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    Calabria - Monte La Caccia da Trifari
BlogSentieriNatura
mercoledì 17 ottobre 2018

Monte La Caccia da Trifari

Oggi ci portiamo nuovamente nella parte più meridionale del Parco del Pollino, tra le montagne dell’Orsomarso. Questo è il luogo dove, abbarbicato alle ripide pareti rocciose, il pino loricato presenta le sue popolazioni più meridionali. Ne approfittiamo per vederne alcuni esemplari e raggiungere nel contempo una vetta elevata, situata a oriente di Belvedere Marittimo: il monte La Caccia.
Dalla costa tirrenica della Calabria, precisamente da Belvedere Marittimo, raggiungiamo, con stradina impervia, il borgo di Trifari. Parcheggiamo presso il cartello illustrativo del percorso. Noto che accanto a questo è stato posto anche un cartello di cantiere che ci informa dei lavori di sistemazione appena eseguiti. Il sentiero è tabellato CAI anche se non presenta segnavia. Dal tabello illustrativo la mulattiera prende a salire con decisione, trasformandosi più avanti in tratturo terroso. Questo largo tracciato sale in diagonale mirando alla sella tra il monte La Caccia e il Cannitello. Un tratto arioso su pendio prativo, dove è stata posizionata una croce in pietra, è stato protetto da staccionate in legno. E’ da qui che si apre il panorama sui paesi della costa. In avanti invece la vista è rivolta all’insellatura dove si intravedono già alcuni pini loricati.
01-Le bastionate rocciose del monte La Caccia01-Le bastionate rocciose del monte La Caccia
Ma sono solo pochi attimi, poi tutto viene inghiottito da densa nebbia. Si arriva così alla loc. Porticelle (m 950, tabella CAI) dove una panca invita a una sosta. Nelle rocce sopra la panca è stato apposto un crocifisso realizzato con una serie di piastrelle in ceramica. Il nostro prossimo step è il Gafaro della Neve: riprendiamo la marcia. Attraversato un piccolo lembo vegetato, il sentiero prende a traversare sotto una fascia rocciosa verticale, esposto su ripide pendici, in parte protette da staccionata. Prosegue poi con andamento di mulattiera su fondo roccioso puntando all’insellatura visibile davanti a noi tra le nebbie fumanti. I lembi di boschetto sono formati da faggi, lecci, ginepri, aceri e orniello, e nel sottobosco crescono cespi di erica. Un unico, piccolo doppio tornante interrompe la continuità della diagonale, mentre fanno la loro comparsa i primi pini loricati. Il sentiero prende a salire con pendenza più sostenuta e si va ad accostare alla destra orografica di un solco profondo scavato da un rio. Arrivati alla località Gafaro della neve (m 1100, panchina), un ponticello in legno ci fa oltrepassare l'impluvio. Ha inizio ora il settore più scosceso e soggetto a sgretolamento e contemporaneamente si entra nell'ambiente suggestivo dei pini loricati dalle forme sofferte. Si sale ripidamente mentre dalla sella ci raggiungono alcune ondate di nebbia.
02-La comoda mulattiera in direzione del rifugio Belvedere02-La comoda mulattiera in direzione del rifugio Belvedere
Ora ci siamo un poco discostati dalle pareti del monte La Caccia e ne riusciamo a vedere le caratteristiche. La montagna si presenta con pareti rocciose assai verticali punteggiate da pini loricati. Questa specie arborea deve il suo nome alla corteccia formata da placche simili alla corazza romana (lorica).
03-Il pendio eroso sotto il rifugio Belvedere03-Il pendio eroso sotto il rifugio Belvedere
Aggirato sulla destra un dirupo, con una serie di piccole svolte si raggiunge il rifugio Belvedere. Ci troviamo a 1355 metri e la nebbia si è dissolta. L’edificio è stato edificato nel 2004 a cura degli Amici della Montagna e consente il pernottamento previo accordo. Pochi metri più a monte raggiungiamo la cappella di Santa Croce (m 1363) e l’eccessiva croce in metallo smaltato bianco. All’interno del piccolo edificio di culto sono state apposte parecchie croci portate da gruppi o da singoli pellegrini. Al bivio presso la cappella tralasciamo il sentiero che prosegue protetto da staccionata per rimontare le erte pendici di sinistra. Da qui in cima non troveremo sentiero segnato.
04-La salita lungo la dorsale del monte La Caccia04-La salita lungo la dorsale del monte La Caccia
Si sale direttamente per la cresta in maniera molto ripida ritrovando a tratti una traccia di passaggio abbastanza marcata. Si rimane su filo di cresta che si fa sempre più ripido salendo fino ad un roccione che deve essere aggirato sulla sinistra. Successivamente si riguadagna il filo di cresta sempre più esile. Sulla stretta dorsale ci si porta alla base del pendio successivo, coperto da erbe e cespugli. Si rimonta in maniera più decisa fino a sbucare su un ripiano boscato a faggi. La stagione autunnale e la quota elevata fanno sì che queste essenze arboree mostrino i loro caldi colori. Da destra arriva una traccia con bolli rossi, noi ci teniamo a sinistra raggiungendo in pochi metri nuovamente la linea di cresta. Da qui ha inizio l'avvicinamento conclusivo che si svolge all'interno di una bellissima faggeta rocciosa, sul versante destro della cresta.
05-Panorama sul Tirreno dalla cima del monte La Caccia05-Panorama sul Tirreno dalla cima del monte La Caccia
06-La faggeta sommitale del monte La Caccia06-La faggeta sommitale del monte La Caccia
Qualche saliscendi ci fa toccare alcune forcellette affacciate sui dirupi meridionali. La traccia presenta incertezze dovute a qualche schianto. Oltre l’ultima forcellina si esce finalmente all'aperto, pochi metri prima del cocuzzolo sommitale. La piccola cima del monte La Caccia (m 1744), indicata da una modesta croce su un ometto di sassi è completamente sgombra dalla vegetazione e offre un ottimo panorama che si apre improvvisamente, all’arrivo, con un colpo d’occhio eccezionale su tutta la linea della costa tirrenica e sui monti dell’Orsomarso. E’ qui che ci godiamo il tepore di una giornata autunnale decisamente mite.
07-La stretta cresta erbosa che scende verso il rifugio Belvedere07-La stretta cresta erbosa che scende verso il rifugio Belvedere
08-Punto protetto lungo il sentiero al rifugio Belvedere08-Punto protetto lungo il sentiero al rifugio Belvedere
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