Avvicinamento
Percorrendo la strada statale che da Tolmezzo sale al passo di Monte Croce Carnico si giunge al centro termale di Arta Terme. Dopo avere girato a destra si attraversa l'abitato proseguendo diritti in direzione di borgo Scludizza. Oltre le ultime case della piccola frazione ci si inoltra nel boscoso vallone del rio Radina incontrando ben presto sulla destra le indicazioni del percorso "Troi di Cjabie" (m 594, parcheggio lungo la strada).
Descrizione
Lasciata la vettura si imbocca una mulattiera prendendo quota con pendenza decisa nell'ombra di un bosco misto in cui le specie del fondovalle come il
castagno, le querce ed il
tiglio si mescolano all'
abete rosso, qui presente con esemplari di notevoli dimensioni. Una variegata fioritura primaverile formata da
anemone,
polmonaria,
acetosella,
consolida femmina,
poligala rossa e
latiro invernale ricopre il terreno offrendo ospitalità e nascondiglio alla
salamandra pezzata e all'
orbettino. Aiutati anche dalle indicazioni si tralasciano alcune deviazioni secondarie mantenendo sempre la destra. Laddove la pendenza diminuisce alcuni tratti esposti sono protetti da rinforzi in legno che consentono una tranquilla salita anche ai meno preparati. Il sentiero, infine, confluisce in una strada forestale in corrispondenza di un tornante dove si prosegue a sinistra per il ramo alto.
Il percorso, ora decisamente più confortevole, offre alcune vedute interessanti sui monti della destra orografica del But ed in particolare sulla grande frana del rio Squasce e l'abitato di Fielis nonché sulla Pieve di San Pietro, poco distante. Dopo aver incontrato una baita posta al centro di un grande spiazzo prativo si abbandona momentaneamente la strada (cartello) per abbreviarne un tratto su sentiero. Vi è così l'opportunità di osservare la
genziana di Clusius, la
primula odorosa e la poco appariscente
mercorella canina, ma è già tempo di ricongiungersi alla strada sterrata. Dopo aver superato una
zona prativa molto panoramica si raggiunge la località Bolgjarin (cartelli) dove ci si immette sulla strada asfaltata che qui coincide con il segnavia CAI n.411. Si abbandona ora il Troi di Cjabie che scende verso il paese e si prosegue verso sinistra in direzione di Cjagnon.
La rotabile prende quota con un paio di tornanti regalando ampie vedute sul basso corso del But e sull'abitato di Cabia che si trova poco più in basso. Dopo le curve la strada attraversa una zona ricca di prati e stavoli esaurendosi infine in corrispondenza di un piccolo piazzale asfaltato con panchina. Spettacolari fioriture di
genziana di Clusius e
genziana primaticcia punteggiano i pascoli circostanti invitando a frequenti soste per ammirarne forme e colori. In corrispondenza del piazzale imboccare sulla destra la prosecuzione del segnavia CAI n..411 che, dopo una breve salita, si fa subito ben marcato e comincia a traversare le pendici orientali del monte di Cabia. Dopo aver superato un piccolo capanno sulla destra, ad un evidente bivio, si imbocca il ramo di sinistra incontrando quasi subito un casolare abbandonato. Ancora un breve traverso tra abeti rossi ed ontani e si esce nei prati dello stavolo Cusin (1062 m) posto ai piedi di un bel pendio erboso punteggiato di
anemone dei boschi.
Si risale il pendio erboso tenendosi sulla sinistra poi, raggiunta la sommità della radura, il sentiero piega decisamente a destra rientrando nella boscaglia. Seguendo con attenzione il segnavia si prosegue lungo la dorsale incontrando quasi subito un cartello in corrispondenza di un bivio poco marcato. Qui vi è la possibilità di scegliere quale percorso utilizzare per raggiungere la sella Suart. Seguendo la direzione indicata dal cartello, e quindi lungo il segnavia CAI n.411, si esce su una ampia radura disseminata di
noccioli e
betulle che si attraversa raggiungendo il punto più elevato del
monte Cabia immerso nella boscaglia (m 1146, cippo in pietra). Da qui il sentiero si porta sul versante settentrionale del monte caratterizzato dalla presenza di maestose piante di
abete rosso e
faggio e con una serie di ampie svolte scende in pochi minuti alla sella Suart. Una seconda possibilità, più lunga ma forse più interessante, consiste nel tralasciare il segnavia CAI per tenersi a destra lungo il tracciato di un sentiero inerbito. Questo attraversa una serie di radure e boschetti passando accanto ad un paio di vecchi stavoli rovinati ed iniziando poi a scendere moderatamente sulla dorsale orientale del monte. Dopo avere oltrepassato una bella radura con fienile il tracciato si fa ben evidente, si orienta verso sud e con una serie di piccole svolte cala sulla mulattiera che proviene dallo stavolo Corona dove si ritrova anche il segnavia CAI. Il percorso traversa ora le pendici sudorientali del monte dalle quali la vista si apre sul
monte Sernio e sulla dorsale delle Crete di Palasecca. Ad un successivo bivio si tralascia a destra il segnavia CAI n.411b che scende verso il fondovalle e si prosegue in salita attraversando una radura inclinata con stavolo che rappresenta il
punto migliore per osservare le pendici del
monte Tersadia. Ancora un breve strappo e ci si ritrova a passare accanto allo stavolo Suart, invaso dalla vegetazione, e pochi metri dopo alla ombrosa ed omonima forcella posta a ridosso di un ripido versante ricoperto da
faggi secolari (m 1064, cartelli).
Ci si innesta ora sul segnavia CAI n.410 che prende a scendere sulla sinistra traversando per evitare il tratto più ripido del valloncello. Al primo tornante si tralascia la deviazione che riconduce a Cjagnon continuando a perdere quota lungo la faggeta con una serie di ampie svolte. Vecchi tronchi offrono aiuto nel superamento di alcuni punti soggetti a franamento ma non vi sono difficoltà e la mulattiera si fa via via più comoda. Più in basso, tra le fioriture delle
colombine, emergono dalla lettiera ampi tratti degli originari muretti di contenimento, segno tangibile di un passato più glorioso. Il sentiero termina in corrispondenza di un ponticello in legno che attraversa il rio Radina. Si prosegue poi nella discesa lungo una pista di esbosco che ben presto si trasforma in rotabile asfaltata. Raggiunta una cappelletta è possibile evitare un tratto di strada imboccando il sentiero sulla sinistra. Dopo avere oltrepassato una area attrezzata a parco giochi si riguadagna nuovamente la strada ricongiungendosi in pochi minuti al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Bosco