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    Anello del monte Teglara da sella Chiampon
    Prealpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaF13

Anello del monte Teglara da sella Chiampon

Avvicinamento

Da Flagogna o Pinzano risalire interamente la rotabile della val d'Arzino oltrepassando gli ultimi abitati. Al primo tornante dopo le gallerie imboccare a sinistra il bivio per Preone (è possibile giungere qui anche scendendo da sella Chianzutan). Percorrere la stretta stradicciola che conduce in breve al pianoro degli stavoli Piè della Valle presso sella Chiampon (m 768, parcheggio). Chi proviene dalla Carnia troverà più comodo raggiungere questo punto risalendo interamente la val Preone.

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dei Fiori
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Agosto
Carta Tabacco
013
Dislivello
1200
Lunghezza Km
16,9
Altitudine min
768
Altitudine max
1886
Tempi
Dati aggiornati al
2006
I vostri commenti
  • 26/05/2020 Escursione svolta il 23.05 partendo da Sella Chiampon e percorrendo l'anello in senso antiorario. Sino a Casera Pezzeit di sopra tra carrareccia e sentiero non vi sono problemi di sorta. Abbiamo fatto una piccola deviazione per salire sul Burlat: alcuni tratti sono esposti e l'ascesa in qualche punto può anche risultare complicata senza l'ausilio delle mani e delle braccia. Scesi dal Burlat, abbiamo percorso il lungo sentiero 803 che tra ghiaioni, nevai ancora in forze e stanchezza può generare un po' di difficoltà. Abbiamo tralasciato la salita alla vetta del Teglara raggiungendo direttamente la casera e quindi rientrando dalla strada sterrata. Un giro piuttosto lungo e in alcuni punti complesso per passaggi "fastidiosi". Le casere Pezzeit e Teglara sono davvero dei piccoli gioielli: complimenti a chi si preoccupa di mantenerle in queste condizioni davvero gradevoli.
  • 19/02/2020 Sabato 15 febbraio abbiamo raggiunto prima la Sciara Grande e poi il Monte Teglara partendo da Stavoli Piè della Valle, nei pressi di Sella Chiampon. Discretamente lungo l’avvicinamento sino a Casera Teglara per la carrareccia (ci son volute più di due ore!), con tratti di neve dura e ghiacciata nella parte alta (utili i ramponcini). Oltre la casera il sentiero era coperto da una ventina di cm di neve, nonostante l’assenza di tracce non abbiamo comunque avuto difficoltà nell’individuazione del percorso, sempre intuibile e segnalato qua e là da provvidenziali paletti, che emergevano dalla coltre bianca. Nei programmi iniziali c’era solo la Sciara, ma - giunti in cima - la vista del dirimpettaio Monte Teglara quasi completamente sgombro di neve ci ha invogliati a proseguire l’escursione. Ritornati sui nostri passi sin quasi alla casera, ci siamo quindi raccordati con il sentiero CAI 803 che traversa il versante sud del Teglara per poi condurre alle Malghe Pezzeit. Il tracciato è assai poco evidente e in alcuni tratti un po’ eroso e con qualche lingua di neve, si deve procedere affidandosi quasi esclusivamente ai segnavia, che sono comunque ben disposti e sufficientemente visibili, almeno in questo periodo (discorso diverso con l’erba alta!). Raggiunto il crestone orientale del Teglara, abbiamo abbandonato il segnavia, seguendo la cresta su per i ripidi prati sino alla cima innevata. Qualche chiazza di neve nella parte alta ci ha consigliato di calzare nuovamente i ramponcini, che sono poi risultati utili anche in discesa per un maggior grip sull’erba secca e scivolosa. Ritornati sul sentiero CAI, lo abbiamo ripercorso per un tratto fino a che non abbiamo intravisto la possibilità di tagliare in sicurezza per pendii erbosi sulla pista sottostante, evitando di tornare sino alla Casera. Abbiamo poi ricalcato il percorso dell’andata sino al rientro all’auto. Gran bella escursione, in ambiente molto solitario (incontrata una sola coppia di escursionisti in tutta la giornata!) e con splendide visuali. La “doppietta” è abbastanza impegnativa (1300 m di dislivello - 17 km di sviluppo), ma si può ridurre limitandosi a una delle due cime, entrambe meritevoli. Fino a Casera Teglara – a parte il ghiaccio – non c’è alcuna difficoltà, il tratto dalla Casera alla Sciara è di tipo E, per il Teglara è invece richiesto un impegno maggiore (EE), sia per la tipologia di terreno, che per il sentiero poco evidente. Ho allegato il tracciato gpx. Un saluto a tutti!
  • 05/10/2015 Con la inaspettata, bella giornata saliamo il Monte Teglara, per"rifarci" dell'esc. di Maggio scorso accorciata per nebbia. Dalla Casera Teglara per il sent.803 poco evidente, con misurati ed essenziali segnavia nel lungo traverso panoramico fino alla dorsale orientale,poi per ripidi crinali erbosi alla cima.Meritata e stupenda la visuale a 360°, ....con delusione notiamo che non c'è l'Ancona"menzionata" solo i nudi supporti...pazienza...un monte che meriterebbe qualcosa di più, il rientro per lo stesso percorso.Mandi
  • 09/07/2014 Vorrei segnalarvi l'evanescenza del troi 803 da Casera Teglara alla dorsale del Burlat. Scomodo, a volte di difficile individuazione, spesso rovinato o mangiato da erbe e piccoli arbusti piuttosto che da terriccio e ghiaie. Avendolo percorso in una traversata di due giorni dalla Cuesta Spioleit al Burlat, passando per Valcalda e Teglara, indirizzo chi volesse approfondire lo stato di tale sentieristica o la traversata in sè, nell'apposita sezione "Le vostre relazioni" ove ho postato il tutto in forma dettagliata e corredata di foto. Non tanto per allontanare da questi meravigliosi pendii, quanto per affrontarli con coscienza, invitando chi se la sentisse a tuffarsi in questo mare spumeggiante ove le onde si fan verdi e i profumi inebriano la vista.
  • 04/09/2013 Come variante rispetto al ritorno per malga Pezzeit, propongo una scorciatoia "selvatica" adatta in discesa, che collega in modo diretto il sent. 803 con la conca di malga Vallon lungo 300 m d'erba e bosco. Ripida e senza tracce ma non difficile, anzi a mio parere divertente; qualche fettuccia aiuta ad imboccare il giusto costone boscoso altrimenti non identificabile dall'alto.Si segue il sent. 803 nel verso descritto fino alla zona dei Chiadins del Burlat, lasciandolo al termine del traverso di 5' c. tra le ginestre, prima di un grande faggio un po' isolato: poco a destra del pendio da scendere c'è un solco verde con chiazze di sassi, mentre in basso si vede la conca di m.ga Vallon, quasi a picco oltre il bosco. Si cala in obliquo a sinistra sul ripido versante fino a trovare le fettucce su arbusti isolati, che guidano al bordo inferiore del prato presso un albero secco, q. 1430 c. Nel bosco all'inizio rado si obliqua ancora brevemente a sinistra, fino a un piccolo dosso da cui ha inizio il sottostante costone boscoso: ignorando tracce di animali che traversano, si scende lungo la direttiva del costone, con un po' d'attenzione nei primi 20-30 m molto ripidi. Si continua a seguirlo senza possibilità di errore, a fianco di un canale con strati di rocce sfaldate alla nostra sinistra, nel quale si entra quasi al suo termine, laddove è agevole e ormai in vista del pascolo. In breve, confluiti allo sbocco di un altro canale che scende più impervio da sinistra, si esce sul bordo superiore dell'ampio pascolo presso una chiazza di ghiaie (riferimento in caso di salita). Si contorna verso sinistra, meglio stando alti, la conca invasa dalle erbe, scendendo oltre i ruderi per un bel dosso, e tra qualche masso si sbuca sulla pista col segnavia 826. In discesa 40' c. (in salita circa 1h, faticosa). Buone camminate!
  • 23/08/2013 Effettuato oggi l'intero anello come descritto su S.N. Sono riuscito ad individuare e seguire senza particolari difficoltà il S.V. CAI N° 803. Ho solo il dubbio di aver effettivamente raggiunto la vetta del M. Teglara; abbandonato il S.V. CAI sono risalito a sx lungo il crinale erboso, non ho trovato alcuna ancona, ma solo alcuni sassi messi in cerchio: è forse un'antecima e dovevo proseguire ancora? Ritornato a riprendere il S.V. CAI, effettivamente il tratto fino alla forcelletta richiede vista aguzza per individuare i segni Bianco-rosso.L'intero percorso diventa impegnativo per la sua lunghezza (ho impiegato 8 ore, praticamente senza soste); il tratto centrale, da C.ra Teglara a C.ra Pezzeit di Sotto è adatto solo per Escursionisti Esperti. Buone camminate. Bepi.
  • 08/07/2013 Effettuata l'escursione come da scheda fino dalla valle Preone fino a casera Teglara, da quest'ultima ho proseguito seguendo il sentiero 826 fino alla vetta del Valcalda , da segnalare che dopo la casera il sentiero è per escursionisti espertissimi sia per le poche tracce e segni sia per l'esposizione di un paio di passaggi,dalla cresta del Valcalda si arriva fino alla croce di vetta (rossa ) e da li sono sceso fino all'antecima con un pasagggio di 1 grado superiore sull'esile crestina, ritornato alla vetta principale ho preferito scendere dalla piccola forcella che unisce il monte Valcalda al monte Teglara, un po ripido ed esposto, nessuna traccia e nessun segno , era un idea che mi è venuta in mente per evitare la parte esposta dell'andata , comunque alla base del ripido pendio erboso ho ripreso il vecchio sentiero 826 e passando per casera Teglara ( non è più usufruibile come bivacco perchè ora abitata da pastori )e sono rientrato a Stavoli Pie della Valle . Dislivello complessivo 1200 mt, sentiero affascinante per chi ama la solitudine e il selvaggio .Buone escursioni.
  • 25/10/2012 In una splendida giornata ho preso ispirazione dal giro di Matthew: gli auguro di rifarlo nelle condizioni che ho trovato io, e lo consiglio (con tempo buono) a chi ama le creste panoramiche. Dal m. Teglara il Valcalda è più vicino di quel che sembra, una ventina di minuti di facile crinale: in cima vastissimo panorama in ambiente solitario, per contemplativi. Al ritorno per variare ho preso l'826: si va a ritroso un breve tratto sulla cresta E finché si trovano i segni, poi ci si cala senza tracce né segni per un piccolo avvallamento delimitato a destra da un marcato pulpito erboso, puntando a una fascia rocciosa sulla sinistra, dove si traversa su buona cengia doppiando uno spigolo. Raggiunta la cresta S, ho lasciato i segni che scendono a sinistra nel solco erboso, e ho seguito la cresta con qualche saliscendi fino a forc. Teglara: questo dà modo di apprezzare gli impressionanti salti a S della cima, e una prospettiva diversa sull'incantevole conca di casera Teglara. Nei pressi della forcella appare la casera, ed è più intuitivo raggiungerla a vista che cercare i segni.
  • 22/10/2012 Fatta la cima del Monte Teglara il 14 ottobre, poi ho proseguito in cresta verso il Valcalda e da qui l'intenzione era di scendere per cresta sud fino a forcella Teglara. L'tinerario è bellissimo e facilmente percorribile, purtroppo ho avuto gravi problemi di orientamento in discesa del Valcalda a causa della fitta nebbia e il rientro è stata un'odissea. Sconsiglio perciò a chiunque di frequentare queste zone con tempo incerto perché i sentieri sono scomparsi tra l'erba alta, i segnavia ci sono ma bisogna avere intuito e il paesaggio non offre punti di riferimento in caso di nebbia perché è tutto un insieme di gobbe erbose e pascoli.
  • 20/06/2010 Sentiero CAI: 803. da casera teglara a malga pezzeit di sotto. Carta Tabacco 013 – sentiero 803Lo scorso 13 giugno ho cercato di percorrere il sent. 803 dalla Malga Teglara fino alla Malga Pezzeit di Sotto.Vorrei segnalare che già alla Malga Teglara, mentre sono ben indicate (tabella infissa sulla malga) le indicazioni per i segnavia 826,830 e 834, nessuna indicazione mostra dove parte l’803. Non c’è neppure traccia del sentiero sul terreno, forse perché non è molto frequentato.Solo sporadici segni sui sassi e, più in alto, un paletto indicano la direzione da seguire. I segni sembrano messi quasi a caso, e ti portano su e giù per il fianco del Monte Teglara. Raggiunto lo spallone del monte ed affacciatisi sul Chiadins del Burlat, si prosegue guidati dai segni sommersi dalla vegetazione, senza nessuna traccia di sentiero (che pur sulla carta Tabacco 013 è segnato con il tratteggio e non con i punti). Sceso il canale che porta sul fondo del Chiadins del Bulrlat, una traccia finalmente visibile conduce verso la sella che divide il Burlat dalla Cima Valcalda Nord scendendo poi fino a quota 1580 circa.Qui cominciano i problemi. Il terreno è sconvolto dalle slavine e da grovigli di alberi sradicati e spezzati e i segni sono rari e non molto logici . Dopo aver perso circa un’ora per capire dove andare e preoccupati per il maltempo che stava arrivando, abbiamo deciso di scendere tra i mughi e la faggeta verso i ruderi di Malga Vallon per poi scendere a Stavoli Piè di Valle. Sentieri Natura farebbe bene a segnalare questo problema sul suo sito e la Tabacco a cambiare il tipo di segno sulla sua carta.Grazie per la collaborazioneFranco FogarCommissione EscursioniSocietà Alpina delle GiulieSez. del CAI di Trieste . francofogar47@libero.it
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