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    Anello del monte Giaideit da Imponzo
    Alpi Carniche
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    Anello del monte Giaideit da Imponzo
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaB22

Anello del monte Giaideit da Imponzo

Avvicinamento

Da Tolmezzo si risale la valle del But in direzione di Arta Terme per poco più di 5 km entrando poi a destra nella frazione di Imponzo. Si risale la via principale che costeggia il rio Mignezza lasciando l’auto dove questa termina presso le ultime case (m 404, comodo parcheggio).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Bosco

Avvertenze

L'apertura di due piste forestali e la realizzazione del nuovo segnavia CAI n.460 hanno cambiato leggermente la descrizione del percorso che ora è stata aggiornata al dicembre 2013. Il file gpx aggiornato è disponibile qui in basso a destra nella zona relativa ai vostri tracciati.
Sentieri CAI
Escursione
Attrezzature
A - Passamani
Mese consigliato
Novembre
Carta Tabacco
013
Dislivello
700
Lunghezza Km
8,3
Altitudine min
404
Altitudine max
1082
Tempi
Dati aggiornati al
2013
I vostri commenti
  • 20/11/2021 Anello percorso oggi 20/11/21 in una giornata ideale in ogni senso. Sottoscrivo parola per parola quanto commentato da Daniele.Russo ringraziamenti compresi per chi si dedica al mantenimento del 460. Buine mont e mandi.
  • 26/10/2021 Sentiero percorso il 24/10/21, confermo quanto scritto da Daniele Russo.
  • 19/10/2021 Il sentiero e' in ottimo stato e ben segnalato. Impossibile sbagliarsi, anche nel nuovo tratto che aggira la frana, sempre ben segnalato (il sentiero vecchio e' stato addirittura sbarrato). Due tratti su roccette sono attrezzati con cavo d'acciaio nuovo di zecca, poco prima della cima del Giaideit. Panorama sorprendente dalla cima, considerata la relativamente bassa quota del monte: lo sguardo spazia a 360 gradi e in tutte le direzioni e' libero di correre per chilometri. Un plauso e un ringraziamento a chi si prende cura e mantiene il sentiero 460, che ci accompagna per tutto l'anello.
  • 02/03/2020 Sabato 29/02/2020 abbiamo sistemato il tratto di sentiero tra Mignezze e Imponzo, la settimana prima abbiamo preparato la deviazione per passare sopra la frana che si è staccata poco dopo San Floriano (deviazione sulla destra salendo, fettucce, 15 minuti poi torna sul sentiero originale).Nei prossimi giorni provvediamo a rifare tutti i segnavia che a causa della nuova pista forestale si sono un po persi.NB: *non* passare sotto la frana, ci sono ancora molti massi instabili di dimensioni considerevoli, la deviazione tra l'altro offre un belvedere su San Floriano davvero spettacolare.
  • 08/02/2020 Autunno 2019 le guide alpine hanno sistemato le funi che aiutano l'ultimo tratto di salita, si tratta di due brevi tratti non impegnativi, ma che per regola vengono trattati alla stregua di ferrate.Tutto l'anello è stato messo in cantiere per la segnatura e la pulizia nelle prossime settimane. Segnalo qui la effettuiamo.Permane il problema della frana subito dopo il pozzo attiguo al bivio per salire alla pieve di San Floriano, si passa, ma con attenzione, stiamo valutando di creare una alternativa ex novo.
  • 01/01/2020 E si ricomincia, in compagnia, la solita compagnia del primo giorno dell'anno (o dell'ultimo giorno, lasciamo che sia il meteo a decidere). Inizio blando, Imponzo silente e deserta, solo un povero cane spaventato, coda fra le zampe, cammina veloce rasentando i muri di via Sopra Fontana, e poi si scatenano le campane di S.Bartolomeo, suonano lungamente e concedono pure il bis. Salendo ci si scalda ed intanto alla Pieve di S.Floriano ci ritroviamo al sole, una runner ci raggiunge alla balaustra, corre ma non parla, proseguiamo nel bosco soffermandoci ogni tanto per godere del tepore ed anche dalla luce sembra quasi una giornata primaverile. Ben presto siamo ai cavi, lucenti, terreno un po' smosso, qualcuno dev'essere già passato oggi, giusto un attimo e si prosegue verso la cima e sorprende sempre la vista che si gode da lì se il cielo è terso come oggi, si fa un po' di geografia montana, si fanno programmi e si scende. Anzichè tagliare a sinistra nel bosco scendiamo a destra seguendo il più lungo sentiero 460, ci sediamo davanti alla piccola baita in legno posta a sinistra e poi la ripida discesa fino al greto del Rio Mignezza in un bosco disordinato e sofferente; ancor più disordinato, quasi da sembrare scarsamente frequentato, è il tratto di sentiero che si stacca a destra della pista alle pendici del Monte Cimons, è possibile che, mancando segnalazioni, questa via venga preferita. A quota m.830 ca. del sentiero un grosso tronco ostacola il passaggio, conviene superarlo a valle e non a monte come noi, qualche attenzione presso la sorgente ed alle foglie che giocano a nascondere radici e rami secchi, e poi, alla fine, vale la pena di sedersi un attimo sulla panca degli stavoli Nispis, chiudere gli occhi ed annusare, immaginare...La discesa è accompagnata da voci che giungono dalle sottostanti viuzze, un paio di ragazzini raccolgono da terra ciò che resta dei botti della notte
  • 26/07/2019 Percorso l'anello domenica 23 giugno in compagnia di Alberto. Partendo da Cjase Emmaus (Imponzo) con segnavia ben visibili e sentiero ben battuto, giungiamo alla pieve in 50'. Abbiamo la fortuna di incontrare il seminarista Michele, originario di Imponzo, che proprio quel giorno è salito alla pieve per alcuni lavori all'interno dell'edificio religioso, il quale con grande nostro piacere ci racconta tutta la storia anche antica della pieve e ci spiega il significato degli affreschi sulle pareti. Un vero appassionato della propria terra!Ripartiamo dopo questa lunga sosta in direzione del monte sul sent.460, passando accanto al vecchio pozzo distante circa 100m dalla cinta muraria alla base del colle della pieve. A circa 300m da tale punto è presente una piccola area dissestata dal maltempo dell'autunno 2018 e bisogna prestare attenzione a non scivolare in questo tratto in cui il sentiero non è stato ancora consolidato e sono presenti diversi schianti. Sorpassata questa piccola area, il sentiero si addentra nel bosco risalendo con tornanti ravvicinati il versante della montagna. Si giunge quindi presto a quota 900m, dove inizia la parte verso la dorsale e pian piano si passa dal bosco alle radure ed ai mughi. Utilizzando un cavo di sicurezza si risalgono le ultime rocce fino all'anticima (belvedere) dove è presente una grande croce metallica ed il libro di vetta e poi in meno di 5' alla cima, con la bella "rosa" che permette di identificare le montagne visibili da questo punto.Si scende quindi usando sempre il sent. 460 fino a raggiungere (500m) una strada forestale, si prende a destra e dopo aver camminato per circa 700m al bivio della strada forestale si prende nuovamente a destra ed infine un centinaio di metri più avanti si lascia la pista forestale per riprendere il sentiero 460 (segnavia su un albero sulla sinistra della pista). Il sentiero scende fino ad attraversare il Rio Mignezza e quindi risale verso gli stavoli omonimi. Raggiunti le ultime costruzioni si prosegue la discesa utilizzando la strada cementata. Prestare attenzione perché, dopo aver sorpassato un'abitazione privata (posta sulla destra della strada, riconoscibile per la sbarra che impedisce l'accesso ai mezzi), bisogna lasciare la strada principale per riprendere il sentiero che si trova sulla sinistra (quota 650m). In alcuni punti scendendo verso gli stavoli Nispis la vegetazione è cresciuta molto e rende difficile capire ove proseguire, ma con un po' d'occhio si identificano i segnavia non così frequenti ma utili alla causa. Michele
  • 29/03/2019 confortato dal commento di Laura Molinari, sono oggi salito sicuro di non trovare sorprese lungo il tragitto.Non aggiungerò nulla a quanto già menzionato da Laura, se non un piccolo particolare per dissipare un dubbio che può sorgere scendendo il monte nel versante opposto. Poco dopo la forte pendenza in discesa, ci si trova ad un bivio con due sentieri, uno a dx e uno a sx. Non ci sono indicazioni. Tenere la dx e subito dopo si vede il segnavia la dove il sentiero sale una altura. Per il resto è tutto fattibile, fermo restando che, come dico sempre, il primo equipaggiamento che ognuno deve avere con se .....è la testa.Buona vita a tutti
  • 26/03/2019 Escursione del 24.3.2019 in una bella giornata serena, ma con un caldo surreale, quasi estivo, che spaventa. Per cambiare, decidiamo di salire sul Giaideit da Illegio anziché da Imponzo, seguendo sino alla Pieve di San Floriano il cammino delle Pievi. Inizialmente il sentiero perde circa una cinquantina di metri per raggiungere il greto del Rio Frondizzon, poi inizia una piacevole risalita nel bosco, sempre evidente e ben segnalato, sia da segnavia biancoverdi che da piccole stazione della Via Crucis. Il pulpito della Pieve ci accoglie solare e colorato dal giallo vivace di alcune macchie di forsizia, ma la chiesa è recintata per lavori. Il sentiero prosegue più ripido, la zona interessata dalla frana sembra sia stata almeno in parte bonificata, ma la compattezza della parete soprastante appare sempre piuttosto precaria, e consiglia un attraversamento lesto del breve tratto. Il resto del percorso è a posto, il cavo che protegge la ripida salita all’anticima è in ottime condizioni. Rientro per il versante orientale, più agevole e boscato, dove ben presto il sentiero confluisce in una pista forestale. Il bivio con il CAI 460 che scende sul versante di Imponzo è ora ottimamente segnalato da segnavia e cartelli e non può passare inosservato. Noi invece proseguiamo lungamente per la pista, tutta la zona è interessata da schianti “a macchia di leopardo” e l’avvio della traccia che intendevamo imboccare subito dopo il Monte Oltreviso per tagliare verso Illegio appare impraticabile, così continuiamo la lenta discesa fino a Pra’ di Lunze (o di Lunge), un piccolo paradiso vista Sernio. Da lì ci attendono quasi 6 km (al netto di qualche breve scorciatoia) di noioso asfalto per rientrare ad Illegio, il prezzo che bisogna necessariamente pagare per chiudere il giro da questo versante! Tanta gente oggi sui sentieri ed affaccendata nei vari stavoli di Pra’ di Lunze e della vallata. Allego traccia gpx del giro. Mandi a tutti!
  • 23/12/2018 Fuga dall'umidità e questa modesta cima isolata ha ripagato me, e gli altri quattro escursionisti incontrati , con una giornata soleggiata e tutto sommato mite. Lungo tutto il sentiero 460 si incontra qualche albero di traverso ma facilmente aggirabile o scavalcabile, nell'aria si sente che i lavori di manutenzione sono in corso, sul breve tratto franato dopo il pozzo è stata battuta una esile traccia che un minimo di attenzione la richiede. Compiuto l'anello così come proposto, non ho trovato sostanziali differenze di percorso dalle volte precedenti; sempre poco visibile (salvo uno sbiadito segnavia su di un alberello ed un piccolo paletto mimetizzato a terra) la prosecuzione del sentiero Cai 460 quando è il momento di abbandonare la pista di discesa per entrare a destra nel bosco e ritrovarla poi intorno a quota m.750,
  • 02/12/2018 2.12.'18 Bel giro! Lo consiglierei ad adulti. Segnalo quanto segue al fine di agevolare coloro che ci andranno dopo di me: 1-dopo il pozzo artesiano, distaccamento di rocce sopra al sentiero, si raccomanda massima attenzione; 2-segnaletica assente presso la pista forestale che si raggiunge scendendo dalla cima, BISOGNA ANDARE A DESTRA fino alla casetta in legno 3-segnaletica carente dopo la casetta di legno (nuovissima e non più rovinata): BISOGNA PERCORRERE DIAGONALMENTE IL BOSCO DI FAGGIO FINO AD INCROCIARE LA MULATTIERA SOTTO. Una volta lì, proseguire A DESTRA sulla mulattiera fino a raggiungere il trivio. Al trivio girare A SINISTRA. Buona camminata a tutti! Chiara
  • 05/02/2018 Saliti il 04-02-18 partendo da Illegio. Percorso senza neve fino alla pieve di San Floriano poi, dal pozzo artesiano fino alla cima ci sono alcuni cm di neve che sciogliendosi rende il percorso scivoloso. Segnalo inoltre a quota 723 (nel traverso malagevole) uno smottamento di circa 20 metri di larghezza che richiede attenzione nel attraversarlo, (due sassi di ci hanno sfiorato mentre si passava) poi fino alla cima si sale senza particolari problemi. Per la discesa abbiamo preferito indossare i ramponcini fino oltre la zona franata per evitare qualche spiacevole caduta. Panorama sempre superlativo dalla modesta cima.
  • 23/02/2017 Partenza umidiccia e cielo tanto coperto, l'oramai consolidato e stagionato gruppo del mercoledì s'incammina verso la Pieve di San Floriano fra corridoi di bucaneve e qualche sporadica erba trinità; doverosa la sosta al Clap da l'Ors. Visita veloce al ripiano della Pieve, al pozzo artesiano e poi il sentiero si anima di parole, di battute scherzose e qualche sbuffo per la ripida salita. Al soffio caldo si prova a scaldarsi le mani, e poi il tratto attrezzato in perfetto ordine e l'antecima; c'è chi fa sosta merenda lì scambiandola per la cima, un minuto ancora e anche la cima è raggiunta. Tutt'attorno nebbia, solo la sottostante Pieve appare sfumata, è presto e si decide di allargare la camminata fino a malga Oltreviso e Rinch. Troveremo un po' di neve sulla pista nei pressi del bivio che scende ad Imponzo (segnaletica fresca) e poi fino poco oltre la malga cadente. Rinch è una sorpresa, abitazioni restaurate, qualche auto ma nessun rumore e nessuno in vista, nel pollaio alcune galline ci osservano piegando il capino. Dopo la sosta pranzo si scende lungo una traccia che attraversa più volte il rio Derchia fra numerosi schianti che comunque non creano problemi, bosco disordinato e abbandonato, numerosi ruderi di stavoli semisommersi dalla vegetazione, belli i muretti ricoperti interamente da un verdissimo muschio, oramai quasi a Cadunea l'incontro con una famigliola di crocus blu, stretti stretti fra di loro quasi a scaldarsi; cani scatenati dietro i cancelli
  • 05/01/2017 Fatto ieri nella sua totalità. Percorso ottimamente segnalato e privo di particolari problemi, fatto salvo i due punti attrezzati con fune, non molto esposti ma che richiedono solo la dovuta attenzione. La discesa nel versante opposto risulterebbe un po problematica in caso di fango o ghiaccio. Per il resto è un bel itinerario con ottime panoramiche.Buona vita a tutti
  • 31/10/2016 October 31. Great walk as indicated. The last part of the ascend to Giaideit is really exposed, but shows no real technical difficulties.On the way down in the rever bed shortly before coming to Stavoli M. it is a little bit difficult to find the way up to the pasture. Turn a little bit right (upwards), after approx. 50 m there is a mark on a tree indicating the steep ascent.Very nice with excellent views.
  • 22/05/2016 Percorso ieri 21/05/2016 Da Imponzo alla chiesa di San Floriano è un percorso T, adatto a tutti; poi si fa escursionistico. Dalla chiesa si scende passando davanti al pozzo artesiano “Torate di San Florian” recentemente restaurato. Poi la traccia traversa un tratto un po’ malevole prima di guadagnare la linea della dorsale che si percorre piacevolmente fino a raggiungere le due cime aiutati da alcuni cavi che alleggeriscono la salita. Dalla cima principale si scende abbastanza rapidamente fino ad una strada forestale che si percorre a dx. Lasciato in alto sulla sx un recente ricovero in legno (chiuso a chiave!), si prosegue lungo la strada; dopo una breve risalita ci si raccorda con un’altra pista e si prosegue ancora per poco a dx, fino ad incontrare i cartelli che indicano di abbandonare la strada per buttarsi a capofitto a sx in un bel bosco di faggi. Recuperato il greto del rio Mignezza, lo si risale per qualche decina di metri fino ad incontrare il proseguo del percorso (cartello). Con breve, ma ripida, risalita, si guadagna un bel pendio prativo disseminato di baite. Raggiunti gli stavoli Mignezza, si scende brevemente a sx lungo una nuova strada forestale, per abbandonarla subito e prendere a dx una carrareccia inerbita (alcuni sbiaditi SV CAI). Una piccola ancona recentemente restaurata con annessa campana ci fanno capire di essere sul percorso corretto. Sfociati nuovamente su una strada cementata, si scende per alcune centinaia di metri, facendo attenzione ai SV che ci guidano ad abbandonarla per scendere a sx lungo una vecchia mulattiera. Ancora qualche piacevole sorpresa prima di arrivare ad Imponzo. Tutto percorso è sempre ben guidato dai SV CAI N° 460. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 08/05/2016 Percorso l'anello oggi per la ricorrenza di San Floriano. Sentiero battuto da un nutrito numero di escursionisti con la novità, per questa zona, dell'incontro di alcuni che si lanciavano con il parapendio. Niente di particolare da segnalare, solo la presenza di alcuni schianti nell'ultimo tratto per rientrare a Imponzo, aggirabili comunque senza problemi.
  • 07/02/2016 Percorso sabato 6/2/2016. Bel giro da bassa stagione, non impegnativo come tempi e fatica, ma che offre un bel panorama verso le vallate della Carnia e sul vicino gruppo del Sernio. Tempo buono e via in perfette condizioni, asciutta, senza traccia di neve o ghiaccio. Da Imponzo, attacchiamo il sentiero per la Pieve di San Floriano tra distese di bucaneve, primule, le prime epatiche. Oltre la Pieve, la pendenza del percorso aumenta, per farsi decisamente ripida nell’ultimo tratto su roccette, leggermente esposto ed attrezzato con cavi. La spaziosa antecima è un bel punto di sosta, con croce, belvedere e panchine, ma noi proseguiamo … ancora qualche minuto di cammino in cresta ed un ultimo breve strappo e giungiamo sulla cima vera e propria, con bella rosa dei venti in pietra e libro di vetta. Panino e siesta, poi la sorpresa … evocato poco prima da un gruppo di simpatici escursionisti della PAU che ha appena lasciato la cima, lo spirito di Loredana si materializza improvvisamente alle nostre spalle in un’esclamazione di saluto un po’ sorpresa … E’ proprio lei, sorriso luminoso e solita aria sbarazzina! Con lei condividiamo un piacevole percorso di ritorno attraverso i pittoreschi stavoli Mignezza sino a far rientro ad Imponzo. Bella giornata e fortunate coincidenze!
  • 06/02/2016 Indecisa. C'è ancora una giornata buona. Ci torno. Il Giaideit è un jolly....e ti ripaga sempre con generosità, e oggi poi....Nonostante l'ora inusualmente tarda per me fa freschetto ad Imponzo, ma quanti bucaneve lungo la mulattiera...battaglioni, anzi, un esercito di bucaneve spalleggiati da qualche plotone di primule ed un paio di avamposti di epatiche. Veloce veloce fino al sole di S.Floriano per riempirsi gli occhi e scrutare quel luccichio più in alto mentre un runner ed il suo cane sfrecciano via lottando contro il tempo. Mi soffermo presso il rinnovato pozzo e poi più su dove il foro soffia fuori tutto il suo caldo facendo sciogliere la brina sulla pasciuta erica, un tiro di cavo e l'antecima è guadagnata, ancora due passi per la cima...qualcuno è seduto e si, mi par proprio lei. Sul piatto della rosa dei Venti una sorpresa: Laura & C.,arrivo di spalle..ma dai...anche tu....Si scende insieme, una tazza di fumante cioccolata a conclusione di una bella giornata.
  • 17/11/2015 Domenica 15 Novembre abbiamo percorso l'anello in senso opposto alla recensione di SN. La strada forestale è stata conclusa, quindi è possibile salire agli stavoli Mignezza anche percorrendo direttamente la strada lastricata. Un po' distratti, dopo gli stavoli, abbiamo perso le tracce del sentiero, salendo troppo in alto. Abbiamo dovuto ripercorrere in discesa il Rio (asciutto) e quindi riprendere quota in prossimità della briglia. Poi il sentiero è super segnalato e da lì a poco si raggiunge la parte finale del percorso. La discesa risulta agevolata dalla corda installata sul versante Sud della cima. Non si segnalano particolari problemi nella discesa se non la necessità di fare attenzione ai sassi coperti dal copioso fogliame a terra (essendo Novembre il mese consigliato per l'escursione).
  • 10/05/2015 Saliti oggi alla pieve di San Floriano per la tradizionale messa, poi percorso l'anello. Sentiero in ottimo stato, bello il breve tratto attrezzato che conduce all'antecima da cui in breve si giunge alla vetta. Panorama fantastico grazie alla splendida giornata.
  • 31/03/2015 Salito oggi.Percorso sempre ottimamente segnalato e privo di particolari difficoltà.Panorama da sballo se si ha la fortuna di salire con una bella giornata o quanto meno senza nuvolosità bassa come quella che ho avuto io.Buona vita a tutti
  • 24/11/2014 Che differenza dal marzo 2012 !! Il percorso è ora MOLTO ben segnalato e non vi è alcun problema ad affrontarlo. Finalmente è un sentiero numerato cai (460). Molto appagante e con delle panoramiche grandiose. La ciliegina sulla torta quando in cima ho trovato un ragazzo di imponzo ( ciao Michele ) solitario anche lui, il quale, dopo la chiacchierata di rito , decide per il rientro ( io invece dovevo ancora godermi tutto il panorama ) e sapendo che facevo l'anello, mi invita ASSOLUTAMENTE a fermarmi lungo uno stavolo sul percorso per offrirmi un buon bicchiere di clinton. Di fronte a tale risolutezza, io mi arrendo ! Guarda caso lo stavolo è quello che nella relazione si legge come " piccolo ricovero in legno completamente rovinato " - Ora lo stanno completamente ricostruendo. Quindi piacevole sosta con i 3 lavoratori, sorseggiando un ottimo clinton che mi ha dato la giusta carica per completare l'anello.Buona vita a tutti
  • 21/03/2014 Ricordi. Ritorno. Un’enorme Forsizia al parcheggio mi colora dentro. Ogni immagine è familiare dopo tre anni. Fioriture esuberanti, oltre alle solite, tante Latree. La chiesa accoglie con altre Forsizie in fiore che dan allegria e chiaman l’olfatto. Come i Mezereum. Mmmh.. Assente del giorno il paesaggio disperso nel respiro delle valli. Non vedo l’ora di arrivare al tiepido soffio. Due ragnatele di perle magnificamente disegnate da aracnidi tropicali ne guardan l’ingresso. Mi avvicino. Niente. Provo una respirazione sbuffo a sbuffo, invano. Ma come? Funziona a tempo? A gettoni? A stagione? Alla cavità manca il fiato come agli occhi gli orizzonti. Fa niente. Il troi diverte e sulla cima distendersi scalzi è d’obbligo. Poi via, per un anello alternativo che unisca quello per Rinch. Per scoprire se Oltreviso ci sia l’anima. Come segnalato ora il troi è strada, orribile strada che la neve cela con grazia. Ma intorno il disastro. Già molti alberi giacevano sul 460, qui molti di più e con loro il tetto della malga. La strada passa accanto ad uno stupendo ricovero inaugurato lo giugno scorso, grezzo, di tronchi, col muschio a isolar le tavole. Una botola promette rifugio nel sottotetto. Rinch è un’oasi curata nei minimi dettagli. Rilassante alla sola vista. Ma da qui tutto cambia. Fusti di ogni taglia e genere giacciono al suolo, il mateamento nell’andatura non è comparabile con la disperata impotenza. Lo sguardo per quanto basso stia, vede. Spettatore inerme di un albericidio devastante. I sensi si bloccano permeandosi di una profonda tristezza. Nulla possono le splendide fioriture di colombine e anemoni, nulla un Derchia che sembra disegnato in ogni sua piega, nei suoi giochi d’acqua, nella sua stratificazione fisica e cromatica. Ritorno silente. Dentro. Spaesato. Arrivo a Cjadunee con l’anima esausta, un borgo con case gioiello, una fontana, mi fermo. Sul cappello uno stecco, tento di toglierlo ma si muove. Lo osservo. Un bruco. Con mille colori, con i bozzi tipici di rami mai nati, con le striature del legno. Un miracolo evolutivo, camaleontismo artistico che mi sblocca. Lo osservo camminare, alzarsi in piedi, curiosare e poi frrrt frrt inarcarsi buffo come a portar tutto il peso del mondo e trascinar l’altro suo io. E ancora curiosare tastando l’aria. Un minuscolo essere mi ricuce le ferite, ricordandomi la potenza di una natura che si saprà curarsi cancellando paziente orrori prodotti da altri.21.03.2014
  • 28/01/2014 Percorso magico con la neve appena caduta, silenzio che culla i nostri passi, cielo lattiginoso che lascia indovinare un tenue sole, neve sul sentiero fin da subito, i ramponi indossati poco oltre la Pieve di S.Floriano rendono il passo spedito, lievi impronte di ungulato ci fanno sperare in un qualche improbabile incontro…Circa 20-25 cm. di soffice neve fresca costringono ad un continuo batter di piedi per alleggerire i ramponi, oggi cavi passamano graditi come non mai, un abbraccio alla croce e via verso la rosa dei venti. Discesa prudente saggiando il terreno, abbiamo preferito tralasciare i segnavia lungo il crinale per rientrare subito a sinistra nel bosco raccordandoci al segnavia solo oltre la valletta sottostante. Discesa verso il greto del rio Mignezza fra neve, foglie e sassi, risalita a tratti scivolosa, un incanto la radura degli stavoli; scambiano qualche parola con una coppia che sale verso la loro casetta in legno ottimamente tenuta per proseguire poi lungo la pista fino a riprendere il sentiero adesso ben segnalato, attenzione a non calpestare i tanti bucaneve, famigliole intere di bucaneve nel mezzo del sentiero, qualche allegra primula e timidissime hepatica nobilis
  • 31/12/2013 31/12/2013-Ultima escursione dell'anno! La scelta della salita al Giaideit è stata effettuata cercando di evitare la coltre di nubi che gravitava sulle Prealpi; in cima ci ha aspettato una bella giornata di sole. Come sempre fantastico il colpo d'occhio sulla valle del But dalla Pieve; sempre bella la pur breve percorrenza di cresta; sorprendente lo sbuffo di vapore caldo che esce dalla cavità lungo la cresta, aria calda che favorisce un cespo di erica quasi in fiore. Con l'occasione è stata rivista la descrizione con l'aggiunta delle note relative alle due nuove piste. Buon San Silvestro e buon anno nuovo a tutti da Sandra e Ivo.
  • 07/11/2013 01/11/13.Bella escursione , bel panorama, ma il ritorno poco segnalato. Infatti eravamo in 6 persone con piantina Tabacco e descrizione di SENTIERI E NATURA in mano... persi. A circa 2/3 della descrizione "ampia mulattiera che proviene da destra.." ecco li' bisogna aggiungere, svoltate a destra . Grazie mandi
  • 01/12/2012 Sentiero completamente ripristinato nella segnaletica. Nessun problema di orientamento.
  • 01/04/2012 ANELLO DEL MONTE GIAIDEIT. Fatto uno di questi giorni di marzo. Rapporto qualità/fatica: ottimo. Difficoltà: nessuna (ammento però che senza i commenti precedenti e le istruzioni del mio P.T. personal tracciatore sarei ancora li a cercare la via del ritorno). Segnavia: ottimi all'andata e pessimi al ritorno (della serie "chi li ha visti?). Panorama: appagante e reso ancor più interessante con l'ausilio della rosa dei venti. Osservazioni: avrei preferito la panchina in cima. Consigli: percorso adatto a famiglie con bambini al seguito, purchè senza carrozzelle, nonchè a suore e sacerdoti visto che si tratta del sentiero delle pievi. Ciao a tutti. Graziano.
  • 09/03/2012 MONTE GIAIDEIT- Da poco sono rientrato da questa escursione ed ero molto inc.....avolato con me stesso. Ora non lo sono più.- Mi spiego; ero arrabbiato com me stesso perchè convinto di aver sbagliato pacchianamente la discesa dalla cima verso il paese. Non ho trovato i segnali, mi sono trovato su una strada bianca, non riportata sulla carta Tabacco, senza alcuna indicazione. Ho tenuto la sinistra, convinto di essere nel giuto anche perchè mi portava nella direzione giusta. E invece, poco dopo, la strada finisce e ho dovuto affrontare una impervia e lunga discesa, tutta in un bosco di faggio, basandomi sull'orentamento visivo ( meno male che in questo periodo la vegetazione è spoglia...)Sono arrivato si al paese ma ero nero perchè convinto di non essere stato attento alle indicazioni. Ma ora, leggendo le relazioni dei colleghi escursionisti, non mi rimprovero nulla. Più di qualche volta mi è successo, in Friuli, che i sentieri all'improvviso spariscono, colpa di una non adeguata cura da parte di chi di dovere. Ne è una comprova che del sent. 460 - segnalato come "nuovo" dalla Commissione Giulio Carnica dei Sentieri, non ho trovato una minima traccia.Probabilmente è ancora nella testa di qualche Commissario...!!!!Buona vita a tutti
  • 06/03/2012 Visto sul sito della Commissione Giulio Carnica Sentieri che il nuovo sentiero 460 è proposto come anello del monte Giaideit. Voglio tornarci, oggi splendida giornata di sole, solo a tratti ventosa. Rispetto all'ultima volta che l' ho percorso ho trovato cambiata solo la flora, ora predomina il colore bianco, viola, giallo e rosa intenso, dapprima tappeti di bucaneve fra erba trinità, più in quota erica, scendendo sull'altro versante primule e poi di nuovo bucaneve, crocus e primule. Non ho trovato invece alcuna traccia del nuovo sentiero 460 ma visti i soliti segnavia 411 e assenti in discesa dalla cima fino alla mulattiera.Loredana
  • 22/02/2012 Fatto oggi, approfittando di un giorno di vacanza e della bellissima giornata. Devo dire che il tratto attrezzato non è davvero necessario, si può salire tranquillamente aiutandosi un po' con le mani, forse in discesa ...Molto apprezzata la rosa dei venti in cima, per il riconoscimento dei monti.Durante la discesa mi sono perso e alla fine mi sono rassegnato a seguire dei sentieri solo accennati, che scendevano nella direzione giusta, arrivando comunque infine alla periferia del paese, più o meno nel punto in cui avrebbe dovuto terminare l'anello.Mauro.
  • 13/10/2011 Nostalgia di questa panoramica cima, sono trascorsi due anni, è ora di tornarci. Arrivo al parcheggio di Imponzo, è l'ora di chi va al lavoro, un saluto ricambiato e un sorriso per tutti; imbocco via Monte Coglians e subito i cani abbaiano e pure il gallo ce la mette tutta: Incrocio una signora con il cane, ci salutiamo, e lei su ferma: da sola? mi chiede. Si premura di informarmi che può wssere pericoloso muoversi in solitaria, si possono fare brutti incontri, ci si può trovare nella necessità di attivare i soccorsi, il "telefonino" non prende, e non dimentichiamoci dell'orso...Rinfrancata da questa allegra conversazione la saluto e risalgo serena la via. Chiesa di S.Bartolomeo: cartello di divieto di ingresso con cani ed altri animali domestici, certo che qua S.Francesco avrebbe vita dura.....Rimonto il bel sentiero e in breve arrivo al masso dietro il quale alla fine del 1700 il sacrestano Giuan di Sule si è nascosto per sfuggire all'orso di passaggio, ecco a cosa si riferiva la signora! Beh, nell'eventualità farò lo stesso, tanto ci sto comoda dietro a quel masso. Ci sono parecchi esemplari di alberi della morte di dimensioni notevoli, mentre cammino mi accompagna qualche chicchirichì tardivo; ecco lo spiazzo su cui sorge la chiesa di S.Floreano, risalgo lungo la via Crucis, arrivo alla balaustra, il panorama è già notevole: il vicino Strabut e l'Amariana, la valle del But con tutti i suoi paesi, Illegio e la stradina che porta a Pra di Lunge. Ridiscendo ed imbocco il segnavia 411, passo accanto al vecchio pozzo, il sentiero si snoda nel bosco, a tratti è malagevole, segnavia sbiaditi ma sempre visibili; il bosco si dirada e risalgo la dorsale del Giaideit, la traccia a volte è esposta e rocciosa; devo fare attenzione: i cavi sono un po' allentati. Eccomi sull'antecima, grande croce e panca per la sosta, continuo brevemente ed arrivo alla meta: libro di vetta e con l'aiuto della rosa dei venti do un nome alle montagne che mi circondano, su tutto domina il vicino Sernio, ecco laggiù la pieve di S.Floreano. La giornata soleggiata invoglia ad una sosta, non mi stanco di rigirarmi a guardare il panorama che è ampio nonostante la modesta elevazione. Riprendo la discesa, i segnavia mancano ma la direzione si intuisce dalle tracce di passaggio e dalla bianca carrareccia che si intravede in basso. La raggiungo, continuo a destra e giungo al bivio con la nuova pista forestale, mantengo ancora la destra per qualche centinaio di metri fino ad incontrare a sinistra, un poco nascosto dalla vegetazione, il cartello rosso che indica Imponzo. Scendo ripidamente, atraverso il greto del rio Mignezza che risalgo per poco seguendo alcuni ometti e ritrovo a sinistra il segnavia. Il sentierino è ripido, passo davanti a due baite in legno, bei gerani rossi ai balconi, mi infilo nuovamente nel bosco, è buio, ma proprio buio questo bosco.Cammino fra l'erba alta e umida, arrivo alla bella ancona con campana, da qui il sentiero diventa mulattiera a tratti lastricata; esco sulla carrareccia che percorro per poco, rientro a sinistra nel bosco ma dopo un centinaio di metri trovo degli schianti che mi impediscono di proseguire. Ritorno sulla carfrareccia, un'occhiata alla carta Tabacco e vedo che poco piùavanti c'è un sentiero tratteggiato nero che porta ad Imponzo, lo trovo, è un bel sentiero, largo e battuto, trovo anche una deviazione a sinistra che mi ricongiunge con il segnavia ai 411 poco prima di alcuni stavli abbandonati, un colpo di fortuna! Il sentiero scende velocemente verso Imponzo, i tratti esposti sono stati protetti con vecchi passamano di legmo, in breve esco nei pressi del parcheggio.Loredana
  • 28/05/2011 Segnavia poco visibili in alcuni punti 10/04/2011
  • 21/04/2011 il tratto terminale su cresta esposta e provvista di passamano cavo di acciaio fare attenzione che e divelto in un punto sotto la cima ed e molto molle04-2011
  • 16/04/2011 Sentiero di altro tipo: discesa al monte Giaideit. la salita da S.floriano e' bella e ben segnata, mentre il sentiero di discesa sul versante opposto arriva su una forestale dove non c'e' segnaletica per chi vuol scendere ad Imponzo secondo quanto da voi descritto sul volume i sentieri del bosco. non si tratta di inagibilita' ma di capire " e cumo' pa dula' vadio". piazzanadia@gmail.com
  • 12/06/2006 11/06/06 Il percorso è interessato dalla realizzazione di una strada forestale. Fare attenzione a "in breve si rientra nella pineta raccordandosi con una ampia mulattiera che proviene da destra"... qui si esce sulla strada che si segue sempre a destra e dopo qualche decina di metri. Sulla sinistra, ricompaiono i segnavia. Appena prima di "un piccolo ricovero in legno completamente rovinato" si rientra nel bosco seguendo i segnavia fino a ritornare ad incrociare la strada. La si risale (destra) anche qui per qualche decina di metri fino a trovare la tabella con segnavia per IMPONZO.nb: il "piccolo ricovero in legno" è in effetti un ricovero in muraturaLuciano Piccin
  • 26/09/2005 L'accesso alla cupola sommitale del Giadeit, da sud, è stato attrezzato con una fune metallica.Sulla cima è stata installata una tavola con il profilo e la denominazione delle montagne circostanti.
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