Avvicinamento
Dalla strada statale n.464 che unisce Spilimbergo a Maniago, giunti all’altezza di Sequals, si imbocca la statale n.552 che piega verso nord in direzione della
val Tramontina. Risalire la valle fino a raggiungere e superare l’abitato di Tramonti di Sopra poco oltre il quale, sulla sinistra, si individua facilmente il cartello che indica l’inizio del segnavia CAI n.396 (m 446, parcheggio lungo la strada).
Descrizione
Si inizia l’escursione su una mulattiera ben marcata che risale le pendici orientali del monte all’interno di un rada boscaglia a
pino nero,
pino silvestre e
carpino nero. Il tracciato, a volte scavato a gradini sul roccioso fianco della montagna, prende quota rapidamente accompagnato ad aprile da una ricca fioritura di
primula odorosa,
erica e
pero corvino. Alternando brevi strappi a tratti più rettilinei, si giunge ad attraversare un primo piccolo corso d’acqua sulle cui umide sponde cresce abbondante la
pinguicola alpina. Si continua poi la risalita costeggiando un altro rio dalla cui forra incassata si esce sulla destra raggiungendo un panoramico ripiano con stavolo e fontana. Da qui in poi il tracciato assume le caratteristiche di un sentiero e prende a salire con decisione su terreno via via più roccioso. Con una serie di strette svolte si supera una costola raggiungendo il panoramico ripiano superiore dove sono già evidenti i segni di un recente incendio. Si risale ora faticosamente la pineta soprastante lungo una stretta costa compresa tra due impluvi. All’interno del bosco parecchie file di processionarie lentamente esercitano la loro attività come è anche evidente dai numerosi bozzoli bianchi presenti sulle piante. Si giunge così ad una fascia rocciosa che sembra impedire la prosecuzione. Questa invece si ritrova sulla destra lungo una rampa erbosa che dà accesso ad uno sperone affacciato direttamente sulla valle. Qui una
magnifica visuale concede la possibilità di rifiatare osservando il fondo della
val Tramontina che a primavera si tinge del verde brillante dei prati. Si traversa ora per un breve tratto sulla destra lungo un ripido pendio ponendo attenzione in corrispondenza di un piccolo impluvio dove il sentiero risulta rovinato. Ormai in prossimità del crinale orientale del monte, il sentiero compie un’ultima ansa su un costone ricoperto interamente da piante bruciate poi la pendenza si attenua e si esce su un
panoramico ripiano dove la visuale si apre anche verso nord. Oltrepassata questa schiarita, il sentiero passa sul versante settentrionale con un repentino cambio di vegetazione che dalla pineta appena attraversata porta al bosco di
faggio. Si prosegue quasi in rettilineo fino a raggiungere lo stavolo Zouf (m 1032) ormai ridotto a rudere. Dalla vecchia costruzione ci si incammina lungo un solco attraversandolo in due punti. Seguendo i frequenti segnavia lo si risale interamente giungendo ad un primo intaglio affacciato sul fondovalle dove fiorisce numeroso il
fior di stecco. Da qui si segue il crinale, ora più affilato, su uno stretto sentierino fino a pervenire al punto di massima elevazione del
monte Cretò (m 1202) dove, nonostante la presenza di un rado bosco, si apre una bella veduta sul versante orientale del monte Roppa Buffon e sulle cime che rinserrano a nord la val Viellia.
Dopo un ultimo tratto in cresta il sentiero piega decisamente a destra iniziando a perdere quota lungo un erto pendio erboso costellato di
crochi e
soldanelle. Si giunge così in breve ai ruderi dello stavolo Celant (m 1159) già visibile dalla cima e situato pochi metri sotto la forcella tra il
monte Cretò ed il monte Roppa Buffon. Dalla sella si scende lungo un solco invaso dalla lettiera e punteggiato dalla bella fioritura della
borrana. Seguendo i frequenti segnavia si perde rapidamente quota lungo l’impluvio del rio Celestia fin dove il torrente inizia a precipitare verso il fondovalle. Il sentiero allora scarta a destra raggiungendo le pendici erbose del monte Roppa Buffon sulle quali fioriscono il profumatissimo
cneoro e la
genziana di Clusius. Se il clima lo consente ad aprile volano sui fiori la
cedronella e la piccola
tecla del rovo. Su sentiero progressivamente più agevole, si passa accanto ai ruderi di uno stavolo poi, attraversati anche alcuni tratti ghiaiosi, si perviene ad un punto di sosta attrezzato in prossimità della “Sorgente dei malati”. Rientrati nel bosco, una lunga serie di serpentine ci fa riguadagnare il solco torrentizio del rio Celestia lungo il quale eravamo scesi all’inizio. Lo si attraversa definitivamente e si raggiunge il bivio segnalato che porta alla casera Abis. Poco prima sulla destra si può notare il grande spiazzo che ospita la fornace Predacies. Il nostro itinerario infatti coincide nell'ultima parte con un tratto della Strada da lis Fornas (CAI 394) che si imbocca a sinistra lungo una mulattiera, ora ben marcata, che presenta tratti lastricati e bordati con muretto a secco. Giunti in prossimità delle case di Tramonti di Sopra si scende presso la piccola chiesetta valdese poi, mantenendo costantemente la sinistra, si attraversa il paese riguadagnando in breve il punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio