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    Monte La Palazza dalla Val Zemola
    Prealpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaV08

Monte La Palazza dalla Val Zemola

Avvicinamento

Da Barcis si risale lungo la val Cellina fino a Cimolais e quindi al passo di Sant'Osvaldo. Giunti all’altezza di Erto Nuova si piega a destra seguendo le indicazioni per la Val Zemola. La stretta rotabile sale a monte del paese per poi proseguire su fondo sterrato fino al parcheggio in corrispondenza del divieto di transito (m 1179).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Vento
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Agosto
Carta Tabacco
021
Dislivello
1100
Lunghezza Km
9,7
Altitudine min
1172
Altitudine max
2210
Tempi
Dati aggiornati al
2020
I vostri commenti
  • 09/10/2021 Escursione compiuta il 2 ottobre 2021, con partenza da Casera Mela (il parcheggio privato e ora a pagamento, il ticket e di 3 Euro al giorno, munirsi di moneta). Siamo saliti a Cava Buscada tramite la pista forestale che transita per Casera Ferrer e poi, passati davanti all accogliente rifugio, abbiamo proseguito per la Landre dal Ledan tramite una evidente traccia. Raggiunta la cresta in corrispondenza di un intaglio, e necessario scollinare e scendere brevemente nell ombroso versante ovest, prima lungo un canalone erboso su sentiero umido e poi aggirando uno sperone tramite una cengia un po esposta (cavo) che porta all ingresso della spettacolare grotta, sospesa sui precipizi del Vallon di Buscada. L ambiente e molto severo e mette in soggezione, ci si sente piccoli piccoli; particolarmente impressionante il paretone nord del Borga, del quale non si vede il fondo. Riguadagnata la cresta e il solare versante est, abbiamo liberamente traversato tra prati e arbusti verso il Buscada, tenendoci alti per ricongiungerci con il Trui de Pintha, che sale dalla cava direttamente alla Palazza. Il sentiero non e difficile, ma risulta malagevole nel tratto intermedio che attraversa i mughi e le rocce fessurate (occhio in discesa!). Abbiamo poi raggiunto senza ulteriori problemi la cresta del Monte Buscada e l anticima della Palazza (ometto e croce). La prosecuzione verso la cima e invece pi� delicata non tanto per difficolta del sentiero, che richiede solo una certa attenzione, quanto per l esposizione della ripida (ma breve) via di salita sul baratro sottostante. Siamo quindi ridiscesi tramite il Trui de Pintha al ripiano della vecchia cava e al Rifugio, dove abbiamo pernottato (veramente ottima l?accoglienza di Roberta e Giampietro).
  • 07/11/2020 Escursione di ieri 06/11/2020. Aspettavo al varco una giornata come questa per tornare sul belvedere verso il Cadore costituito da questo ininterrotto ciglione che dal M.Piave va fino al M.Zita e oltre. Un grandioso belvedere con viste infinite che su La Palazza non fa che replicare quanto si apprezza anche dalle consorelle, con solo piccole variazioni del punto di vista. Mentre osservo il tutto da solo ma interiormente non solo, mi è impossibile non associare, specie ai gruppi della Civetta e Pelmo in particolare, tanti ricordi di troppi anni fa. Il tempo va e io oggi sono strafelice di poter almeno vedere e ricordare. Sosto parecchio in cima e non me ne staccherei. Do un'occhiata al buon "bussolotto", che svolge bene il suo compito, con il libro di vetta (Grazie "Malfa" Forestiero Nomade). Noto che due giorni fa era a scalare qui Mauro Corona con Erri De Luca. Scendo e dal Buscada seguo, per quanto possibile, a vista la linea di cresta fino a giungere sopra il Landre dal Ledan ove scendo con la dovuta cautela visto il fondo terroso molto umido. Gran spettacolo questo antro, per bellezza e maestosità così come la grandiosa parete Est del Borgà. E da lì il rientro per Cava Buscada come all'andata. Percorso in buone condizioni seppur non un sentiero come comunemente inteso ma con solo due punti in cui è richiesta maggiore attenzione: la zona dei mughi e rocce fessurate e la salita finale su cui non è consentito scivolare. Cime ben frequentate. Giornata ideale in ogni senso. Mandi e buine mont a duç.
  • 23/07/2020 19/07/2020-dal rifugio Cava Buscada risaliti su pista fino dove essa termina presso i grandi blocchi di marmo. Da qui si imbocca il sentierino per La Palazza. Nel tratto più malagevole su rocce cariate, i mughi tagliati cominciano a reimpossessarsi del varco.In luglio i prati sotto la cima, come anche la piccola conca dell'antecima de La Palazza sono un giardino fiorito, con numerose stelle alpine, sul quale si muove un branco di camosci con cuccioli. Non si vorrebbe mai scendere. Oltre a noi, nessun escursionista, nonostante le numerose autovetture parcheggiate sotto. Splendido ambiente, affacciato vertiginosamente sulla Val del Piave.
  • 03/09/2015 Gli asinelli si svegliano con calma. Uno di loro, appena mi vede, si stiracchia disteso su di un fianco. Trattengo il desiderio di tuffarmi ad abbracciarlo. Non credo apprezzerebbe. Su di un grande masso, una replica bell’e buona della Creta di Aip, una marmotta s’alza a declamar la nostra presenza con il Col Nudo a far da sfondo. Le praterie sommitali son popolate pure da un piccolo battaglione ovino che si sposta lentamente stretto stretto come se ogni pauroso peluche fosse incatenato all’altro. Il giorno illumina le impressionanti bastionate del Borgà, che paion tagliate con l’accetta. E’ incredibile come le cime occidentali della val Zemola si presentino da perfetti gemelli bifronti. Un lato, inclinato e dolcemente erboso, l’altro, strapiombante ed intimidatorio. Oltre le fessurazioni si giunge ad un arco formato da un larice. O meglio, da uno dei due figli di quelle radici. La sua lunga vita s’e scontrata con la rabbia incontenibile del cielo. Un fulmine ne ha modificato per sempre l’aspetto. Prostratosi a terra, il larice ha mutato profilo e personalità, adattandosi alla nuova postura. Per una volta però, la forza distruttrice s’è trasformata in creatrice. Quel fusto non ha ceduto alla scarica. Forse per le sue ragguardevoli dimensioni. Parte di esso è divenuta culla, s’è fatta madre. Altre forme di vita vegetali han trovato nutrimento da quel corpo possente. Dalla corteccia smangiata, sopra un tappeto d’aghi, spuntan erbe e piccole piante, alternate da carezze muschiate. Non vivono a scapito del larice stesso ma ne condividono l’essenza. Al di sotto, parte di quel tronco, ancora viva, continua a far scorrer la linfa per sfamare i suoi rami, protesi oltre quella ferita cicatrizzata. Diverse esistenze si compenetrano, intersecandosi in un unico abbraccio. Quel fulmine non ha creato un arco, ma una porta. Un microcosmo di metafore intrecciate come quelle radici. Giungiamo sulla Palazza quando la luce fa già brillare le rosee sculture di ponente. Ogni spicchio di quelle muraglie, ogni guglia, ogni vetta, ogni torre si alza sulle punte dei piedi per farsi ammirare. La foschia s’è presa il suo giorno di vacanza. Il panorama mozza il fiato e annichilisce ogni tentativo descrittivo. Sulle risicate terrazze sottostanti due femmine di stambecco ed un cucciolo. Una si gratta la schiena con foga, utilizzando l’unico corno a sua disposizione. Chissà se la perdita è stata generata da uno scontro o dal prurito stesso! Al ritorno, poco distante dal troi, la nevicata d’Epilobi s’intensifica. I fiocchi più ispirati si sono aggrappati su di una grande ragnatela. Una circonferenza perfetta. Fatta di piume. Candida. Al suo interno un altro cerchio. Le maglie meno fitte l’han lasciato spoglio, riempito solo dell’ombra delle rocce. Al centro, il tessitore si trasforma in pupilla arancione. Senza rendersi conto che quella brezza l’ha trasformato, a suo malgrado, in installazione artistica e che il suo lavoro notturno si manifesta ad occhi d’umani certo, ma anche a potenziali prede che eviteranno l’abbraccio mortale di quel cuscino. Prima di scendere al rifugio sconfiniamo nel Landre senza emettere suoni, avvolti dalla sua atmosfera che tocca corde ataviche. Si percepiscon presenze pur essendo esso deserto. Poco sotto, altre stambecche con prole al seguito. Il lungo ritorno segue il Trui dal Scjarbon. Via di trasporto, non di carbonaie. Un lungo traverso tra boschi e pietraie manutenuto con estrema cura, ove ogni passo, come riflesso di pozzanghera, rimanda alla passata viandanza che lo contraddistinse.(29.08.2015)
  • 05/07/2015 Escursione effettuata sabato 4 luglio 2015I prati totalmente ricoperti di fiori distraggono la pesante sensazione di caldo opprimente che ci accompagna fino in cima. L’erba molto alta nasconde spesso qualche sasso o qualche buca fino a circa metà salita, richiede un minimo d’attenzione onde non procurarsi qualche spiacevole slogatura. Grandioso panorama dalla cima, il Duranno Re delle Dolomiti Friulane, sembra osservarci. Il sentiero che da quota 1984 porta al bivio per la grotta del Landre dal Ledan, il primo tratto è segnalato da radi ometti, poi l’erba molto alta ricopre gran parte del tracciato comunque, basta mirare alla poco distante sella erbosa. Il bivio del sentiero che porta alla grotta è a quota 1880 circa del crinale che scende alla Forcella Borgà. Il sentiero che porta alla grotta, anche se semplice, richiede cautela per il fondo umido ancora a tardo pomeriggio. Peccato che questa bella variante non sia in alcun modo segnalato sia in loco sia sulla Tabacco (almeno quella in mio possesso) Nonostante gran parte del percorso sia ricoperto da folto erbaggio, nessuno di noi è stato scelto come dimora temporanea per zecche!Per chi fosse interessato, sulla parete della cima Palazza, a destra della gola ghiaiosa che porta in vetta, si trova una palestra di roccia già splittata. Guardando da sotto, alcune vie sembrano dure ma, gli split sono molto vicini.
  • 09/09/2013 07/09/2013-Risaliti sulla Palazza. Dal Piazzale presso la cava un cartello e bolli rossi ci guidano su sentierino alla cima. Il sentiero è stato dedicato a Renzo Corona e tracciato un paio di anni fa. Quindi ora non c'è alcun problema di orientamento. Sempre impressionanti le pareti strapiombanti verso la Val del Piave. Il nuovo accogliente rifugio Cava Buscada trova posto presso la vecchia baracca dei cavatori. Un loquace simpatico ospite veneto ha così commentato il suo andar per monti sul confine regionale: "quando non voglio vedere gente in giro, vado a camminare qui da voi in Friuli..."Mandi a tutti
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  • Autunno in Val Zemola
    20/10/2013 Autunno in Val Zemola
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    26/02/2011 Duranno. Duranno dalla Palazza. . Duranno e cima Preti, dolo ...
  • Verso la cima della Palazza. . . morenz@tele2.it
    23/10/2007 Verso la cima della Palazza. . . morenz@tele2.it
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