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    Anello della Baba Grande da Casera Coot
    Alpi Giulie
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    Anello della Baba Grande da Casera Coot
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    Anello della Baba Grande da Casera Coot
    Alpi Giulie
SentieriNatura
I percorsi di SentieriNatura

Anello della Baba Grande da Casera Coot

Avvicinamento

Da Resiutta percorriamo tutta la Val Resia seguendo le indicazioni per Stolvizza e quindi per Coritis. Superata anche questa ultima frazione ci attende ancora un tratto tortuoso e, da ultimo, acciottolato, per arrivare al parcheggio di fondovalle (m 1090, divieto di transito).

Descrizione

Lasciata l'auto all'ombra, proseguiamo lungo la strada lastricata che, dopo un paio di svolte, esce sulla ampia radura di casera Coot (m 1190). Il segnavia prosegue a monte della casera salendo il pascolo soprastante per giungere in pochi minuti ad un bivio. Qui lasciamo a destra il segnavia CAI n.741 per il monte Guarda e ci teniamo a sinistra sul CAI n.642 per Berdo di Sopra. Il sentiero entra ora nel bosco e con un piacevole traverso, interrotto da qualche radura, va ad intersecare un ampio canalone. Oltre questo la mulattiera, accompagnata ora da un filare di faggi, esce sulla radura degli stavoli Berdo di Sopra (m 1281). Qui si lascia il 642 che prosegue verso casera Canin per piegare decisamente a destra sul CAI 731. Questo rimane ancora per un tratto nel bosco ma poi esce allo scoperto puntando al vallone detritico che discende dalle Babe. Lo si attraversa nuovamente continuando la salita a piccole svolte lungo il suo fianco. Più in alto il sentiero sfiora zone arbustive e piccole macchie boscate poi esce definitivamente sulle ghiaie grossolane che hanno nascosto qualche tornante. Si arriva così ad un masso con scritta che ci indirizza a sinistra verso il ben visibile Bivacco Costantini, posizionato proprio ai piedi del verticale torrione del Mulaz. Raggiunto il piccolo ricovero (m 1690), visitato anche dagli stambecchi, si seguono le indicazioni del CAI 731a che inizia subito ad inerpicarsi sui verdi soprastanti. Si entra così nel vallone che discende dalla forcella di Infrababa Grande, rimontando con pendenza molto sostenuta la rampa erbosa addossata alla parete del Mulaz. Il tratto è faticoso e ci si sofferma volentieri a cercare nelle fessure delle rocce i cuscinetti delle sassifraghe e le particolari corolle della campanula di Zois. Nei pressi dell'intaglio che separa la torre dalla Baba Grande, il sentiero piega a sinistra per andare ad attraversare un canale roccioso. Il passaggio, reso delicato dall'esposizione e dalla presenza di fine ghiaino, può essere aggirato in alto, ma occorre in ogni caso attenzione. La salita riprende sull'altro lato del canale con il sentiero che cerca di sfruttare ogni possibilità di mitigare la pendenza del terreno. Seguendo con attenzione i segnavia, ci si alza con una serie di rampe, cengette e piccoli gradini che ci portano verso la forcella. La parte alta del canale, più articolata, sembra quasi chiusa da una quinta rocciosa, ma avvicinandosi si scopre la rampa che permette di superare abbastanza agevolmente questa ultima difficoltà. Il terreno infatti ritorna agevole e per verdi e roccette affioranti si arriva alla stretta insellatura di Infrababa Grande (m 2038). Qui la visuale si apre sul tormentato altopiano del Canin del quale possiamo vedere la parte meridionale. Il segnavia CAI entra ora in territorio sloveno scendendo per qualche metro ad aggirare un grande sperone roccioso. Rimanendo sempre su terreno fortemente carsificato, il sentiero piega a destra rimontando una serie di facili gradoni che terminano sul pendio orientale della nostra meta. Qui si ritrova una pietraia grossolana che si risale a svolte tra le fioriture della campanula dei ghiaioni e della potentilla rosea. Raggiunta la cresta la si segue verso sinistra arrivando agevolmente alla vetta della Baba Grande (m 2160, libro di vetta, panorama assai esteso).
Una volta ridiscesi nei pressi della forcella si può naturalmente percorrere a ritroso quanto fatto in salita. Tuttavia, se la visibilità è buona c'è una seconda opzione che consiste nell'aggiramento della vetta. Punti difficili non ve ne sono, ma si tratta di una possibilità riservata a chi ama seguire tracce sbiadite ed è dotato di senso dell'orientamento. Ai piedi della Baba Grande cercate di individuare la traccia che porta verso destra (sud), indicata da ometti e qualche sbiadito bollo circolare. Senza scendere ancora nella conca sottostante, imgombra di macigni, cercate di traversare in quota mirando ad un piccolo ghiaione dove la traccia è più evidente. Dove questo termina (freccia verso il basso) è ora di scendere verso la selletta sottostante cercando i passaggi migliori nel labirinto carsico. Si arriva così ad una selletta che si affaccia su una minuscola valletta chiusa a destra da una parete aggettante (qualche segno rosso). Qui si scende più comodamente lungo il solco tra erbe e roccette passando accanto ad una zona con inghiottitoi. Si arriva così al bordo di un catino ingombro di pietre nel quale si cala facendo poi attenzione a piegare a destra non appena possibile. La traccia qui riprende quota tra zolle erbose e pietrisco, tenendosi non lontana dalla base delle pareti, ed infine per verdi taglia ad una costa erbosa. La conferma di essere nella giusta direzione ci arriva dai resti di una trincea fortificata. Da qui, inoltre, scorgiamo anche la forcella tra le due Babe, nostra prossima meta, e il pendio che dobbiamo attraversare per raggiungerla. Sulle tracce di quello che era probabilmente un camminamento di guerra, si arriva all'intaglio di Infrababa Piccola (m 1892), solitaria forcella frequentata dai camosci e punteggiata dalle fioriture della aquilegia minore. Si scende ora nel versante opposto tenendosi alla destra di alcuni macigni poi, nella parte intermedia, si frana comodamente su ghiaie mobili arrivando ad una zona più verde. Qui la traccia scompare e si scende a vista ritrovando più in basso qualche sbiadito triangolo rosso che ci guida a sinistra verso i ruderi di un edificio addossato alle pareti della Baba Piccola. Ancora pochi metri negli arbusti e ci ritroviamo sul sentiero principale, non lontani dal Bivacco Costantini.
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Agosto
Carta Tabacco
027
Dislivello
1100
Lunghezza Km
9,8
Altitudine min
1057
Altitudine max
2160
Tempi
Dati aggiornati al
2015
I vostri commenti
  • 08/09/2020 Grazie all’idea e all’invito di due amiche, sabato 5 settembre abbiamo percorso l’Anello della Baba Grande come da relazione, sfruttando una giornata dal meteo ideale, probabilmente la migliore dell’estate! Il Bivacco Costantini si raggiunge tranquillamente tramite sentieri CAI in perfetto stato, la risalita alla Sella d’Infrababa Grande avviene invece su traccia ben individuabile, ma su terreno ripido e non sempre comodo. Il passaggio “delicato” da lontano non sembra tale, invece quando ci si trova nel mezzo si scopre che sono pochi metri, ma rognosetti, in quanto la placca da attraversare è abbastanza inclinata, liscia, ricoperta da ghiaino, e per giunta bagnata. E’ quindi necessario usare molta cautela, oppure – come consigliano anche i commenti precedenti - passare il canale tenendosi più in alto. Arrivati alla Sella d’Infrababa Grande, ingombra da massi, la vista dell’altro versante è notevole, il candore dell’ambiente fortemente carsico oggi crea uno spettacolare contrasto con l’azzurro smagliante del cielo; verso sud, nell’insellatura tra le pareti, si scorge il Monte Nero. Dalla sella, si risale prima seguendo bolli e ometti, poi compare una traccia che porta verso la facile cresta, tramite la quale si raggiunge in breve la vetta. Grazie alla giornata limpida e senza nubi, oggi il panorama è eccezionale: alle nostre spalle il lunare versante meridionale del Canin, 1800 metri sotto di noi luccica il nastro azzurro dell’Isonzo, dall’altro lato la Val Resia e una serie infinita di catene montuose! Ritornati sui nostri passi fino alla Sella, relazione di SN alla mano, ci avviamo a compiere l’aggiramento della Baba Grande. Qualche incertezza nell’individuare tra i massi la giusta direzione da prendere, poi qualche debolissimo segno e bollo rosso ci conforta. Seguendo anche qualche provvidenziale ometto, ci portiamo verso il ghiaione, dove la traccia è più evidente, e caliamo su terreno molto accidentato alla forcellina erbosa; da qui il fondo migliora progressivamente (alternando tratti rocciosi ed erbosi) e, aiutati dai punti di riferimento citati nella relazione, procediamo abbastanza spediti e senza più incertezze prima verso l’insellatura con la trincea (c’è da affrontare un tratto in salita su ripidi verdi un po’ esposti) e poi verso il ben visibile Passo di Infrababa Piccola (traverso anche qui su prati con forte pendenza). Raggiunta la forcella, non resta che calarsi per i ghiaioni nel sottostante canalone (traccia) sino ad intersecare il sentiero CAI, in vista del Bivacco Costantini. Rientro tranquillo, sosta a Casera Coot, dove si sta festeggiando un matrimonio! Giro di grande soddisfazione, specie se compiuto in una giornata come quella di oggi, che non presenta particolari difficoltà tecniche (tranne l’unico passaggio sul canalone sopra il bivacco), ma comunque impegnativo per la tipologia di terreno e la mancanza di sentiero nella parte alta; assolutamente consigliabile seguire la relazione del sito, molto precisa, ed eventualmente scaricarsi la traccia GPS. Da farsi con tempo stabile e asciutto e buona visibilità. Mandi a tutti!
  • 23/08/2019 Fatto ieri con ulteriore variante di rientro: malga coot, bivacco costantini, Baba; ridiscesi alCostantini e proseguito lungo il sentiero 731 fino ai piedi del monte Guarda, dove abbiamo imboccato il comodissimo 741 che ci ha riportati a malga coot. Tutto come da relazione per quanto fatto. Alla forcella d’infrababa grande il percorso di aggiramento della Baba stessa in territorio sloveno era intuibile a vista ma privo di tracce e segnalazioni, per cui abbiamo preferito il rientro sopra descritto.Il passaggio difficile sopra il bivacco lo è effettivamente trattandosi di passare su una lastra rocciosa con ghiaino e ruscellamento, per cui siamo passati a monte su terreno comunque non semplice ma meno “aleatorio” quanto ad aderenza. Si tratta di pochi metri e una caduta non sarebbe probabilmente disastrosa ed irreparabile, ma senz'altro molto poco piacevole.Per il resto, il terreno oltre il bivacco è ripido e abbastanza faticoso, non elementare ma neppure troppo difficile, in alcuni passaggi un po’ esposto. Dalla forcella d'infrababa grande alla cima, segnavia sbiaditi ma un buon numero di ometti guida facilmente su un terreno accidentato dove in pratica non c’è traccia. Poi, dopo poco, la traccia ricompare evidente e, stanchi, si riesce a camminare agevolmente. Cima appagante e ampia.
  • 10/08/2017 Girata esplorativa (per salire con le figlie in futuro) del 09 agosto 2017.Tutto come da descrizioni, sentieri in perfetto ordine e tracce visibili ovunque anche dalla forcella alla Cima (comunque ovvia).Tra l' altro ho avuto da guida volontaria la femmina di pastore della Malga (Nicky) fino alla Cima!!!Nel giusto giudizio di un percorso non turistico presenta una salita impegnativa fisicamente dal Bivacco in poi ma senza pericoli di nota non presentando punti esposti.Dalla Cima il panorama (quando il meteo lo permette) è una meraviglia soprattutto verso la Slovenia e il lato magari poco noto del Canin.Al rientro causa tempo in movimento poco piacevole io ho rifatto l' andata fino al Costantini per poi proseguire sull' alta via Resiana fino sopra malga Coot ... la ciliegina sulla torta perché si tratta di una traccia in cresta fantastica e rilassante.
  • 02/09/2016 Escursione di ieri 1/9/16. Descrizione perfettamente corrispondente a quanto si legge e utili le foto relative alla chiusura dell'anello. Anche io ho preferito bypassare il traversino rognosetto salendo pochissimi metri più in alto e raccordarmi a vista sul sentiero sul lato sx praticamente senza perdere quota. Giunto in Infrababa la salita in cima alla Baba Grande non presenta difficoltà particolari salvo individuare segni più o meno sbiaditi o frequenti e ometti. Peraltro la via non è poi così obbligata tanto che mi son inventato qualche facile variante. Il panorama è molto remunerativo, a mio parere, perchè offre una vista da un'angolazione insolita sul mare di pietra del Canin, la catena principale e la dorsale sud. Splendida la vista sulle Giulie, la valle isontina sotto Zaga e tanto altro. Incontrato un solo stambecco e molto in basso un capriolo. Domina a tratti il profumo di ciclamino. Esaurito il libro di vetta e il piccolo notes. Il tutto molto interessante. Mandi e buone escursioni.
  • 26/07/2016 Al parcheggio di malga Coot sono stranamente il primo. Come premio di benvenuto vengo accolto dai latrati del bosco. All’estremo orientale della val Resia, le mattine sono un antidoto sicuro alla canicola di questi giorni. La muraglia del Canin rallenta le ondate del sole e l’avanzar nell’ombra è garantito fino alla forcella. Una brezza mi fa estrarre la kuffiah curda dallo zaino. Il troi punta diritto alla meta, senza troppi panegirici. Penombra e controluce travestono la prospettiva e quel massiccio blocco di pietra rivela solo all’ultimo la sua sorpresa. Il camaleontico trucco del Mulaz non regge più e finalmente appare. Da sotto sembra una leone marino, col naso all’insù e quegli arbusti a far da criniera. Un’immagine che dura pochi metri, poi quel torrione si riprende la severità che merita. Il bivacco dorme sonni tranquilli. Dal libro si notano dei curiosi frequentatori: da un gruppo di Yoga di Udine ad un avventore che promette di trasferirsi in Bielorussia se sopravvivrà. A cosa non è lecito saperlo. Una piccola femmina di stambecco fugge con il suo cucciolo verso la Baba piccola. Gentilmente, senza scomodar le pietre, che sonnecchiano ancora. Poi, da un momento all’altro, il regno delle tenebre viene divorato dagli strali del mattino. La foschia era in programma, non sono qui per lasciarmi andare agli orizzonti ma per perdermi nei capricci della pietra. L’ultimo tratto verso la vetta è ingentilito da splendidi cuscinetti di Silene ed ampie fioriture di Veronica gialla. Una in particolare, ha deciso di colonizzare una fessura. Una trincea orizzontale da cui spuntano una marea di grappoli giallastri. L’ultimo tocco di colore sono delle splendide Nigritelle. Non si tratta di quel minuscolo scrigno vanigliato di un bordeaux sanguigno e nerastro, ma della sorella maggiore. La rossa, che supplisce agli effluvi meno accentuati, con il colore dei petali che, dal bianco, via via passano al rosa e al rosso. Paion delizie di zucchero a velo! Ma una volta messo il piede sulla cima mi tuffo solo nel grigiastro arzigogolio di forme. Sono solo, a parte qualche escursionista che popola il nasone erboso del Veliki Babanski Skedenj ed un paio di parapendii. La dorsale del Canin è un tronco posto in orizzontale, ove la mannaia s’è posata in un paio di punti, quasi tranciando il Leupa. La vista privilegiata verso la stiratissima schiena del Gran Monte è velata dall’umidità. E lo sguardo ricerca ancora quel tormento minerale, fino ad accondiscendere ai suoi lamenti. Mi calo. Trovo la traccia per perderla man mano che mi avvicino a quelle pareti bombate che chiamano le mani. Passando sull’orlo di minuscoli abissi, il desiderio d’aggirare la Baba piccola è cancellato dall’inevitabile perdita di quota. Alcuni cavi arrugginiti m’invogliano a salire quel dosso ma tutto è fosco, meglio riservarla per altri momenti e puntare al Guarda. La serpentevole solitudine del troi dura fino all’ultima curva. Poi, una fila di decine di formichine. Cai di San Donà. Mi ritrovo nel mezzo della fila per la cassa. Un bundì e taglio a razzo per le ripidezze orientali. Mi verrebbe da giustificarmi: uscita senza spesa! Li ritroverò poco dopo in cima, solo per sentire la guida, sudata, a dire “ma no xé come otobre!”. Eh no, non è come ottobre. Riparto veloce, col boccone ancora in bocca. Un saluto veloce al Veliki Vrh mentre un aliante emerge per un attimo dalle nubi del Crni Vogel, poi mi tuffo a valle, fuggendo da ogni suono che non sia il bisbigliar del vento. (10.07.2016)
  • 17/07/2016 16/07/2016 La descrizione del percorso,è ben dettagliata nel precedente commento dell'amica Loredana, che piacevolmente ha condiviso con noi la panoramica cima della Baba Grande....una stupenda escursione, con una mattinata freddina solo 08°gradi positivi, ma ci pensano le fioriture multicolori dei verdi prati a scaldare gli animi, più sù invece verso l'Infrababa, un paesaggio selvaggio quasi lunare con ghiaioni e grossi massi bianchi lavorati.Solo un pò di apprensione nel tratto delicato, superato in salita con l' aggiramento in alto...in discesa , invece scendendo gradualmente su roccia asciutta sul bordo del canale,mirando al punto più "stretto"e risalire poi sul sentiero.Il recupero dei bastoncini lasciati sul sent.ci obbligano a rientrare per lo stesso intinierario dell'andata...scartando l'opzione dell' anello.....con sosta al Biv. Costantini, e la discesa verso Malga Coot per un caffè .....Bellissimo Mandi
  • 16/07/2016 Grande sorpresa, adesso una nuova nuovissima strada asfaltata toglie qualche impiccio per arrivare al parcheggio, ampio e comodo, sotto malga Coot. La salita fino al bivacco Costantini tranquilla fra fiori, profumi, acqua e un camoscio. Vento freddo arriva dalla forcella, il traverso è umidiccio e un qualche problema me lo da, tolta dagli intrighi dal mio compagno di merende al quale scivola scivola scivola un bastoncino poi recuperato; un camoscio lontano su verdi si gira, niente di nuovo poi, alla forcella Infrababa cartello a terra e uno stambecco incuriosito si affaccia sulle rocce in alto . Senza difficoltà raggiunta la cima dove attende una sorpresa: Silvana e Roberto e subito scattano le vicendevoli domande, richieste di informazioni su difficoltà incontrate, su itinerari nella lista dei desideri, foto di gruppo e poi si scende. L'idea è di aggirare la Baba Grande compiendo un anellino, valutando se ci si ritrova con il sentiero; quasi nessuna difficoltà di orientamento perchè ometti e qualche sbiadito bollo e/o segnavia sono nel primo tratto ben evidenti; qualche attenzione in più lungo il traverso su verdi che deposita poi ai resti della trincea, il terreno è piuttosto ripido e ci si muove un po' a naso avendo individuato la direzione da seguire, dopo il sentierino è visibile e la forcella fra le due Babe è lì in vista; anche la discesa fino a ricongiungersi al sentiero di salita è discretamente evidente. Gran bel percorso di soddisfazione, ambienti vari, fiori fiori fiori
  • 24/08/2015 La Baba era da tempo in quella famosa lista che ognuno di noi ha, adesso con la “pappa pronta” colta l'occasione. La giornata non inizia bene: la macchina impunta gli zoccoli e non ne vuole sapere di arrivare fino al parcheggio, decide di farmi allungare di qualche centinaio di metri, il cammello, mal chiuso, rovescia gran parte dell'acqua sul sedile posteriore, e fa freddo. Meno male che a casera Coot mi viene incontro il socievole cane e scambio di coccole, una mucca non mi presta attenzione, continua il suo pasto.Poi un bel bosco alla cui uscita trovo il ghiaione,seguo alcune evidenti tracce ed ometti, una fatica..mentre ravano e sbuffo mi chiedo dove siano le piccole svolte della relazione eppure il bivacco e lassù ben visibile.. Dopo più di un'ora ripercorro a ritroso quanto fatto ed ecco l'imbocco a destra e adesso tutto torna semplice fino al bivacco Costantini. Lì un gruppetto di escursionisti ha la mia stessa meta si sale ripidamente fra zolle, il traverso....io vado oltre di un paio di metri ma non mi pare sia la cosa migliore, a forcella Infrababa Grande mi accoglie il tipico vento di forcella, oggi freddo, e ondate di nebbia che mi rendono indecisa. Comunque salgo,la direzione è evidente, segnavia e ometti a cui prestare attenzione sopratutto con ridotta visibilità, arrivo in cima con qualche sprazzo di sole e direi agevolmente, più semplice di quanto possa sembrare. Ridiscendo per la stessa via, con calma attraverso il canale roccioso, mancando anche stavolta il percorso più sicuro. Escursione di soddisfazione che ha un valore aggiunto se da solo devi incoraggiarti.
  • 21/08/2015 A Berdo di Sopra Stefano ed io incontriamo le mucche,che pensano di aver a che fare con chi,giornalmente,le accudisce.Muggiscono e si disilludono,ma dopo poco arriva Mario e tutto si normalizza.Anche oggi la vita continua,certa nelle sue consuetudini.Bivacco Costantini in un lampo:sempre in ordine.Poi si sale di brutto.Il passaggio chiave,quei pochi metri che attraversano il canale roccioso,piegando a sinistra,va,a mio parere,risolto aggirandolo in alto.Dieci-venti metri in più di dislivello che non affaticano,ma che evitano la fatale scivolata lungo rocce che,come ieri,risultano scivolosissime in caso di pioggia o umidità.Non vale proprio la pena rischiare.La salita è costante e ripidissima,ma non difficile.Anche arrivare in vetta (una cima minore,ma non inferiore) non riserva sorprese.Il completamento dell'anello,per chi ha dimestichezza con questo tipo di ambiente,risulta piuttosto logico.Bisogna solo fare attenzione al punto a cui la relazione di SN fa riferimento,e cioè alla freccia che ci indica di scendere alla selletta che precede la parete aggettante.I segnavia sono veramente sbiaditi,ma qualche raro ometto ci guida e la prosecuzione,a noi,è sembrata scontata.L'ambiente che si attraversa e quello che si ammira in lontananza sono veramente affascinanti,come è nella natura del Canin.Dopo le scivolate lungo i ghiaioni e le imprecazioni per alcuni tratti meno agevoli,ci siamo dilungati vero il Guarda,senza salirlo,per poi scendere con il 741 a malga Coot.Abbuffata finale.
  • 16/08/2015 Escursione effettuata in data 3 agosto 2015. Allego 4 foto per illustrare meglio l'aggiramento della Baba Grande.
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  • Panorama dalla cima della Baba Grande verso la Valle dell'Is ...
    08/09/2020 Panorama dalla cima della Baba Grande verso la Valle dell'Is ...
  • La facile cresta che conduce sulla vetta della Baba Grande
    08/09/2020 La facile cresta che conduce sulla vetta della Baba Grande
  • Passo d'Infrababa Grande
    08/09/2020 Passo d'Infrababa Grande
  • Il traverso "delicato" sopra il Bivacco Costantini
    08/09/2020 Il traverso "delicato" sopra il Bivacco Costantini
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