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    Marmolada - Cresta di Costabella
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lunedì 23 luglio 2012
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Cresta di Costabella lungo il sentiero Bepi Zac

Il sentiero Bepi Zac è un bellissimo itinerario di cresta, oggetto di manutenzione assidua, che unisce l'indubbia bellezza paesaggistica all'interesse storico. Qui si è combattuto e numerosi sono i resti di postazioni belliche risalenti alla Grande Guerra.
01-La cresta di Costabella dai prati di Campagnaccia01-La cresta di Costabella dai prati di Campagnaccia
Dal passo di San Pellegrino la seggiovia di Costabella ci porta velocemente alla stazione a monte, a oltre 2100 metri di quota. Da qui si imbocca il sentiero che taglia i prati in direzione del passo delle Selle e del rifugio che porta lo stesso nome. Raggiunto un dosso allungato lo si asseconda attraversando una zona disseminata di sassi e macigni sulle cui sommità hanno trovato dimora vistosi licheni dal colore arancio.
02-I licheni colorati sui prati di Campagnaccia02-I licheni colorati sui prati di Campagnaccia
Ci si avvicina così al pendio conclusivo che si rimonta dopo aver intersecato la pista di servizio al rifugio. Ancora un paio di svolte e si è al rifugio Passo Selle (m 2528).
03-Il rifugio Passo Selle03-Il rifugio Passo Selle
04-Il tratto di salita sopra passo Selle04-Il tratto di salita sopra passo Selle
Una targa sulla destra indica l'inizio del sentiero attrezzato Bepi Zac. I primi tornanti sono ripidi e così c'è la scusa per fermarsi quasi subito ad osservare alcune postazioni tra cui una cannoniera in caverna.
05-Fioritura di sassifraghe sulle pendici del Piccolo Lastei05-Fioritura di sassifraghe sulle pendici del Piccolo Lastei
Più in alto iniziano le prime assicurazioni che consistono in un cavo passamano che aiuta nel superamento di un canalino detritico. Questo conduce direttamente in cresta dove si rimane per poco poiché il sentiero già ci fa scendere alla successiva insellatura.
06-Le postazioni del Piccolo Lastei06-Le postazioni del Piccolo Lastei
07-La visuale da un osservatorio in cresta07-La visuale da un osservatorio in cresta
Accanto al sentiero si notano tanti resti di sostegni e baraccamenti. Si passa accanto all’apertura di diverse gallerie tra le quali una che porta ad una cengia attrezzata. Una seconda galleria più angusta e più bassa (utile il caschetto) porta all’ingresso di un ricovero austriaco per 12 soldati. La dotazione interna degli arredi è originale (Piccolo Lastei - 2.650 m – camerata di Keiserschutzen).
08-Resti di postazioni sul Gran Lastei08-Resti di postazioni sul Gran Lastei
09-L'interno di un ricovero austriaco con arredi dell'epoca09-L'interno di un ricovero austriaco con arredi dell'epoca
Dal ricovero inizia il traverso sulla cengia che aggira il versante nord del Piccolo Lastei. Se non lo si è ancora fatto, qui è consigliabile indossare l’imbragatura. La cengia presenta un punto interrotto a cui fa seguito una breve paretina (cavo e pioli), per il resto il cammino è abbastanza largo e nei punti più esposti è sempre assicurato.
10-Passerelle ripristinate lungo la prima parte del sentiero Bepi Zac10-Passerelle ripristinate lungo la prima parte del sentiero Bepi Zac
11-Passerella lungo il traverso del Gran Lastei11-Passerella lungo il traverso del Gran Lastei
Altri passaggi su ponticelli e scalette conducono ad una sottile crestina attrezzata che si esaurisce sulle pendici della cima successiva. Da notare lungo i ghiaioni che scendono sul versante nord quantità di filo spinato arrotolato e sfasciumi di legname dell’epoca.
12-Postazione in caverna sulla Cima di Campagnaccia12-Postazione in caverna sulla Cima di Campagnaccia
13-L'ampia sella detritica che precede la Cima di Costabella13-L'ampia sella detritica che precede la Cima di Costabella
Dalla forcella si risale faticosamente per quello che resta del sentierino militare, toccando alcune caverne tra cui la Konig Ludwig Hutte. Oltre alle emergenze storiche ci sono da osservare le bellezze della flora d'alta quota qui rappresentata da papavero e cerastio.
14-La cima Campagnaccia14-La cima Campagnaccia
Sulla Cima Campagnaccia a 2737, una piccola croce in legno segna il punto più alto: è un buon momento per osservare il panorama prima di divallare nell'altro versante.
15-Resti di reticolati lungo il sentiero Bepi Zac15-Resti di reticolati lungo il sentiero Bepi Zac
16-Gallerie presso la Cima di Costabella16-Gallerie presso la Cima di Costabella
17-Fioriture di cerastio sulla Cima di Costabella17-Fioriture di cerastio sulla Cima di Costabella
Si scende ad una larga insellatura intersecata dai segni dei reticolati e delle trincee da dove poi si rimonta per detriti e zolle erbose verso alcune postazioni. A questo punto il sentiero sale con una scaletta di legno su una cresta articolata e traforata da basse gallerie.
18-Passaggio attrezzato sulla Cima di Costabella18-Passaggio attrezzato sulla Cima di Costabella
All'uscita dall'ultima galleria ci si ritrova sulla sommità di una cresta rocciosa, gradinata sul versante destro ed attrezzata con il cavo. La si percorre in discesa con attenzione (è forse il punto più impegnativo del percorso) entrando poi in una breve galleria. Oltre questa si arriva ad una selletta ingombra di resti di baraccamenti dove il terreno si fa nuovamente comodo e ondulato.
19-L'esposto tratto di cresta attrezzato e gradinato19-L'esposto tratto di cresta attrezzato e gradinato
20-Gallerie sulla Cima di Costabella20-Gallerie sulla Cima di Costabella
Raggiunto il dosso soprastante si arriva in vista del tratto conclusivo dell’escursione che ci porterà a visitare il caratteristico uovo roccioso del Sasso di Costabella: lo si riconosce già da lontano per la presenza di una grande finestrone nella roccia.
21-Tappeto di Linaria alpina sulla Cima di Costabella21-Tappeto di Linaria alpina sulla Cima di Costabella
22-L'osservatorio italiano del Sasso di Costabella22-L'osservatorio italiano del Sasso di Costabella
Un sentiero in quota sulle ghiaie ci fa arrivare alla base di questa curiosa formazione rocciosa, traforata dalle postazioni italiane. C’è la possibilità di tenersi a sinistra e scendere direttamente alla forcella (utile per chi a questo punto ne ha abbastanza), oppure visitare anche la postazione all’interno dell’uovo. Per arrivare all'ingresso si rimonta un canalino detritico (cavo, pioli e staffe) fino ad un passaggio con passerella che conduce all'interno dove era allestita una mostra fotografica con immagini piuttosto crude della Grande Guerra.
23-L'allestimento della mostra fotografica all'interno del Sasso di Costabella23-L'allestimento della mostra fotografica all'interno del Sasso di Costabella
Dalla passerella si prosegue lungo il canalino ancora per qualche metro portandosi sul castello sommitale dove c'è la possibilità di visitare anche le postazioni in cresta (breve deviazione a destra). La discesa riprende a sinistra lungo una placca attrezzata a cui fa seguito una stretta fessura rocciosa (cavo e doppia scala).
24-La scala in legno che conclude il sentiero Bepi Zac24-La scala in legno che conclude il sentiero Bepi Zac
Facendo attenzione all'esposizione, si taglia in moderata discesa un erto pendio passando accanto ai resti di alcune postazioni. Si aggira uno sperone roccioso screziato da venature scure, si supera una passerella in legno e si arriva al cartello che segnala la conclusione del sentiero attrezzato (forcella Ciadin).
Da qualche anno, è stata segnalata anche la prosecuzione sulle pendici della Cima dell'Uomo dove però sono presenti difficoltà decisamente superiori. Per noi oggi basta così: una breve pausa per rifiatare e poi giù verso i prati passando per un ghiaione terroso.
25-Presso la forcella del Ciadin25-Presso la forcella del Ciadin
26-I ghiaioni che scendono da forcella del Ciadin26-I ghiaioni che scendono da forcella del Ciadin
27-Fioriture di sassifraghe sulle pendici di Costabella27-Fioriture di sassifraghe sulle pendici di Costabella
Prima di giungere ai verdi il sentiero si destreggia ancora tra grandi macigni e tane di marmotte. Un cartello segnala il bivio con la traccia che, a destra, porta direttamente alla stazione superiore della seggiovia. E' una conclusione molto piacevole con il sentiero che indugia a lungo in quota su praterie fiorite e disseminate di sassi di ogni dimensione.
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