Avvicinamento
Percorrendo la SS 13 in direzione Carnia-Moggio, si arriva al ponte di Moggio (località Ponte, m 306). Di fronte, sulla destra, si trova l'inizio di una pista forestale dove è possibile parcheggiare l'auto (piccola area di sosta).
Descrizione
I cartelli del
Parco delle Prealpi Giulie assieme ad un grande pannello ci danno subito le indicazioni per gli stavoli Ravorade e Stivane. Si imbocca quindi la pista cementata che sale e compie subito un tornante portandosi in bella vista sopra le case di Moggio. La strada prosegue rimontando la costa soprastante ricoperta da una rada pineta nel cui sottobosco fioriscono a marzo
ellebori neri,
erica ed
epatiche. Si oltrepassa un rudere ed un punto di belvedere poi la strada compie ancora qualche svolta ed esce infine sulla radura dello
stavolo Ravorade (m 516, privato), sopra il quale si trova un piccolo roccolo ancora mantenuto. Proseguendo dopo pochi metri si incontra il bivio principale (cartelli del Parco) con il sentiero che utilizzeremo per scendere, provieniente dagli
stavoli del Verzan. Superato il bivio, oltrepassiamo una costa oltre la quale la pista traversa una zona dirupata in corrispondenza di una forra e poco più avanti interseca anche il greto del rio Stivane su un ponticello (da qui in poi divieto di transito). Ci troviamo ora alla base di un pendio boscato che la pista risale con una fitta serie di tornanti dalla modesta pendenza, una quindicina in tutto. La ricomparsa dei pini segnala che siamo nei pressi dello
stavolo Stivane al quale si giunge con un tratto in falsopiano dopo aver oltrepassato l'ingresso di una galleria chiusa da una cancellata. Senza necessità di arrivare allo stavolo, giunti ai cartelli CAI, si imbocca a destra il segnavia n.743 (indicazioni per il
monte Pacoi). Pochi metri dopo, appena il sentiero rientra nel bosco, fare attenzione alla traccia che si stacca a sinistra: è questa la direzione giusta per giungere in vetta al Pacoi. Nel caso mancasse il cartello indicatore fare attenzione alla debole traccia che corre a sinistra di alcuni vecchi solchi di trincea. Questa conduce sulla costa che separa le pendici del
monte Pacoi dalla testata del rio Putto. La presenza di alcuni gradini rinforzati in legno ci conferma che siamo sulla giusta direzione. Si segue la linea della costa giungendo ad un punto affacciato sul vallone stesso e sul
borgo Cros. Da qui il sentiero si inerpica decisamente all'interno di un bosco di
faggio e
pino nero. Si sale a fianco di un profondo solco, sempre con pendenza decisa, fino ad un ripiano boscato dove si può rifiatare. Qui il sentiero piega sulla sinistra e va ad affrontare la parte più impegnativa della salita. Si tratta di intersecare dapprima il canalone che stava al nostro fianco e subito dopo una seconda rientranza resa scivolosa dalla lettiera. Segue una rampa con qualche gradino che ci avvia alla parte conclusiva delle difficoltà. Il bosco si dirada lasciando intravedere la bastionata rocciosa del versante settentrionale del
monte Lavara. Da qui le tracce di passaggio conducono in breve ad un pulpito erboso che costituisce il punto più favorevole per una sosta (m 1055, buon panorama sulla
val Aupa e sul
monte Pisimoni).
L'anello prosegue nel versante opposto rispetto a quello da cui siamo saliti, sulla direzione indicata da una serie di bolli. Il nostro sentiero comincia ora a perdere quota lungo un versante boscato dalla pendenza non eccessiva. Seguendo i bolli si compie una serie di serpentine tra macchie di pineta e boschetti a prevalenza di
faggio. Si arriva così ad intravedere in basso gli
stavoli del Verzan e la radura che li ospita. La pendenza, man mano che si perde quota, si fa più accentuata e contemporaneamente il pendio su cui stiamo scendendo si restringe sensibilmente fino a divenire esile costola tra due impluvi detritici. In qualche tratto sono presenti vecchi parapetti su cui non si può fare molto affidamento. Si passa accanto ad alcune maestose piante di
pino nero, affrontando uno dei tratti più belli dell'escursione con la visuale che ora si apre sul tratto compreso tra gli
stavoli del Verzan e
stavoli Cuel Lunc. Si perde quota su terreno via via migliore fino a raccordarsi col segnavia CAI che arriva da Stivane. Alla nostra sinistra con piccola deviazione si può andare a visitare gli
stavoli del Verzan. Qui si trova anche il cartello con l'indicazione del sentiero per Ravorade che utilizzeremo per chiudere l'anello. Si imbocca quindi la larga mulattiera aggirando in alto un punto franato dopodichè si riprende a scendere in diagonale. Si supera un cippo in pietra con anello oltre il quale l'ampio tracciato va a coincidere con un crestone boscato. La piacevole discesa si conclude infine sulla pista di servizio a
Ravorade dove termina questa breve ma particolare escursione.