Avvicinamento
Risalendo la valle del Tagliamento lungo la strada statale n.52, poco prima di arrivare a Forni di Sopra si incontra la frazione di Andrazza. Qui scendiamo a sinistra verso il fiume lasciando l’auto nel piccolo spiazzo poco prima del ponte (m 837, cartelli del
Parco per la Val di Suola).
Descrizione
Ignorata la passerella dalla quale ritorneremo, superiamo il ponte continuando in falsopiano lungo la pista (CAI 368) che ben presto esce sui prati di Piniei. Dopo la ampia schiarita, la pista si rituffa nel bosco di
faggio e
abete rosso alzandosi moderatamente fino alla località Somalaou (m 910). Qui ci si tiene a destra confluendo dopo pochi minuti nella fiumana ghiaiosa della val Rovadia o val di Rua. La si risale sul bordo cercando ometti e segnavia lungo una pista malridotta che risale il greto. Più avanti, sulla sinistra, appare lo stretto impluvio dal quale discende la
cascata della val Rovadia, originata da un rio secondario. Poco dopo il sentiero abbandona il greto principale per rimontare sulla destra un conoide detritico, tra radi
mughi e
salici arbustivi, sulla direzione indicata da alcuni ometti. Il ventaglio di ghiaie è abbastanza stabilizzato e permette una percorrenza non troppo faticosa, mentre alle nostre spalle il panorama inizia ad aprirsi sul tratto finora percorso. Al rientro nella
faggeta ci attende un piccolo traverso di breve durata poiché il sentiero prende a inerpicarsi lungo il solco di una umida valletta che si risale a stretti tornanti. Avvicinandosi alle pareti, la traccia piega a sinistra per imboccare una erta rampa che conduce ai punti più delicati ed esposti dell’escursione. Il primo è stato rinforzato con qualche gradino di legno mentre il secondo è stato dotato di un recente (2015) cavo metallico ben ancorato. Aggirata la successiva costa, il terreno migliora sensibilmente e ci possiamo rilassare attraversando il solco di un torrentello oltre il quale però la salita riprende decisa. Dopo un tratto boscato ci si affaccia così sugli scoscesi fianchi che chiudono la parte alta della valle, solcati da alcune cascate. Con attenzione si contornano un paio di rientranze per poi riprendere a salire tra
mughi, sorbi ed alte erbe fino ad un bivio chiuso a destra dalle ramaglie (sentiero dismesso). Il nuovo tracciato, che poi ricalca l’antico sentiero di salita, prosegue invece a traversare intersecando dopo poco un impluvio rovinato (corda sui mughi).
Il guado di un secondo piccolo torrente conferma il passaggio sull’altro lato della valle dove i
larici hanno ormai sostituito le altre conifere. Su terreno più aperto si risale una costa di
mughi passando sulla destra di una parete stillicidiosa, interamente ricoperta di un muschio dal verde brillante. Finalmente, oltrepassato un dosso, ci appare il
passo di Suola ed il catino sottostante verso il quale ora si procede a vista con pendenza attenuata. Seguendo i bolli sui sassi affioranti ci si riunisce così con il CAI 373 che proviene dalla
forcella delle Sarodine , in un ambiente assai integro e solitario dove non è raro incontrare
stambecchi e
camosci. Giunti alla base del pendio conclusivo, si piega a sinistra per raggiungere il sentiero di
forcella Rua Alta tramite il quale in pochi minuti si arriva alla larga insellatura del
passo di Suola (m 1994).
Dalla verde sella si scende nell’opposto versante (CAI 363) per conche e dossi al cospetto di imponenti pareti dolomitiche. Giunti all’altezza del torrione Comici, ad un bivio ci si tiene a sinistra portandosi verso la base del ventaglio di ghiaie che discende dal
passo del Mus. Dopo essere rientrati nella boscaglia di
mugo (CAI 362) si incontra anche il bivio con il sentiero che arriva da
forcella Fantulina Alta ed infine si cala verso l’ormai vicino
rifugio Flaiban Pacherini (m 1587). Non ci resta ora che scendere lungo le fasce ghiaiose che caratterizzano la val di Suola percorrendo lungamente una serie di gradoni colonizzati dai
mughi. Più in basso il sentiero rientra nell’orizzonte del bosco rasentando il greto del torrente Dria che rimane sulla destra. Alla località Palas (m 1025, panca e tavolo), si lascia a sinistra la strada asfaltata e si continua a destra lungo la scorciatoia per Andrazza. Il comodo sentiero scende gradevolmente all’interno di un bosco misto, calando fino nei pressi del fondovalle dove incontriamo alcuni stavoli. Una piccola passerella permette infine di superare un giovane Tagliamento e di ritornare esattamente al punto di partenza.
Avvertenze
Il passaggio attrezzato in val Rovadia, benché molto breve, potrebbe essere delicato e pericoloso in mancanza del cavo attualmente in loco (2015). Si consiglia di informarsi presso il gestore del
rifugio Flaiban Pacherini sulla effettiva presenza delle assicurazioni.
Variante alla Cima del Rifugio (E)
Dal
passo di Suola, con una breve deviazione, è possibile raggiungere la
Cima del Rifugio trovando così anche la soddisfazione di una vetta. Il percorso è segnato da bolli rossi e prende avvio da un piccolo cartello con l’indicazione del nome della cima. Dal passo, per cresta erbosa si guadagna facilmente la quota 2068 dalla quale ora appare anche la nostra meta. Si scende ad attraversare un caratteristico corridoio naturale tra le rocce raccordandosi poi alla insellatura che precede la cima. Tenendosi sul versante della val Rovadia, si traversa ancora per poco fino ad incontrare un sasso con freccia. Qui si piega a sinistra rimontando il ripido pendio erboso fino ai
mughi e alle roccette sommitali della
Cima del Rifugio (m 2100). Attorno a noi un grande silenzio e il paesaggio delle
Dolomiti Friulane visto da una prospettiva inusuale.