Avvicinamento
Da Tolmezzo si risale la valle del Tagliamento lungo la statale 52 fino a giungere a Forni di Sopra dove si attraversa tutto il paese per poi continuare in direzione del passo della Mauria. Dopo circa due km dalle ultime case prendere la deviazione a sinistra (indicazioni per il
rifugio Giaf) proseguendo fino al divieto di transito (m 1031, comodo parcheggio). Da qui tramite il segnavia CAI n.364 oppure per pista, in circa un'ora si raggiunge il
rifugio Giaf (m 1400).
Descrizione
Dal ripiano ove termina la pista di accesso, poco sotto il rifugio, si imbocca il sentiero gradinato che sale verso
forcella Urtisiel (CAI 361 342). Lo si segue fino al bivio a quota 1580 per poi piegare a destra sul CAI 342 (segnalazione Cason su un masso). Qui inizia la lunga risalita verso la
forcella del Cason che si intravede in alto, molto lontana. Fin da subito il sentiero presenta una pendenza marcata e questa sarà la caratteristica costante di tutta la salita. Procedendo inizialmente lungo un varco aperto tra i mughi si lascia dopo poco a destra la diramazione per l'
Anello di Bianchi. Più in alto gli arbusti si diradano e la salita prosegue su terreno più aperto tra le praterie a camedrio frammiste a roccette affioranti. Con pendenza sempre sostenuta si raggiunge una fascia ghiaiosa ed un successivo piccolo sperone verde oltre il quale ci si tiene a sinistra attraversando un tratto malagevole tra massi di dimensioni maggiori. Una costola erbosa addossata alle pareti di destra offre maggiore presa sul terreno portandoci così a raggiungere anche il punto dove il canalone si rinserra. Il sentiero segue ora il solco principale poi, dove questo si fa particolarmente ripido e friabile, se ne discosta sulla sinistra, destreggianddosi tra le roccette. La forcella dà l'illusione di essere vicina ma c'è ancora da superare una serie di piccoli gradini rocciosi. La comparsa di qualche zolla erbosa sulla quale fioriscono la
genziana del monte Tricorno e la
primula tirolese anticipa di poco il sospirato arrivo alla
forcella del Cason (m 2224). L'uscita sul versante opposto è di quelle che rimangono in mente a lungo e fa immediatamente dimenticare ogni fatica: ci troviamo al cospetto di una delle più belle visuali del parco, l'ampio catino della alta Val Monfalcon di Forni. Prima di scendere al bivacco, conviene proseguire sulla destra arrivando in pochi minuti a visitare il soprastante ampio intaglio erboso dal quale sprofonda, nel versante opposto, uno stretto canalone. Da questo intaglio si apre anche una visuale splendida sul
monte Cridola e sul vallone che sale a
forcella Scodavacca. Proseguendo in quota è possibile portarsi in breve alla spalla superiore, affacciata sulla
forca di Las Busas. Tornati alla selletta, si riprende il CAI n.342 che ora scende nel catino erboso in direzione del
bivacco Marchi Granzotto. Traversando tra verdi e ghiaie ci si ritrova poco a monte del dosso che ospita il bivacco al quale si cala velocemente sulla sinistra. Se siete a corto di acqua, dal ripiano del bivacco cercate in basso sulla sinistra (guardando verso fondovalle) un prato con la scritta H2O ottenuta con i sassi. La sorgente si trova a 10-15 minuti scendendo lungo il CAI 359 e piegando poi subito a sinistra verso il prato.
Per il rientro si riprende il CAI 342 che ora prosegue a contornare la cima che sovrasta il bivacco. Attenzione dopo poco ad imboccare sulla destra il bivio per la
forcella Monfalcon di Forni tralasciando invece il ramo di sinistra che porta alla
forcella del Leone. Il sentiero sale tra le ghiaie verso la testata della valle giungendo in vista delle due forcelle Monfalcon di Forni sulla sinistra e Las Busas sulla destra. La nostra meta è la seconda e la si raggiunge (m 2256) dopo aver oltrepassato un primo intaglio. Da qui può iniziare la discesa ma prima sarebbe un peccato non fare visita anche all'altra, traversando quasi in quota. Una volta raggiunta, la forcella Monfalcon di Forni (m 2309) offre una bella visuale sull'ampio Cadin di Arade e sui giganti dell'Ampezzano. Ritornati a Las Busas possiamo iniziare la impegnativa discesa che ci porterà alla fine a confluire sul sentiero di
forcella Scodavacca. Il segnavia CAI 354 è ufficialmente dismesso e la discesa lungo il canalone avviene per tracce che, dopo un inizio promettente, si dissolvono velocemente nelle ghiaie. Conviene quindi seguire fin dove possibile i primi tornanti e poi destreggiarsi alla meglio, cercando il terreno meno faticoso. Dare suggerimenti è abbastanza inutile, noi in basso ci siamo tenuti sulla destra presso le rocce per poi tagliare a sinistra cercando di seguire l'originario tracciato. Questo percorre ancora lungamente le pietraie che si trovano alla base del canalone ed infine, lasciata a destra la diramazione per l'
Anello di Bianchi, si innesta sul CAI 346. Lo si segue a destra in discesa rientrando progressivamente nella vegetazione arborea fino a riportarsi al
rifugio Giaf.