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    Anello del Monte Celant da Tridis
    Prealpi Carniche
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    Anello del Monte Celant da Tridis
    Prealpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNatura

Anello del Monte Celant da Tridis

Avvicinamento

Dalla statale n.464 che unisce Spilimbergo a Maniago, giunti all’altezza di Sequals, si imbocca la statale n.552 che piega verso nord in direzione della val Tramontina. La si risale fino a superare il lago di Redona poco dopo il quale, sulla destra, si trova la deviazione che porta a Tridis (m 386, parcheggio presso la frazione, CAI 832).

Descrizione

Seguendo le indicazioni del sentiero CAI 832 passiamo accanto all'arco e poi presso la casa racchiusa in una corte dove la pista termina. La prosecuzione è sul sentiero che si stacca verso est, lasciando i prati con le pervinche e le primule odorose per entrare nella rada pineta. Si percorre un tratto quasi in falsopiano alla base di una scarpata rocciosa colonizzata dalle eriche poi il sentiero interseca il greto di un rio per rimontare sul fianco opposto. I rumori della civiltà ben presto si attenuano mentre il nostro sentiero riprendere il suo andamento lineare nella pineta che ora impedisce quasi completamente la visuale. Si continua così fino a intersecare un altro rio che discende da un catino franoso, punteggiato dalle fioriture della genziana di Clusius. Superata una costa, si arriva ad una rientranza più stretta e scavata nel fine detrito dove il sentiero tende a rovinarsi. Alla successiva spalla finalmente si vedono le case di Zanon, ma c'è ancora da superare la parte più articolata di questo traverso. Il sentiero, infatti, perde quota per passare ai piedi di una grande parete rocciosa e prosegue ancora in saliscendi per assecondare la complessa orografia di questo versante. Si arriva, quindi, ad attraversare un ultimo grande macereto abitato dai camedri, poi il sentiero riprende quota trasformandosi in ampia mulattiera lastricata. La comparsa dei muretti a secco e dei gradini ci preannuncia l'arrivo al borgo di Zanon (m 517) che avviene entrando in un recinto di allevamento. Dopo essere passati accanto alla stalla ci si innesta sulla strada asfaltata, ma la si abbandona quasi subito per seguire a sinistra le indicazioni CAI per il monte Celant. Il sentiero sale nella boscaglia poi interseca un impluvio detritico oltre il quale piega bruscamente a sinistra (attenzione ai segnavia) iniziando la faticosa risalita sulle balze del monte Celant. Inizialmente si segue la linea di massima pendenza, ma più in alto il sentiero si fa più marcato e appare anche qualche piccola svolta. Intorno a quota 700, un lungo tratto in diagonale verso sinistra ci permette di rifiatare mentre dalle prime radure si apre qualche visuale sul fondovalle. Con la ricomparsa delle roccette la salita riprende ancora più decisa nella boscaglia. Seguendo i segnavia, ci si destreggia tra balze erbose intervallate da pendii boscati continuando così fino ad uscire sulla linea di cresta. Qui un cartello CAI segnala a destra la prosecuzione verso il monte Celant, ma rispetto alle pendenze precedenti, la cresta si lascia percorrere gradevolmente, affacciata com'è sul versante di Campone. In breve la salita si esaurisce sul punto più elevato del monte Celant (m 1093, cippo), immerso nella faggeta a settentrione ma panoramico ed erboso verso sud.
Si prosegue nella direzione opposta calando in diagonale nella faggeta dove potremo osservare, a inizio stagione, la dentaria a nove foglie e la mercorella canina. Sfiorata nuovamente la linea di cresta, presso un belvedere su Campone, ci si innesta nella forestale sottostante. I segnavia tagliano anche il successivo tornante, ma poi il tracciato coincide con la pista che va seguita nel suo lungo dipanarsi sulle pendici del monte. Lasciata a sinistra la traccia che scende a Plendoria, con un ultimo rettilineo si oltrepassa un crocevia di direzioni rimontando sulla ampia radura di Tamar (m 660, bivacco sempre aperto). Il segnavia CAI aggira l'abitato e piega a sinistra iniziando la discesa verso la valle del Tarcenò il cui corso ci guiderà quasi fino al punto di partenza. Dapprima in diagonale e poi a comode svolte, si cala sul greto del torrente imboccando a sinistra la rotabile che arriva da Tramonti di Sotto. Superata la sbarra, si seguono le ondulazioni della strada che dalla pineta esce nel pascolo della fattoria di Comesta. Pochi metri dopo, sulla sinistra, si imbocca una mulattiera inerbita che scende ad una ampia radura con piccole costruzioni in legno. L'escursione prosegue sul bordo del Tarcenò, nella rada pineta a pino nero e pino silvestre che si sviluppa ai lati della fiumana detritica. Il segnavia ci guida poi ad attraversare l'ampio greto in corrispondenza di una briglia e quindi presso una abitazione non lontana dalla strada principale. L'ultimo tratto ci riserva alcune belle radure prative ed infine l'arrivo a Tridis dove si chiude l'anello.
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Aprile
Carta Tabacco
028
Dislivello
800
Lunghezza Km
16
Altitudine min
352
Altitudine max
1093
Tempi
Dati aggiornati al
2023
I vostri commenti
  • 19/03/2017 Come suggerito da Bepi, parcheggiato presso la cabina elettrica; piacevole ma lungo, arrivare a Borgo Zanon e lì mi son persa fra le prime poligale e gli odorosi fior di stecco. Salita erta con qualche faticoso allungo di gamba, dolce il crinale fino alla cima, fffrrr e fffrrr, gli scarponi affondano nelle foglie secche, e intanto suona mezzodì, oggi pranzo sulla cima. Sole seminascosto, un lieve tepore e foschia, i miei silenziosi compagni di viaggio; la discesa è comoda e veloce, qualche auto parcheggiata oltre la sbarra del guado sul Tarcenò, un cagnetto sguinzagliato se la prende con me. Comesta è fattoria didatticae sociale, ferve il lavoro, odor di fumo nell'aria, la pista inerbita è si molto inerbita, ma sempre ben segnalata; sbuffato l'ultimo chilometro perchè non mi aspettavo un arrivo in salita
  • 25/04/2016 Escursione effettuata oggi 25/04/2016. Percorso abbastanza impegnativo, per il dislivello non banale ma soprattutto per i 16 chilometri, che in discesa sembrano non finire mai! La salita, tranquilla fino al borgo Zanon, più impegnativa nel secondo tratto, è la parte più interessante dell’escursione. La discesa lungo la pista forestale che porta a Tamar e poi il tratto di rotabile asfaltata dal guado sul Tarcentò alla fattoria Comesta, sono poco stimolanti; rilassante l’ultimo tratto sul bordo del Tarcenò. Nel complesso un’escursione che merita fatta, mettendo in preventivo circa sei ore di camminata effettiva (più le soste che ci si vuole concedere). La descrizione di SN è puntuale e precisa (fare attenzione, poco oltre borgo Zanon, appena superato l’impluvio detritico, abbandonare il comodo sentiero, per risalire a sx); tutto l’itinerario è abbondantemente segnalato dai SV CAI bianco-rosso. L’inizio dell’anello è presso la cabina elettrica (dove si può comodamente parcheggiare).Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
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  • bel sentiero nei pressi di Zanon
    19/03/2017 bel sentiero nei pressi di Zanon
  • la ripida salita al monte Celant
    19/03/2017 la ripida salita al monte Celant
  • la cima del monte Celant
    19/03/2017 la cima del monte Celant
  • la pista che scende a Tamar
    19/03/2017 la pista che scende a Tamar
  • a borgo Tamar
    19/03/2017 a borgo Tamar
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