Da Selva di Cadore, valicato il passo Staulanza, divalliamo al tornante successivo dove imbocchiamo la rotabile per Casera Vescovà. Lasciata l'auto nell’ampio spazio antistante, imbocchiamo il sentiero CAI 561, che sale il ripido pascolo a monte della casera. Più in alto il pendio si appoggia e ci troviamo a camminare piacevolmente su un tratturo erboso in mezzo a prati fioriti che ben presto confluisce nella pista sterrata di Col dei Baldi.
01-Alla partenza da Casera Vescovà
02-Praterie sul Col dei Baldi
Perdendo leggermente quota arriviamo nei pressi di casera Pioda, dove ha inizio il sentiero diretto al Coldai. Il primo tratto è ampio e si snoda tra prati fioriti, ma ci sono innumervoli scorciatoie per chi preferisce evitare la grossolana lastricatura. Una deviazione a sinistra indica la possibilità di raggiungere il sito con iscrizioni romane, in val delle Ziolere. Tali iscrizioni segnavano confini dell’epoca. Nel tratto più in alto si affianca e si supera un rio. Dopo qualche ampia svolta la mulattiera si trasforma nel sentiero che risale a piccole svolte nel classico ambiente dolomitico. Aggirato un costone, appaiono gli ultimi piloni della teleferica dietro i quali si trova il rifugio Sonnino al Coldai (m 2132).
03-Il sentiero verso il rifugio Sonnino al Coldai
04-Il rifugio Sonnino al Coldai
Una parete verticale di rocce rosate ospita la fioritura, tra le altre piante, di alcuni cuscinetti di sassifraghe. Sfiorato l'edificio, si aggira la costa con la presa d'acqua del rifugio, azionata ora da un motore, poi si rimonta fino alla insellatura di forcella Coldai (m 2191). Pausa: si apre la vista sulla conca del lago Coldai che si trova poco sotto il passo. Scendiamo in breve alle sue rive (m 2143), dove abbiamo anche la possibilità di compiere il classico giro attorno allo specchio d'acqua. Tra i tanti turisti c'è anche chi azzarda un bagno nelle fresche (?) acque del lago.
05-La conca alpina del laghetto Coldai
06-Lo speccchio d'acqua del laghetto Coldai