da non mancare la breve salita alla panoramicissima cima di Col Rean dove è situato il rif. Tissi (dove tra l'altro ho gustato un ottimo strudel annegato nella vaniglia), a picco sul lago di Alleghe.
Dal rifugio Vazzoler (per par condicio, ottimo lo strudel anche qui!), dove consiglio di visitare il giardino botanico, scesi per alcuni minuti sulla sterrata che riporta a valle e superato un ruscello poco oltre un tornante, si abbandona la stessa imboccando sulla sinistra il sentiero 558. Dopo aver rasentato le pareti della torre Trieste e dopo la lunga salita dello Scalet delle Sasse, si raggiunge il lunare e solitario altipiano del Van delle Sasse. Nota importante per l'approvvigionamento idrico: l'unica sorgente che si incontra nella lunga salita alla forcella sgorga da sotto una parete gialla e strapiombante sulla destra del sentiero (sulla Tabacco indicata come Covol). Tralasciato sulla sinistra il bivio per la ferrata Tissi, si raggiunge la forcella delle Sasse. Da qui si scende superando un breve tratto ripido (pochi metri di cavo metallico, a mio parere inutile) a raggiungere il classico ghiaione dolomitico. Poco dopo si presentano 2 possibilità, relative al luogo di partenza: per tornare a Palafavera conviene percorrere il sentiero Tivan che riporta al rif. Coldai e alla sterrata; per Pecol e Casera della Grava si scende fino a forcella della Grava, poi per sentiero in direzione nord si raggiugono le piste di sci e per comoda sterrata si rientra a Pecol, per Casera della Grava, dalla forcella in breve verso sud si rientra al parcheggio.
Carta Tabacco 025 Dolomiti di Zoldo Cadorine ed Agordine.
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