Delle cime che in successione si dipanano sulla cresta principale dei Monti della Laga, Cima Lepri è proprio la quota che si trova davanti ad Amatrice, la cittadina dove siamo alloggiati e punto strategico per visitare il Parco. Attraversato il Tronto, risaliamo a Sommati e poi a Santangelo da dove si dipana una lunga stradina asfaltata che, con diversi tornanti, sale fino alla località Macchie Piane. Il tracciato è buono e ci troviamo presto sul grande ripiano delle Macchie Piane, in ambiente aperto, intorno ai 1600 m di quota.
01-Fioriture di ginestre a Macchie Piane
02-Il Tracciolino di Annibale traversa sotto il Pizzo di Sevo
03-Stratificazioni orizzontali sulle pendici del Pizzo di Sevo
Un vento deciso soffia tra le assi del vecchio cartello di legno che descriveva un tempo qualcosa: è ormai illeggibile e in giro non si notano altre indicazioni. Con la speranza che il vento si attenui, iniziamo il cammino imboccando il marcato tratturo che si allontana lungo il pascolo. Al primo bivio (poco evidente) ci teniamo a sinistra mirando alla evidente mulattiera che traversa più in alto. Raggiunta una costa con ginestre e un caratteristico filare di faggi, appaiono i primi confortanti segnavia CAI. Ignorando le tante tracce che solcano il terreno si risale la costa piegando poi bruscamente a destra per traversare le pendici di Colle dell’Orto. Arriviamo così ad una larga spalla erbosa dove terminano i problemi di orientamento: qui, infatti, ha inizio il marcato traverso che percorre le pendici meridionali del Pizzo di Sevo. Il lungo cengione erboso segue fedelmente le stratificazioni rocciose del Pizzo di Sevo e porta il suggestivo nome di Tracciolino di Annibale.
04-Cascatella sulle pendici del Pizzo di Sevo
05-Il sentiero verso la forcella; sullo sfondo la Cima Lepri
06-Salti d'acqua sulle pendici del Pizzo di Sevo
Si asseconda un primo impluvio, il fosso dei Caprini, aggirando successivamente un costone e andando ad intersecare anche il canale che discende direttamente dalla cima del Pizzo di Sevo. L'acqua dei nevai in rapido scioglimento alimenta il piccolo rio che scende a salti sui gradoni rocciosi orizzontali. Poco sopra il sentiero, uno straordinario gruppo di genziane appenniniche ci invita a salire per un incontro più ravvicinato: si trovano in una posizione scomodissima ma proviamo lo stesso a scattare qualche foto cercando di ancorarci ai pochi centimetri stabili. Dopo la successiva costa, a quota 2033, il sentiero si porta sotto la cresta principale della Laga alla quale si rimonta per prati. La sella porta il nome di Vado di Annibale, ma è piuttosto improbabile che, come vuole la tradizione, Annibale potesse passare con la carovana di elefanti su queste pendici.
07-Il monte Vettore dalla cresta sommitale di Cima Lepri
08-Formazioni rocciose sulla Cima Lepri
09-La croce di vetta di Cima Lepri e sullo sfondo il Pizzo di Sevo
10-Prati fioriti lungo la cresta di Cima Lepri
Al quadrivio della sella ci si tiene a destra iniziando a percorrere la larga dorsale che porta alla Cima Lepri. Inizialmente erbosa, la cresta mostra successivamente qualche tratto più roccioso, ma si tratta in ogni caso di un percorso molto agevole e panoramico. Tutto questo naturalmente se non ci fosse il forte vento che mi impedisce di camminare speditamente. Non avendo io uno zaino particolarmente zavorrato, vacillo. Per cercare riparo proviamo a scendere un poco a sinistra: la cosa funziona relativamente, ma comunque ci ritroviamo ai piedi del colletto sommitale. Ancora un poco di lotta con l’equilibrio precario e siamo infine sul punto più alto della cresta di Cima Lepri (m 2445). La cima è caratterizzata da piccoli avvallamenti e qualche affioramento roccioso dalle forme particolari ed è contrassegnata da una scarna croce.
11-Foriture di silene sulla cresta di Cima Lepri
12-Il Pizzo di Sevo dal Vado di Annibale
13-Un profondo fosso incide il pendio meridionale del Pizzo di Sevo
14-Il Pizzo di Sevo dal Tracciolino di Annibale
Il panorama è eccezionale e spazia dai Sibillini al Gran Sasso comprendendo naturalmente anche tutto il gruppo della Laga vista la posizione centrale del monte. Siamo proprio alla testata del Fosso Piè di Lepre che forma, più sotto, la
Cascata delle Scalette da noi visitata precedentemente. Per il ritorno seguiamo lo stesso itinerario, concedendoci qualche sosta in più in quanto il tempo si è rimesso al bello e il vento, dalla forcella verso valle, cessa del tutto.
15-Genziane lungo il sentiero di rientro
16-La cresta principale dei Monti della Laga con Cima Lepri
17-Ginestre sopra Macchie Piane