Avvicinamento
Poco prima dell’abitato di Claut imboccare, sulla sinistra, la strada che si inoltra in
Val Settimana seguendo le indicazioni per il
rifugio Pussa. La strada, per gran parte sterrata, dopo un lungo tragitto di circa 14 km, si esaurisce alla testata della valle dove è possibile parcheggiare (m 920, ampio spiazzo, informarsi sulla percorribilità).
Descrizione
L’escursione ha inizio lungo la pista sterrata che sale moderatamente in direzione sud est (sulla destra arrivando al parcheggio), dapprima nel bosco e quindi sul bordo di una estesa radura prativa circondata dagli abeti. Lasciato a destra l’imbocco del sentiero per
forcella delle Pregoiane, la strada si accosta al greto principale intersecando poi il solco di un rio secondario. Con un paio di tornanti si rientra nel bosco passando quindi sulla destra orografica della valle, dove incontriamo una seconda grande radura punteggiata dalle conifere. La pista piega ora a destra, oltrepassa una briglia lastricata ed infine esce sul limitare del pascolo di
casera Senons (m 1328, acqua). L’edificio principale, dotato di tavolo, caminetto e cucina economica, potrebbe essere occupato se la malga è monticata. Le bellissime praterie alpine che si sviluppano a valle della casera invogliano ad un momento di pausa per individuare tra il verde le vistose corolle arancioni del
giglio rosso. Per la semplicità del percorso, la salita alla
casera Senons può costituire già una meta a sé stante, particolarmente adatta ai bambini ed ai meno allenati, ma sarebbe un peccato tralasciare la prosecuzione verso il cadin di Senons. Per compiere anche l’anellino superiore si prosegue lungo la mulattiera inerbita che passa accanto alle stalle scendendo poi ad intersecare due piccoli greti secondari. Dopo il secondo fare attenzione a non mancare a sinistra l’imbocco del segnavia CAI n.393 che in breve supera un rio per poi iniziare a salire con pendenza decisa nel bosco di
faggio. Raggiunto l’orizzonte dei
larici e dei
mughi, il sentiero si appiana piegando a sinistra per andare ad attraversare una zona più aperta e particolarmente ricca di fioriture. Si cammina infatti all’interno di un autentico giardino alpestre formato prevalentemente da
rododendro irsuto ,
silene acaule,
ranuncolo alpestre ,
viola a due fiori e
pinguicola alpina . Dopo un breve tratto in falsopiano si perde qualche metro di quota per andare ad intersecare un largo greto (m 1562), sul quale spiccano numerose zolle consolidate dai tappeti del
camedrio. Si prosegue in un rado
lariceto punteggiato dalla fioritura dei
botton d'oro , fino a giungere al punto di maggiore elevazione dove il sentiero inizia la sua discesa e dove si stacca a destra la traccia che sale a
forcella del Pedole (m 1608, ometto, vedi variante).
La seconda parte dell'anello si dimostra inizialmente meno marcata e si rende necessario destreggiarsi un poco tra le erbe cercando di non perdere di vista il segnavia. Ci si accosta così al greto di un piccolo rio perdendo quota in modo più deciso a fianco di questo fino al punto in cui lo si interseca per poi rientrare nel bosco di
faggio. Raggiunto nuovamente terreno più aperto, si supera un piccolo rio scendendo ancora tra
ginestre e
maggiociondoli fino a ritrovarsi sui prati a monte della
casera Senons, dove si è insediata una piccola colonia di
marmotte . Una volta ridiscesi alla pista sterrata si utilizzerà il medesimo itinerario dell'andata.
Variante alla forcella del Pedole (E)
La testata della val Senons si dirama in una serie di alti cadini che danno accesso ad alcune solitarie forcelle. Si tratta di uno dei luoghi più appartati del
Parco delle Dolomiti Friulane, in considerazione soprattutto del fatto che non esiste una sentieristica ufficiale ad eccezione dell'anello appena descritto. Una di queste forcelle è tuttavia servita da una traccia abbastanza marcata che si stacca dal segnavia CAI n.393, nel suo punto di maggiore elevazione. E' l'occasione per ampliare l'escursione salendo alla
forcella del Pedole, un intaglio racchiuso tra le alte pareti del monte Burlaton e la cresta delle Caserine Alte. Dalla quota 1608 si riprende così a salire con buona pendenza in una brughiera alpina dove i
larici vanno progressivamente diradandosi (ometti e vecchi segnavia). Con il progredire della quota si riescono ora a distingure meglio le vette che chiudono in alto la valle e tra queste il Corno di Senons con le sue caratteristiche placche inclinate. Ben presto si giunge ad una zona disseminata di grossi massi, ormai ben in vista della nostra meta. Più in alto si lascia a sinistra la traccia (con i vecchi segnavia) che sale alla forcella del Cuel e ci si tiene a destra avvicinandosi alle verticali pareti del monte Burlaton. Con qualche svolta su ripidi verdi e piccole lingue detritiche, si sale faticosamente verso l'intaglio di
forcella del Pedole, che si guadagna a quota 1934. Da qui altri bolli rossi conducono a destra verso la vetta delle Caserine Alte ma si tratta di un itinerario riservato ad escursionisti particolarmente esperti (passaggi di I e II anche esposti). Il ritorno avviene lungo lo stesso sentiero.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Rupe