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    Gran Sasso - Monte Prena
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BlogSentieriNatura
sabato 12 settembre 2015

Monte Prena da Campo Imperatore

Anche oggi, come quasi ogni giorno, percorreremo un tratto del sentiero del Centenario per salire sul monte Prena, la cima più tormentata del gruppo. Per arrivare al punto di partenza, dalla strada principale imbocchiamo la pista sterrata che si avvicina alle pendici del monte Camicia. Il fondo è dissestato e gli escursionisti, uno ad uno, parcheggiano ai lati come facciamo presto anche noi. Seguendo la pista, o tagliando sulla magra prateria, ci si avvicina alla curva che la strada compie prima di arrivare alle miniere di bitume. Senza raggiungerle, si lascia la pista per salire a sinistra (m 1745) lungo il sentiero che rimonta un piccolo solco naturale.
01-Si inizia la salita al monte Prena01-Si inizia la salita al monte Prena
02-Traverso sulle pendici del monte Camicia02-Traverso sulle pendici del monte Camicia
03-Valloni pietrosi alle pendici del monte Camicia03-Valloni pietrosi alle pendici del monte Camicia
Ci si alza per prati per poi iniziare a traversare sopra il tratto intermedio della Fornaca, il grande solco che incide il versante meridionale del Prena. E' proprio da qui che abbiamo una prima visuale sulle tormentate pendici del monte dove calanchi sabbiosi si alternano a piccoli fazzoletti verdi sospesi in un labirinto di torrioni e pinnacoli.
04-I pinnacoli del monte Prena04-I pinnacoli del monte Prena
Oltrepassata una zona di grande erosione, il sentiero piega a destra per rimontare una costa erbosa dove non mancano le fioriture nonostante la stagione avanzata. Siamo ora alla testata della Fornaca dove il sentiero si orienta nuovamente verso la linea di cresta passando sotto le Coste di Sferruccio. Ancora qualche strappo ed infine la diagonale ci porta al limite orientale del Vado di Ferruccio (m 2242) dove il panorama si apre ulteriormente. Il versante teramano mostra un paesaggio diverso, caratterizzato da morbide ondulazioni collinari che arrivano fino all'Adriatico.
05-Camosci appenninici alle pendici del monte Prena05-Camosci appenninici alle pendici del monte Prena
06-Panorama dalla vetta del monte Prena06-Panorama dalla vetta del monte Prena
07-Le roccette sommitali del monte Prena07-Le roccette sommitali del monte Prena
Il sentiero piega ora a sinistra e inizia a traversare la cresta aggirando alcune gobbe rocciose circondate da fine detrito sul quale attecchiscono solo poche macchie verdi. Con percorso articolato, destreggiandosi tra cengette e pinnacoli, si arriva alla fine della ampia insellatura, proprio ai piedi del monte Prena. Su finissime ghiaie ci si porta a destra per risalire un pendio erboso disseminato di grandi macigni. Poco più in alto un gruppo di camosci appenninici ci osserva incuriosito mentre raggiungiamo la spalla soprastante. Qui inizia la parte più impegnativa dell'escursione poiché il sentiero si fa via via più ripido sulla direzione indicata da un curioso masso incastrato tra due guglie. Rimontando una costola verde si arriva al punto dove questa sfuma su detriti grossolani. Faticosamente li si risale accostandosi alle roccette sommitali che devono essere superate attraverso una serie di piccole rampe (bolli rossi e gialli). Si arriva così in cima a pochi metri dalla croce del monte Prena (m 2561) che si raggiunge per un esile crestina. Magnifica la veduta su Campo Imperatore e sul mondo "dolomitico" di queste alte quote, fatto da pinnacoli levigati e smussati dal tempo e pendii detritici e sabbiosi che ci ricordano i luoghi di provenienza. Riusciamo a seguire per un tratto con la vista la prosecuzione del Sentiero del Centenario sul quale si stanno cimentando altri escursionisti.
08-Forcellone alla base del monte Prena08-Forcellone alla base del monte Prena
09-Il curioso masso incastrato09-Il curioso masso incastrato
10-L'ampio valico del Vado di Ferruccio10-L'ampio valico del Vado di Ferruccio
11-Fazzoletti erbosi si alternano a fine detrito sui fianchi del Prena11-Fazzoletti erbosi si alternano a fine detrito sui fianchi del Prena
Dopo essere ridiscesi alla pista ci spingiamo fino alla sua conclusione per visitare il sito minerario del monte Camicia (m 1764). Gli edifici, ormai diroccati, furono costruiti per lo sfruttamento di scisti bituminosi ma non entrarono mai in attività. Era il 1944, la zona fu occupata dai tedeschi e non se ne fece più nulla. Scendendo lungo il pendio sottostante non dimenticatevi di cercare lo stemma aragonese: il simbolo di Pietro d'Aragona è stato inciso sulla superficie levigata di un macigno isolato. Tenendo conto del periodo in cui visse il personaggio, si presume risalga alla fine del 1400, con origini non del tutto chiare, ma probabilmente legate alla Dogana.
12-La miniera di bitume alle pendici del monte Camicia12-La miniera di bitume alle pendici del monte Camicia
13-Ruderi della miniera di bitume alle pendici del monte Camicia13-Ruderi della miniera di bitume alle pendici del monte Camicia
14-L'incisione dello stemma di Pietro d'Aragona14-L'incisione dello stemma di Pietro d'Aragona
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