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    Monte Plauris da Tugliezzo
    Prealpi Giulie
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaF30

Monte Plauris da Tugliezzo

Avvicinamento

Percorrendo la strada statale n.13 Pontebbana, poco dopo avere superato Carnia, imboccare a destra la strada per Tugliezzo (cartello). La rotabile entra nel vallone del rio Tugliezzo e lo risale a svolte attraversando pendici dirupate che tendono spesso a rovinare la sede stradale. Si arriva dapprima alla zona degli stavoli e quindi al punto più alto in corrispondenza di una cappelletta. Qui, presso una piccola rotonda asfaltata, si può parcheggiare comodamente (m 503).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dei Fiori
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Giugno
Carta Tabacco
020
Dislivello
1500
Lunghezza Km
8,5
Altitudine min
503
Altitudine max
1958
Tempi
Dati aggiornati al
2007
I vostri commenti
  • 29/07/2021 Sentieri in ordine e puliti di recente, soprattutto nella prima parte dove sono stati liberati persino delle foglie e dotati di segnavia freschi. In generale il sentiero e' ben segnalato, tranne forse all'inizio nel punto in cui bisogna lasciare la pista forestale che prosegue dritta (sarebbe stato utile un cartello di direzione) e nel tratto finale, il faticoso ghiaione prima della cima; qui tuttavia si puo' prendere anche un percorso non obbligato, le opzioni sono varie. Numerosi stambecchi in branco, che non sembrano infastiditi dalla presenza umana, ma rappresentano un pericolo per gli escursionisti: dal ghiaione prima della cima ho potuto osservare due stambecchi scendere a precipizio dal pendio sopra il sentiero che corre a mezza costa dalla forcella Maleet, portando giu' assieme a loro una quantita' enorme di massi che sono rovinati sul sentiero. Per fortuna in quel momento non passava nessuno. Panorama strepitoso dalla cima.
  • 11/11/2020 Cima raggiunta oggi in mattinata dopo aver pernottato al ricovero Franz, di cui lascio una piccola recensione sulla scheda dedicata in questo sito.Dopo il ricovero la pendenza è sostenuta e costante, con pochissime e brevi tregue fino a passo Maleet. Fino al medesimo la salita si svolge all'ombra, poi un tratto soleggiato con pendenza moderata, per poi tornare all'ombra lungo il ghiaioso e molto ripido pendio finale: si tratta della parte più difficile dell'intera escursione, visto il terreno mobile e ripido, ma con un po' di pazienza si sale discretamente bene anche qui. Anche se pare una frase fatta, tutta la fatica è ripagata da una delle più belle cime della regione, secondo me: pianeggiante, ampia e panoramicissimaDa Tugliezzo al ricovero Franz 1.15-1.30 h ; da qui alla cima altre 2.30h.Sentieri segnati molto di recente e ben mantenuti
  • 19/07/2020 Saliti oggi sul Plauris come da descrizione SN, escursione faticosa, fino a passo Maleet ripida e noiosetta da lì in poi il paesaggio diventa più vario e panoramico. L’ultimo tratto è sicuramente malagevole anche se lo ricordavo più lungo. Nonostante le nuvole, a mio parere rimane la cima con il più bel panorama nella nostra zona! Mandi a ducj
  • 25/09/2019 Per la prima volta sono salita al Plauris con un amico, cogliendo l'occasione di fare anche il mio primo vero biavacco al Rifugio Cjariguart. Siamo partiti nel primo pomeriggio di sabato da Tugliezzo, abbiamo percorso come da relazione il CAI 701, transitando per il Rif. Franz e raggiungendo il Passo Maleet, dal quale siamo divallati con il CAI 728 nell'opposto versante fino al Ricovero detto anche Bellina, dove abbiamo pernottato. L'indomani risaliti sul CAI 728 e deviato a dx per il Plauris (prima del Passo Maleet) fino alle pareti N dello stesso, qui abbiamo proseguito per breve traverso a sx (segnalazioni sbiadite sulla parete) ad imboccare il ripido canalone roccioso quale via alternativa di salita (segni sbiaditi, una volta questa era la via normale), riservata ad escursionisti esperti, giacchè è necessario arrampicare su terreno sdrucciolevole. E' bene indossare il casco, evitare il fondo ghiaioso per non scaricare sassi e preferire le pareti adiacenti che offrono numerosi appigli. Si sbuca a breve distanza dalla vetta.Siamo quindi scesi dalla parte opposta per il sentiero "normale", aggirando la vetta da S ad O ritornando infine sul lato N, al bivio sotto la parete. Questo tratto richiede un pò d'attenzione per l'esposizione, specialmente dove il sentiero si restringe un poco, sebbene sia bello marcato e non sdrucciolevole. Siamo infine risaliti al Passo Maleet e ritornati all'auto con lo stesso percorso dell'andata. Ho postato una foto che spiega l'aggiramento fatto. 21-22/09/19
  • 14/07/2019 Abbiamo raggiunto oggi la vetta del Plauris dal ricovero Franz, dopo aver programmato la partenza molto presto per non incappare nelle temute e previste piogge pomeridiane.Il sentiero per passo Maleet è a posto, raggiungiamo l’insellatura velocemente complice anche il clima fresco di questi giorni. Più faticoso è il ghiaione sotto la vetta dove il sentiero stenta a presentarsi stabile. E’ qui che compare qualche camoscio che ci tiene a debita distanza, fischiando; avvistiamo anche una famiglia di stambecchi. Qualche tana svela la presenza di marmotte di cui più tardi sentiremo il fischio. In giugno sono stati liberati nella zona nuovi esemplari dell’animale, al fine di creare una comunità stabile.Pochi chilometri e tanta ripidezza portano alla breve esile cengetta finale (prestare molta attenzione all’esposizione, non guasterebbe un cavo di sicurezza) e alla vetta. Oggi l’aria è molto tersa e il panorama molto dettagliato. Sale un gruppo di sloveni mentre noi ormai scendiamo. Poco dopo le 14, a valle del ricovero Franz, le prime gocce di pioggia.
  • 13/06/2018 Salita oggi con il gruppo degli “Scoiattoli” del Cai di Pasian di Prato nonostante le previsioni meteo non favorevoli, il cielo da fumoso di primo mattino, è passato ad un più simpatico colore azzurro e poi ha fatto la sua comparsa anche qualche debole raggio di sole; afa e clima da sauna, sentiero che si fa percorrere con attenzione a causa del letto di foglie bagnate per la pioggia dei giorni scorsi, dal Passo Maleet si vede qualche nevaio che non interessa il sentiero, nella conca pietrosa non si incontrano particolari difficoltà. Le fioriture tipiche di due stagioni convivono pacificamente, accanto alle soldanelle spicca il giallo del botton d'oro e le macchie di ginestra stellata, il delicato azzurro del lino delle Alpi, abbondanti le viole biflora, ed il ranuncolo di Traunfellern, clematidi si riposano avvinghiandosi ai mughi, poco sotto la cima qualche stella alpina, qualche stambecco ci osserva a debita distanza, una marmotta si nasconde in silenzio.
  • 29/05/2017 Escursione effettuata il 28 maggio 2017, esattamente come proposto da dalla guida di SN. Nulla da segnalare sullo stato del sentiero, sempre ben marcato e perfettamente agibile. Il percorso è molto vario e porta verso l’alto con panorami sempre più ampi, che si spalancano in vetta. Spettacolari le fioriture di questo periodo, sia salendo a Passo Maleet che nella parte alta del Cjariguart e sulla cima … Tanta splendida pulsatilla, ranuncoli di Traunfellner, viola a due fiori, rododendro nano, soldanella alpina, genziane di Clusius, lino alpino e tappetini di pinguicola … veramente una meraviglia! Panorama eccezionale, ieri però limitato dalla foschia, con catene del Canin e del Montasio ostinatamente incappucciate. In discesa ci ha attraversato la strada un branco di una dozzina di stambecchi maschi al galoppo diretti verso i pascoli dell’alto Cjariguart… marmotte fischianti tra le rocce ed il canto dei cuculi giù nella Val Lavaruzza. Tanta bellezza richiede però il suo tributo di sudore, con la fatica che si fa sentire soprattutto nel ripido e instabile ghiaione che porta alla forcelletta prima della cima (prudenza in discesa!). Escursione entusiasmante, senza particolari difficoltà, ma impegnativa per la sua lunghezza e da affrontare solo con un buon allenamento. Da mettere nuovamente in calendario nel periodo autunnale puntando su una giornata più limpida! In tutto 7 ore di cammino – brevi soste comprese – di cui 3.50 per la salita e 3.10 per la discesa. Mandi a tutti!
  • 05/10/2016 Escursione di oggi in una giornata piuttosto frizzante in particolare per le folate di vento freddo. A ciò si aggiunga che il percorso, specie prima della F.ca Maleet, si sviluppa a nord e si capisce come desiderassi arrivare in vista della conca del Cjariguart per godermi un po' di sole. Così è stato e quindi su in cima con altro piglio. Il percorso non presenta problemi se non l'esito delle solite franette prima di F.ca Maleet che non creano problemi. Pochi tornanti prima di giungervi, uno di questi è alquanto rovinato tanto che è stato bypassato, svoltando a sx, da ottimo breve tratto ben tracciato. Non ricordo ci fosse quando vi ero salito in precedenza. Sulla cima l'incontro con altro escursionista, salito dal versante sud, col quale mi intrattengo piacevolmente a commentare un po' del tanto che da lì si vede. La vista, notoriamente eccellente a 360°, è solo un po' pregiudicata verso le Dolomiti e la pianura. Di stambecchi, che ricordavo numerosi, nemmeno l'ombra mentre un paio di camosci si lasciano osservare dileguandosi solo all'ultimo momento. Bilancio complessivo: molto buono. Personalmente sono strafelice di essere ritornato anche quì dopo che avevo dovuto interrompere alla F.ca Maleet l'ultima uscita del 2014 per ragioni fisiche che solo 3gg. dopo si sarebbero manifestate in tutta la loro gravità. Buine mont a duç.
  • 20/06/2016 Percorso effettuato sabato18 giugno 2016 lasciando una macchina a Portis per il ritorno, da Tugliezzo verso il passo Maleet,per il sent.701 passando per il rif.Franz.Il sentiero ben segnalato non presenta difficoltá tranne la salita costante.Dal passo una magnifica vista verso il Plauris con qualche nevaio residuo nella conca.Avvistata una marmotta sul nevaio subito sparita nella tana.Purtroppo di stambecchi nemmeno l'ombra,perchè mi è stato raccontato che la rogna li ha sterminanti tutti.Proseguito verso la vetta del Plauris senza eccessive difficoltá tranne l'ultimo tratto abbastanza impegnativo come pendenza.In cima purtroppo la vista non era ottimale,causa nubi basse che passavano da una valle all'altra nascondedo il panorama che dalla cima deve essere magnifico nelle giornate limpide.Ridiscesi fino al bivio con il sent.728 fino al ric.Bellina ,sosta ristoratrice,si continua per il 728,un sentiero che dal mio punto di vista dovrebbe essere chiuso perchè molto ripido e pericoloso specialmente in discesa e se bagnato.Diffatti sulla nuova carta Tabacco della zona il 728 non risulta più segnato,non lo sò se è dismesso dal CAI.Attraversato più volte il rio Pissenda dalla quale si formano delle magnifiche cascate. Proseguendo abbiamo trovato un camoscio morto in avanzato stato di putrefazione a conferma di quello che avevo sentito riguardo alla malattia che li ha colpiti.Finito il giro a Portis dopo 1550m.in salita e 1780 in discesa.Escursione molto appagante anche se faticosa.
  • 04/08/2015 Percorso il 2 agosto, da Tugliezzo, come da descrizione di SN. Il sentiero è stato ripristinato e stabilizzato anche nei punti franati e si sale tranquillamente fino al Passo Maleet. L’ultimo tratto verso la vetta del Plauris è un sentiero “puntinato”, non presenta punti particolarmente difficili, ma non è un percorso per tutti e va affrontato con cautela. Purtroppo la presenza di fitte foschie mi hanno impedito, questa volta, di apprezzare il panorama. Buone camminate a tutti.
  • 29/05/2015 Percorso il 27 maggio, da Tugliezzo, Forc.Maleet, bivacco Bellina-Cjariguart e rientro. Il sentiero è perfettamente percorribile eccetto un tratto franato di c. 4 m. a quota 1550 c. Si passa con un po' di cautela e comunque è evitabile uscendo dal sentiero sulla sinistra per una traccia che ho evidenziato con un ometto. Nella conca di Cjariguart, simpatici incontri ravvicinati con gli stambecchi che quasi si mettevano in posa per l'immancabile foto!
  • 26/10/2014 Ho fatto l'escursione in solitaria il 24 ottobre come da descrizione, al rientro ho percorso la pista forestale dal rifugio Franz fino al punto di partenza, non ci sono problemi lungo il percorso ho trovato un po di neve a ridosso del plauris sul versante nord. Volevo segnalare che il sentiero sulle nuove carte tabacco si trova sulla ne. 27.
  • 15/09/2013 Plauris, mi piace pensare che il suo nomi derivi dal latino plaudére, e gli applausi se li meriterebbe proprio questa cima posta in posizione privilegiata che permette agli occhi di esplorare tutto l Friuli montano, per me quindi scelta obbligata per accomiatarsi dalle levatacce e dalla fatica.Si va in compagnia, supporto psicologico, tre racchiette con le racchette attaccano il sentiero poco dopo le 7 con un venticello bello fresco, passo baldanzoso e qualche chiacchiera ci fanno arrivare senza nemmeno accorgerci al rifugio Franz, pulito e in ordine, ghiri assenti, prima di ripartire non ci facciamo mancare la barretta energetica, colazione oramai dimenticata. Si cammina nel bosco un po’ tormentato con il solo rumore dei passi sulle foglie, terreno a tratti umido e scivoloso, e sali e zigzaga e il sole ci abbaglia a Maleet, obbligatorio fermarsi a guardare lontano, verso nord e poi davanti, sul mondo di Cjariguart. Il passo è vivacizzato dalla fioriture di genziane sfrangiate e abbondanti genzianelle delle Dolomiti, nel tratto quasi pianeggiante gli stambecchi ci fischiano, un gruppetto di circa 15 esemplari ci precede spostandosi lentamente, su uno sperone è in corso una scaramuccia fra due maschi, ma pare più una messinscena per il pubblico che una vera lotta. Dopo le zolle verdi, come sempre si arranca sul ghiaione verso sinistra seguendo i segnavia e poi oplà, l’intaglio, e il panorama si fa verde mentre arriviamo alla piccola croce. Il cielo è terso, solo una lieve foschia verso sud, gli altri punti cardinali ci regalano una visione spettacolare, il Friuli ai nostri piedi, ben visibile la spruzzatina bianca sul Montasio; il sole invita a sostare ancora, obbediamo fino a che qualche nuvola comincia ad arruffarsi e cambia colore e allora si scende. Ritroviamo al loro posto gli stambecchi, da sud si infila lesta nella conca la nebbia che in breve stende un velo bianco ovunque ma noi stiamo scavalcando passo Maleet, la discesa è silenziosa, qualche scivolata su sassi umidi, nuova sosta al rifugio Franz e un insistente pigolio lamentoso ci fa cercarne l’origine lì intorno, (fauna intrappolata?). Niente, si rientra osservando i sassi accatastati nel bosco, parlando di carbonaie e muretti posti a confine.
  • 01/07/2013 Alla rotonda mi trovo inaspettatamente solo. L'aria è frizzante e mi sveglia da una notte tormentata da troppi pensieri..Il ricovero Franz è ormai meta di villeggiatura stabile... Forse ancora ghiri.. All'andata e al ritorno mi fermo ad ascoltare con grande interesse i loro discorsi di cui capisco ben poco..ma che sorrisi! Il sentiero è parco di fioriture fino all'apertura del bosco, quando si trasforma in un tripudio per animi sensibili ed occhi golosi di forme e colori. Di fronte alla tenera malinconia della clematide, alla sofisticata bellezza dell'aquilegia o al vitale endemismo traunfellneriano, i miei occhi sono tutti per le androsaci: piccole esplosioni di gioia che con la loro allegria entusiasmano ogni mio sguardo. Superato passo Meleet, i fischi..e quanti! Mica di marmotte! Che belli questi stambecchi, selvaggi e poco disponibili.. non come i montasiani che si metton in posa per le foto di rito.. Ne conto 37 a prender il sole nella fiabesca arena del Cjariguart. L'ultimo tratto di salita è un pò faticoso per il terreno precario e instabile (come il mio ginocchio sinistro), ma è un prezzo ridicolo in confronto all'abbraccio di cime che riserva. La visuale mi travolge per la bellezza di una giornata in cui le silhouette lontane son talmente tante da metter in soggezione ricordi e orientamento.. Al ritorno uno SSSTOCK impressionante attira la mia attenzione. Sono giovani stambecchi che, sull'unica lingua di neve rimasta, fan prove di ruoli e tentano prima, di sottomettersi e poi, alzandosi su due zampe, si scambian decise ma innocue cornate. Osservo con calma e discrezione lo spettacolo e le reazioni del branco, poi scendo piano, dolorante ma felice. (30.06.2013)
  • 15/09/2012 Plauris un anno dopo, stessa bella giornata soleggiata solo l’aria più frizzante e venticello che, con diversa intensità, non ha mollato fino a mezzodì. Alla rotonda presso la cappelletta già qualche auto e non sono ancora le 7, e ne arriva dietro a me un’altra, meta ambita oggi il Plauris. Mi vengono chieste informazioni sul sentiero, da dove parte, com’è, lungo. Ecc. ecc. Per la prima volta vedo che lì, sul cartello Cai sono riportati tempi: ricovero Franz 1.30 e forcella Maleet 3.10 (mi paiono eccessivi e difatti poi così sarà pur con il mio passo mediamente calmo).Fino a f.lla Maleet il bosco è un po’ buio, il sole deve ancora salire lì, solite fioriture di poche asclepiadi oramai; alla forcella il sole mi acceca e mi scalda, canalino scivoloso, tripudio di genziana alta e delle dolomiti non ancora “mature”, lucenti carline, Cima Clapadorie sembra aver liberato ancora sassi giù, a Cjariguart e si intravede il tetto del ricovero Bellina. Taglio verso destra seguendo i sv poi un traverso verso sinistra affiancando le pareti rocciose sopra alle quali solitamente gli stambecchi curiosano, oggi non ci sono, solo il fischio di una lontana marmotta quando mi affaccio all’intaglio di cresta. La piccola croce domina un grande panorama oggi, foschia a sud ma a nord è uno spettacolo, in lontananza i Tauri innevati, spiccano anche l’Antelao e il Pelmo, mi siedo e mentre attacco la bananina e il paninuccio me la prendo comoda, mi godo ogni sasso, ogni radice, ogni raggio di sole e ogni refolo di vento.
  • 16/10/2011 Fatto ieri tutto il percorso, da Tugliezzo fino alla cima del Plauris in 4 ore. La giornata era splendida e il panorama dalla vetta davvero mozzafiato. Visti da lontano anche tre stambecchi maschi. Mauro.
  • 26/08/2011 Oggi, a distanza di poco più di un mese, ho raggiunta nuovamente questa meta in una giornata che meritava realmente una cima. La faggeta è ordinata, silenziosissima, solo il lieve fruscio degli scarponi sul letto di foglie, non si parla per ascoltare il silenzio; poche fioriture ai bordi del sentiero in salita verso forcella Maleet: aconito giallo, le immancabili asclepiadi, i ciclamini e la parnassia, fiore semplice ed essenziale e la regale aquilegia minore. Un nuovo paesaggio ci aspetta alla forcella e ci lascia stupefatti, è la straordinaria conca di Cjariguart. Il sentiero prosegue fra fioriture di genziana sfrangiata, genzianella delle Dolomiti ed ancora ciclamini e spilli di dama e si inerpica verso la Forcje dai Fons sotto lo sguardo curioso di numerosi stambecchi, per il gran caldo tranquillamente sdraiati all'ombra di qualche masso. Passiamo sull'altro versante e in un attimo eccoci preso la croce. Il colore ceruleo del Fella sembra risplendere da lassù. Loredana
  • 18/08/2011 In alternativa al percorso riportato, ed aproffitando della " deroga" concessa durante l'apertura di malga confin, sono salito in auto da Venzone fino a casera Ungarina dove parte il sent.702 tramite il quale sono salito in cima. Il dislivello si riduce sensibilmente ad un totale, tra sali e scendi, di 700 mt.circa.Percorso normale e tranquillo fino a forca slips (1631)-Dopodichè si sviluppa in parte lungo la costa e in parte in cresta, durante il quale si deve porre attenzione solo per il fatto chè si cammina lungo un sentiero erboso ed esposto. Ma ripeto, con la testa sulle spalle, si può tranquillamente affrontare. Maggiore attenzione per quanto riguarda la discesa. Al ritorno, oltre forca slips, si trova, su un paletto, l'indicazione con svolta a sx per raggiungere direttamente malga confin, dove un buon piatto di gnocchi alla ricotta affumicata ( o altro) pone fine ad un'escursione davvero remunerativa.Buona vita a tutti
  • 16/07/2011 Oggi non era la giornata migliore per salire al Plauris, sentiero insidioso dopo la pioggia, dalla conca di Cjarigauet saliva una nebbia fitta che imponeva salia e discesa "a vista". Io ho risalito la rampa fino a ca. 610m quando ho trovato a sx il cartello della comunità montana del gemonese indicante il sent.701 per il bivacco Franz; nel bosco fioriture di ciclamini, dopo passo Maleet qualche lino delle alpi, 3 stelle alpine. Come segnalato dall'amico Graziano gli stambecchi sono un reale pericolo, meglio allontanarsi dalla parete rocciosa; manca il libro di vetta. Discesa allegra sul ghiaione, peccato che panorama zero! Loredana
  • 25/06/2011 Percorso oggi in solitaria. Non è certamente una scampagnata fuori porta, ma la fatica per arrivarci viene ripagata ampiamente dalla pace e dal silenzio, dal paesaggio mozzafiato dalla vetta, dall'incanto della conca Cjariguart, dal verde delle pale erbose sul versante a sud e dalla quiete della colonia di stambecchi. Il sentiero è sicuro e ben segnalato. Attenzione alla caduta di pietre causate dallo spostamento degli stambecchi. Sporadicamente si incontrano alberi divelti sul sentiero senza che , peraltro, ne ostruiscano il passaggio. Attenzione all'imbocco del sentiero, subito dopo la fine della rampa cementata: il segnavia cai è posto un pò in alto su di un albero e tende a passare inosservato. Il pivello del sottoscritto se n'è andato avanti fino alla casa che si trova sul Plan dai Portolans e ci ha impiegato un pò prima di ritrovare l'imbocco del sentiero. La descrizione del percorso su questo sito e sul libro "I sentieri dei Fori" è fedele al percorso. Prossima meta: il Monte Amariana. SPERIAMO CHE LE GINOCCHIA REGGANO!!!! Mandi e felice vita a tutti. Graziano.
  • 24/04/2011 Oggi 24.04.2011, volevo andare in solitaria sul Plauris da Tugliezzo. Tutto bene ma, a quota 1200 ca. la prima neve proprio sotto i costoni della Cima dei Larici. L'avevo preventivata ma, giunto a quota 1550 ho dovuto cedere alla tentazione di proseguire. Il sentiero, che per lunghi tratti scompariva nella neve, si presentava in costa su pendii che potevano riservare qualche pericolo in caso di scivolata, con neve verso monte e formazione di ghiaccio verso valle. La picca l'avevo portata ma non i ramponi, che ti danno la necessaria sicurezza in quei contesti. Perciò, mio malgrado, a valle con la coda tra le gambe. Ed il passo Maleet lì a due passi, mannaggia!!! Vorrà dire che quello che è perso oggi sarà buono per domani. Pietro.
  • 16/10/2003 oggi 16/10/2003 assieme ad un amico siamo stati in cima al Plauris; a differenza di cinque anni fà, la segnaletica,e la manutenzione del sentiero posso dire che sono molto ben fatte i miei complimenti a coloro che si son dati da fare per realizzare il tutto!!!
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