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    Creta di Aip dal Passo del Cason di Lanza
    Alpi Carniche
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    Creta di Aip dal Passo del Cason di Lanza
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaR30

Creta di Aip dal Passo del Cason di Lanza

Avvicinamento

Da Pontebba, raggiungibile percorrendo verso nord la statale 13 Pontebbana, oppure utilizzando l'autostrada A23 fino all’uscita omonima, si seguono le indicazioni per Studena Bassa da dove si risale lungamente la val Pontebbana fino a giungere al passo del Cason di Lanza (m 1552, ampio parcheggio). Al valico si può giungere anche da Paularo su strada un poco più tortuosa.

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri della Rupe
Sentieri CAI
Escursione
Attrezzature
A - Passamani
Mese consigliato
Luglio
Carta Tabacco
018
Dislivello
700
Lunghezza Km
11,1
Altitudine min
1552
Altitudine max
2279
Tempi
Dati aggiornati al
2015
I vostri commenti
  • 04/08/2022 Mi sono letteralmente volati i 5 anni dall'ultima delle tante e varie salite su questa bella montagna. Non ho trovato segni particolari di degrado sul percorso. Restano ben evidenti e frequenti i segni di vernice sulla Normale. Il magnifico attraversamento del plateau regala sempre nuovi spunti di osservazione. Ottimi i panorami seppur un p� disturbati da qualche nuvoletta di troppo. Mentre mi avvio a scendere per la facile via Uiberlacher incrocio i primi umani. Ne seguiranno pochi altri sulla traversa di rientro che mi porta alla Sella di Val Dolce. In questo tratto l'incontro con uno splendido, sia per dimensioni che per livrea, esemplare di marasso che senza affannarsi troppo si occulta sotto le piante di mirtillo. Al Cason di Lanza un p� di quel movimento che noto meno intenso di quanto si osservava anni fa. Sensazioni mie? Mah. Comunque sia, una bella e gratificante uscita che di questi tempi rigenera corpo e spirito. Buine mont. Mandi. (03/08/22).
  • 13/10/2019 12/10/2019 Creta di Aip salendo per la ferrata Crete Rosse e scendendo per la Uiberlacher steig.Tutte le attrezzature sono in ottimo stato e la Crete Rosse, sfruttando ottimi appigli su buona roccia, permette una divertente arrampicata in sicurezza senza afferrarsi per il cavo previo però l' utilizzo di casco ed imbrago.La Uiberlacher steig,utilizzata per la discesa,può essere considerata una via di mezzo tra una ferrata ed un sentiero attrezzato prestando però attenzione su alcuni passaggi leggermente esposti non attrezzati.A mio avviso è più impegnativa la discesa per la via “normale”da me solitamente utilizzata.Per il ritorno non poteva mancare una visita al nuovo bivacco Lomasti in occasione della sua inaugurazione.Buone montagne a tutti.
  • 15/08/2019 *versante NE lungo il sentiero uiberlacher (aggiunta al mio precedente commento 😅)
  • 14/08/2019 Saliti oggi in 2 sulla creta di Aip dal versante NE lungo il sentiero (dalla famosa guida di mazzilis sulle ferrate), una via di mezzo fra un sentiero attrezzato e una facile ferrata in cui il set da ferrata può ritenersi superfluo. Via moderatamente impegnativa (che non significa “facile” o “banale”!)che rientra ampiamente nei limiti del divertente.Raggiunta la cima, siamo poi scesi dall’alta via cai pontebba, decisamente più impegnativa non tanto fisicamente (saliscendi sì, ma la salita non è appunto costante quindi si rifiata), ma perché la difficoltà del terreno, impervio, aspro e spesso friabile, richiede una concentrazione ed un impegno massimi e costanti, considerata anche la lunghezza che appare interminabile. Il primo tratto in discesa dell’alta via che si diparte dalla via normale alla creta di aip presenta subito la famosa parete attrezzata, quasi verticale ed avara di appigli, in cui l’autoassicurazione è assai consigliata, anzi, semplicemente necessaria. Anche nel il prosieguo, le mani si appoggiano di continuo, fra ripide rampe e gradoni.Andato a buon fine è un giro assolutamente entusiasmante e appagante Alla fine, considerati i saliscendi vari, il dislivello è sui 1200m per 6-6.30h
  • 24/09/2018 Ascensione effettuata ieri 23/09/18, in una giornata, a dispetto delle previsioni meteo, di fitta nebbia e molto spesso di forte vento, in compagnia di una mezza dozzina di escursionisti conosciuti nella giornata. Siamo saliti dal passo Cason di Lanza alla Casera di Val Dolce, per proseguire fino all'attacco del sentiero attrezzato Uberlacher. Per questa divertente e ben attrezzata via abbiamo raggiunto la cima accolti da un forte vento freddo, tale da farci sostare in vetta poco più di un quarto d'ora. Per la discesa abbiamo optato, dopo una breve discussione, di scendere per la via comune italiana, che in discesa, a mio avviso, non è da sottovalutare per la presenza di alcuni tratti esposti su ghiaino ed alcuni passaggi che sfiorano il secondo grado (seppur agevolati da un paio di gradini in ferro) in leggera esposizione. Nonostante il tempo inclemente la discesa si è rivelata divertente e propedeutica per alcuni compagni di gita alle prime esperienze del genere. Per il ritorno al punto di partenza abbiamo optato di chiudere l'anello attraverso la sella di Val dolce.
  • 19/07/2018 Ieri, mercoledì 18, saliti alla Creta di Aip per la via "normale", dalla segnaletica biancorossa ben dipinta.a mezzamattina già corrono le nubi sopra le nostre teste, qualche marmotta sbuca timida lungo il grande pianoro inclinato che costituisce la nota sagoma della Creta di Aip, ben riconoscibile anche da lontano. Presso la croce, solo qualche austriaco e il sole che sbuca deciso. Il timbro nella cassetta del libro di vetta è ancorato da una catena metallica con lucchetto decisamente sovradimensionati!Siamo scesi lungo il sentiero attrezzato Uiberlacher che presenta attrezzature fisse per alcuni tratti e un paio di scalette di ferro (ottimo stato).
  • 27/09/2017 Salita oggi con gli amici “Scoiattoli” in senso antiorario; avvio lungo il sentiero dell'amicizia abbandonato poi in favore del 403 fino alla sella di quota m.1981, discesi brevemente nell'opposto versante alla ricerca dell'avvio della ferrata austriaca, sentiero intercettato, le rocce umide richiedono prudenza , con calma ed un paio di aiutini difficoltà superate ed è cima, giornata fumosa che ha lasciato molto spazio all'immaginazione del panorama. Discesa lungo l'Alta Via Cai di Pontebba, impegnativa quel tanto che basta per mantenere alta la concentrazione ma non sono mancate le battute e gli scherzi e poi finalmente il sentiero. Passati accanto alla Grotta di Attila senza soffermarci, bellissimo il colore dorato della brughiera, quattro gocce di pioggia hanno insistito per farci compagnia quando oramai mancavano poco più di 10 minuti al parcheggio dove, ben al fresco, ci stavano aspettando un paio di bottiglie ed una torta.
  • 18/08/2017 Mèta inventata all'ultimo momento visto il dietrofront impostomi dall'impercorribilità del tratto basso del 440 per la Creta di Rio Secco. La Creta di Aip non la considero un ripiego anzi, dovesse esistere una top 10 delle nostre montagne, un posto di rilievo se lo meriterebbe tutto tanta è la soddisfazione nel salirci ogni volta e passare tra le meraviglie in particolare del pianoro sommitale. E' indifferente che lo si faccia per la "normale", le "Crete Rosse", la "Uiberlacher" o l'"Alta Via". Sempre meraviglia è! E quindi dimentico presto l'inghippo mattiniero e salgo dal Cason di Lanza e via per il Sentiero dell'Amicizia per poi tornare alla prima abitudine della "normale" sia in salita che in discesa con chiusura anello per il 403 fino alla Sella di Val Dolce e rientro al Cason. Ricordavo una "normale" bollinata, la ritrovo ora ben segnata con il biancorosso bello lucente. Diversi incontri e buon movimento di escursionisti in generale. Il piacevole incontro in cima con una coppietta di giovani salisburghesi e, al trivio col 403, con Eleonora, Alessandro e il loro simpaticissimo "Blu". Persone molto in gamba. In definitiva una giornata molto soddisfacente. Buine mont a duç e mandi.
  • 26/10/2016 Non riusciamo a camminare mezz’ora, quando dei Cirsi Lanosi bloccano il nostro passo. E’ curioso come il mio volto e quello di Michele, s’illuminino all’unisono, come avessero visto chissà quale meraviglia. Ma per noi è così! Sono alti. La maggioranza s’è già trasformata in una sfera cotonosa. Ma un paio mostrano ancora la cresta impollinata. Un bombo, incurante dei nostri nasi a così pochi centimetri, continua a sgarfare, come volesse raggiungere il suo tesoro al centro di quel pianetucolo bianco, mentre in realtà esso gli sta già coprendo il pelo e accumulandosi sulle zampe. Sono gli ultimi riverberi della stagione e l’euforia degli insetti è pari alle prime fioriture primaverili. Il tempo bigio è ancor più opaco per la foschia, ma basta quest’immagine per ripartire felici. La Creta di Aip la conosco bene, proprio per questo il mio stupore è accentuato rispetto a quello di Michele. Io lo so quanto è candida, ho ancora negli occhi il suo giardino di pietra sommitale e non mi capacito di questa esplosione cromatica. Si sale tra le vene della montagna! Ed è ovvio che qui mostri i mille colori delle sue gocce pietrificate che riposano più in basso e caratterizzano il sentiero che la contorna. I rossi son tanti quanto i grandi blocchi di pietra: accesi, bordeaux chiari, più venati d’arancio. Ma non sono solo le tonalità a colpire, a volte anche la fattura di certe pietre: agglomerati di frammenti più piccoli e grigiastri, amalgamati da quel mastice d’una tinta così contrastante! A volte i depositi ed i colori stessi si sormontano o si mescolano, come se avessero stuccato quelle pareti col pongo! E anche noi ci trasformiamo in bimbi. Fermandoci ogni due metri, ad ogni salto del canale che rivela nuove sorprese. Con la bocca aperta, distanti, emettendo solo qualche vocale senza senso. Un enorme masso arancione a forma di virgola e striato di grigio scuro, mima la direzione che s’ha da prendere, salendo sulla destra un bel tratto verticale. Si giunge ad un ripiano di terra rossa, proprio come quella dei campi da tennis, che risalta ancor più grazie allo spento monocromatismo delle altre pareti. Poi quel foro triangolare che s’ha da passare per tirarsi su delle staffe e calpestarne il soffitto. Nell’ombra, prima di salire, mi fisso su quelle pietre che escono dalla carne della montagna, che la luce riesce a trascendere in un bluastro cinereo ed irreale. Le ultime staffe fan paura. Non tanto per l’esposizione, ma perché quella parete sa di cartapesta, tanto diversa dalla roccia incontrata fino ad ora! Sfumata e dal colorito più chiaro. Sopra, ancora agglomerati, uno dei quali presenta tra i vari sassi ingoiati anche uno nerissimo che sa di carbone. Dal candore ci separa un fazzoletto erboso, dove riposiamo, ancora increduli della caleidoscopica salita. Dopo una sosta sulla cima, ripartiamo per l’Alta Via. Il cielo è d’un grigio strano, ma dopo la fumate che mi aveva accompagnato la prima volta, appena giungiamo al cospetto della Trogkofel Turm, neanche avessimo eccitato una fotocellula nascosta, clic.. s’accende la luce e un faro la illumina! E’ talmente fratturata che pare come se qualche gigante, dopo averla pestata per sbaglio, l’avesse incollata pezzo per pezzo, lasciando visibili le cicatrici del danno! Uno in particolare sembra esser andato perso. Un enorme vuoto verticale, tanto che non ti capaciti di come il frammento superiore non cada anch’esso e con lui non vada tutta, nuovamente, in frantumi. Con grande sorpresa, giunti al “punto chiave” non trovo più la catena ma un cavo. Scendiamo la paretina. E da lì finalmente vedo con chiarezza tutto quel mausoleo di sculture, come fossero il cimitero delle copie scartate d’un apprendista della cosiddetta “ruota del vasaio”. Giunti al cospetto della Zottach Kopf il sole ritorna prepotente e con lui il cielo, che si sveglia dal sonno, levandosi la coperta di dosso. In un punto dev’essersi rovesciata la latta con l’azzurro che, assieme al porpora, indica l’Alta Via. Se la notate fermatevi e curiosate tra le pietre, troverete un grumo minerale dello stesso colore delle Crete Rosse. Mima in tutto e per tutto coagulo di vernice, ma basta toccarlo per rimanere senza parole! Scendiamo tra una quantità di bolli vergognosa. Non sono i segnali dell’Alta Via, ma un attacco di morbillo mentale che ha colpito i volontari austriaci che “curano” questo tratto del sentiero. Ultima meraviglia, un masso squadrato ed isolato, sulla destra del troi che ci riporta verso Cason di Lanza. I licheni hanno imitato i sassi colorati di cui sopra, ricoprendolo con tutti i loro vestiti: arancione, verde acido, bianco e nerastro. Pare quasi un’installazione d’arte contemporanea, come se su di un masso grigiastro l’artista abbia lanciato, riempiendolo di schizzi, tanti vasetti quante le tinte. Et voilà, pronto per esser trasportato in galleria! Ci rilassiamo tra i prati di Lanza che oramai iniziano ad imbrunirsi, una dolce malinconia, che mi accompagnerà fino a casa. (11.09.2016)
  • 31/07/2016 Salita effettuata il 29-07-2016. Eravamo stati una prima volta nel 2010 partendo da Passo Pramollo e, salendo per la via attrezzata Crete Rosse avevamo chiuso l’anello scendendo per la Uiberlacher del versante austriaco. Oggi partendo dal Passo Cason di Lanza saliti seguendo il percorso dell'Alta Via di Pontebba, che come dice la relazione è “decisamente più impegnativo” e ritornati per la via “normale”. Vista la splendida giornata, abbiamo riassaporato l’impagabile emozione del panorama mozzafiato che offre questa impareggiabile cima che richiede tutto il rispetto della sua fama.
  • 10/07/2016 Sabato 9 luglio dopo tanti anni torniamo sulla splendida Creta di Aip. Per la salita seguiamo la dettagliata relazione di Sentieri Natura fino al punto d’incrocio con il sentiero 403 poi abbiamo proseguito a destra per circa 700 metri fino al masso con le indicazioni per la via ferrata Crete Rosse che sale alla Creta di Aip (Trogkofel in tedesco). La ferrata è facile ci sono solo alcuni punti in cui bisogna usare un po’ le braccia per salire ma niente d’impegnativo. Il percorso ferrato è piuttosto corto e in breve si giunge in una zona più agevole. Inizia ora un lungo tratto di facile percorso tra sassi, roccette, e verdi fazzoletti di prato ricoperti da molte specie di fiori che ci porta fino in cima dove troviamo una grande croce di ferro. Il panorama dalla cima è da cartolina, ci si può sbizzarrire nel riconoscere le numerose cime. Per il ritorno scegliamo di scendere per la facile via ferrata austriaca (SV 413), che definirei più sentiero attrezzato. I vecchi punti attrezzati sono ora stati sostituiti da grossi cavi d’acciaio ben tesi, rimangono ancora alcune scale di ferro. Giunti alla fine della ferrata al primo bivio proseguiamo a destra fino alla sella dove ritroviamo il sentiero Alta Via C.A.I. Pontebba. Continuiamo ancora a destra per la traversata Carnica SV 403 fino a ritrovare il bivio con il Sentiero Dell’Amicizia 439. All’incrocio proseguiamo dritti, seguendo nuovamente la relazione di Sentieri Natura. Sempre molto bella quest’escursione, un po’ fastidiosi i molteplici tratti acquitrinosi della partenza. Incontrati numerosi gruppi in arrampicata sia nel versante meridionale sia settentrionale. Unica nota dolente di quest’escursione è che purtroppo come nella nostra penultima escursione alla Crete di Aip, siamo stati spettatori, dell’intervento da parte di un elicottero del soccorso alpino. Abbiamo assistito assieme a numerose persone presenti in cima alla Creta di Aip all’intervento di un elicottero del soccorso che operava presumibilmente nella zona del m. Zottach Kopf, speriamo non sia successo niente di grave.
  • 01/11/2015 Done this hike today (1/11/15). Weather was great, and the views really spectacular. Path on the ridge could be demanding, lots of falling rocks, and it goes up and down all the time. Ferrata at the end of this path (before the section leading to the very top starts) is not exposed and could be done without equipment, but it is quite vertical.The "climbing" section of the road could be easily avoided if you follow the via alta road and then climb to the top via the section that following this description you should use as descent. So you can climb it up, go to the top and then return the same way. That what we did when we hiked this trail last time. Good hiking for everyone!
  • 15/09/2015 Fatta il 12/09/15. Giornata splendida di sole. Il sentiero si presenta ben segnalato e il percorso � proprio come descritto dal sito. Vista e panorama favolosi.
  • 01/08/2014 Approfittato oggi di una giornata, come da previsioni, soleggiata salvo prendersi un’oretta buona di pioggia ma oramai in dirittura d’arrivo. L’idea era di fare un anello lungo con salita fino al bivacco Lomasti e chiudere visitando la grotta di Attila ma le nubi nere che baruffavano sopra di noi ci hanno fatto scendere verso il Cason di Lanza tramite il sentiero dell’Amicizia rinunciando alla deviazione. Nessuna difficoltà, sentieri ben percorribili, qualche cic ciac come sempre nell’attraversare le zone mucchesche, bel colpo d’occhio tutt’intorno dal sentiero di cresta. Il gruppetto poi si è diviso, due saliti per le Crete Rosse, io ho preferito ripetere la salita per la normale. Niente di cambiato, salita e discesa con la solita attenzione, solo una fischiante sentinella a portata d’orecchio e occhio, verde lussureggiante ovunque ed in particolare lungo il sentiero dell’Amicizia, grandi fioriture, le più svariate, viste fresche soldanelle accanto a potentille rosee, pulsatille e bianchi cuscini di cerastio di Carinzia
  • 18/08/2013 Creta di Aip un anno dopo. Rompendo con la mia tradizione di escursioni in solitaria oggi sono stato in compagnia di un amico che mi aveva chiesto di scegliere una meta non troppo impegnativa, ma neanche banale, per la sua prima escursione stagionale. Dal passo del Cason di Lanza ci portiamo all'attacco della ferrata Crete Rosse e da lì in vetta in poco meno di tre ore. La ferrata è breve, ottimamente attrezzata e piuttosto impegnativa. La stanchezza della salita al Montasio di due giorni prima si fa sentire e il mio amico arriva all'uscita della ferrata parecchio prima di me e ha anche il tempo di riposarsi. Per il ritorno decidiamo di scendere per la normale, piuttosto affollata oggi, e non ci facciamo mancare una veloce visita anche alla grotta di Attila. La salita (o discesa) lungo l'alta via di Pontebba è rinviata ad altra occasione. Mauro.
  • 23/07/2013 22.07.2013Variante della Creta di Aip da Pramollo . Ferrata austriaca “Joseph Uiberlacher “ in salita, ferrata italiana delle “ Crete Rosse “ in discesa .Dopo esserci cimentato con la doppia ferrata Zermula e Zuc della Guardia dal Cason di Lanza non poteva mancare all’appuntamento la splendida Creta di Aip , Bella in tutto da lontano,da qualsiasi punto di vista, e per niente facile visto che delle 4 vie che permettono di domarla la più facile ( la normale ) presenta passaggi di 1 grado + , mentre le altre tre sono un alta via e due ferrate Arrivato tardino al passo di Pramollo ho deciso di iniziare dalla ferrata austriaca e come sentiero dopo aver seguito il 403 fino al torrentello che attraversa il catino del Rudniga ho deviato per il 413 che mi ha portato alla base della Creta di Aip al bivio per l’attacco della ferrata ,seguendo i segni gialli e blu dell’alta via Ho Indossato l’imbrago , casco ,guanti e seguendo i consigli del cartello in tre lingue di continuare solo se non soffro di vertigini e piede sicuro. L a ferrata austriaca parte subito un pò ripidina ma ben presto si rivela un sentiero attrezzato anche se molto esposto con passaggi volanti, e alcuni tratti non sono attrezzati ben presto dopo le scalette la parte terminale si rivela un arrampicata libera tra cenge e con alcuni passaggi di 1° grado inferiori ma se effettuati con attenzioni non pericolosi, fino all’ultima cengia che ti porta ad un bivio che da un parte ti indica la vetta e dall’altra le crete rosse, arrivato in vetta in simultanea con una coppia di tedeschi oltre al solito scambio di complimenti per la riuscita dell’impresa ( loro venivano dalla ferrata italiana ) . Scambiato due parole on il mio inglese beatlesiano ,e fatta pubblicità per i nostri monti, da sopra si vedono tutte le grande cime . Dopo foto,libro di vetta ed essermi rifocillato, mi appresto alla discesa e a fare al contrario quella che è stata la mia prima ferrata vera in solitaria, devo dire che è stato più facile di quanto pensavo, si vede che avevo ancora la Zermula nella gambe. Sulla sella di Aip ho tolto l’armatura e anche scarponi e calzini ( avevo subito una vertenza sindacale dai piedi , minacciavano di lasciarmi li ) quindi una mezzoretta all’ombra di un grosso masso e poi via di ritorno seguendo stavolta il 403 fino al Pramollo, 16 km il percosso totale comprese le ferrate .Note: Percorso da iniziare preferibilmente in giornate di sole in mattinata presto, la Ferrata italiana anche se più difficile è la più sicura essendo tutta attrezzata . Nella ferrata slovena non ci sono più le catene ma cavi nuovissimi .Buone escursioni.
  • 16/07/2013 Escursione fatta il 14 07 2013 in compagnia dei "Cerbiatti" (di cui faccio parte decisa da un veloce cambio di programma.A Cason di Lanza, il cielo terso e l'aria frizzantina erano di buon auspicio per la nostra esc.Prendiamo il sent.439 che in breve ci porterà in sellaVal Dolce ,poi tra mughi ,rododendri e fioriture multicolori ci porterà al tratto in salita, una moltitudinedi genziane e cuscini fioriti ci sono di contornofino alla base della meta. Al grande sasso decidiamo per la "Via Comune" che saliamo tra rocce e passaggi da superare con attenzione,senza però privarci di guardare a valle.Quando la salita termina,ci troviamo increduli in uno stupendo pianoro,fra rocce lavorate e verdi distese fiorite da cui due, marmotte ci guardano incuriosite.In vetta alla base dell' enorme croce scambiamo opinioni, ed esperienze,con escursionisti già arrivati, mentre lo sguardo spazia alle meraviglie che ci circondano.Per la discesa Vittorio il più esperto,decide per la ferrata Tedesca,(variante a esc. SN.)ritenendola più sicura ,dove le nostre"Cerbiatte" danno sfoggia di bravura e determinazione, affrontando le scalette e i passaggi impegnativi del percorso. Alla Sella Aip, lo zaino pesante ci ricordava di fermarsi per lo spuntino, mentre a sinistra il bivacco Lomasti si faceva notare col suo colore. Una visita alla Casera Val Dolce per constatare il suo degrado e abbandono (peccato) l'unica nota stonata di una giornata da incorniciare. Alla prossima Mandi
  • 06/08/2012 ieri 5 agosto con l'amico Flavio. Cason di Lanza, grotta di Attila, Sella Val Dolce, lunga traversata sotto la creta. Salita per la ferrata Crete Rosse e discesa per la via normale. Giornata magnifica e itinario davvero molto appagante per la bellezza del paesaggio e per la varietà dell'approccio alla cima. La ferrata è ben attrezzata e seppur breve è abbastanza remunerativa. Il pianoro sommitale è magnifico, la discesa?.... attenzione sempre, fino alla fine.
  • 27/07/2012 Fatto oggi. Salito e sceso per la normale. Al ritorno ho seguito il suggerimento di SN e ho preso il sentiero 458, visitando anche la grotta di Attila. Il pianoro sommitale è un ambiente straordinariamente suggestivo e ricorda un po' quello del Canin. Purtroppo oggi il panorama dalla cima era un po' rovinato dalla foschia ma la salita alla Creta di Aip resta comunque un'esperienza memorabile. Mauro.
  • 13/08/2011 Era da anni che sognavo di arrivere in cima alla Creta di Aip. Alla fine il motto "provarci sempre e comunque" ha prevalso e ho deciso di cimentarmi nell'anello, esattamente come descritto dall'amica Loredana. Il percorso è sempre agevole e bel segnalato. La via normale alla vetta (416) va affrontata in serenità e con molta cautela, soprattutto nei due tratti di massima pendenza, dove sono poste due staffe di ferro per agevolarne il passaggio. Questo spazio dovrebbe contenere esclusivamente dei commenti oggettivi attinenti al sentiero percorso. In realtà, ciò di cui mi piacerebbe parlare sono le sensazioni che ho provato al cospetto della spianata carsica della cima e dell'immensità del panorama. Sono sensazioni che mi sono entrate nell'anima e che spero non mi abbandoneranno mai. Ho visto un cielo terso come non mai, luci, colori, sensazioni di infinito e di immensità che, ad un ammalato di montagna come me, hanno riempito il cuore. Mi sono sentito piccolo di fronte alla magnificenza del creato che si può toccare da lassù e ho pensato intensamente a quanto poco basterebbe per essere felici. Ancora oggi mi piace addormentarmi ripensando a quello scenario: mi aiuta ad essere più positivo. In cima, poi, mi è tornata in mente la poesia di un Poeta - montanaro come noi - Erri De Luca, e sono riuscito ad apprezzarene ancora di più il significato. Probabilmente la conoscete già, ma a me piace l'idea di proporla lo stesso. Nel frattempo vi saluto tutti e vi invito a salire su questa splendida vetta. ERRI DE LUCA Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso involontario,la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggivale ancora poco.Considero valore tutte le ferite.Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacerein tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,provare gratitudine senza ricordarsi di che.Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nomedel vento che sta asciugando il bucato.Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.Molti di questi valori non ho conosciuto.
  • 10/08/2011 Oggi sembrava la giornata ideale per salire alla Creta di Aip, meteo ottimo, aria frizzante, vento e cielo terso. Itinerario prescelto: Casaon di Lanza, casera di Val Dolce, casera di Aip (ancora in piedi seppur fatiscente) biv. Lomasti, salita e discesa dalla Creta di Aip per la via normale (sent.416), sent.403 e rientro al Cason di Lanza tramite sent.458 (lungo la pista grandi fioriture di cirsio lanoso). La salita alla creta è tranquilla e ben segnalata, la discesa da farsi con la massima attenzione vista l'esposizione. L'ambiente è severo ma all'arrivo sul pianoro sommitale si resta senza parole di fronte a tanta bellezza! Puntualmente presenti il cerastio di Carinzia, qualche genzianella delle Dolomiti, cuscinetti di potentilla rosea, varie sassifraghe, il raponzolo di sieber, via vai di marmotte. Panorama su tutte le nostre montagne fino al mare (oggi nitidamente visibile); bella, tranquilla, silenziosa la valle del Gail. In discesa visitata la grotta di Attila (acqua solforosa?) segnalata da un vecchio cartello in legno che però si trova a circa 200 m. dopo l'attacco sel sent.458.Giornata INDIMENTICABILE!Loredana
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