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    Monte Resettum da Lesis
    Prealpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaV06

Monte Resettum da Lesis

Avvicinamento

Da Montereale si risale lungamente la Val Cellina fino al ponte sul torrente Cimoliana, poco prima di Cimolais. Qui si devia a destra in direzione di Claut poi, una volta giunti al paese, si seguono le indicazioni per Lesis. Oltrepassata anche la piccola frazione ed il successivo ponte si arriva al Pian del Muscol dove è possibile parcheggiare comodamente (m 640, ampio spazio).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Vento
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Agosto
Carta Tabacco
021
Dislivello
1400
Lunghezza Km
14,9
Altitudine min
640
Altitudine max
2067
Tempi
Dati aggiornati al
2022
I vostri commenti
  • 05/06/2022 Il sentiero da Lesis verso il rifugio Pradut è stato ripristinato quasi nella totalità dopo la tempesta Vaia. Dove c'era bosco ora si aprono diverse schiarite. Puntuali cartelli indicano comunque il percorso per il rif. Pradut. Da forcella Baldas alla cima Resettum, nei punti di bivio, sono stati apposti recenti cartelli in legno. Poi verso l'alto ci aiutano nella direzione corretta ometti, bolli rossi e qualche fettuccia. Buona visibilità ma verso sud nuvole.
  • 12/08/2021 Venerd� 6 agosto il compare bigia l'ufficio...si va per monti con meteo prevalentemente bello. A Lesis si paga, per un giorno? l'obolo di 5? (in moneta please). Il sentiero � stato ripulito e in alcuni tratti ridisegnato ed � percorribile fino alla quota di m.1100 come da precisa tabella e poi pista con qualche taglio ove possibile. Ogni tanto le nubi in cielo cambiano colore, danzando diventano innocuamente grigie, sosta a forcella Baldas e poi nuovamente in moto fino a quando I segnavia scompaiono. La traccia � comunque quasi sempre ben evidente, pi� oltre, alla pietraia, � necessario aguzzare la vista e cercare i bolli (che ci sono...ci sono) e poi d'un trattoriappare il verde e con il naso sull'erba non ci si accorge che non c?� pi� nulla da salire. Si materializza una piccola e sghimbescia crocetta in legno, la nebbia fluttua su immaginari panorami ma qualche breve squarcio di sole scatena l'impulso del fotografo, pochi attimi. Si scende per la stessa via, felici di questa meta che immaginavamo con difficolt� maggiori, unico vero problema � sicuramente l'orientamento in caso di scarsa visibilit�, come gi� ben evidenziato nella descrizione del sito.Sosta birraiola al rifugio Pradut dove qualche ospite si scalda al sole e discesa rilassata fra ciuchi, ciuchini e lamponi, talmente rilassata che riusciamo anche a sbagliare senrtiero aggiungendo un pelo di dislivello e qualche centinaio di metri in lunghezza. Al parcheggio l'area pic nic � in perfetto ordine
  • 12/08/2021 Venerd� 6 agosto il compare bigia l'ufficio...si va per monti con meteo prevalentemente bello. A Lesis si paga, per un giorno? l'obolo di 5? (in moneta please). Il sentiero � stato ripulito e in alcuni tratti ridisegnato ed � percorribile fino alla quota di m.1100 come da precisa tabella e poi pista con qualche taglio ove possibile. Ogni tanto le nubi in cielo cambiano colore, danzando diventano innocuamente grigie, sosta a forcella Baldas e poi nuovamente in moto fino a quando I segnavia scompaiono. La traccia � comunque quasi sempre ben evidente, pi� oltre, alla pietraia, � necessario aguzzare la vista e cercare i bolli (che ci sono...ci sono) e poi d'un trattoriapp
  • 09/11/2020 Partiti ieri mattina da lesis alle 6 e mezza circa. Imbocco sentiero cai 960a che porta al pradut , agibile purtroppo ancora solo per met� percorso causa caduta alberi di due anni fa . continuazione e arrivo alla casera pradut tramite comoda strada asfaltata . Lasciata la casera sulla destra si prosegue lungo la pista forestale che porta a Casera resettum per qualche centinaio di metri fino a scorgere sulla sinistra l imbocco del sentiero Cai 961 che porta a forcella baldas. Giunti in forcella lasciamo il sentiero sulla sinistra che torna gi� verso casera colciavath e seguiamo verso destra segnato con cartello nuovo in legno le indicazioni per cima resettum. Sentiero segnalato con bolli rossi e ben pulito risaliamo lungo le pendici della cima fino a un primo bivio dove a destra si sale al resettum mentre a sinistra si sale alla vicina cima del monte colon .. proseguiamo a destra e continuiamo a risalire fino a giungere a un sasso con bollo rosso al centro. Qui seguire (segnalato con cartello nuovo in legno) il percorso verso destra e in breve arriviamo alla cima . Andando a sinistra al bivio del sasso si sale dal versante sud ma leggendo vecchie relazioni sulla pericolosit� ci siamo tenuti alla larga .. panorama spettacolare sul lago di barcis e una vista super a 360� dal gruppo del col nudo , alle cime della valcimoliana e val settimana fino alle pi� lontane del gruppo coglians e del canino .. peccato solo nn aver visto qualche animale durante il percorso
  • 16/08/2017 Salita ferragostana al monte Resettùm. Nel fresco bosco della salita si scorge una coppia di caprioli. Alla forcella Baldas, a quota 1749 (tra Cimon del Pradut e il Resettùm), il segnavia CAI 961 (nuovo rispetto alla ultima visita) si dirige in discesa verso la casera Colciavas. Noi invece proseguiamo verso la cima come descritto. Sotto la bastionata rocciosa finale, seguire i radi bolli rossi che orientano a destra e per pendio prativo ripido ci si porta alla vetta erbosa. Nebbie salgono da sud, dal versante di Barcis. Incontrate tre persone in salita alla cima, qualcun altro invece raggiunge forcella Baldas. Fioriture quasi assenti a parte la genzianella germanica e più in basso, la asclepiadea. I lamponi, poi, sono pochissimi e ormai rinsecchiti.Sosta integrazione liquidi al nuovo rifugio Pradut che ha trovato posto accanto alla omonima casera, presso la quale ci accolgono alcuni mansueti asinelli. Al ritorno, sui prati di Lesis, tripudio di picnic, tende e giochi d'acqua.
  • 04/07/2017 Il Canalino ..anche no!Le scelte al volo sono talvolta azzeccate .. partito da casa per l' alta Val Cimoliana...mi trovo al parcheggio del Pian del Muscol a Lesis di Claut .. destinazione una Cima che da anni dico di voler salire : Il burbero Resettùm.La salita è piacevole per sentiero molto semplice e al fresco del bosco fino al rifugio Padut , pausa calorica due parole con Angelo il gestore (che conosce la zona al millimetro) e si riprende.Si sale per il 961 ,un sentiero da diverse cartine dimenticato (su OSM non lo trovate) , che tra erbe alte e roccette affioranti porta a Cima Pradut e successivamente sotto i prati della Cima Resettùm ormai vicina.Inizia la parte più intensa ma mai difficile nè tantomeno pericolosa su ghiaione misto sentierini, arrivati circa a quota 1950 prestare la massima attenzione alla roccia con in centro un bollo rosso (vedi foto con bastoncini appoggiati): a dx si prosegue sul versante nord e per sentiero si arriva in cima,a sx si gira attorno alla cima e ci si trova dal lato sud a salire la cresta molto esposta e c'è pure uno stretto canalino esposto , con roccia marcia soprattutto dopo le pioggie e se avete sfortuna (come me) da fare in mezzo alla nebbia che risale dalla vallata.In Cima tanta soddisfazione , soprattutto (al solito) se il meteo lo permette (piovigginava) , a sud la pianura , a ovest il gruppo del Cavallo fino al Col Nudo e da lì in poi le Dolomiti Friulane in tutta la loro magnificenza.Il Gruppo Raut-Resettùm visto dalla val Cellina bassa fa paura , con le sue pareti verticali di centinaia di metri sembra inafferrabile ma la normale da Nord è un' altra storia.Consigliato a tutti (di buona gamba , sono 1600 D+) pericoli se preso tutto il percorso a Nord non ce ne sono.Buone Cime
  • 14/08/2015 13 agosto 2015. Visto la bella giornata, alle 6,00 partenza da Pian del Muscol. Il caldo non ci ha fermato neanche questa volta. Eseguito il percorso come da relazione senza nessuna anomalia da segnalare. Nella parte sommitale saliti per la crestina e scesi per il prato, il tracciato è sempre segnalato con bolli rossi ed ometti. Al ritorno fermati al rifugio Pradut per un breve ristoro. Il tragitto è lungo ma ne vale la pena.
  • 09/06/2015 Monte Colon: altra piccola variante che consiglio caldamente. Quando sto per ripartire dalla cima del Resettum, ancora una volta, guarda che ti guarda, l’occhio si fa ancora galeotto. Intravedo una traccia che dalla Forcja bassa s’impenna verso il Colon. Come resistergli? Scendo per la via più semplice tagliando il cjadin senza scender troppo di quota. Qui i fenomeni di carsismo si fan arte. All’insellatura il colpo d’occhio sul Colon è impressionante. La traccia, quasi rasente alla cresta che si impenna, taglia la pietraia, proseguendo lungamente in diagonale, fino ad aggirar la vetta e a consentirne l’ascesa per un misto d’erbe e rocce. La crestina va percorsa tutta. A occidente regala una visuale sul Resettum da cartolina, mentre all’opposto..sorpresa! Lo sguardo precipita verso la selvaggia val Molassa. Tra due cimotte boscate si distingue perfettamente il bivacco dell’Asta, mentre il nasone grigiastro del Colciavas s’inalbera da quel verde tagliere obliquo. Le fioriture, nel salvadi, si fan ancor più belle: cespi di Genziane e di Petrocallis. La deviazione ha il modico prezzo di duecento metri, un’inezia rispetto al panorama. Scendo con calma, ascoltando la melodia della pietraia. Ogni sasso è uno strumento, chi ricorda il vetro, chi la ceramica, pochi la pietra stessa. Spesso mi stupisco dei suoni e guardo in basso per vedere cosa effettivamente ho calpestato. Ce utu cal sedi? Claps mò! I rumori spaventano un camoscio che parte da sotto per percorrere tutto il catino fino a tuffarsi nel baratro che da verso Barcis. Trenta secondi, forse meno, scanditi da balzi impressionanti davanti all’inebetitudine pura. Giunto alla Forcja consiglio di non abbassarsi troppo. Una valutazione visiva fa subito capire come raggiungere (a personal istinto) il ripiano ove passa il troi per il Resettum, sfiorando, all’inizio, il lavinale per poi continuare in un breve saliscendi.(07.06.2015)
  • 09/06/2015 Alle tre e mezza son già lì che cinguettan l’amor per la vita e per un’oretta mi fan compagnia. Rassettata la casupola. parto con la frontale che servirà solo per poco. I Dlang Dlang! del giorno prima sono meno frequenti, le pattuglie caprine sulla Lastruta se la prendon comoda. Casera Resettum è tutta una lamiera accartocciata su se stessa, ideale per lasciarci qualche chilo di troppo. I Botton d’oro son frammenti di stelle sparpagliati sui prati, in attesa della luce. La luna è ancora lì, a farsi ammirare dalle cime. Presa la carrareccia, si nota poco dopo l’imbocco del 961 da seguire fino a forcella Baldàs. Le catene attorno s’animano d’arancio, con il cornuto Caserine a farla da padrone. Il troi è ben bollinato ma è d’uopo porre lo sguardo in basso. Tante le lumachine dai gusci brillanti che approfittano della rugiada per muoversi più liberamente. Attorno la pietra inizia a padroneggiare, accondiscendendo a farsi ricamare da verdi aiuole ricoperte di Primule e Pinguicole, venature cromatiche risaltate dal biancor che le attornia. Per la salita non ho dubbi, crestina sia! Breve, troppo breve, ma affilata. Da prediligere senza dubbio a quel minuscolo canalino a strapiombo adiacente. Il premio son delle Linaiole alpine, tipica fioritura dalle tinte anni ’60. Più che il sole paion aspettar la strobo! Alle sette sono in vetta, a respirar orizzonti. La foschia cela poco è tutto s’apre. Spuntan Civetta e Pelmo, dal Lodina si posson seguir le guglie fino al mastodontico Pramaggiore. La luce mette in risalto la fiumana della Grave da Giere che separa il Pinzat dal Cornaget. Come sempre…troppo! A farmi ritornar in terra ci pensano i delicati cespi di Grazia delle rupi, nome quanto mai azzeccato, e poi ancora Primule, Camedri e Rododendri nani. L’occhio poi parte, come in una partita di tennis, da un lato all’alto della catena del Resettum. Spesso mi fisso verso il Colon. La fiancata a semicerchio pare una cicatrice prodotta dall’arnese utilizzato dai gelatai. Manca proprio un pallina di stracciatella minerale! La sosta è lunghissima, i piedi scalzi affondano nell’erba bagnata. Al ritorno, sul pianoro, alla prima curva una gallina cedrona parte come una fusetta a un metro da me. Robis di infart! Tornando a casera Resettum per recuperare il malloppo incrocio dei mountainbikers. Assetati mi chiedono se ci sia acqua in zona. Io la sto centellinando dalla mattina e nella lunga discesa scoprirò cos’è la sete. Un’arsura che resta anche dopo essersi dissetati svuotando il Cellina. Per ore. Unica fonte un abbeveratoio lungo la forestale. Only for desperates! Il troi a volte si fa carrareccia ma non mi lamento, son 1800 oggi i metri da fare in giù, che sian almeno comodi, di tempo ne ho pieno lo zaino! Il bosco mi saluta con le Gramigne di Parnasso. L’ultima foto color seppia è una casa di Lesis. Curata e ben messa ospita dietro le finestre non mobiliame vario, ma fieno! Fieno che trabocca da ogni pertugio, fino alle finestrelle del solaio ove minuscole balle son state incastonate a perfezione. Dissetato il viso, tocca ai piedi ritornar nel mondo dei vivi, approfittando di un Cellina inerme che non può che accondiscendere alla podologica necessità.(07.06.2015)
  • 28/08/2013 Escursione da solitari! Relazione perfetta come al solito, basta seguirla e non si avranno problemi. Fino alla casera Pradut (attualmente gestita come punto di ristoro) la salita è veramente comoda, vista l'ampiezza della mulattiera che sale nel bosco, poi il sentiero che si stacca dalla strada che conduce alla casera resettum - inizio segnalato con ometti resi evidenti da vernice rossa - è un po' più caotico, ma comunque ben evidente (molti ometti). Nella parte alta la traccia praticamente sparisce, ma gli ometti sono sempre parecchi e ben collocati, perciò si sale sicuri.Segnalo solo la necessità di un minimo di attenzione nell'individuare il tragitto di quella specie di ansa che viene suggerita nella relazione per evitare, salendo in vetta, di affrontare direttamente la cresta (ci sono un paio di deboli tracce con un po' di ometti)
  • 13/06/2012 In data 3 giugno sono salito con tempo incerto sul Resettum, dopo il bivio di q1453 ho risistemato diversi ometti caduti anche se il sentiero è marcato ma dato che montava la nebbia era meglio prevenire. Infatti dopo l'insellatura di q1749 la nebbia mi ha avvolto completamente fino in cima e in questa situazione bisogna porre attenzione all'orientamento di questa zona carsica dato che i bolli rossi sono alquanto consumati. Per la cima ho aggirato il versante nord e senza problemi son risalito per prato ripido, quindi ho deciso di scendere per la cresta rocciosa, qualche tratto da mettere le mani ma un po' franoso ed esposto, consigliabile la prima opzione sia per l'andata che per il ritorno o al massimo solo salire per la cresta. Purtroppo la nebbia non mi ha abbandonato e quindi ho deciso di scendere e raggiungere casera Resettum (direi un hotel 5 stelle, se proprio non si trova altro per dormire....)ed è uscito il sole, quindi per interminabile strada bianca verso Claut e rientro a Lesis, P.s.: la struttura rifugio che hanno costruito vicino a casera Pradut che funzione ha? L'ultima volta ero anni fa e non c'era niente
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