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    Anello del monte di Cabia da Arta Terme
    Alpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaB24

Anello del monte di Cabia da Arta Terme

Avvicinamento

Percorrendo la strada statale che da Tolmezzo sale al passo di Monte Croce Carnico si giunge al centro termale di Arta Terme. Dopo avere girato a destra si attraversa l'abitato proseguendo diritti in direzione di borgo Scludizza. Oltre le ultime case della piccola frazione ci si inoltra nel boscoso vallone del rio Radina incontrando ben presto sulla destra le indicazioni del percorso "Troi di Cjabie" (m 594, parcheggio lungo la strada).

Descrizione

Lasciata la vettura si imbocca una mulattiera prendendo quota con pendenza decisa nell'ombra di un bosco misto in cui le specie del fondovalle come il castagno, le querce ed il tiglio si mescolano all' abete rosso, qui presente con esemplari di notevoli dimensioni. Una variegata fioritura primaverile formata da anemone, polmonaria, acetosella, consolida femmina, poligala rossa e latiro invernale ricopre il terreno offrendo ospitalità e nascondiglio alla salamandra pezzata e all'orbettino. Aiutati anche dalle indicazioni si tralasciano alcune deviazioni secondarie mantenendo sempre la destra. Laddove la pendenza diminuisce alcuni tratti esposti sono protetti da rinforzi in legno che consentono una tranquilla salita anche ai meno preparati. Il sentiero, infine, confluisce in una strada forestale in corrispondenza di un tornante dove si prosegue a sinistra per il ramo alto. Il percorso, ora decisamente più confortevole, offre alcune vedute interessanti sui monti della destra orografica del But ed in particolare sulla grande frana del rio Squasce e l'abitato di Fielis nonché sulla Pieve di San Pietro, poco distante. Dopo aver incontrato una baita posta al centro di un grande spiazzo prativo si abbandona momentaneamente la strada (cartello) per abbreviarne un tratto su sentiero. Vi è così l'opportunità di osservare la genziana di Clusius, la primula odorosa e la poco appariscente mercorella canina, ma è già tempo di ricongiungersi alla strada sterrata. Dopo aver superato una zona prativa molto panoramica si raggiunge la località Bolgjarin (cartelli) dove ci si immette sulla strada asfaltata che qui coincide con il segnavia CAI n.411. Si abbandona ora il Troi di Cjabie che scende verso il paese e si prosegue verso sinistra in direzione di Cjagnon. La rotabile prende quota con un paio di tornanti regalando ampie vedute sul basso corso del But e sull'abitato di Cabia che si trova poco più in basso. Dopo le curve la strada attraversa una zona ricca di prati e stavoli esaurendosi infine in corrispondenza di un piccolo piazzale asfaltato con panchina. Spettacolari fioriture di genziana di Clusius e genziana primaticcia punteggiano i pascoli circostanti invitando a frequenti soste per ammirarne forme e colori. In corrispondenza del piazzale imboccare sulla destra la prosecuzione del segnavia CAI n..411 che, dopo una breve salita, si fa subito ben marcato e comincia a traversare le pendici orientali del monte di Cabia. Dopo aver superato un piccolo capanno sulla destra, ad un evidente bivio, si imbocca il ramo di sinistra incontrando quasi subito un casolare abbandonato. Ancora un breve traverso tra abeti rossi ed ontani e si esce nei prati dello stavolo Cusin (1062 m) posto ai piedi di un bel pendio erboso punteggiato di anemone dei boschi. Si risale il pendio erboso tenendosi sulla sinistra poi, raggiunta la sommità della radura, il sentiero piega decisamente a destra rientrando nella boscaglia. Seguendo con attenzione il segnavia si prosegue lungo la dorsale incontrando quasi subito un cartello in corrispondenza di un bivio poco marcato. Qui vi è la possibilità di scegliere quale percorso utilizzare per raggiungere la sella Suart. Seguendo la direzione indicata dal cartello, e quindi lungo il segnavia CAI n.411, si esce su una ampia radura disseminata di noccioli e betulle che si attraversa raggiungendo il punto più elevato del monte Cabia immerso nella boscaglia (m 1146, cippo in pietra). Da qui il sentiero si porta sul versante settentrionale del monte caratterizzato dalla presenza di maestose piante di abete rosso e faggio e con una serie di ampie svolte scende in pochi minuti alla sella Suart. Una seconda possibilità, più lunga ma forse più interessante, consiste nel tralasciare il segnavia CAI per tenersi a destra lungo il tracciato di un sentiero inerbito. Questo attraversa una serie di radure e boschetti passando accanto ad un paio di vecchi stavoli rovinati ed iniziando poi a scendere moderatamente sulla dorsale orientale del monte. Dopo avere oltrepassato una bella radura con fienile il tracciato si fa ben evidente, si orienta verso sud e con una serie di piccole svolte cala sulla mulattiera che proviene dallo stavolo Corona dove si ritrova anche il segnavia CAI. Il percorso traversa ora le pendici sudorientali del monte dalle quali la vista si apre sul monte Sernio e sulla dorsale delle Crete di Palasecca. Ad un successivo bivio si tralascia a destra il segnavia CAI n.411b che scende verso il fondovalle e si prosegue in salita attraversando una radura inclinata con stavolo che rappresenta il punto migliore per osservare le pendici del monte Tersadia. Ancora un breve strappo e ci si ritrova a passare accanto allo stavolo Suart, invaso dalla vegetazione, e pochi metri dopo alla ombrosa ed omonima forcella posta a ridosso di un ripido versante ricoperto da faggi secolari (m 1064, cartelli). Ci si innesta ora sul segnavia CAI n.410 che prende a scendere sulla sinistra traversando per evitare il tratto più ripido del valloncello. Al primo tornante si tralascia la deviazione che riconduce a Cjagnon continuando a perdere quota lungo la faggeta con una serie di ampie svolte. Vecchi tronchi offrono aiuto nel superamento di alcuni punti soggetti a franamento ma non vi sono difficoltà e la mulattiera si fa via via più comoda. Più in basso, tra le fioriture delle colombine, emergono dalla lettiera ampi tratti degli originari muretti di contenimento, segno tangibile di un passato più glorioso. Il sentiero termina in corrispondenza di un ponticello in legno che attraversa il rio Radina. Si prosegue poi nella discesa lungo una pista di esbosco che ben presto si trasforma in rotabile asfaltata. Raggiunta una cappelletta è possibile evitare un tratto di strada imboccando il sentiero sulla sinistra. Dopo avere oltrepassato una area attrezzata a parco giochi si riguadagna nuovamente la strada ricongiungendosi in pochi minuti al punto di partenza.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Bosco
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Aprile
Carta Tabacco
09
Dislivello
600
Lunghezza Km
9,7
Altitudine min
594
Altitudine max
1146
Tempi
Dati aggiornati al
2007
I vostri commenti
  • 29/03/2022 27 marzo 2022. Il primo tratto del Troi di Cjabie non esiste piu, appena sopra e stata realizzata una larga e tristissima strada forestale che ha completamente disboscato e stravolto il versante, e il vecchio sentiero e letteralmente sparito sotto franamenti e schianti. Rispetto alla relazione, conviene pertanto proseguire con l auto ancora per circa 200 metri dopo l avvio del vecchio troi e poi rassegnarsi a salire per la strada, che guadagna quota con diversi tornanti, sino a portarsi in corrispondenza di un prato con stavolo (localit� Pragiun, secondo un cartello di inagibilita posto successivamente), da dove si puo riguadagnare il tracciato originario. Per il resto il percorso e sostanzialmente a posto. Ci siamo divertiti ad andare alla ricerca di tutte e quattro le quote del Cabia, su quella nord abbiamo trovato senza problemi il vecchio cippo in cemento, posto a margine del sentiero CAI 411 (sopra � dipinto anche il segnavia biancorosso). Pausa pranzo e lunga sosta nella bella radura panoramica di Stavoli Carone (cosi indicato in loco, anziche Corona come da cartografia Tabacco) e poi rientro per Stavolo Suart e la vallata del Rio Radina. Sino a Sella Suart il sentiero CAI 411 � abbastanza selvatico, poi il 410 diventa piu curato, con la presenza di parapetti in legno a protezione dei punti piu scoscesi del versante e qualche panchina. Escursione con panorama limitato ai prati sopra Cabia e a Stavoli Carone, ma gli occhi si sono comunque rifatti con le fioriture di inizio stagione. Mandi a tutti!
  • 04/12/2019 salito oggi seguendo quanto descritto da SN. Bello fino agli stavoli sopra Cabia. Il cippo del monte Cabia non l'ho trovato malgrado una accurata ricerca. Per trovare la continuazione del sent.411 verso sella Suart, mi ha aiutato il commento precedente del 2017, altrimenti sarei ancora li a cercarlo. Non capisco perchè questo tratto del sentiero non è ancora stato oggetto di attenzione da parte della sezione CAI, anche perchè dopo non molto oltre, il sentiero è parco di segnaletica, cartelli, panche...Insomma. un anello che certamente non rifarò , limitandomi alla salita fino agli stavoli sopra Cabia. Sceso a vedere il paese di Cabia, simpatico e con grandi panorami. Buona vita a tutti
  • 06/06/2017 Come riportato in data 29/10/2014 da Roberto Burlon che non aveva trovato il sentiero di discesa per la mancanza di segnaletica, a distanza di tre anni c'è ancora questa lacuna. La difficoltà è unicamente per chi sale dalla carrareccia cementata che ad un certo punto finisce: basta ritornare indietro di cento metri e salire a fianco dello stavolo (innominato) Suart e subito sopra ci sono i cartelli che indicano la via di discesa verso Arta per il bosco.
  • 12/10/2016 Giretto per dare un'occhiata da sotto a qualche prossima cima, e anche oggi ho girovagato prima di riuscire ad imboccare la curva giusta dove svoltare....Primo freddo e conviene marciare veloce, a Bolgjarin una decina di pecore non alzano la testa dal prato, una signora lavora l'orticello, cercando di porre rimedio ai danni causati dai cinghiali..... fatte fuori tutte le patate. E poi si entra nel bosco, freddo e disordinato, ramaglie, segno di lavori in corso, il cippo della cima passa quasi inosservato.Discesa rapida a tornantini e poi a Sella Suart discesa altrettanto rapida su ampia mulattiera in più punti rinforzata con vecchi muretti. Tristi, abbandonate e invase dall'erba le diverse aree attrezzate a giochi
  • 09/03/2015 Cerco riparo dalle violente sbuffate del vento nei boschi di Darte. La viarte a sburte di fûr e di dentri, o scuen asecondale. Per facilitare il labirintico accesso all’attacco del troi di Cjabie consiglio di proseguir sulla strada principale per virare a destra ad Avosacco. Prima del ponte che lo divide con Piano d’Arta rallentare per affrontare una gomitolosa curva. Da qui il sior Sebastos, o meglio le indicazioni del condominio fantasma, portan con sicurezza al parcheggio. Tutto da copione fino al riallacciarsi con la carrareccia, poi, un cartello subdolo pare indicar di proseguire via strada ma il troi scende a destra. Parzialmente tormentato da schianti ed esboschi taglia l’antropica via passando accanto ad uno stavolo (only for asphalt haters). L’arrivo a Bolgjarin è una festa di luce. Il sole sorride al filar di betulle che dietro di sé mostra i gioielli di rame d’altri arbusti ancora appesi ai rami. Qui abbandonate la strada senza troppo guardarvi intorno, salendo al secondo terrazzamento prativo. Il panorama è splendido e proseguendo diritti riporta alla strada da prender in salita. A Cjagnon è doveroso irridere il rattoppato cartello Cai che stima in 40 minuti la distanza fino allo stavolo Cusin Individuando i segnavia nel bosco sulla destra son una manciata di minuti. Raggiunta la cima del Cabia, prima del cippo, prendo la traccia “inaghita” che riporta alla strada, ora tutta bianca. Poco dopo, un altro corridoio sulla sinistra che s’ha da seguire,0 accompagna allo stavolo Prât di Staipe. Scendendo per le erbe appaiono due tracce. Seguo la alta che porta ad un altro casolare con splendida vista sul massiccio del Sernio, curioso, poi scendo per il brevissimo pendio ricollegandomi all’altra che mi lancia in un corridoio nocciolesco dalle dimensioni ragguardevoli, così come la sua inclinazione, centrifuga e centripeta allo stesso tempo. Poi un bivio. S’ha da scendere, cambiando direzione. E ancora panorama e ancora stavoli e un rudere. Parla. Coi suoi arnesi, i suoi infissi divelti, con il fieno che pende da sopra. Dalla sella le tracce si fan sicure. Un itinerario che pensavo molto più inviso da straducole e affini ma che oggi, dialogando col vento, è stata una boccata di solitudine e serenità. (05.03.2015)
  • 23/10/2014 siamo un gruppo di amanti della montagna che domenica scorsa 19/10/14 ha cercato di fare l’anello escursionistico da Arta Terme - Troi di Cjabie – St.li Boglierin – St.li Chiagnon – St.li Cusin – St.lo Suart – Arta.Volevamo richiamare la Vs. attenzione sulla carenza di segnaletica riscontrata lungo il percorso che, a quanto ci risulta, dovrebbe essere parte del SENTIERO CAI 411.Il tratto in questione è quello a monte dell’abitato di Cabia che unisce gli St.li Chiagnon e a St.li Cusin.Da St.li Chiagnon, nonostante le indicazioni avute un po’ più a valle da abitanti del luogo di seguire la costruenda strada cementata che si inoltra nel bosco in salita verso nord, giunti alla fine della stessa non siamo stati in grado di individuare segnaletiche del sentiero chiare e sequenziali.Al fine di evitare sgradevoli inconvenienti abbiamo rinunciato a proseguire e siamo rientrati ad Arta Terme dal sentiero che avevamo imboccato alla partenza ( Troi di Cjabie ).Abbiamo informato di ciò anche la Commissione Giulio Carnica Sentieri affinchè provveda
  • 08/08/2014 Nice excursion on August, 7. Presently a new forest road is built from Cjagnon towards Cusin. Some of the markers have been removed. On the path there is a 90 degree left curve at a barn (on the way from Cjagnon towards Sella S.) Shortly afterwards several markers are missing. Follow the (terrible) new road towars the next barn on the left side (should be Cusin) and leave the road wirh a 90 degree left turn, pass the barn and find the path again (about 25 m behind the barn).
  • 02/06/2014 Abbiamo fatto ieri questo anello. Se non si ha la mappa Tabacco può risultare difficile trovare la partenza. Entrati ad Arta Terme occorre seguire la strada parallella alla provinciale 111 che incrocia via Gortani. Quindi imboccare questa a destra e salire fino a superare le ultime case. L'inizio del Troi di cjabie è ben segnalato sulla destra poco dopo un condominio con diverse antenne paraboliche e un ampio parcheggio privato("Sebastos"?) che si trova sulla sinistra. Il sentiero è tutto ben segnalato. Nel primo tratto basta seguire la via principale. Quando si arriva a un bivio mantenere la destra come indicato nel cartello. Il sentiero sbuca sul tornante di una strada forestale. Anche i questo caso seguire la segnaletica e prendere la strada a sinistra. Questa strada si ricongiunge con un'altra. A questo incrocio non abbiamo trovato indicazioni ma abbiamo tenuto la destra, scedendo per un tratto e poi riguadagnando quota fino a raggiungere gli stavoli Boglierin. Da qui tutto ben segnalato anche con segnaletica CAI. Molto bella la zona degli stavoli, specialmente in questo periodo con i campi fioriti.
  • 21/03/2014 E anche oggi ho girovagato per trovare Scludic, le finestre del condominio a sinistra sono chiuse, ma proprio chiuse chiuse, cartello di lavori sulla stradina ingentilita da una miriade di primule ed erba trinità. Dopo due anni il sentiero è ancora bello ripido ma parecchio cambiato, quanti alberi caduti, tagliati e rimossi….ceppaie con le radici all’aria…, un rivolo che taglia il sentiero nasconde due tranquille salamandre pezzate al bagno. Ove possibile l’occhio corre a Fielis e al Dauda innevato e poi ai crochi bianchi sui prati di Bolgjarin, una signora di scarsissime parole lavora il suo orticello, e poi il trattore fermo e intere squadriglie di petasite bianca marciano silenziose con noi. A Cjagnon un fil di fumo esce da un camino e un cagnetto si scatena a difendere il suo territorio, lasciamolo fare, si calmerà. Fine strada, cartello Cai sv 411, si entra nel bosco, non lasciamoci ingannare dagli invitanti paletti b.co/rossi o solamente rossi conficcati a terra, la direzione giusta la da un anonimo paletto incolore a destra, si trova subito il segnavia su un tronco nel buio bosco e da lì si incontra qualche lingua di neve che sarà più consistente nella valletta e lungo la recinzione che porta allo stavolo Cusin tant’è che bisogna procedere a vista, cercando i segnavia, il bosco si è mangiato un po’ della radura antistante Cusin. La discesa verso sella Suart è veloce, “naturalmente” veloce, prudenza a scavalcare i tronchi , nuovi schianti in un paio di punti si sono mangiati il sentiero e lì, la natura del terreno richiede attenzione. Il ponticello di legno sul rio Radina è sbarrato e il sv 410 obbliga a scendere a sx verso l’impianto di captazione e a guadare guadagnando così la pista; presso la casetta in Canadà si abbandona il sv 410, ancora un guado a sx e rieccoci al ridente condominio di partenza.
  • 21/05/2012 Fatto ieri. Difficoltà come i precedenti escursionisti a trovare l'attacco giusto anche a causa dei numerosi punti da cui inizia il Troi di Cjabie, cosa che ci ha fuorviato. A parte questo, non trovato il cartello CAI indicante il sentiero 411 per scendere alla sella Suart. Resto tutto ok.Chiara e Lorena
  • 17/02/2012 Un paio di settimane di stop mi hanno fatta entrare in piena crisi di astinenza, gli scarponi scalpitano, mi sa che è ora di darsi una mossa. Salgo in auto, -5.5° e già mi dico: ...se fossi al calduccio..., ma no, via in autostrada mentre si fa chiaro. Tre colonne di vapore acqueo mi indicano Osoppo mentre le montagne circostanti diventano rosate, a Tolmezzo la temperatura è decisamente migliore: 0.5° ed è ormai giorno fatto. Traffico un po' per trovare Scludizza (a sinistra vecchio cartello in legno Scludic), grazie ai commenti precedenti risalgo la via e parcheggio nei pressi dei condomini a sinistra, attacco del sentiero poco dopo a destra. Il Troi mi mette subito alla prova, è ripido, improvvise forti folate di ventofanno scricchiolare gli abeti facendo cadere alcuni rami evidentementi ormai secchi; nel cielo si avvicinano nubi scure, ma tutto passa in fretta e il sole rende poi tutto più piacevole. A destra la pieve di S.Pietro quasi appollaiata sul cocuzzolo, Fielis, il Dauda parzialmente innevato, i ruscellamenti sono totalmente ghiacciati e regalano immagini polari. Continuo a salire lungo il bel sentiero a tratti intersecato da grosse radici che fungono da gradini; poi il sentiero confluisce sulla pista forestale ed esco all'aperto, il sole scalda, il paesaggio è dolce, bel panorama. Sono a Bolgjarin, mi soffermo a guardare, a respirare tutta quella purezza, c'è uno stavolo ben ristrutturato, un trattore ma nessun rumore, nessun segno di vita. La stradaasfaltata è monotona, fanno la loro comparsa i segnavia, ecco Chiagnon, e su ancora lungo la strada ora in ombra ora al sole, ecco il cartello Cai, il sv 411 indica la salita a destra, mi inoltro nel bosco e dopo poco mi ritrovo a camminare su poca neve compatta ma non ghiacciata. Il sv esce dal bosco che costeggio camminando lungo una recinzione, un piccolo cartello in legno oramai illegibile punta a destra; seguo la traccia e i sv, attraverso un tratto zperto ed innevato, rientro nel fitto bosco e mi ritrovo alla confluenza del sentiero 411, cartello cai, cippo e via in discesa verso sella Suart, lì fa freddo nonostante qualche raggio di sole riesca a filtrare. Dalla sella seguo a sinistra il sentiero 410, incontro qualche tratto eroso, i muretti a secco sono ricoperti di muschio, un piccolo guado lungo il rio Radina nei pressi di una presa d'acqua (ponticello di legno crollato). Più avanti il rio è totalmente ghiacciato ed assume forme spettacolari con sfumature azzurre. Il sentiero diventa strada asfaltata ed in breve mi ritrovo presso la Casetta in Canadàò, giro a sinistra, altro guado e questa volta..pattinato.. ed rieccomo al punto di partenza. Loredana
  • 25/07/2011 si può prendere sia da piano d'arta che dal centro di arta.se si prende da piano d'arta si deve andare su seguendo "percorso mondiali" si superano degli appartamenti sulla sinistra e poi dopo 100 metri si prende il sentiero sulla destra
  • 27/10/2008 L'inizio del sentiero percorrendo la carrareccia che da Borgo Scudizza di Piano d'Arta va verso il ristoro "Casetta in Canadà" è effettivamente a destra denominato "Troi di Cjabie" più o meno a metà del percorso che porta al ristoro.
  • 16/04/2007 Parechie difficoltà a trovare il punto di partenza.la descrizione dice che l'attacco del percorso è a destra.Io ne ho trovato uno a sinistra ma non era sicuramente quello giusto.Qualcuno ha fatto questo sentiro di recente? sapete aiutarmi?
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