Avvicinamento
Percorrere la strada statale n.13, Pontebbana, in direzione nord fino all'abitato di Resiutta dove si entra in paese per imboccare la rotabile che risale la
val Resia. La si segue per circa 600 m deviando poi sulla destra in direzione della frazione di Povici. Attraversato il paese ci si porta verso le case di Povici di Sopra lasciando l’auto in corrispondenza dell’imbocco della valle del rio Resartico (m 369, cartello, piccolo spiazzo per il parcheggio).
Descrizione
L’escursione ha inizio lungo il segnavia CAI n.702 che coincide inizialmente con la strada carrareccia. Il carattere tormentato ed impetuoso del torrente è già chiaro dai primi scorci sul greto che risulta interrotto da grandi briglie atte a limitare la forza dell’acqua. All’altezza del cosiddetto Sasso del Diavolo la strada attraversa il greto principale proseguendo sull’altro lato della valle. La rada pineta che ha contraddistinto finora la componente arborea delle sponde si va trasformando progressivamente in una
faggeta termofila. In breve la strada si esaurisce nei pressi di un bivio dove un cartello indica di proseguire a destra.
Usciti su terreno più aperto si risale lungo una ampia mulattiera affacciandosi verso la parte alta del vallone del rio Resartico contornata dalle tormentate pareti settentrionali del Lavara e del
Plauris le cui vette appaiono da qui lontane e irraggiungibili. Poco dopo si attraversa per l’ultima volta il rio Resartico riguadagnando definitivamente la destra orografica. Si oltrepassa un piccolo greto secondario e quindi una macchia di
abete rosso nei pressi della quale sorgeva la casera del Nos. Si esce poi su vegetazione più rada formata prevalentemente da un arbusteto a
pino mugo con abbondanti fioriture primaverili di
erica e
fior di stecco. In un ambiente di selvaggia bellezza, il sentiero prosegue a contornare il vallone innalzandosi progressivamente e superando altri due greti secondari dove sono state messe in atto valide opere di rinforzo in legno. Alzando lo sguardo non sarà difficile individuare il tetto del piccolo
rifugio Borgo Miniera situato sulla sommità di un dosso boscato al centro di una schiarita.
Il sentiero prende infine a salire a tornanti all’interno di una bella faggeta dove abbondano ad aprile la
dentaria a nove foglie e l’
erba trinità. Esaurite le svolte ci si ritrova a traversare sopra un profondo intaglio quindi, in vista ormai della meta, inaspettatamente occorre assecondare un ultimo marcato avvallamento originato da un piccolo corso d’acqua con cascatella. Ancora pochi metri di risalita e si giunge al vecchio villaggio dei minatori ed al
ricovero Borgo Miniera (m 966, grande tettoia con tavoli e panche). Curato, accogliente e ben dotato, il piccolo rifugio in pietra e legno è stato costruito recentemente dall' Ente Parco delle Prealpi Giulie quale punto di appoggio per le escursioni verso forca Slips e la val Venzonassa. Ottima la dotazione che comprende cucina, caminetto, due stanze e la possibilità di pernottare per un piccolo gruppo di persone. Dai ruderi del borgo, con breve risalita, è possibile visitare l’ingresso delle miniere. In tal caso si prosegue lungo il segnavia CAI n.702 lasciando quasi subito le segnalazioni per deviare a destra lungo una traccia che conduce all’apertura della galleria di carreggio, ora messa in sicurezza dall'Ente
Parco dellePrealpi Giulie e visitabile nel suo tratto iniziale con l'accompagnamento di una guida.
Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario dell’andata.
Variante in discesa lungo il sentiero del vecchio acquedotto
Se si desidera un rientro un poco più avventuroso, si può optare per il percorso del vecchio acquedotto. In questo caso, poco prima dell’ultimo guado sul rio Resartico, si imbocca l’evidente sentiero che si stacca sulla destra (qualche bollo giallo). Rasentata una recinzione ha inizio il traverso che ci ricondurrà a Povici lungo un marcato camminamento spesso intagliato nella roccia. Una parete aggettante e stillicidiosa, su cui vegeta l'
orecchia d'orso, conduce alla prima breve galleria oltre la quale il bosco sembra riprendere il sopravvento. Ma è per poco in quanto ben presto si giunge al punto più caratteristico, costituito da una serie di basse gallerie che costringono a procedere carponi, collegate da aeree cengette attrezzate con vetusti passamani metallici poco affidabili. Dopo un largo pendio detritico si prosegue ancora in falsopiano fino ad arrivare ad una piccola costruzione in cemento dove il sentiero si fa meno marcato. Si cala allora ripidamente sulla sinistra ritrovando più in basso l’originario tracciato. Dopo una piccola lingua di ghiaia si traversa ancora all’interno di un boschetto di
noccioli intersecando infine un sentiero più marcato che va seguito verso sinistra. Dopo breve discesa la traccia si esaurisce in prossimità delle case di Povici di Sopra a brevissima distanza dal punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua