Avvicinamento
Percorrere la strada statale n.13, Pontebbana, in direzione nord fino all'abitato di Resiutta dove si entra in paese per imboccare la rotabile che risale la
val Resia. La si segue per circa 600 m deviando poi sulla destra in direzione della frazione di Povici. Senza entrare in paese ci si tiene ancora sulla destra raggiungendo una piccola area di sosta (m 340, comodo parcheggio).
Descrizione
Seguendo i cartelli indicatori si imbocca il sentiero CAI n.743 che traversa immediatamente il greto del rio Serai su una lunga passerella. La mulattiera prosegue nell'opposto versante risalendo a piccole svolte un costone ricoperto dalla
pineta. La fioritura di marzo comprende qui gli ultimi
ellebori neri, l'
erba trinità e qualche cespuglio di
erica. Esauriti i tornanti la mulattiera sfocia in un
panoramico spiazzo dove sorge una cappelletta votiva. Proseguire brevemente fino a giungere in vista di alcune abitazioni. Tralasciamo momentaneamente la prosecuzione del nostro itinerario sulla destra (cartello CAI per stavolo Stivane) per andare a visitare il piccolo insediamento di
Borgo Cros. Passando davanti alle case si può notare come esse siano disposte proprio sul ciglio del pendio che scende verso il vallone del rio Serai dove si dirige anche il bel sentiero che conduce a visitarne il greto. Per noi invece è tempo di riprendere il segnavia CAI n..743 che in lieve salita passa accanto ad una casa e raggiunge poi la bella radura inclinata che si trova a monte del borgo. Sostando presso una macchia di
faggi la visuale, ora libera da vegetazione, si apre sulle selvagge pendici del
monte Plauris e del
monte Lavara. Seguendo con attenzione i segnavia ci si accosta alle pendici del monte Sflincis dove il sentiero riprende marcato nel bosco a
pino nero e a
pino silvestre. Dopo aver oltrepassato il bivio con il segnavia CAI n.743b che scende verso Resiutta, in corrispondenza di una vecchia costruzione, il sentiero inizia a traversare piacevolmente con andamento spesso rettilineo in direzione del
monte Stivane. Le pendici alla nostra sinistra, benché spesso nascoste dalla vegetazione, si fanno via via più scoscese fino a trasformarsi in friabili dirupi che il sentiero sfiora più volte. Poco prima di iniziare la breve discesa verso gli stavoli Stivane si consiglia di abbandonare il sentiero e risalire sulla destra verso il punto di maggiore elevazione. Dopo poco si incontrano i resti di una piazzola per cannone a cui ancora accede una profonda trincea, entrambe risalenti alla Grande Guerra. Proseguendo ancora lungo la dorsale, che da qui in poi si appiattisce, si incontrano altre due piazzole e una piccola radura con antenna, dalla quale si apre una ottima veduta su Moggio e i monti della
val Aupa. Senza ritornare sui propri passi si può scendere direttamente verso il ripiano sottostante recuperando subito le svolte di un buon sentierino che in breve ci porta agli
stavoli Stivane di Sopra (m 747), posti su un largo
ripiano.
Riguadagnato il segnavia CAI, si prosegue lungo la carrareccia che scende verso Moggio ma la si abbandona quasi immediatamente per imboccare il sentiero segnalato sulla sinistra (cartello CAI per Cuel Lunc e Tugliezzo). Dopo un breve tratto nel bosco, ad una svolta, l'ambiente cambia in maniera improvvisa ed inaspettata. L'antico sentiero che conduceva agli
stavoli Del Verzan attraversa ora un versante assai dirupato ed instabile che costringe ad un paio di piccole perdite di quota (informarsi presso il
Parco delle Prealpi Giulie sulle reali condizioni di questo tratto, spesso soggetto a interruzioni). La prima discesa è resa agevole da rinforzi e gradini in legno che permettono di affrontare più comodamente il terreno friabile. Un secondo tratto rovinato viene aggirato in basso scendendo per ghiaie e riguadagnando l'originario tracciato pochi metri più oltre. Superato questo catino, il percorso riassume le caratteristiche di un comodo sentiero che si snoda tra lembi di pineta e rivoli ghiaiosi colonizzati dalle
eriche. Tralasciate due ulteriori diramazioni, per il
monte Pacoi a sinistra e per lo
stavolo Ravorade a destra, si perviene agli
stavoli Del Verzan (m 720) situati alla base di una bella conca prativa. Dai ruderi ci si tiene a sinistra seguendo un filare di
faggi per poi iniziare a scendere a regolari tornanti nella pineta verso il greto del rio Cjampeit. Prima di attraversare presso i resti di un vecchio pilone, è consigliabile spingersi a sinistra per pochi minuti lungo il greto fino ad arrivare alla base di una bella cascata. Oltre il guado, la mulattiera riprende a salire leggermente lungo il versante opposto entrando nel solco di una valletta friabile. Vista la natura del terreno, qui il sentiero tende spesso a deteriorarsi ma non vi sono punti difficili e, grazie anche ad altri rinforzi in legno, si supera in breve l'ostacolo uscendo bruscamente sulla destra. Raggiunta una aerea costa boscata si riprende a salire a piccole svolte entrando progressivamente in una luminosa faggeta. Giunti ad una insellatura si imbocca un viottolo contornato da siepi che porta agli
stavoli Cuel Lung (m 741), ottimamente ristrutturati ed in felice posizione. Da qui una stretta stradicciola cementata che corre su un profondo vallone scende agli stavoli Cuel Lunc Basso e prosegue oltre lungo una rotabile asfaltata. La strada aggira il vallone del rio Lavarie intersecando alcuni solchi torrentizi poi supera un ponte e risale verso le abitazioni di
Tugliezzo (m 503) dove in precedenza avremo lasciato una seconda autovettura.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo