Avvicinamento
Da Gemona del Friuli si seguono le indicazioni per Trasaghis (s.s. 512) e quindi Alesso, dirigendosi verso il piccolo abitato. Poco prima di raggiungere il centro del paese, imboccare a sinistra la stretta rotabile di
malga Armentaria (cartello). La si segue percorrendo una lunga serie di tornanti fino a poco prima del Cuel dal Fari, dove si stacca a sinistra l’inizio della pista forestale di
malga Amula (m 521, divieto di transito, piccolo parcheggio).
Descrizione
Ci si incammina quindi lungo la strada sterrata che si snoda inizialmente in lieve discesa attraversando la parte alta del vallone del rio Corgnul. In questo tratto i pendii erbosi ai lati della pista si arricchiscono ad aprile di un ricco corteggio floristico che comprende
globularia piccola,
genziana di Clusius e
cneoro. Superati i ruderi degli
stavoli Coloret, lasciare a sinistra il sentiero che scende a
Oncedis e proseguire lungo la carrareccia ancora per poche centinaia di metri fino a giungere ad una evidente deviazione sulla destra (cartello). Imboccata la prosecuzione del segnavia CAI n.840 si traversa per un tratto tra le
eriche poi si inizia a risalire all’interno di una pineta il letto asciutto del piccolo Riu dal Boschet dove è facile osservare le larve della
processionaria mentre si spostano da una pianta all'altra. Più in alto il solco torrentizio passa in prossimità di una caratteristica parete rocciosa che lo delimita sulla sinistra. Da ultimo un tratto particolarmente eroso e friabile immette sulla breve risalita finale verso gli
stavoli di
forchia Amula (m 867, tavolo e panche per la sosta). E’ assai consigliabile, a questo punto, una breve visita al
complesso di costruzioni, ormai ridotte a ruderi, che sorge a poca distanza dalla forcella.
Dopo essere ritornati sui propri passi, abbandonare il segnavia CAI n.840 che scende verso
malga Amula (cartello) e inoltrarsi a destra lungo il sentiero che risale a mezza costa in un bosco di
faggio e
pino nero. Lasciata a sinistra una ulteriore biforcazione (non indicata e, comunque, poco evidente), con pendenza più decisa si arriva alla forcellina boscosa di quota 976 m (cartello). Seguendo le segnalazioni prendere a destra in direzione degli stavoli Jof traversando a settentrione la quota 1064. A questo punto, dove il bosco lascia il posto alle prime balze erbose, conviene abbandonare il sentiero e salire il pendio soprastante senza percorso obbligato. In pochi minuti ci si ritrova sugli
aperti prati sommitali punteggiati di
ginepro e
pino nero e ravvivati dalla piccola fioritura primaverile del
muscari azzurro (m 1064, punto ideale per la sosta, ampio panorama sulla
catena del Piciat e sul
monte Cuar, oltre che sulla valle del Tagliamento).
Ritornati sul sentiero ha inizio una piacevole discesa che ci porta a rasentare alcuni terrazzamenti con muretti a secco ancora ben conservati. Dalla località Jof (cartello) il sentiero prosegue perdendo quota in maniera più decisa dapprima sul filo di una dorsale boscata poi a svolte sulla sinistra. Su una comoda mulattiera si raggiungono i ruderi degli
stavoli Bedovet (m 880, cartello) ultimo punto di interesse della nostra escursione. Le abitazioni, disposte nei pressi di una insellatura, sono custodite da alcuni
faggi secolari che sembrano quasi volerle proteggere dalla inutile lotta contro il tempo. Il sentiero prosegue aggirando la piccola elevazione del monte Bedovet ed affacciandosi nuovamente sul vallone del torrente Palar. Dopo un traverso si cala decisamente con una lunga serie di svolte su un tracciato sconnesso fino a ricollegarsi con la pista di
malga Armentaria nel punto in cui è stato posizionato un grande cartello illustrativo. Ripresa la via del ritorno vi è l’occasione per osservare le pendici calcaree lungo la strada sulle quali fioriscono a primavera la
pinguicola alpina, la
poligala rossa e l'immancabile
erica. Si assecondano alcune rientranze poi la strada diviene asfaltata e ci riporta esattamente al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo