La zona di passo Falzarego fu, durante la Grande Guerra, terra di confine tra i due schieramenti che qui si fronteggiavano a poca distanza. Gli italiani si attestavano sulle 5 torri e sull'Averau mentre gli austriaci occupavano la cima del Piccolo Lagazuoi e il Sas da Stria. In seguito ad una ardita azione del maggiore Ettore Martini, i nostri riuscirono a conquistare e ad attestarsi, nell'ottobre del 1915, su una cengia che corre sulla parete meridionale del Piccolo Lagazuoi. Una posizione privilegiata che consentiva di controllare tutti i movimenti del passo. Gli austriaci le provarono tutte per scalzare i nemici dalla cengia che nel frattempo era diventata una fortezza con tanto di cucine e posto di medicazione. Falliti tutti i tentativi si passò alle mine: quattro furono quelle lanciate verso la cengia dagli austriaci. I nostri invece, nel tentativo di conquistare il Piccolo Lagazuoi, costruirono una lunga galleria nella montagna per portare ingenti quantità di esplosivo sotto l'anticima del monte che venne fatta letteralmente saltare in aria nel giugno del 1917.
01-Il sentiero che conduce all'imbocco della galleria del Lagazuoi
02-Ingresso in galleria
03-Il primo tratto della cengia Martini
Sia la galleria che la cengia che oggi porta il nome del maggiore Martini sono visitabili salendo dal passo Falzarego o scendendo dal rifugio Lagazuoi dopo essere saliti con la funivia. Il percorso presenta diversi punti attrezzati con passamani ma è semplice e molto frequentato. Indispensabili invece si rivelano il caschetto e la torcia. Dal passo Falzarego (m 2105) imbocchiamo il frequentato segnavia 402 abbandonandolo più in alto per tenersi a sinistra verso la galleria. Conviene visitare inizialmente la cengia che con percorso spettacolare, tra resti di postazioni e passaggi in galleria, ci porterà fino alla ricostruita baracca ufficiali.
04-Riparo lungo la cengia Martini
05-Lungo la cengia Martini
06-Pareti aggettanti lungo la cengia Martini
07-Resti di postazioni lungo la cengia Martini
Dopo essere ritornati sui propri passi possiamo imboccare la galleria. Al buio, facendosi guidare dal cavo passamano, si sale lungamente questo cunicolo elicoidale, spesso scivoloso e con poche finestre. Se soffrite di claustrofobia, se l'aria chiusa vi fa venir il mal di testa, se amate spaziare con lo sguardo sul panorama, questo itinerario non fa per voi. Ma è una esperienza che va provata. Di tanto in tanto incontriamo persone che scendono e bisogna ricavare lo spazio per il transito tra le umide rocce su cui ci si muove.
08-Finestroni artificiali aperti sul passo Falzarego
09-Baraccamenti ricostruiti lungo la cengia Martini
10-I ripari della cengia Martini
11-Ricostruzione di postazione con mitragliatrice pesso l'uscita della galleria de Lagazuoi
12-All'uscita dalla galleria del Lagazuoi
Usciamo (finalmente per me) a riveder le stelle in una bella giornata di sole poco sotto il rifugio Lagazuoi nel punto dove ci dovrebbe essere il cratere lasciato dall'esplosione della mina sotto quella che era l'antecima. Decidiamo di evitare la cima del Lagazuoi, sempre così affollata, che comunque conosciamo già. Optiamo invece per scendere lungo il comodo sentiero di accesso al rifugio.
13-Forcella Lagazuoi e Tofane
14-Il sentiero verso il rifugio Lagazuoi
15-Postazioni presso il rifugio Lagazuoi
16-Forcella Lagazuoi
Cartelli espicativi illustrano la storia dei resti di postazioni che si incontrano fino alla sottostante forcella Lagazuoi (m 2573). Al crocevia di sentieri in forcella, proseguiamo sul 401 per arrivare a forcella Travenanzes (m 2507). Decidiamo di fare una piccola deviazione per passeggiare sulla cima vicina, la Zima de Fouzargo, piatta ed estesa (m 2563). Una semplice croce di legno avvolta da filo spinato testimonia la passata attività bellica.
17-Caratteristici affioramenti rossastri sulla Zima de Fouzargo
18-Croce di vetta alla Zima de Fouzargo
19-La Tofana di Rozes
20-Lastoi de Formin e Pelmo sullo sfondo
Quello che colpisce sono gli affioramenti colorati di terra rossastra che conferiscono un aspetto particolare al paesaggio intorno, di chiara dolomia. Cercando bene, è ancora possibile trovare resti in ferro, o pezzi di suole del secolo scorso. Rientrati a Forcella Travenanzes scendiamo lungo il 402 al passo Falzarego.
21-Le Cinque Torri
22-In discesa verso il passo Falzarego
La Carta è la TABACCO 07