08/07/2020 annalu97 Escursione effettuata ieri come da descrizione SN,In completa solitudine in tutta la sua lunghezza. Camminata che si svolge per gran parte in un bel bosco. Tratto finale prima della cima un po’ scivoloso a causa della pioggia della notte prima. Noiosa l’ultima parte su pista forestale ma sicuramente un percorso che merita!
01/06/2020 loredana.bergagna Il bisogno di silenzio è stato esaudito nonostante i numerosi escursionisti incrociati fino a casera Turriee e quattro in discesa poco sotto la cima, ma tutti di poche o zero parole; peccato, è una bella domenica. Fatto un itinerario diverso da quello proposto dalla guida, andata e ritorno per la stessa via, partenza da Casaso segnavia 438 che si inerpica lungo un canalino pietroso ed incassato, parecchi alberi a terra, c'è una breve deviazione segnalata che aggira qualche ostacolo, gli scarponi si adeguano docilmente alla via. Il rifugio Chianeipade è sempre ben tenuto ed in bella posizione, la verdeggiante conca di casera Turriee invita ad una breve sosta prima di rimettersi in moto verso la meta finale. Si prosegue lungo il sentiero Cai 435 che comodamente percorre le pendici del monte Cullar ignorando l'ometto a sinistra e le indicazioni dell'A.V. Val d'Incarojo preferendo salire più oltre, su zolle che abbozzano un sentiero piuttosto triste e poco frequentato. Brevemente ci si raccorda all'altra via di salita e lì, un sasso con una bella scritta gialla Cullar dice che si deve salire; dalla piccola forcella alla cima i mughi aiutano soprattutto in discesa. Cima piccola ma con due croci, una ricorda, in formato mignon, quella posta sul Lodin; si rientra percorrendo la cresta con le sue postazioni militari, cauta discesa sull'antipatico brecciolino e poi finalmente il sentiero vero, quel 435 che seguiremo brevemente fino a casera Turriee ripercorrendo poi il sentiero dell'andata fino a Casaso
16/07/2019 cjargnel Escursione di oggi 16/07/19 fatta esattamente come da relazione M22 di SN. Assolutamente interessante in particolare per la memoria storica e panorami. Tra l'altro il percorso si sviluppa per un 80% all'ombra per cui non si avverte l'effetto della calura estiva mitigata anche da una piacevole brezzolina. Volendo essere pignoli, poco prima di Casera Lius si percorrono una 50ina di mt nell'erba alta ma senza problemi aggiuntivi: siamo a Luglio! Resta poi il tratto sommitale che, nella discesa, tende un po' a perdersi ma non crea problemi visto che in ogni caso il 435 prima o poi lo si deve incrociare. Il 435 è una vera pacchia, un po' meno la sterrata che riporta verso la via dell'andata e che, a lungo andare e "risalire", un po' scoccia. Alla Casera Palon di Lius la situazione è stabile nel senso che rudere è diventata e rudere resta. La rabbia per quanto avvenuto è tanta ed a maggior ragione perchè in un posto così bello! Nei pressi della Casera Turriee è doveroso un pensiero alla memoria del Magg. Albarello. In conclusione: un gran bell'anello sotto ogni punto di vista. Mandi e buine mont a duç.
20/02/2019 loredana.bergagna Il Palon di Lius è la meta odierna de “Gli Scoiattoli” del Cai di Pasian di Prato; avvio poco oltre Saps utilizzando il sentiero 435a, ripido e scivoloso , la prima neve fa la sua comparsa poco oltre il Cuel Grant, a tratti, ammassata, paciocca; della casera Palis di Lius restano solo le quattro mura, spoglia; proseguendo la neve aumenta di spessore diventando insidiosa per la pendenza di qualche traverso.La percorrenza della lunga cresta è prudente, sprofonda anche chi ha le ciaspole ai piedi, attenzione alla pendenza e a non incastrare gli scarponi nei piccoli mughi che la neve nasconde, percorsa la cresta fin dove possibile, brevissima sosta, giusto il tempo di qualche foto al notevole panorama e discesa veloce alla sottostante e ben visibile casera Palis di Lius, lì la sosta si prolunga anche grazie al piacevole tepore. Tutto il tracciato è ben percorribile, solo un paio di alberi di traverso ma si superano senza difficoltà, ben visibile il lavoro di manutenzione già effettuato
06/05/2018 giuseppe.venica Escursione effettuata oggi 06/05/2018. Tutto come da relazione di SN fino alla vetta del Monte Cullar. Per il rientro ho utilizzato lo stesso percorso dell’andata, concedendomi la variante della salita alla lunga cresta erbosa del Palon di Lius. Il sentiero è quasi tutto in buone condizioni; alcuni schianti non ancora eliminati richiedono qualche contorsione o una breve deviazione. Dopo Casera Lius si sbuca su una pista forestale che va attraversata per riprendere il sentiero in salita nel bosco sul lato opposto (due enormi funghi in legno).Qualche residuo di neve dopo casera Turriee. Escursione appagante per la varietà di ambienti che si percorrono. Fino a Casera Turriee normali difficoltà escursionistiche; il tratto finale di ascesa al Monte Cullar si merita in pieno le doppia EE. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
04/11/2017 laura.molinari Escursione del 1 novembre 2017. Abbiamo seguito l’itinerario suggerito dalla guida fino al Cullar, ma al ritorno, anziché chiudere l’anello, abbiamo preferito ritornare sui nostri passi per affrontare anche la breve e facile risalita del crestone erboso del Palon di Lius. Il percorso è in ordine, come da relazione, tranne un franamento di pochi metri attorno a quota 1550, che costringe il sentiero a passare leggermente sopra il tracciato originario. Fin sopra la Casera Palis di Lius (o meglio, quel che ne resta dopo il rovinoso incendio della scorsa estate!) si svolge prevalentemente nel bosco e ha una buona pendenza che porta rapidamente in alto senza affaticare. Numerosi, recenti schianti, obbligano a qualche breve aggiramento o facile scavalcamento, ma non costituiscono comunque un grosso ostacolo. Il tratto più ostico, anche se abbastanza breve, è quello finale, molto ripido e su terreno friabile … i mughi offrono un provvidenziale aiutino. Sulla stretta cima, solo la cassettina con il quaderno di vetta, con rare firme (diverse conosciute!) a testimonianza della scarsa frequentazione di questo monte. Il cielo è coperto, ma la vista spazia ugualmente fino al Triglav da una parte e alle Dolomiti dall’altra, mentre molto più vicini troneggiano i gruppi del Sernio/Grauzaria e quello del Cavallo/Riosecco. Molto ampia, e leggermente spostata verso le Giulie, anche la visuale dal vicino Palon di Lius, che si raggiunge con un minimo aggravio di dislivello attraverso una facile e panoramica cresta erbosa. Quando facciamo ritorno ai prati di Casera Palis di Lius le ombre si stanno ormai allungando e l’ultimo tratto di sentiero viene percorso quasi al buio, fendendo la spessa lettiera di foglie di faggio. Proprio un bella escursione, con un buon dislivello ma non eccessivamente faticosa, tranne l’ultimo tratto per il Cullar (che però le numerose fortificazioni belliche rendono anche molto interessante). Se qualcuno non se la sentisse di affrontare il Cullar, il Palon di Lius costituisce una valida alternativa, con panorama altrettanto remunerativo. Tempi impiegati: 3.30 per il Cullar, 4.40 per il Palon di Lius, 6.45 per il ritorno all’auto in Val Aupa. Mandi e buona montagna a tutti!
14/05/2017 loredana.bergagna Palon di Lius, escursione venuta fuori così per caso, tanto per non stare fermi e breve quel tanto che basta per evitare i promessi temporali delle ore 15. Ne è uscita una gradevole ed appagante gita, senza alcuna difficoltà e non si avvertono nemmeno gli oltre 14 km. L'erbosa cresta non è di certo avara di panorami, si cammina lungo i solchi delle trincee, all'estremità della cresta resti di fortificazioni; rientro per la stessa via di salita; arrivati all'auto, giusto il tempo di addentare una fetta di torta e bere il caffè che cadono le prime sparute gocce.
29/06/2015 maja.ogrizek The path walked 24. 6. 2015; CAI 435a to the saddle between Cullar and Palon di Lius - Palon di Lius is a very beautiful ridge, an unmarked path goes to it, then you can continue along to the other side of the ridge, very beautiful and amazing panorama! In my opinion even more beautiful than from Monte Cullar. From Palon di Lius I continued to Cullar; the path is all the way in solid condition, easy to follow (yellow-white signs), the upper part needs some attention, but not difficult, could be climbed in a completely safe way. I slept in Casera Turriee and continued to Monte Flop the next day. Amazing sunset!
17/05/2015 loredana.bergagna E' una bella scarpinata, un minimo di attenzione il tratto finale sia in salita che in discesa. Per la discesa abbiamo preferito optare nuovamente per l'A.V.dell'Incarojo e poi raccordarci con il sv 435, dal bivio all'uscita dalla galleria si vedevano numerosi schianti; in realtà abbiamo poi appurato da una coppia di escursionisti che gli schianti potevano essere aggirati senza difficoltà. Pioggia pioggia e pioggia lungo tutto il rientro.
10/06/2014 askatasuna A Grant Cuel la fragranza dei sambuchi in fiore riempie le narici. Gli stavoli si riscaldano alla luce del mattino, splendida la porta sanguigna e poi lo scuro e gli stipiti blu, a ricordare il cielo sereno e caldo anche di notte, anche d’inverno. Il successivo traverso “espone” diversi alberi divorati e intagliati dal tempo. Gramigne di Parnasso rallegrano la penombra. Poi appare, lontano, il Cjâf dal Omp, col naso all’insù, disteso a prendere il sole. Casera Lius m’accoglie con una selva di Nontiscordardimè. Da qui in avanti occorre prepararsi a perder gli occhi in un’infinita serie fioriture a ritroso, fino ai crochi, bianchi come la neve che intorno a loro si scioglie sulla sella, sommergendo d’acqua gelata gli steli. Casera Palis è tirata a lucido e piena di optional. Il troi è inondato di pinguicole festanti ma sbarro gli occhi davanti a due cespi di campanellini (!) Prima della forca punto alla dorsale erbosa del Palon di Lius. Semplice, dolce, invitante, un balcone che ammutolisce. Mi fermo in cresta, disteso verso Mangart e Montâs, sopportando ogni approccio delle legioni di insetti presenti, fino a che una speleo-furmie decide di entrarmi nell’orecchio, sentirla ravanare sul timpano mi basta. Scendo a casera Turriee, spartano ricovero con due reti modello griglia arrugginita e un solo materasso. L’acqua è chiusa e il rincorrer di tombini e rubinetti non porta a risultati. Proseguo per Pradulina, accolto da un suono familiare ed allegro! Acqua! L’abbeveratoio più a valle funziona, gelata! Poi la casera: sopra sei reti con materassi, apprezzati, collaudati e digeriti dai roditori. Sotto: tavolo, panche, caminetto e spolert. Ecco il nido per una notte a… milioni di stelle! Un cordone ombelicale lungo più di dieci lustri, legato ai ricordi del babbo che da bimbo vi saliva da Gjeri, nella stagione del fieno, quando vacanza era anche sinonimo di lavoro e in un lidric cun argjel a sorpresa si nascondeva una felicità semplice e profonda che dava un senso a tutto. Passo il pomeriggio a leggere e sognar di monti. Uno lo metto in pratica, il tramonto sul Salinchieit. Il giorno dopo nel cammino verso il Cullar i resti di una lavina non impensieriscono e in breve sono sul graticolante ghiaione, oggi particolarmente faticoso. Il cartello attenzione vipere è decisamente surreale. Passo anche la galleria, la neve è assente, solo due pini sul troi. Proprio dove non serve ma, comunque, scomodamente aggirabili. Sono sopra, solo, grondante e bruciato dal sole, ad abbracciare ogni cima, girando e rigirandomi. Non ci penso neanche a scendere ma se all’ombra fan 27 gradi, al sole fa carbonella. Mi sembra di rasentare l’autocombustione. Resisto finché non diventa improponibile. Poi scendo, facendo attenzione al tratto friabile (thanks mugos!). Il sentiero si districa, curva per curva, evitando gli schianti. A mezza via gli alberi iniziano a distendersi sul sentiero che tartaglia, fino a scomparire. Dopo numerosi a/r non ne trovo la prosecuzione. Taglio per il bosco altimetro alla mano. Incontro una vecchia traccia e poi il 435, ove mi sembra di rinascere. Quieto, morbido, con delle conifere sorprendenti. Fresco, rigenerante per gli occhi ed il corpo. Casera Forchiutta è dotata di stoviglie, tanta legna ma nessuna rete o materasso. Dagli abbeveratoi non esce acqua. L’arrivo alla carrareccia confonde l'olfatto con un tappezzamento di aglio ursino in fiore, tanto pungente da metter appetito! Dopo è tutto un dolor di piedi. Infinito il pezzo sulla strada, quasi mai all’ombra. Spinto dall’inerzia ritorno alla fonte di Grant Cuel che ora rappresenta il sacro Graal. Minuti e minuti di immersioni e bevute, fino a recuperar le forze per scendere e tuffare i piedi nell’Aupa. (07-08.06.2014)
11/11/2013 michele Effettuato oggi, tutto come da relazione. Sentieri sicuramente poco frequentati ma ben segnalati.L'alta via è una esile traccia con parecchi tratti delicati e richiede un minimo di esperienza. I segnavia sono comunque chiari.Decisamente lungo il rientro per la pista forestale.Neve da sopra 1300 mt., da alcune tracce sino a pochi centimetri nella parte alta.
01/06/2011 Alessandro I segnavia bianco-gialli dell'alta via val d'Incarojo sono stati rifatti, percui l'orientamento non è problematico. A pochissimi metri dall'uscita della galleria prima della vetta, sulla destra, occhio all'ometto che segnala il sentiero di discesa (comunque ben segnalato anche quello). Molto ripidi gli ultimi, rocciosi, 15 metri prima della vetta: i pini mughi aiutano molto.Bellissima gita, comunque, solo un po' noioso il lungo tratto di ritorno su pista forestale.
29/04/2010 brunomik Salito sul Cullar partendo da Dierico per cui la relazione del sito la incontro appena a casera Turriee e di nuovo rispetto a quello che c'è scritto qui è che i segnavia bianchi e gialli dell'Alta Via d'Incarojo sono ben evidenti per cui grossi problemi di orientamento per salire il monte non ce ne sono. Ci sono però dei tratti da affrontare con attenzione per arrivare sull'antecima nord per via del terreno poco solido (ghiaie) e anche qualche traverso per arrivare sotto la cuspide sommitale non è proprio elementare. Anche gli ultimi dieci metri di dislivello richiedono attenzione. Il libro vetta c'è e dalle firme si vede che la cima è pochissimo frequentata. Tornato indietro per lo stesso itinerario di salita in quanto c'era un po' di neve e non sapevamo quello che avremmo trovato proseguendo verso casera Forchiutta mentre sapevamo quello che trovavamo tornando indietro per dove eravamo saliti.
28/07/2008 Daniele Bertossi Sentiero CAI: Numero 438-435/alta via val incarojo. Da carbonarie, casera Pradulina, casera Turriee al monte Cullar. Guadi difficoltosi sul torrente Pontebbana.Scarsa segnaletica con rischio di perdersi, in alcuni tratti, nel bosco prima di casera Pradulina, sentiero che sta scomparendo nell'ultimo tratto che dal sent. n. 435 si stacca per raggiungere la cima del Cullar. E' un posto meraviglioso, ma mal tenuto.La segnaletica dell'Alta Via val Incarojo è quasi completamente scomparsa.. danielebertossi@live.it
16/06/2008 pietro Sentiero CAI: CAI 434 . Tra casera Lius e casera Laduset. l'inizio del sentiero dalla val aupa alla fine della strada forestale è stato completamente distrutto dalla costruzione di una nuova pista forestale a dx. pietropaolocastellarin@hotmail.com
19/05/2008 telalibre@libero.it sulla cima del monte cullar manca il libro di vetta
18/07/2005 luciano piccin 17/07/05 IL SENTIERO CAI 434 CHE "in seguito si fa più evidente........." NON ESISTE PIU'. E' DIVENTATO UNA STRADA. ATT.!! DOPO POCHI MINUTI DAL "quadrivio segnalato" C'E' UN BIVIO: TENERE LA SINISTRA.