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    Elba - Pietra Murata
BlogSentieriNatura
venerdì 16 ottobre 2020

Pietra Murata da San Piero in Campo

L'escursione alla Pietra Murata ha inizio da San Piero in Campo: il piccolo paese è meritevole di una visita e, qualora si volesse partire dalla piazzetta, vi troveremo i segnavia CAI a indicarci il cammino già dal centro dell'abitato. In alternativa è possibile salire fino al campo sportivo e all'annesso e comodo parcheggio. Dove la strada si sdoppia prendiamo il ramo di destra che sfiora alcune recinzioni arrivando in breve al bivio principale della nostra escursione: qui rimaniamo ancora a destra (direzione Masso a Quata) riservando l'altra direzione per il rientro. Dietro di noi possiamo ora vedere meglio San Pietro in Campo e, apparentemente vicina, Marina di Campo.
01-Vista su San Piero in Campo01-Vista su San Piero in Campo
Al successivo bivio ci teniamo sempre a destra in direzione della chiesa di San Giovanni. Percorrendo in falsopiano una zona boscata dove crescono anche i castagni, arriviamo velocemente al ripiano che ospita l'antico edificio. La chiesa è priva del tetto ma ha le pareti e la torretta con l'alloggiamento della campana ancora in piedi. La pieve di San Giovanni Battista, officiata fino al 1837, risale al 1150 e nella sua lunga storia annovera l’incendio da parte dei turchi di metà 500. Curioso il fatto che l’abside semicircolare sia rivolta a est. In questo modo il 21 giugno, solstizio e giornata dedicata al Santo, il sole nascente illumina l'interno.
02-La facciata della chiesa di San Giovanni02-La facciata della chiesa di San Giovanni
Alla Pieve arriva anche la strada asfaltata che risaliamo per un tratto su alcuni tornantini, imboccando poi una sterrata sulla sinistra. La pista entra in una bella pineta che ci offre qualche riparo alla pioggia iniziata da qualche minuto. All'uscita dal bosco ignoriamo la prima diramazione a destra per il Masso alla Quata e proseguiamo diritti oltrepassando una raccolta d'acqua.
03-Il Grottino della Guata03-Il Grottino della Guata
Quello successivo a destra è il nostro bivio: passando nei pressi di alcuni caprili, con un dislivello di poco inferiore ai 200 m, il sentiero rimonta tra felci, eriche e blocchi di granito fino a raggiungere il Masso alla Quata (m 746). Sopra di esso è stato eretto un minuscolo osservatorio che funge da ricovero, oggi, per il vento.
04-Le pendici tra le Calanche e il monte Capanne04-Le pendici tra le Calanche e il monte Capanne
05-Osservatorio sul Masso a Quata05-Osservatorio sul Masso a Quata
Il punto è davvero molto panoramico su questo settore dell'Elba e sulle sue coste. E’ arrivato anche un gruppo di ciclisti in mountain bike che presto riparte con una veloce discesa lungo il sentiero che abbiamo utilizzato per salire.
Ridiscesi anche noi al bivio, riprendiamo la pista facendo attenzione al sentierino che si stacca dopo poco sulla sinistra, addentrandosi in un settore ricco di grandi massi granitici dalle forme curiose. Uno in particolare, affacciato sul mare, è di dimensioni ragguardevoli: è la Pietra Murata. Già in epoca preistorica è servito da riparo e tuttora funge da appoggio al caprile presso la parete. Siamo proprio di fronte all'isola di Pianosa che si stende sul mare come un foglio.
06-La poderosa Pietra Murata06-La poderosa Pietra Murata
Ripresa la pista la percorriamo per pochi metri deviando a sinistra al successivo bivio. Ci si ritrova così a scendere ripidamente lungo un solco, quasi un impluvio sconnesso, circondati da un fitto tunnel di arbusti, cresciuto ad occupare ogni spazio. All’innesto sul sentiero CAI 135 lo imbocchiamo a sinistra per tornare verso il paese, camminando piacevolmente in falsopiano. Il largo sentiero, circondato dalla macchia, conduce al molino di Moncione, in funzione fino al 1910 e ora ridotto a rudere. Ancora un tratto e siamo al bivio della mattinata, molto vicini ormai al parcheggio del campo sportivo.
07-Ruderi del molino di Moncione07-Ruderi del molino di Moncione
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