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    Ricovero e monte Forcella da Amaro
    Alpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaB26

Ricovero e monte Forcella da Amaro

Avvicinamento

Percorrendo la strada statale n.13 Pontebbana, poco dopo Carnia si imbocca lo svincolo in direzione di Amaro. Oltre il ponte sul Fella, appena superato il viadotto autostradale, si prende la strada a destra per Campiolo e la si percorre per circa 500 metri. Oltrepassato anche il letto del rio Favarinis, possiamo parcheggiare negli spiazzi lungo la strada (m 268, cartello segnavia CAI n.415).

Descrizione

Affrontiamo subito le pendici del monte risalendo a stretti tornantini all’interno di un bosco di pino nero mentre alla nostra sinistra si intuisce il profondo impluvio del rio Favarinis. Il sentiero su cui ci si muove è costituito da una mulattiera in ottime condizioni, testimone di un costante impegno dei locali a consolidarne il tracciato con gradini. Il bosco, disseminato a primavera di eriche e viole, si alterna a schiarite che permettono di tanto in tanto di osservare la pianura sottostante. Più in alto ci si orienta verso sinistra a tagliare un pendio roccioso ed infine, tramite un caratteristico passaggio incassato tra la parete ed uno sperone, ci si affaccia sulla parte più interna del vallone. La generale ripidezza dei versanti del monte Amariana non ha favorito nel tempo gli insediamenti umani ma fanno eccezione i suoi contrafforti sudorientali sui quali sono stati edificati diversi stavoli, alcuni dei quali ancora utilizzati durante la bella stagione.
Oltrepassato un piccolo crocefisso nella pietra, la pendenza si appiana per un tratto in corrispondenza dell’attraversamento di un piccolo impluvio poi la salita riprende ed in breve si raggiunge lo stavolo di Nole, situato in posizione assai panoramica ma ormai in rovina ed invaso dai cespugli. La salita prosegue regolare a tornantini fino ad incontrare un primo bivio che si lascia a sinistra. A breve distanza, un piccolo ed ordinato vialetto porta anch’esso agli stavoli Amariana di Sotto, ancora abitati. Risalendo lungo il margine del bel pendio prativo soprastante riprendiamo a salire in un bosco che con la quota si è arricchito di faggi mentre nel sottobosco primaverile fanno la loro comparsa anche primule, epatiche e bucaneve. Dal bosco si esce alla base del pendio prativo dove si trova lo stavolo Vallaconin che rimane sulla destra mentre il sentiero raggiunge una panoramica spalla punteggiata di crochi nei pressi della quale si trova un grande stagno.
L’ultima parte della salita si svolge all’interno della faggeta che riveste il versante sud del monte Lavaron. I monconi scheletriti che si incontrano dopo poco, testimonianza dell'incendio avvenuto nell'aprile del 1995 che ha interessato una superficie di circa 80 ettari, sono ormai nascosti dal giovane boschetto rigeneratosi. Successivamente il sentiero traversa quasi in quota lungo un tracciato ora meno marcato e talora ingombrato dalla lettiera. Una ripida rimonta a strette svolte ci immette nella valletta che scende dalla Forcella. La si risale attraversando anche un breve tratto di abetaia fino a giungere al ricovero Monte Forcella (m 1098). La piccola costruzione è formata da una stanza attrezzata con panca, tavolo e caminetto mentre un secondo vano accanto dispone di dodici brande ed è in grado di offrire uno spartano pernottamento.
Il ricovero e la Forcella stessa sono circondati dal bosco e non offrono grandi visuali pertanto si consiglia di compiere un piccolo sforzo supplementare risalendo sulla vetta del vicino monte Forcella dove la vista è assai migliore. Un sentiero vero e proprio non c’è ma la salita non presenta particolari problemi salvo la ripidezza degli ultimi metri. Si ridiscende così fino alla abetaia deviando a sinistra dove questa termina. Senza percorso obbligato si sale nel bosco tagliando a destra non appena possibile. Raggiunto il crinale del monte lo si risale tra eriche e ginestre pervenendo in breve alla panoramica vetta del monte Forcella (m 1108) dove lo sguardo è limitato solo ad ovest dalla mole dell'Amariana. Il rientro avverrà per il medesimo itinerario.

Variante in salita da Campiolo (EE)

Una interessante variante per raggiungere il monte Forcella è quella che utilizza i vecchi sentieri che da Campiolo salgono la dorsale orientale del monte. Si tratta però di una opportunità riservata agli escursionisti che amano muoversi sulle vecchie tracce prive di segnavia. Per intraprendere questa salita si prosegue lungo la strada per Campiolo parcheggiando l'auto all'uscita dall'ultima galleria, poco prima del ponte sul Glagnò. Qui si innalza sulla sinistra una buona mulattiera che raggiunge in breve lo stavolo Pecol dal Pin. Il sentiero, ora meno marcato, si porta sulla dorsale della Costa Culars che si percorre abbastanza agevolmente attraversando una rada boscaglia. La costa si va progressivamente assottigliando fino a trasformarsi in qualche tratto anche in esile cresta affacciata sui bianchissimi dirupi del versante settentrionale. Dopo avere evitato con un traverso un poco esposto la piccola quota 743 ci si trova alla base di un erto pendio roccioso che deve essere aggirato risalendo faticosamente la valletta a sinistra. Il sentiero qui praticamente scompare ma seguendo labili tracce ci si innalza direttamente sulla quota 917 dove il terreno si fa nuovamente agevole. Seguendo il filo della dorsale boscata e tenendosi ancora sulla sinistra si ritrova il sentiero che traversa le pendici del monte Forcella per poi innestarsi definitivamente sul segnavia CAI poco prima della abetaia.
Per la natura del terreno e per la mancanza di una traccia evidente si raccomanda la percorrenza di questo itinerario a escursionisti esperti.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Bosco
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Aprile
Carta Tabacco
013
Dislivello
800
Lunghezza Km
6,8
Altitudine min
268
Altitudine max
1108
Tempi
Dati aggiornati al
2023
I vostri commenti
  • 24/12/2023 Pochi giorni fa ho ripercorso la salita al ricovero monte Forcella. Il sentiero è ben segnato, gli stavoli Amariana (privati) sistemati, frequentati e addobbati per le feste natalizie (acqua). Il ricovero monte Forcella è curato, gli alberi prossimali sono stati diradati e il prato viene sfalciato. Poi -su traccia- non è potuta mancare la salita al monte Forcella, panoramicissimo. Unico neo di questa salita, come d'altronde mi aspettavo, è il rumore di fondo del traffico che però a volte viene nascosto dall'esposizione del versante.Sereno Natale a tutti.
  • 09/01/2022 Sentiero largo e in ottime condizioni; i segnavia sono stati ridipinti di recente. Dalla partenza bisogna camminare per un po' prima di lasciarsi i rumori dell'autostrada alle spalle, ma questa prima parte di sentiero e'sgombra dalla neve. Chiazze bianche cominciano a comparire all'altezza degli stavoli Amariana di sotto, e arrivati allo stavolo vallaconin si inizia a sprofondare in circa 15 cm. Dallo stavolo scendono a precipizio due cani di media taglia; uno dei due, che risponde al nome di Poldo, si dimostra particolarmente intransigente coi visitatori, ma viene prontamente richiamato all'ordine dal padrone. Da qui in poi si trova sempre neve, che pero' non crea troppa difficolta', solamente rallenta un po'il passo. Per arrivare in cima al monte Forcella non c'e' un sentiero vero e proprio, ma si punta alla cresta arrampicandosi su un ripido pendio; sulla cresta le difficolta' non sono finite, ma la direzione e' certa. Il panorama dalla cima spazia a 360 gradi e pure in questa nuvolosa giornata si scorge il mare all'orizzonte. Tagliando nel bosco raggiungo di nuovo il sentiero 415 fino al ricovero, spazioso e attrezzato di brande. Sulla strada del ritorno, breve capatina agli stavolo Amariana di sotto.
  • 06/03/2021 Salito mercoledì 3 marzo seguendo la descrizione di SN. Sentiero ottimamente segnalato e privo di asperità fino al ricovero, con neve a macchie di leopardo nell'ultimissimo tratto. Diverso il discorso per arrivare alla cima in quanto non vi è alcuna segnalazione. Ho dovuto ricorrere ad un accurato studio della Tabacco e rielaborare il ricordo della mia precedente ascesa di sei anni fa. A differenza di allora, ora in cima spicca una semplice e artigianale Croce, visibile anche dallo stavolo Vallaconin. Attorno ad essa, 360° di spettacolo. Il ricovero è accessibile e dotato del sufficiente per un (appunto) ricovero. Buona vita a tutti
  • 17/04/2017 17/04/2017-Saliti al monte Forcella. Il sentiero per il ricovero monte Forcella è ben battuto; oggi è frequentato. La salita ci concede di toglierci presto dal rumore dell'autostrada e del rock a tutto volume dei gitanti di pasquetta posizionati sotto il pilone dell'autostrada (!) presso il parcheggio dell'inizio sentiero. Su traccia, fuori sentiero, in breve si è in cima, sono le 10,30, le prime nuvole annunciate, freddino, ma panorama ampio e grifoni in volo. In casera il termometro segna 7°, molte nubi, ma alla fine solo qualche goccia. Il ricovero monte Forcella è tenuto in ordine. Ho apprezzato l’escursione in abito primaverile con gli alberi vestiti di verde, anche la zona interessata da incendio è ormai rivestita da vegetazione.
  • 23/06/2016 Sono salito ieri, niente di particolare da segnalare, per raggiungere la cima del Forcella ho lasciato il sentiero prima del ricovero nei pressi della pozza (sono sufficienti le indicazioni dei commenti precedenti, aggiungo che risalendo il pendio boscoso ho seguito alcuni nastri "vedo" sugli alberi e che la deviazione è breve e meritevole per il panorama); dal ricovero ho continuato per il 415 fino alla cima dell'Amariana, tutto ok ma erba che ha invaso parecchio il sentiero nel tratto di dorsale tra la quota 1340 della Tabacco ed il ricovero Plan d'Ajars; in discesa ho seguito il 414 fino ad Amaro (attrezzature del canalone direi nella norma) e da qui sono ritornato al punto di partenza, buone escursioni a tutti
  • 29/05/2016 Percorso oggi 29/05/2016. Poiché erano previsti temporali nel primo pomeriggio si è optato per un’escursione vicina e breve.Rifatto a distanza di 4 anni, a primavera inoltrata con la vegetazione nel massimo dello sviluppo, il sentiero dopo lo stavolo Vallacomin appare più stabile e tutto il percorso fino al Ric. Forcella non presenta difficoltà con terreno asciutto. La risalita alla panoramica cima del M.te Forcella è sempre un po’ avventurosa (ma meritevole di un piccolo sacrificio). La sbiadita scritta “cima” su un masso che 4 anni fa indicava il punto in cui abbandonare il segnavia CAI N°415 è completamente sparita. Poco prima della pozza d’acqua, traversare leggermente a dx, poi risalire sulla sx fino ad incrociare una traccia che percorre il ripido crinale del monte (un bollo rosso su un masso ci indica che siamo vicini alla meta). Dalla panoramica cima si scende per lo stesso itinerario a riprendere il segnavia CAI. Meritano una visita le cascate del rio Favarinis, in prossimità del punto di partenza.Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 28/05/2016 Meta decisa così, perchè vicina, breve, adatta alle partenze tardissime e ai rientri veloci, tanto la conosco...la conosco così tanto che anziché imboccare la stradina che conduce all'attacco del sentiero, tiro dritta...ma per poco...Posti all'ombra ce ne sono, presso la pozza del rio a fianco c'è già qualcuno in pediluvio, poco dopo lo stavolo di Nole scende une siorute, è stata a bagnà las plantas in tal stali....lungo il sentiero si incrocia più volte il filo, ora a terra ora fra i rami, di una vecchia teleferica, vedrò poi che partiva da Vallaconin; presso gli stagni ronzii e qualche elegante libellula celeste acceso. Bosco ora cinguettoso ora silenzioso, all'insellatura deviazione a destra senza farsi trarre in inganno dal comodo sentiero che scende a Campiolo, la traccia oggi è inesitente, bene si maschera con le zolle erbose e fugge fra le ginestre; benvenute resistenti ginestre, ottimo aiutino per salire. Piccolo ometto su cima ventosa, foschia a valle, nitido solo il rumore dell'autostrada, per la discesa mi oriento più all'interno della boscaglia, più breve anche se esco un poco più a monte e oggi niente salita al ricovero. Parcheggio affollato, persone lustrate a festa, persino un abito lungo, rosso e tacchi.......
  • 15/03/2016 13/03/2016 La scelta di una esc.con quota modesta e più "davanti",si è confermata vincente....cielo grigio e un leggero ci hanno fatto compagnia per l'intera salita, confermando le incerte prev.meteo. All'arrivo al Ricovero il sole si fà largo frà le nuvole,premiandoci della scelta e di non avere rinunciato alla meta,sfidando pure i 50/60 cm.di neve per la cimetta del Forcella....che sebbene di alt. limitate offre una panoramica dignitosa.Ritroviamo il "simpatico" Ricovero sempre in ordine e che sfruttiamo per una breve sosta,in discesa fermate presso gli stavoli Vallaconin e Amariana Mandi
  • 16/04/2015 Salito qualche giorno fa da Campiolo.All'attacco incontro il proprietario dello stavolo del Tin (corregge così il nome riportato sulla Tabacco,salvo,poi,ritrovare l'errore scolpito sulla tavola posta all'entrata della proprietà).Mi spiega come muovermi per raggiungere la dorsale.La salita inizia su sentiero in ottimo stato e allo stavolo si giunge veloci.Poi,subito,l'errore.Proseguo lungo la recinzione seguendo i bolli rossi e finisco in una radura inclinata,poco più in alto,dove i segni portano a scendere verso un traliccio.La deviazione per la cresta si trova subito dopo l'entrata dello stavolo,non appena girato l'angolo formato dalla recinzione.Una traccia sale a zig-zag nel boschetto soprastante(una fettuccia segna il punto esatto).Altre fettucce guidano la progressione,fino a quando non si può che proseguire dritti.Il punto chiave si trova a quota 750 circa,quando bisogna aggirare a sinistra una roccia posta sopra ghiaioni impraticabili.Ci si aiuta,poi,con le mani,per risalire una costa invasa da mughi,ben scalinata.A mio avviso,il tratto che segue è il più delicato.Si traversa su ripidi fianchi in una faggeta invasa dalla lettiera,con la traccia poco marcata.Il rischio di scivolare è sempre presente;bisogna restare concentrati.Ho evitato di seguire integralmente il sentiero e ho tirato su dritto,verso il limite alto.Da qui in poi,tutto torna facile.Le difficoltà si esauriscono in quei cento metri di dislivello.Poi,sul groppone boscato a faggio,basta tenersi sulla sinistra,fino a individuare,con un occhio un po' attento,la prosecuzione che ci porterà ad intersecare il sentiero 415.Volevo compiere un anello,scendendo per la traccia nera tratteggiata che si diparte poco prima dello stavolo Vallaconin e passa per gli stavoli di quota 725 e 434,ma non ho trovato l'attacco.Disceso lungo la normale via di salita,mi sono poi sciroppato il ritorno all'auto al suono dei camion che sfrecciavano in autostrada.
  • 12/03/2015 Salito oggi per la prima volta. Il programma prevedeva Plan d'aiars, ma dopo il ric.forcella, il sentiero percorre in diagonale il versante nord del monte lavaron,su fondo ghiacciato e ricoperto di foglie.Malgrado i ramponcini, dopo 3o ' mi sono arreso non volendo correre rischi inutili. Lo metto in programma più avanti. Per salire sul monte forcella, in effetti non è facile trovare la traccia. Al termine dell'abetaia (come recita S.N. )guardare a sx. Ho posizionato dei nastri " tivedo" per indicare la direzione fino alle roccette sommitali.Poi la traccia diventa evidente. Vale la pena salirci se non altro perchè è l'unico punto che offre una grandiosa panoramica. Sentiero 415 ottimamente segnato e privo di ogni problema.Buona vita a tutti
  • 10/03/2015 Percorso domenica 8 marzo 2014.Suggestiva, antica mulattiera che sale il ripido costone del monte, ottimamente tracciata con tornanti e serpentine che fanno risparmiare un bel po' di fiato. In questa stagione il bosco è rado e luminoso, il fondo coperto dai primi fiori di primavera. Belli la radura degli stavoli Amariana (o Amarianna?) di sotto (ma come avranno fatto a portare fin quassù la vecchia roulotte che fà bella mostra di sè sotto una tettoia!?!?!?) e il prato di Vallaconin, ricoperto da bucaneve. Più sù la mulattiera diventa sentiero, sempre comunque ben evidente. Abbiamo mancato il bivio per la cima, siamo saliti un po' faticosamente nel bosco ripido mirando alle rocce sommitali che si intravvedono dal sentiero. Da non perdere assolutamente la vista dalla cima, ripaga ampiamente la (poca) fatica supplementare. Attenzione in discesa, specie in caso di terreno umido o gelato.
  • 07/06/2014 Sarà anche una cimotta minore ma la vista che regala, in una bella giornata, è gratificante. Adesso il sentiero è ottimamente tracciato e ben curato, indicazioni “Forcella” a iosa, si evita la zona incendiata, solo qualche rado moncone e qualche schianto che non crea problemi. Gli stavoli “Amarianna” di sotto deserti, a Vallaconin erba tagliata e stagno recintato, curioso cartello con “precise indicazioni stradali”, fioriture multicolor, ottime fragoline di bosco lungo il sentiero. Anche al ricovero Forcella erba tagliata, fiori piantati nella cassetta di legno all’esternoe recisi all’interno. La traccia che sale alla cima del monte Forcella (ometto e un paio di sbiaditi bolli rossi) si nasconde nella lettiera e poi nelle ginestre, ma si sale senza difficoltà grazie alle zolle gradinate, piccola cima ma panorama inaspettato, dorsale perpendicolare all’autostrada che si fa sentire e non poco.
  • 17/03/2012 Tutto il percorso è perfettamente agibile. Superato lo stavolo Vallacomin, il sentiero prosegue a dx all’interno della faggeta. Superata una zona un po’ dirupata e disseminata da monconi scheletriti, testimonianza di un incendio avvenuto oltre una decina di anni fa, si affronta una ripida rimonta a strette svolte che ci immette nella valletta che scende dalla Forcella. Raggiunto il limitare di un’abetaia (prima della pozza d'acqua) prestare attenzione ad una sbiadita indicazione su un sasso che indica a dx “cima”; un sentiero vero e proprio non c’è; poco più avanti, tralasciato l'invitante sentiero che scende a dx, risalire sulla sn il ripido crinale del monte (un bollo rosso su un masso); districandosi tra eriche e ginestre, ed affrontando qualche passaggio “EE”, si perviene alla panoramica vetta del monte Forcella (2 ore e mezza dalla partenza, comprese pause ). Buone camminate a tutti. Giuseppe (Cividale)
  • 11/11/2010 Percorso oggi salendo dal fianco orientale per vecchie tracce come suggerito nel libro SN1 itin.26V.Il percorso è molto selvaggio e bisogna stare attenti a non perder la traccia una volta arrivati alla zona dirupata. Io l'ho persa (credo si debba restare sul lato sud mentre io mi son portato a nord) e da allora praticamente senza sentiero fino in cresta (impegnativo) e dopo lungo la cresta fino alla cima. Il ricovero è veramente molto spartano. Discesa senza problemi.
  • 10/08/2008 10/08/2008 sent.415 quasi inagibile nel tratto bosco bruciato fino al ricovero forcella a causa alberi abbattuti e ortiche alte quanto me (cm.155), ho preferito non proseguire. Loredana
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