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    Nel Canale di Cuna da Selvapiana a Piedigiaf
    Prealpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaA06

Nel Canale di Cuna da Selvapiana a Piedigiaf

Avvicinamento

Dalla strada statale n.464 che unisce Spilimbergo a Maniago, giunti all’altezza di Sequals, si imbocca la statale n.552 che risale verso nord in direzione della val Tramontina. Si percorre la valle fino a Tramonti di Sotto lasciando poi la statale per dirigersi a destra verso Tramonti di Mezzo. Dal piccolo paese si imbocca, ancora a destra, la stretta rotabile che risale la valle del torrente Chiarchia in direzione di forca Zuviel. La strada è percorribile fino a quota 723 (località Selva Piana) dove possiamo parcheggiare comodamente. Nel caso ci fosse divieto di transito già più in basso, a quota 431, occorrerà mettere in preventivo altri 300 m di dislivello con un aggravio di circa un'ora e mezza tra l'andata e il ritorno.

Descrizione

Da Selva Piana l'accesso più diretto al Canale di Cuna è quello che prosegue lungo la strada sterrata scavalcando poi forca Zuviel. E' l'itinerario che utilizzeremo per il ritorno mentre ora, dalla strada, imbocchiamo il segnavia CAI n.830 che sale sulla sinistra pochi metri dopo il parcheggio. Ben presto si confluisce su una marcata mulattiera che prende a salire verso destra attraversando le pendici del monte Giovo solcate da alcuni canaloni friabili (ponticelli in legno). Giunti a forcia Ciuf (m 918) ci si raccorda con il sentiero che arriva da forca Zuviel. Si supera un ampio circo detritico guadagnando un panoramico spallone affacciato sul canale di Cuna che ora possiamo apprezzare per buona parte della sua estensione. Anche verso nord la visuale si apre sulle ripide pale erbose che scendono dalla cresta della Sciara e della Cuesta Spioleit.
La rada pineta con eriche muta improvvisamente nel bosco di faggio all'interno del quale si procede ora in falsopiano. Facendo attenzione ad un bivio segnalato su un grande faggio si lascia il segnavia CAI n.830 per proseguire a destra in leggera discesa. Dopo un piccolo ripiano boscato il sentiero scende con maggiore decisione intersecando il rio Cuel della Barca. Ancora pochi minuti di moderata discesa tra resti di muretti a secco e si giunge a Mosareit (m 690), piccolo nucleo di case ormai completamente in rovina. Oltre l'abitato il sentiero tende a scomparire ma è sufficiente proseguire in discesa a sinistra, sulla direzione indicata da una fonte in pietra e da altri resti di manufatti. Ormai in vista del fondovalle si esce dal bosco proprio in corrispondenza delle case di Pascalon (m 580), il borgo più importante della vallata. All'ingresso del paese ci attende la chiesa di San Vincenzo, completamente ristrutturata da una tenace opera di volontariato delle genti del Canale di Cuna. Qui ci ricolleghiamo al segnavia CAI n.810 che scende da forca Zuviel e che possiamo utilizzare in alternativa a quanto descritto finora.
Da qui si prosegue costeggiando il torrente Comugna all'interno di una rada boscaglia nella quale possiamo intravedere anche i ruderi di Morasit (m 578). Immediatamente prima del ponte, in corrispondenza del Rio del Frari, si può compiere una breve deviazione a sinistra lungo una traccia inerbita che in pochi minuti conduce alla Casa del Frari (m 675), altra piccola borgata abbandonata. Dopo avere ripreso il sentiero, si prosegue sulla destra orografica della valle, ora un poco più alti rispetto all'alveo del torrente. Ha inizio qui il tratto forse più bello dell'escursione con il corso d'acqua che ha profondamente inciso il fondovalle. Si supera una zona erosa dove il sentiero richiede qualche attenzione ma poi la mulattiera riprende, ancora ben conservata, riportandosi definitivamente sulla riva di sinistra orografica. Si passa accanto alle case Acervà (m 512) poi il sentiero si alza nuovamente sul greto del Comugna per ridiscendere infine presso la confluenza del rio Plan da Rep. Oltre il ponte si trovano i resti delle case di Piedigiaf (m 482) ed alcune lapidi che ricordano l'uccisione di due partigiani e dei coniugi Lorenzini. Da qui il sentiero prosegue risalendo verso sella Giaf (vedi variante) ma per noi è giunto il momento di invertire il cammino. Dopo essere ritornati a San Vincenzo si attraversa il ponte iniziando a risalire a svolte verso forca Zuviel all'interno di un bosco di pino e faggio. Dalla forca (m 890) ci si innesta sulla strada sterrata che scende nell'opposto versante e con un ampio tornante riporta esattamente a Selva Piana.

Variante per sella Giaf

Disponendo di un secondo automezzo ad attenderci a San Francesco possiamo realizzare la bellissima traversata dalla val Tramontina alla val d'Arzino. Da Piedigiaf, infatti, si riprende la mulattiera che interseca una zona erosa per poi iniziare a salire a svolte regolari. A sella Giaf (m 960, rifugio ristrutturato) ci si innesta nella pista di servizio al rifugio che con un lungo traverso ed una successiva serie di tornanti raggiunge comodamente il fondovalle.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dell'Acqua

Qui sotto è disponibile e scaricabile in formato pdf il libro Canal di Cuna, Stralci di storia e ricordi, di Gino Lorenzini, utile per un approfondimento sulla vallata.
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Marzo
Carta Tabacco
028
Dislivello
700
Lunghezza Km
13,2
Altitudine min
482
Altitudine max
937
Tempi
Dati aggiornati al
2021
I vostri commenti
  • 27/02/2021 Ieri, 26 febbraio, da Selvapiana abbiamo raggiunto Pascalon e poi proseguito fino alle case Acervà, lungo il sentiero principale (evitando quindi di passare per forca Ciuf e Mosareit descritto in relazione). Abbiamo trovato il divieto di accesso alle auto a Selvapiana.Da segnalare che in alcuni tratti dove si costeggia da vicino il corso del Comugna, l'acqua ha eroso il sentiero in alcuni punti. Inoltre lungo il percorso sono presenti alcuni schianti di ramaglie.Visita anche alla grande Casa dei Frari.Il Canal di Cuna è luogo raccolto e come sempre regala tranquillità.Poca neve solo sulla pista da Selvapiana a Forca Zuviel.
  • 14/03/2017 Sabato 11 marzo abbiamo visitato il Canale di Cuna partendo dalla Val d'Arzino (San Francesco) anziché dalla Val Tramontina. Raggiunta località Pascalon con la chiesa di San Vincenzo percorrendo lo suggestivo scenario del torrente Comugna con le sue acque smeraldine. Luogo affascinante e sicuramente meritevole di approfondimento in stagione più consona, dato che ormai la cospicua presenza di zecche non consente una camminata serena, nonostante l'erba non si sia ancora alzata. Mi riprometto quindi di tornare col freddo per provare a salire i monti Agarial, Giaf e Venchiar, riguardo ai quali una variante di salita di Askatasuna nel forum "Le vostre relazioni" ha catturato la mia curiosità:).
  • 18/01/2016 Escursione fatta ieri 17/01/2016 come da indicazione della guida I Sentieri dell'Acqua. Molto suggestiva la valle, le borgate ed il torrente Comugna è stupendo. Giornata serena, freddina e ventosa: la valle è abbastanza riparata ma il Sole basso di gennaio non raggiunge il fondovalle che rimane coperto di brina ed il terreno gelato. Confermo le indicazioni di giuseppe.venica anche riguardo alle tempistiche. Sentieri CAI 810 e 830 molto ben marcati. Confermo anche il divieto di accesso fisso a quota 431m (un vero peccato perchè la strada seppur stretta sarebbe tranquillamente percorribile in auto risparmiando una scarpinata poco gradevole). La strada sterrata tra Selva Piana e Forza Zuviel è in avanzato stato di sistemazione. Complice la stagione non abbiamo trovato zecche.
  • 22/03/2015 Escursione effettuata 21/03/2015 in una grigia giornata di inizio primavera. Confermo che il divieto di transito è posto a quota 431, anche se la strada (alquanto stretta) è asfaltata e percorribile fino a Selvapiana. Visto che “la fortuna aiuta gli audaci” abbiamo trovato un mezzo autorizzato che ci ha scarrozzati fino a Forca Zuviel. Da qui imboccare la traccia (SV CAI N° 830) che si alza sulla sx, tralasciando il SV 810 che scende a dx e che rappresenterà il percorso di rientro. Le zone detritiche ed i ponticelli erosi sono stati risistemati, così il traverso verso la Forca di Ciuf, con un po’ di attenzione, avviene senza particolari difficoltà. Al bivio segnalato su un grande faggio si lascia il SV CAI N° 830 per proseguire in discesa a dx su un sentiero meno curato. Scesi al rio Cuel della Barca ci vogliono ancora una decina di minuti su una vecchia mulattiera lastricata per giungere a Mosareit. Qui il sentiero scompare completamente. Proseguire lungo una debole traccia guidati da alcuni bolli rossi che conducono ad un grande rudere isolato; più avanti scendere a dx verso un altro piccolo rudere, per scendere infine alla chiesa di San Vincenzo. Il percorso lungo il torrente Comugna fino a Piedigiaf e ritorno alla chiesetta di San Vincenzo (2 ore abbondanti, comprese le pause foto) vale tutte le fatiche dell’escursione. Ritornati a San Vincenzo è da mettere in preventivo una risalita di 310 metri lungo una comoda mulattiera che però non lascia un istante di respiro. Dalla Forca Zuviel si scende prima a Selvapiana (circa mezz’ora) lungo una dissestata strada sterrata, e quindi, per la rotabile asfaltata, dove c’è la possibilità di accorciare il percorso “tagliando” qualche tornante fino al parcheggio di quota 431 (un’altra mezzoretta). Durata complessiva dell’escursione 6 ore. Buone camminate a tutti. Bepi da Cividale. PS perché il divieto di transito da quota 431 a Selvapiana?
  • 24/04/2014 Iniziamo la camminata oltre il lecito. Appena partiti saluto una giovanissima Listera Ovata che all’inizio della sua crescita sfiora la perfezione della forma. Intensamente verde, presenza discreta del sottobosco, mi ha affascinato dal nostro primo incontro. Bellissimo il primo tratto di sentiero, la friabilità è sinonimo di moto perpetuo e qui l’inverno lacrimoso ha modificato il troi. Dei ponticelli in legno restano un paio di tronchi che sembrano stuzzicadenti giganti appoggiati in una ghiaiosa partita di Shangai. Per fortuna, facendo attenzione, si passa senza troppi patemi (Unai è d’altro avviso). Poi, alla forcella, scostandosi verso destra, appare lei. La val di Cuna. L’emozione che la foto stampata di Ivo mi suscitava, rivive qui, in tutta la sua potenza. è come se improvvisamente ci sia stato concesso di entrare in un mondo nascosto tra le pieghe della terra. La sosta è lunga e silenziosa. Gli occhi dialogano a stento con il serpeggiar del Comugna. Poi ancora ghiaie, fino a perdersi ad ammirar lo Sciara scendendo con lo sguardo, rudere dopo rudere per ritornar immobile e placido a sciogliersi nella valle che ci aspetta. Una borrana albina mi coglie di sorpresa e mi fermo ad ammirare quel gioiello che pare fatto di zucchero. Il rio che incrociamo viene ispezionato da Unai che mi presenta ad uno ad uno i numerosi, minuscoli abitanti che lo popolano. I tricotteri qui han scelto come guscio dei frammenti di foglie. Mosareit è solo il primo degli insediamenti da ispezionar con cura facendo volar l’immaginazione. I muri interni di Pascalon sono da osservare da vicino, qui la natura ha dipinto le pietre con tutti i pastelli a sua disposizione, con gran cura, splendidi contrasti ed armonia. A San Vincenzo l’haiku apposto sulla targa dalla soc. nat. Zenari commuove per la sua intensa e profonda semplicità, la lettera manoscritta di Attilio, poi, mi bagna il viso. Riparto scosso, circondato da alberi impellicciati e da un sottobosco pullulante di arabette che cuce la bocca. I pensieri galleggiano, tutto è acqua, uno scroscio continuo che trascina a valle i sospiri. Una parete di roccia sembra nascondere facce scolpite ma lo sguardo è sempre rivolto in basso. Lascio Unai dove il cielo si specchia nelle pozze e gli epimedi ormai grandi si fan rossi dall’emozione. Arrivo da solo a Piedigiaf, restando a lungo davanti alle tre piccole lapidi. Il 25 aprile è vicino. Il ritorno è ancora una poesia controcorrente, di verdi e d’azzurri, un malinconico saluto ad una valle che mi ha conquistato in ogni sua curva, in ogni spicchio di silenzio, in ogni spumar dell’acqua. 18.04.2014
  • 03/04/2014 Domenica 30 marzo,con Angelo e Luca,partiti dal parcheggio a quota 431,siamo saliti fino al bivacco Savoieit (m 1166),situato sotto i pascoli del monte Sciara.Abbiamo,quindi,condiviso una parte dell'itinerario proposto dalla relazione,seguendo,però,quanto proposto dal buon Miniutti nella sua guida della val Tramontina.Discesi a Mosareit,raggiunta la chiesa di San Vincenzo,abbiamo fatto ritorno al parcheggio,dopo circa 1100m di dislivello e buone 6 ore e mezza di cammino(soste comprese).Trovata neve nel canalone che segue lo stavolo Gardelin,a quota 1028,ma,con un po' di attenzione,si ritrova subito la traccia.Bellissimo il panorama dalla quota massima raggiunta.Consigliato.Ciao
  • 22/03/2014 20/03/2014-Ripercorso l'anello. Dal bosco, alle ghiaie, ai corsi d'acqua, alle case: è vario come ambienti attraversati e mai noioso. Nel tratto prima di scendere a Mosareit abbiamo liberato un poco il sentiero dalle ramaglie cadute con l'inverno: ingombri comunque normali, non devastazioni come in altre parti del Friuli. La chiesa di San Vicenzo custodisce da parecchi anni il libro firme, si leggono,anche,testimonianze degli eredi di chi vi ha vissuto e di chi vi ha insegnato (la scuola elementare è accanto alla chiesa). Il vibrante suono della campana spezza per un attimo il silenzio e la pace che regna in questa conca, dove si ha davvero la sensazione di essere fuori dal mondo e viene voglia di sostare a lungo. Un tempo non lontano c'era vita, i bambini, la scuola, la pesca, il molino: invito a leggere il libro Canale di Cuna di Gino Lorenzini che è disponibile in pdf in calce alla relazione del sito. Imperdibili i verdi delle acque del Comugna. Nonostante l'essermi aggirata tra i ruderi, avvistata una zecca sola (se ce ne fossero state altre sarebbero tutte state a caccia su di me!) che si aggirava sul pantalone, prontamente cacciata. Saluti a tutti
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  • 11/03/2017 Salendo a sella Giaf.
    13/03/2017 11/03/2017 Salendo a sella Giaf.
  • 11/03/2017 Il Rifugio Giaf.
    13/03/2017 11/03/2017 Il Rifugio Giaf.
  • 11/03/2017 I ruderi della Stalla Sterp.
    13/03/2017 11/03/2017 I ruderi della Stalla Sterp.
  • 11/03/2017 Il tratto interessato dalla frana risistemato, po ...
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  • 11/03/2017 Le lapidi di Piedigiaf.
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