Avvicinamento
Dalla statale 13 Pontebbana si prende la deviazione per Moggio attraversando il ponte sul Fella. Senza raggiungere il centro del paese si devia a sinistra per Moggio Alto oltrepassando l'Abbazia. Si prosegue per via Abbazia e quindi a sinistra per via Cjavecis fino all'inizio di una strada cementata dove conviene parcheggiare (m 413 cartello segnavia CAI n.421).
Descrizione
Imboccata la pista cementata si entra in un boschetto di
castagno dove la strada risale con qualche svolta fino ad una abitazione ristrutturata. L'itinerario prosegue ora su fondo naturale in una pineta a pino nero e
pino silvestre nella quale si sale a pendenza costante. Con alcune lunghe diagonali, intervallate da un paio di tornanti, si risale così tutta la costa detta Crete da la Mont, passando accanto ad un'ancona con crocefisso. Giunti nei pressi di una selletta (m 961) la ampia mulattiera si trasforma definitivamente in sentiero accostandosi ulteriormente verso le pendici del Monticello. Con andamento più articolato si attraversa un bosco che nel frattempo si è arricchito di
faggio,
maggiociondolo e
acero di monte. A quota 1082 il sentiero passa accanto al piccolo stavolo Borghi dal quale si diparte a destra la traccia che conduce verso la borgata di Badiuz, sul versante opposto del del
Monticello. Seguendo invece i segnavia CAI si inizia una ripida salita nella pineta, caratterizzata qui da alcuni maestosi esemplari di
pino nero, alcuni dei quali rinsecchiti. Si giunge ad una specie di pulpito dal quale si apre una buona visuale sui monti che racchiudono la val Alba. Da qui, tenendosi sul ciglio di un ripido pendio, ha inizio un traverso la cui esposizione è solo in parte celata dalla boscaglia. Facendo la dovuta attenzione, soprattutto in presenza di tratti gelati o scivolosi, si guadagna terreno più comodo innestandosi infine sulla ampia mulattiera che sale dalla
Forca. La si segue a destra fino ad incontrare le indicazioni per la Cresta delle Betulle in corrispondenza dello spigolo meridionale del
Monticello (cartello). Lasciata quindi la mulattiera che utilizzeremo per il ritorno, si sale decisamente per gradoni erbosi e macchie di cespugli seguendo le segnalazioni di questa breve variante. La pendenza si esaurisce quasi subito mentre la crestina si fa sempre più esile e panoramica. Con percorso particolarmente piacevole, tra giovani qualche
betulle,
mughi e
faggi contorti, con qualche piccolo saliscendi si raggiunge presto la vetta del
Monticello (m 1362, croce e libro di vetta). Nonostante la quota modesta il panorama che si apre sui monti della
val Aupa è
particolarmente ampio) ed interessante. A nord la visuale si sofferma inevitabilmente sulla elegante mole della Grauzaria mentre ad est è possibile riconoscere tutte le vette che racchiudono la Val Alba, dalla
Creta dei Rusei al
monte Pisimoni.
Per la discesa si cala a sinistra (ovest) con un paio di svolte che ci portano ad affiancare alcune pareti rocciose ed una galleria. A fianco di questa una traccia conduce verso l'apertura di una seconda caverna nella quale si possono ancora riconoscere le originarie travature. Qui, nei pressi di una vasca in pietra, la mulattiera si orienta verso sud iniziando a tagliare le pendici scoscese del
Monticello, ricoperte da una rada boscaglia. Con i bellissimi colori della vegetazione autunnale, la visuale ora si allarga verso il vallone del Rio dal Mulin e sulle piccole borgate di
Morolz e delle Moggesse. Dopo essere rientrati nella pineta si ripercorre un tratto in comune con quanto fatto in precedenza per poi riprendere in discesa il segnavia CAI n.421 verso la Forca. Ci si abbassa con una lunga serie di tornanti dalla pendenza gradevole poi il sentiero compie una larga curva per assecondare una costola boscata. Ancora una diagonale ed una brusca svolta e si raggiunge anche la piccola insellatura della
Forca (m 922) che ospita una cappelletta ristrutturata. Al quadrivio si tralasciano i segnavia CAI n.420 che scendono l'uno a nord verso
borgo di Mezzo, l'altro a sud nel vallone del rio Travasans (utile per abbreviare l'escursione scendendo direttamente a sinistra verso borgo Travasans) e si prosegue diritti lungo il sentiero che si stacca di fronte alla cappella, molto evidente anche se non segnato. Si contornano così le pendici del monte Cesariis fino ad arrivare, a quota 912, ad una grande radura affacciata su Stavoli e le Moggesse. Si tratta di un pendio inclinato, sospeso su un profondo dirupo coperto di mughi, che offre il pretesto per una breve sosta ad osservare il fondovalle. Da qui il sentiero piega decisamente a sinistra iniziando a scendere lungamente nella pineta a comodi tornanti. Le ultime foglie delle
roverelle e dei
castagni ravvivano di giallo intenso il bosco del tardo autunno. La sede del sentiero si allarga sempre più fino a trasformarsi in pista sterrata. In corrispondenza delle prime case si scende ancora lungo l'asfalto imboccando il primo bivio a sinistra. Giunti in prossimità del rio Travasans, alla fine del guard rail, si scende sul greto, lo si attraversa e si risale brevemente dalla parte opposta ritrovandosi presso una piazzetta con fontana. Al primo bivio non rimane che tenere la sinistra per ricollegarsi esattamente al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Vento