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    Anello del Rifugio Cjariguart da Portis
    Prealpi Giulie
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    Anello del Rifugio Cjariguart da Portis
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNatura

Anello del Rifugio Cjariguart da Portis

Avvicinamento

Si risale la Strada Statale n.13 Pontebbana verso nord. Superato Venzone, poco prima dell'abitato di Portis Nuova, si imbocca a destra la stradicciola che porta alle Case Rusciz. Quasi subito si incontra il cartello CAI presso il quale è possibile parcheggiare (m 240, sentiero CAI n. 728a verso il ricovero Coi, il rifugio Cjariguart e malga Ungarina).

Descrizione

Si sale per qualche metro lungo il bordo del rio Migigulis ma lo si attraversa quasi subito proseguendo per un tratto sulla sinistra orografica del greto. Sulla destra ci accompagnano cordoli di muretti a secco che probabilmente limitavano vecchi terrazzamenti. La salita prosegue decisa a strette svolte con il sentiero che entra ora nella boscaglia mista di pino nero, carpino nero e orniello. Giunti più in alto il sentiero si accosta ad una parete rocciosa verticale che si intravede sulla destra tra la vegetazione. Ci si innalza ancora per un tratto fino ad uscire su pendici più spoglie, tra genziane, e globularie. Giunti alla fascia di rocce che cinge tutto il fianco ovest della montagna, ci attende al punto più impegnativo della salita: si tratta di superare una fascia rocciosa di materiale disgregato e friabile tramite una serie di strette rampe. Una catena metallica aiuta nel passaggio ma occorre comunque attenzione data la natura del terreno. Superata la zona malagevole, si raggiunge il limite inferiore di un ampio ripiano inclinato e boscato a nocciolo, tiglio, orniello e acero di monte. Il sentiero riprende ora l'andamento iniziale salendo lungamente in diagonale verso destra fino ad uscire su un panoramico sperone. Da qui si segue lo spigolo poi il sentiero si sposta sul pendio di sinistra e con un ultimo strappo arriva al bivacco Coi che appare solo all'ultimo momento (m 1308, buon panorama sul fondovalle).
Il piccolo ricovero, ricavato da un vecchio capanno di cacciatori, non ha porta ma contiene tre letti a castello con materassi ammuffiti, stufa a legno e armadietto. Dal bivacco si sale ancora qualche metro per innestarsi sul sentiero botanico del Plauris che proviene da casera Ungarina. Lo si imbocca a sinistra traversando in moderata discesa le pendici di cima Somp Selve nel punto più panoramico dell'intera escursione. Si arriva così, tra ripide balze fiorite, all'incontro con il marcato spigolo occidentale del monte. Il sentiero lo contorna e continua a scendere, traversando una ripida faggeta e andando ad intersecare alcuni impluvi rovinati dove occorre attenzione. Dopo l'incrocio con un profondo canalone ci si ritrova alla base di un'erta costa boscata che va risalita fino al pulpito di quota 1392, vertiginosamente affacciato sulla val Lavaruzza. Da questo favorevole punto di osservazione si vedono finalmente la conca di Cjariguart ed il ricovero. Il sentiero prosegue con qualche saliscendi dapprima tra larici e abeti e poi tra ghiaie e arbusti, calando infine con una larga ansa sulla costa erbosa che ospita il ricovero Cjariguart (m 1405). Ristrutturato di recente, dispone al piano terra di cucina economica, fornello a gas, acqua corrente, tavolo e armadietti con stoviglie e stufa. Di sopra due camere con stufa di cui una con 4 e una con 12 posti letto, tutti con materassi. L'illuminazione viene fornita da pannelli solari.
Per il rientro è possibile utilizzare l'ex segnavia n.728, dismesso qualche anno fa in seguito a frana ma ancora percorribile con la dovuta attenzione. Dal rifugio si scende verso la Val Lavaruzza intersecando un piccolo ruscello che poi si inforra bruscamente alla nostra sinistra. Il sentiero invece prosegue su un caratteristico cengione erboso sospeso che ci permette di superare questo primo tratto della valle. Dopo essere rientrati nella boscaglia di carpini si inizia a scendere con decisione rasentando le levigate pareti rocciose di destra. Ben presto si giunge al punto chiave della discesa: si tratta di attraversare, velocemente ma con passo sicuro, un ripido pendio sgretolato sul quale incombe ancora ciò che resta della frana. Oltrepassato questo punto si prosegue a scendere a svolte lungo un erto pendio erboso calando poi ad un impluvio tramite uno spezzone di corda. Il sentiero riprende più marcato fino ad un pulpito con masso carsificato dove si apre una bella visuale sul tratto inferiore della val Lavaruzza. Non è però ancora il momento di distrarsi poiché si deve affrontare ora un pendio boscato molto inclinato lungo il quale la traccia perde quota a svolte strette e malagevoli. Finalmente, con un breve traverso a destra, ci si porta su terreno migliore attraversando il solco principale della valle. Sulla sinistra orografica hanno termine le difficoltà poiché il sentiero scende ben marcato tra grandi macigni calcarei. Poco dopo, sulla destra, si può notare una vecchia vasca in pietra mentre altri segni della passata presenza umana sono dati dai terrazzamenti e dai muretti a secco che anticipano l'incontro con i ruderi di Cucos (m 820). Ci si destreggia ancora lungo il solco principale tra boschetti, radure e lingue di ghiaia, poi il sentiero si porta a sinistra mentre il rio Lavaruzza si inforra bruscamente. Traversando sopra alti dirupi, anche noi raggiungiamo lo sbocco della valle dove ci accolgono i rumori della statale. Il sentiero piega ora a sinistra e scende lungo una rampa rocciosa alla fine della quale cessa anche l'esposizione. Con qualche svolta nella boscaglia si arriva alla zona incespugliata alla periferia di Portis Nuova e quindi alla strada che riporta esattamente al punto di partenza.
Sentieri CAI
Escursione
Attrezzature
A - Passamani
Mese consigliato
Maggio
Carta Tabacco
020
Dislivello
1200
Lunghezza Km
9,8
Altitudine min
240
Altitudine max
1443
Tempi
Dati aggiornati al
2011
I vostri commenti
  • 28/05/2021 Approfitto di questa giornata di sole incastonata tra le piogge per arrivare fino a Portis e incamminarmi sul sentiero 728. Fino al bivacco Coi non ci sono particolari problemi; la "fascia rocciosa di materiale disgregato e friabile", come già segnalato nei commenti precedenti, è stata dotata di comode passerelle di tronchi, complete di passamano, e si supera facilmente. Un'unica avvertenza: fare attenzione perché con le piogge dell'ultimo mese il terreno su cui poggiano i tronchi in qualche punto è franato, rendendo alcuni punti delle passerelle instabili; scegliere con cura dove mettere i piedi. Il bivacco Coi sembra che sia stato sistemato... almeno adesso ha una bella porta di ingresso, e l'aspetto all'esterno è gradevole. Non ho verificato lo stato all'interno, e sono proseguito oltre. Tra il bivacco Coi e il rifugio Cjariguart si snoda quello che secondo me è il tratto più impegnativo dell'escursione: infatti tutti gli impluvi, i canaloni e i ghiaioni che il sentiero attraversa si sono trasformati in ripidi nevai ghiacciati, che vanno attraversati con molta cura, soprattutto sui bordi, dove la neve in fase di scioglimento lascia intravvedere profonde e potenzialmente pericolose voragini. Massima attenzione. Arrivati al Cjariguart si può tirare il fiato, e ammirare la splendida location: le panche in legno sul terrazzamento davanti al rifugio invitano a una meritata sosta, e la conca che ci circonda è semplicemente spettacolare, circondata da aspre cime, su un morbido pendio erboso di un verde acceso. All'esterno è presente anche una fontana d'acqua fresca, a getto continuo. Proseguo, un po' preoccupato dello stato dell'ex-sentiero 728 e per il tratto sulla frana. In realtà scopro che il sentiero è in buono stato, e gli sbiaditi segnavia bianco-rossi fanno ancora egregiamente il loro dovere. Il famigerato punto della frana si supera in realtà senza difficoltà, solo con un po' di dovuta attenzione. Altrettanta cura bisogna avere nello scendere nel successivo impluvio; qui lo spezzone di corda è stato sostituito da un cavo d'acciaio e il passaggio è stato dotato di una staffa metallica (forse più utile nella salita che nella discesa). Impegnativa la seguente discesa nel bosco, per via dell'inclinazione del pendio; oltrepassato il rio si tira un po' il fiato. Ancora un po' di attenzione va fatta nei vari punti in cui il sentiero incrocia il corso d'acqua; oggi, di acqua, ce n'era tanta, e le rocce affioranti rade. Nel complesso, uscita impegnativa, ma vale la pena di andare ad immergersi nella pace della conca del Cjariguart. Un'ultima segnalazione: trovata una vipera dal colore marrone chiaro, che si sollazzava sullo spigolo occidentale della cima Somp Selve; appena ha percepito la mia presenza si è rifugiata tra le rocce.
  • 02/06/2019 Fatto l’intero anello come da descrizione di SN in data 02/06/2019. Tutto il percorso è privo di schianti e non ci sono residui di neve. La salita fino al Ricovero Coi è un percorso escursionistico non particolarmente impegnativo (il tratto dirupato è stato consolidato ed è protetto da passamani in legno). Il passaggio dal Biv. Coi al Rif Bellina non è solo 100 metri di dislivello ma comprende diverse riprese di quota su terreno non sempre facile (alcuni impluvi dirupati), e non sono sufficienti 45m come indicati dal cartello CAI. Dal Rif Bellina (o Cjariguart) la discesa verso Portis avviene su evidente sentiero che in breve interseca un piccolo rio. Il sentiero prosegue su un comodo cengione erboso sospeso; superato un primo largo macereto e rasentate delle caratteristiche levigate pareti rocciose, si giunge al punto più impegnativo della discesa: si tratta di attraversare un ripido pendio su terreno detritico instabile, largo qualche decina di metri, che non ammette alcun errore. Oltrepassato questo punto si prosegue a scendere a svolte lungo un erto pendio erboso; superato un canalino roccioso con l’ausilio di uno spezzone di corda, a cui segue la discesa lungo un breve ma insidioso impluvio roccioso, il sentiero giunge ad un pulpito con un caratteristico masso carsificato dove si apre una bella visuale. Si deve affrontare ancora un pendio boscato molto inclinato, con alcuni punti parzialmente franati, lungo il quale la traccia perde quota a svolte strette e malagevoli. Finalmente, con un breve traverso, ci si porta su terreno migliore attraversando il solco principale della valle. Con qualche svolta nella boscaglia, su scomoda mulattiera acciottolata, si arriva alla zona incespugliata alla periferia di Portis Nuova e quindi alla strada che riporta esattamente al punto di partenza. Buone camminate a tutti Bepi (Cividale).
  • 08/05/2018 Escursione effettuata domenica 6 maggio, esattamente come da descrizione del sito, in una bella giornata primaverile con meteo favorevole. Alcune brevi segnalazioni: approssimandosi alla fascia rocciosa con terreno friabile superare in fretta un breve passaggio esposto alla caduta di pietre dall’alto (rotolate giù un paio proprio davanti a noi); la vecchia catena che aiutava nel passaggio successivo è spezzata ed inservibile, comunque non sembrava strettamente necessaria; il bivacco Coi versa sempre in stati pietosi, può in ogni caso offrire un provvisorio riparo; nell’ultimo tratto di traversata verso il Cjariguart abbiamo trovato ancora tre lingue di neve, affrontate scalinando e procedendo con prudenza; il Rifugio Bellina è dotato di tutti i confort e tenuto benissimo, acqua fresca e zampillante nella fontana accanto; il sentiero di discesa diretto nella Val Lavaruzza, benché dismesso, è ancora sufficientemente segnalato e – offrendo un accesso diretto al Cjariguart e al Plauris - sembra ben frequentato, più del lungo sentiero ufficiale CAI 728a. Il tratto franato si supera con la dovuta cautela ma senza grossi problemi, aiutandosi con qualche ometto nell’individuazione della giusta direzione. Percorso solitario e selvaggio, che ci ha regalato numerosi incontri: un grifone in planata sulla Val Venzonassa, un gallo cedrone che si è alzato goffamente e rumorosamente in volo a pochi passi da noi, nei pressi del Bivacco Coi, due grosse e sibilanti vipere ammodytes (qualche problema con la seconda, che proprio non ne voleva sapere di lasciarci passare su un tratto stretto ed obbligato del sentiero di discesa!) ed infine due stambecchi che si stavano abbeverando sul Rio Lavaruzza, circa a quota 700. Umani zero! Particolarmente godibili il primo tratto di traversata dal Coi al Bellina (molto panoramico e fiorito!) e tutto il grande anfiteatro del Cjariguart, magnifico giardino incassato tra imponenti pareti rocciose e sospeso sulla Val Lavaruzza. Escursione splendida, ma anche abbastanza impegnativa, sia per il dislivello complessivamente affrontato che per la natura del terreno e le caratteristiche dei sentieri, con tratti che richiedono piede sicuro. Da non prendere sottogamba!
  • 10/07/2017 Percorso effettuato con l' aggiunta (doverosa) della salita al Plauris. Il sentiero che percorre la Val Lavaruzza è in condizioni pessime anche a causa delle piogge insistenti del periodo, in alcuni punti da tenere bene gli occhi aperti..secondo me assolutamente da scartare come discesa. Il 728a invece è molto più escursionistico (anche se chiaramente più lungo) e presenta comunque un tratto dove prestare la massima attenzione sotto Punta Sottocastello. L' altopiano che ospita quello che non è un ricovero ma una villa di montagna è meraviglioso , circondato dall' anfiteatro delle cime del comprensorio del Plauris.Percorso consigliato per escursionisti sicuramente esperti.
  • 28/12/2016 Ripercorso oggi ma in senso di marcia contrario rispetto alla relazione; mi sono aggregata al gruppo “scoiattoli”, scoiattoli di nome e di fatto....volano...Ottima scelta la salita dalla Val Lavaruzza, un po' meno la discesa dal bivacco Coi cn il sentiero 728a, ma da qualche parte bisognava pur scendere! Vento forte nei pressi del ricovero Bellina (come sempre in ordine), vi trascorreranno il Capodanno 17 persone, vento fortissimo nel raccordarsi con il sentiero 728a e poi si procede bene. Bivacco Coi in totale disordine e sporcizia, la discesa regala belle immagini sul sottostante Tagliamento
  • 14/10/2016 12/10/2016 La tersa e freddina mattinata,invogliava ad una esc, non troppo in "quota",....ma possibilmente appagante, la scelta dell'anello del Ric.Cjariguart ha messo d'accordo pure l'amico Dino.Con il sent. 728a la salita per il minuscolo Biv.Coi,con magnifica vista sulla confluenza tra il Tagliamento e il Fella.Da lì la decisione di salire sulla Cima somp Selve,per i suoi "ripidi"prati...meritandoci dalla sua cimetta una visuale stupenda a 360°,con le cime più alte imbiancate. La discesa verso il Ric.Cjariguart con il lungo traverso e l'ulteriore risalita,per la bella vallata dove è racchiuso,trovandolo sempre in perfetto ordine e pulizia.il rientro a Portis per il "dismesso"sent.728 con prudenza nel breve tratto franato...Mandiii
  • 22/05/2016 percorso oggi come da scheda, ho trovato solo un po' di difficolta per attraversare 3 lingue di neve ghiacciata tra il bivacco Coi e la casera Bellina. Per il resto tutto percoribile senza grosse difficoltàHo trovato un escursionista triestino al bivacco Coi e altri 3 alla casera Bellina che avevano passato la notte nei rispettiviricoveri (tutti contenti della notte trascorsa )Buone camminate a tutti
  • 11/11/2015 Fatto in data 7/11/2015 con salita fino alla cima del monte Plauris. Tutto a posto. Unico dubbio forse sul bivio del sentiero nr. 701 dove abbiamo fatto difficoltà a capire quale dei due saliva in cima e quale andava verso il ricovero Franz. Una tabella potrebbe aiutare se messa in quel punto. La parte franata del sentiero dismesso in Val Lavaruzza non presenta particolari difficoltà se non alcuni camosci che dall'alto ci scaricavano pietre addosso.
  • 18/08/2014 In data 16/08/2014 un cartello all'attacco del sent. 728/a recita che il sentiero è franato a quota 700 m e di prestare la massima attenzione. Salito e disceso per l'ex 728. Sentiero percorribile un po' rovinato dall'eccezionale pioggia del 13 agosto. In particolare si trova materiale d'accumulo nel tratto ripido a tornantini che sale a lato della cascata, e l'attraversamento sotto la frana è stato eroso. Occorre ripristinare un po' il calpestio ma si passa con attenzione.
  • 03/08/2014 Era uno di quei percorsi di: lo farò lo farò, non adesso che è troppo umido, non ora che ci saranno nevai…e alla fine deciso la mattina quasi strada facendo, e anche con scarso mangime nello zaino perché la meta doveva essere un’altra, breve e triste da giornata piovigginosa.Invece il sole ci ha accompagnato lungo tutto il percorso, escursione di quelle che ti ricordi per la bellezza selvatica che hai intorno, se non fosse per le tracce ben visibili di passata presenza umana (muretti a secco, cavi di teleferica, ruderi di stavoli, ricoveri di animali) non penseresti mai che qui, non moltissimi anni fa, ci vivevano uomini e bestie. Le difficoltà del terreno si superano con la solita attenzione, sia quelle della salita che quelle della discesa, con terreno umido come un paio di giorni fa la scivolatina e infangatina è quasi assicurata…Il bivacco Coi (ora dotato di solida porta) è un vero balcone sulla pianura e par di essere in un giardino. L’aggiramento di Cima Somp Selve è accompagnato da un caldo sole, mentre ci inoltriamo nella val Lavaruzza talvolta facendoci largo fra bellissimi mughi, la nebbia si infila a folate giocando con il sole e il vento e quasi ci nasconde la vista dall’alto del ricovero Bellina. Arriviamo, c’è l’orticello con insalata km.0, pronta per essere colta, la sputacchiante fontana ci fa compagnia mentre mangiamo le noccioline come criceti. Nel primissimo tratto di discesa l’erba è alta e bagnata, ma si vede bene il calpestio, la forra…le pieghe della forra, i muschi incredibilmente verdi, le cascatelle…un camoscio, uno stambecco, una vipera i nostri incontri in quasi 7 ore
  • 21/05/2014 Fatto oggi, il sentiero e' segnatissimo,il punto in salita ritenuto piu' impegnativo,la fascia rocciosa di materiale disgregato, e' stato mirabilmente assettato per cui non abbiamo trovato difficolta' nel superarlo. A tuttoggi ,aggirato lo spigolo occidentale di cima Somp Selve, si incontrano parecchi nevai superabili con attenzione e cautela.Splendido il rifugio e il catino in cui e' adagiato, magico e inquietante per la presenza di nebbia.Per la discesa abbiamo utilizzato il sentiero 728 dismesso causa frana. Nessun problema nel superare il tratto franato ma , di seguito, tantissima attenzione nel ripidissimo e malagevole tratto all'interno del boschetto.
  • 10/03/2014 Saliti per il solare sentiero di Costa Cavallo (versante S del Plauris), che è anche una possibile alternativa di rientro all'anello descritto, specie quando nei versanti in ombra c'è l'insidia di neve o ghiaccio. Il sentiero corre un po' più a E della traccia indicata in nero sulla Tabacco: dal biv. Coi si segue verso E il traverso segnato fino all'altezza della marcata e panoramica spalla q. 1279, dalla quale si scende per costone erboso con ginestre, seguendo le tracce e i frequenti ometti. Piegando poi a sinistra si entra nel bosco, dove il sentiero diventa evidente e con ripide svolte esce sulla mulattiera CAI 705 che porta a Borgo Sottomonte (per chi sale, si imbocca a circa q. 950 e 10' dal bivio col 705/A). Mandi e buone camminate!
  • 10/11/2013 Giro fatto il 9/11/2013. Giornata pessima, preso in schiena anche grandine. Grazie al Pluviometro della Protezione Civile abbiamo appurato che in quella giornata sono venuti giù più di 70 mm d'acqua nella zona del rifugio. Per la salita non abbiamo riscontrato grossi problemi, tutto ben tracciato e sicuro. Molto bello il traverso che dal bivacco Coi arriva al rifugio Cjariguart. Fatta in discesa la temibile frana che tutti parlano. Effettivamente non dà l'idea che la cosa si sia ancora assestata. Sembra che ci sia effettivamente il rischio che primo o poi venga giù altro materiale. Superarla però non è difficile. Più difficile è stato invece guadare il Rio Lavaruzza più in basso dopo i stavoli Cucos, dove abbiamo dovuto usare tutte le nostre doti da uomo ragno per passarci oltre!
  • 05/05/2013 fatto ieri 4 maggio 2013. L'attacco del sentiero si trova appena superato il ponte sul rio Migigulis, sulla destra ci sono tre cartelli turistici della provincia, oltre al segnavia CAI. Il canalino roccioso di materiale disgregato e friabile che si incontra dopo circa un'ora di cammino richiede attenzione e passo fermo, ma non è particolarmente pericoloso; la presenza di una catena metallica aiuta nell'unico passaggio un po' esposto. Il resto del percorso è tranquillo e richiede solo un po' di allenamento per il dislivello che supera i 1000 metri. Nel proseguo dal biv. Coi, passati sul lato nord della cima Somp Selve, il traverso è particolarmente insidioso per la presenza di neve negli impluvi e nel canalone. In vista del rif. Cjariguart, l'ennesima larga striscia di neve, su un ripido pendio, mi ha fatto desistere dal proseguo e sono ritornato a valle per lo stesso itinerario della salita. Buone camminate a tutti.
  • 25/02/2013 Effettuato in autunno 2012.Bello ed impegnativo.Niente da segnalare,anche la frana sembra abbastanza consolidata.Prudenza.
  • 05/05/2011 Sentiero CAI: CAI 728. Da Portis al rifugio Bellina per la val Lavaruzza. A quota 1200 grossa frana con pericolo oggettivo di caduta pietre. Attenzione una grossa fenditura verticale è indice di un probabile ulteriore distacco. Estremamente pericoloso.. biotipo@libero.it
  • 17/09/2005 Sentiero CAI: n.728 val lavaruzza. Da Portis a M.Plauris per Ric.Bellina. Frana/alberi. All'iniz.del sent.c'è una segn. di percorso inagibile. Se è riferito alla frana ritengo che la bellezza della valle, del ricovero nonchè del Plauris valgano un prudente tentativo, in quanto il sent. danneggiato è di circa una decina di metri. laurobortolussi@libero.it
  • 21/11/2004 Sentiero CAI: Val Lavaruzza-Rif.Bellina. da Portis al rif. Bellina. Numerosi rami caduti nell'ultimo periodo rendono il percorso difficoltoso. Buono il fondo del sentiero che ancora si percorre senza problemi. Se organizzate una pulizia, cerco di essere dei vostri. Il percorso merita.. emanuela.riccioni@libero.it
  • 30/06/2003 Sentiero CAI: 728. Sentiero Portis - bivacco Bellina. Franamento del sentiero poco prima del bivacco. pecile@mail.nauta.it
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  • Tratto franato im discesa.
    19/08/2019 Tratto franato im discesa.
  • Parete rocciosa levigata.
    19/08/2019 Parete rocciosa levigata.
  • Caratteristico masso carsificato.
    19/08/2019 Caratteristico masso carsificato.
  • Cascata in Val Lavaruza
    08/05/2018 Cascata in Val Lavaruza
  • In discesa lungo la Val Lavaruzza
    08/05/2018 In discesa lungo la Val Lavaruzza
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