Avvicinamento
Da Tolmezzo risalire il
Canale di San Pietro verso nord in direzione di Paluzza da dove poi si seguono le indicazioni per Treppo Carnico. Entrati nella valle del Pontaiba si attraversa il ponte, e senza proseguire oltre si piega a sinistra seguendo le indicazioni per Zenodis. All'ingresso in paese, al bivio con il segnavia CAI, imbocchiamo a destra una strada cieca dove è possibile parcheggiare (m 690).
Descrizione
Il segnavia CAI 405 che da qui ha inizio risale la stradicciola per poi attraversare il torrente e riguadagnare la via principale. La si segue per pochi metri imboccando poi a destra la prosecuzione del segnavia che ora rimonta sul fianco della valletta in forma di larga mulattiera lastricata. Tralasciando tutte le diramazioni che portano ai vari stavoli, ci si alza di quota sfiorando un crocifisso. Il sentiero prosegue a salire con pendenza costante raggiungendo anche gli ultimi insediamenti recintati. Il tracciato, ricoperto a fine autunno da uno strato di foglie di
acero, si fa ora un poco più rovinato dal ruscellamento. Si sfiora l'ingresso di una serie di costruzioni risistemate (m 990), raggiunte anche da una pista sterrata, oltre le quali si prosegue all'interno di un fitto bosco dove ora prevale l'
abete rosso. Il sentiero progressivamente si va ad accostare ad un corso d'acqua e, superato un tratto acquitrinoso, esce sul limitare di una grande schiarita con baite servite da una pista (2012, in corso lavori di sbancamento). Imboccata la pista a sinistra, si supera uno stavolo risistemato e si prosegue per pochi metri fino ad un crocifisso ricavato da un tronco dove si piega a destra, ancora su pista (attenzione ai segnavia). All'ulteriore vicino bivio con ancona ci si tiene a destra, iniziando una serie di svolte, ampie e regolari, che ci portano ad attraversare lungamente e con scarsa pendenza un bosco di
faggio e
abete rosso. Dai 1400 metri di quota in poi fanno la loro comparsa anche i
larici, mentre radure via via più ampie si fanno spazio nella boscaglia. Poco sopra si notano anche i primi lembi delle praterie che costituiscono la parte sommitale del
monte Paularo, ma prima di uscire all'aperto c'è ancora un buon tratto di pista. Questa si interrompe in corrispondenza di un crocifisso proseguendo in forma di comodo sentiero. Con un paio di svolte che intercalano alcune macchie di
abete rosso, si arriva alla prima ansa in corrispondenza di un belvedere affacciato su Paluzza. Con una lunga diagonale dalla modesta pendenza, lentamente ci si innesta nel solco di una valletta delimitata a destra da un costone che scende dalla vetta principale. Qui ha inizio una serie di strette svolte che, in ambiente sempre più aperto e panoramico, ci consente di guadagnare quota in maniera piacevole nonostante il dislivello accumulato. Intorno ai 1900 metri il sentiero sfiora un piccolo stagno, oltrepassa una costa e raggiunge infine la conca sottostante alla vetta principale. Passando poco a monte del laghetto, si giunge ad un crocevia di direzioni: qui convergono infatti i sentieri provenienti da
Pramosio e da Valdajer. Tenendosi a sinistra in breve si guadagna la vetta del
monte Paularo (m 2043), contrassegnata da una piccola croce in legno e solcata da trincee.
Per il ritorno si seguirà il medesimo itinerario.