Avvicinamento
Da Tarcento si risale la
Val Torre oltrepassando Vedronza e Pradielis. Superato anche il Ristorante alle Sorgenti, si prosegue fino alla curva che precede il Pian dei Ciclamini parcheggiando all'imbocco della pista forestale che si stacca sulla destra (m 741).
Descrizione
L'escursione ha inizio lungo la pista stessa che piega subito a destra per traversare i boscosi fianchi della valle. Dopo un lungo tratto quasi rettilineo, la pista disegna una doppia curva presso le case Cripizza, ormai ridotte a pochi ruderi invasi dalla vegetazione. Poco dopo la strada tocca il suo punto più elevato prima di iniziare la discesa verso
Chisalizza. In questo stesso punto, sulla sinistra, si stacca il segnavia CAI n.710 che utilizzeremo per arrivare in cresta. Il sentiero inizia a salire nel bosco di fondovalle che ben presto assume le connotazioni di una
faggeta quasi pura. Con alcune strette svolte si oltrepassa la costa che delimita la valletta del rio Cripizza entrando nel solco che ci accompagnerà da qui in poi. Raggiunto il fondo, i segnavia sui tronchi ci guidano a rimontare con pendenza decisa tra grandi macigni quasi immersi nella lettiera autunnale. Il sentiero non concede pause e per rifiatare dobbiamo raggiungere l'orlo di un piccolo ripiano dove appaiono anche i primi
mughi. Il sentiero piega leggermente a destra attraversando una zona di balze rocciose più umide per poi riprendere il cammino nella
faggeta. Si guadagna così un secondo ripiano, più largo e ampio, dove si ritrovano evidenti resti di recinzioni in pietra. Siamo in località Fontana Tasacuzion (m 1260) dove la preziosa acqua veniva mantenuta in piccole pozze circolari, ora asciutte e abbandonate, ma ancora riconoscibili sul terreno esplorando i dintorni. La salita riprende decisa sul fianco sinistro della valle dove il sentiero si tiene al limite tra il bosco di
faggio e la
mugheta che ora ricopre il fondo. Giunti ai piedi della cresta sommitale si sfiora la base di una pietraia che discende dal fianco e si entra in una ultima macchia di bosco. Superata qualche rampa un poco più decisa e un breve tratto aperto tra i
mughi si arriva finalmente sulla cresta erbosa, poco a ovest del punto in cui il segnavia 710 inizia la sua ripidissima discesa verso Monteaperta. La nostra meta si trova a destra e vi si giunge per tracce, senza particolari difficoltà, percorrendo il filo di cresta che ci separa dalla vetta del
monte Testa Grande (m 1556, piccolo ometto). La visuale è simile a quella che si gode dalle altre elevazioni del Gran Monte: uno straordinario balcone che spazia dalla pianura ai monti della
val Resia fino ad arrivare alle Dolomiti e alle Giulie Orientali.
Il
monte Testa Grande è il punto più elevato di questo settore del Gran Monte, ma ci possiamo spingere ancora più a occidente, fin dove la dorsale scende bruscamente verso la
Val Torre. Si cala quindi lungo la cresta opposta seguendo un corridoio aperto tra i
mughi e poi con maggiore attenzione sul filo del crinale erboso, fino ad una piccola insellatura. La dorsale ritorna ampia e comoda e consente di arrivare comodamente anche al cupolotto erboso del monte Contesa (m 1518), occupato da un piccolo impianto per telecomunicazioni. Per non farsi mancare nulla, l'escursione può continuare ancora verso l'ultima e meno evidente cima del
monte Mali Varh (m 1466). Il ritorno avverrà lungo il medesimo itinerario.