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    Sulla dorsale della Val Resia da Resiutta a Prato
    Alpi Giulie
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    Sulla dorsale della Val Resia da Resiutta a Prato
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaU26

Sulla dorsale della Val Resia da Resiutta a Prato

Avvicinamento

Percorrere la strada statale n.13, Pontebbana, in direzione nord fino all'abitato di Resiutta dove si entra in paese per proseguire lungo la rotabile che risale la val Resia. La si percorre per circa duecento metri lasciando l'automezzo a sinistra davanti alla Chiesa (m 317, comodo parcheggio).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dell'Uomo
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Dicembre
Carta Tabacco
027
Dislivello
800
Lunghezza Km
12,8
Altitudine min
316
Altitudine max
874
Tempi
Dati aggiornati al
2008
I vostri commenti
  • 30/11/2021 L'escursione e' sicuramente pensata per una lunga ma non difficile ciaspolata; infatti si svolge quasi interamente su strada sterrata. Oggi la neve era dappertutto e copriva in maniera costante sentieri e strade, ma non in quantita' tale da giustificare l'uso delle ciaspole. Ghiaccio ce n'era poco, per cui anche i ramponcini sono rimasti nello zaino. L'ambiente e' molto bello, soprattutto adesso che e' innevato; bosco, stavoli, panorami... c'e' tutto. I sentieri sono in ottimo stato, nonostante la neve. Non avendo un'altra macchina, ho dovuto rientrare da Prato a Resiutta per la stessa via, con qualche 'taglio' tramite sentieri secondari. 24 km totali, 1270 metri di dislivello. Per la traccia gps rimando alla mia pagina su Wikiloc
  • 19/05/2021 Escursione ad anello effettuata domenica 9 maggio in una splendida (e rara, di questi tempi) giornata di sole, con alcune varianti rispetto al percorso proposto da SN. Lasciata l’auto nel parcheggio di Povici di Sotto, abbiamo attraversato il ponte sul Resia, raggiungendo la chiesetta del Calvario dalla stradina del versante sud. Preso il sentiero CAI 631 e sboccati sulla carrareccia, l’abbiamo lasciata quasi subito per seguire la traccia, segnalata ma molto ripida, che si inerpica lungo la dorsale occidentale dello Staulizze (o Ruschis); abbiamo proseguito fino a Stavoli Ruschis sfruttando le varie scorciatoie e abbiamo poi ripreso il CAI 631 sino ad intercettare nuovamente la pista, che ci ha portati in successione sul M. Plagna, Stavoli Pischiuarch e Stavoli Scia, dove abbiamo fatto tappa (prati panoramici con bella visuale in particolare verso i Musi). Siamo poi scesi a San Giorgio utilizzando la buona traccia che parte proprio sotto gli stavoli e che ammorbidisce la marcata ripidezza del versante con una lunga serie di tornantini. Oltrepassato il paese, abbiamo attraversato le acque smeraldine del Resia sulla passerella di Tigo per poi far ritorno a Povici tramite il bellissimo sentiero CAI 703/703a che, passando con tranquilli saliscendi in ambienti molto vari, ci ha ricondotti al punto di partenza. Percorso globalmente lunghetto, ma facile e tranquillo (tranne il tratto su ripida traccia in salita allo Staulizze, evitabile percorrendo la pista) su pista o sentieri sembre ben segnalati e praticabili. Sviluppo km 17,3, dislivello 900 metri, tempo di percorrenza complessivo circa 6 ore, di cui 3.30 ore per giungere a Stavoli Scia e 2.30 per il rientro. Mandi a tutti!
  • 15/03/2019 Qualche giorno di permanenza a San Giorgio , mi hanno permesso di praticare i sentieri che dal fondovalle si innalzano sulla dorsale tra Resiutta e Sella Sagata traendone qualche considerazione .Il sentiero che dalla quota 700 traversava le pendici del Monte Staulizze verso la parte bassa degli stavoli Ruschis non esiste più un incendio l'ha fatto fuori .E neppure la sua prosecuzione verso la seconda serie di tornantini che sale al Monte Plagna .I segnavia del CAI 631 indicano di continuare sempre sulla pista forestale .Il sentiero che dagli stavoli Pischiuarch scende a San Giorgio , anche se sempre ben visibile ,è molto ripido e piuttosto rovinato nelle sua parte centrale che attraversa delle scoscese banconate rocciose .L'uso di un lungo bastone è molto consigliato .Con terreno ghiacciato o bagnato meglio non insistere .Da San Giorgio , il sentiero che sale agli stavoli Scia è stato tabellato dagli Alpini di Prato .Poco dopo il grande masso , questo sentiero si sdoppia ( cartello ) ; a sinistra si va in Scia e a destra una bella e pulita traccia ben battuta sale comodamente nel bosco ( mantenere la sx alla deviazione per le case Ronch ) fino alla pista forestale che sbuca in Sella Sagata poco dopo una capelletta
  • 20/01/2019 A S.Giorgio di Resia due siorette mattiniere escono dalla panetteria con il saccoccio di carta, accensione di una sigaretta e qualche chiacchiera domenicale, passi veloci sul marciapiedi: cè chi rientra con il quotidiano sotto il braccio, un trattore in lento movimento, un saluto che viene ricambiato, va a Ruschis? E' tutto tabellato ma da soli non si dovrebbe.....ma vai tu a spiegare i motivi ed il piacere del solingo andare....L'aria è veramente frizzante ma il sole spadroneggia in cielo, all'ampia radura prativa anteprima dei panorami che la camminata riserverà; un paio di centimetri di neve sulla pista da quota 600 m ca., orme e zampe in discesa; neve più presente verso gli stavoli Scia, il ripiano imbiancato maschera l'avvio del sentiero di discesa che comunque non presenta difficoltà pur con il terreno umido; sentieri in ordine, escursione tanquilla che appaga anche l'occhio.
  • 05/12/2018 Percorsa in data 02/12/2018 la Variante ad anello con partenza e rientro a san Giorgio, compresi i due allungamenti suggeriti da Francesca. I tratti più escursionistici sono la salita agli Stavoli Ruschis e la discesa dagli stavoli Scia a San Giorgio; la parte centrale dell’escursion avviene su strada bianca. Il tracciato “3C” permette di tagliare la strada fino alle antenne (attualmente sono 3) del M.te Staulizze. Sceso al primo tornante (una decina di minuti) si nota una traccia che si stacca sulla dx, entrati nella rada boscaglia, si cala lungo un buon sentiero, fino alle due piazzole per cannoni (circa 5 minuti). Risalito alle antenne si ritorna nei pressi degli Stavoli Ruschis, dove si imbocca la strada che sale fino al M.te Plagna (una risalita di pochi metri permette di raggiungere la “cima” contrassegnata da un cippo). Alcuni saliscendi conducono agli stavoli Scia. Per raggiungere la cima del M.te Posar, si deve percorrere lungamente la sterrata fino ad incontrare sulla sx la traccia di una carrareccia invasa dall’erba; l’ultimo tratto è a vista verso l’elevazione principale contrassegnata da un cippo. Rientrato verso gli stavoli Scia, non resta che scendere lungo un ripido sentiero (non pericoloso) fino al grande macigno (ancorato) in vista delle case di San Giorgio. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 18/04/2018 Solleticati dalla puntata di SentieriNatura del 23/02 scorso, abbiamo percorso la Variante ad anello da San Giorgio come proposto allungandola con due ulteriori varianti.La Via agli Stavoli (Ruschis) è uno dei quattro percorsi dell'Ecomuseo, ovvero un museo a cielo aperto che racchiude gli aspetti storici, culturali e ambientali del territorio resiano.Partiamo da San Giorgio seguendo le segnalazioni: un uccello stilizzato dentro uno scoiattolo di legno (eretto ed infisso sul terreno) che è il simbolo-segnale dell'Ecomuseo, ma che talvolta date le sue dimensioni è piuttosto impattante, così come i pannelli descrittivi di approfondimento accanto ai punti di richiamo.1° Allungamento alla ricerca delle piazzole per cannoni di contraerea: arrivati agli stavoli Ruschis, attraversiamo il borgo e proseguiamo verso ponente utilizzando un buon sentiero segnalato "3C" che permette di tagliare alcuni tornanti della carrareccia. Oltrepassate le antenne del M. Staulizze (una in costruzione) e raggiunto il tornante (poco prima del suo culmine) da dove la sterrata inizia a scendere, deviamo a destra dentro il bosco e percorriamo un sentierino (imbocco non evidente, bolli rossi sbiaditi a terra) fino alle piazzole visibili situate nei pressi della quota 757. 2° allungamento M. Posar alla ricerca di residui bellici: dagli stavoli Scia proseguiamo verso levante fino a trovare la deviazione della carrareccia verso settentrione, che si rivela essere poco più che un sentiero, erosa dal tempo. Sulla massima quota boscosa mt 948 uno strano ma comodo cippo, presumibilmente usato a scopo militare, infatti su questa sommità nell'ottobre del 1917 si combattè una delle più importanti battaglie della val Resia, che determinò la caduta in mano all'esercito austroungarico ed il conseguente ripiegamento di migliaia di soldati verso il fiume Tagliamento. Ora è un'oasi di pace con un bosco bellissimo.Scendiamo infine dagli stavoli Scia dentro la pineta con un sentiero marcato (imbocco segnalato con il simbolo dell'Ecomuseo poi sporadiche frecce blu) che scende ripidamente e in modo diretto a San Giorgio. Mi sento di sconsigliare questa discesa in caso di terreno reso scivoloso da pioggia, neve e/o ghiaccio, in quanto ci sono dei tratti più stretti su pendii scoscesi. 14/04/18
  • 02/02/2017 A Resiutta invoco San Francesco degli Acciacchi, spogliandomi delle mie quattro cose da distribuire nei pietosi zaini del gruppetto. La testa, messa a mollo per due settimane in uno stagno malinconico, si scuote. Prima grazie ai sorrisi di chi m’accompagna, poi a quel musone del Pisimoni che pare pronto ad aprir la bocca per far un sol boccone del borgo sopra cui ci alziamo pian piano. La strada è una pista ben battuta, ma c’è spazio anche per affondare le punte delle pedule, ai lati. Giusto per sentire che neve è, quale sia la sua voce e che carattere abbia. Si lascia divorar dalle zampe, mentre esili fusti giocano a specchiar le loro ombre su di lei. L’Amariana è appena brizzolata, ma qui la strada non si vede. I centimetri sono quelli che bastano per rendere una semplice passeggiata una carezza. Le chiacchiere spensierate ci scippano il sentiero, mentre continuiamo ad accondiscendere all’ipnotica carrareccia. Fino al belvedere del monte Staulizze. Il bosco, come un sipario, s’apre tutto e dietro la schiena pelosa dello Jama fa la sua apparizione la dorsale del Montâs, mostrando la doppia anima: metà di nuda roccia, metà impellicciata di bianco. Dietro il Pisimoni sbuca il sommo guardiano della val Alba con il Cozzarel, fedele braccio sinistro. Pensare che, qualche settimana prima, proprio in quel paradiso ho lasciato gli ultimi rimasugli di spalla, ridotta ben peggio del casermone di Sot Cretis che ci studia appollaiato sul suo spuntone. C’è spazio anche per Sernio e Grauzaria che da qui paion le orecchie d’un gatto steso ed allungato, tese come un radar, pronte a comunicare l’oggetto del balzo che sia esso una farfalla, una mosca o solamente dell’aria da graffiare per accondiscendere ad un istinto che si fa gioco. Ruschis, grazie alla strada, è un brulichio di stavoli che si rifan belli. Pian piano le ferite del tempo si rimarginano e l’abbandono si fa amore. Qualcuno però, ha seguito il proprio destino. Chiara curiosa in uno semi-cadente, proprio sopra l’attacco del sentiero da riprendere. Merita, dice. Nient’altro. Finisco il thè e seguo il consiglio. Il soffitto è stato sezionato dal tempo. Nella trasformazione organica che ne ha generato il cedimento, s’è trasformato. Come cavia sul lettino d’un anatomo-patologo, mostra la carne viva fatta di assi, un derma costituito dalle ramaglie e quella cute così scura e priva di vita. Poi quel dettaglio: dei semplici gusci di noce. E’ facile immaginare la loro fuga dai sacchi che dovevano ospitare il loro letargo nel sottotetto. Forse scivolati durate uno spostamento, si sono infilati negli interstizi delle assi, rendendosi visibili dal piano inferiore solo grazie al collasso dell’esile soffitto. Basta un dettaglio così piccolo per ribaltare un mondo intero. Lo sguardo traduce l’immagine capovolgendo la realtà. Come fossi io quello appeso a testa in giù, un pipistrello a fissare delle noci cadute sul pavimento. Un’illusione che dura un paio di secondi, una burla dei sensi che mi lascia a bocca aperta. Poi le labbra si dilatano e tornano i sorrisi, uno per ogni grande faiâr, per ogni dentone che spunta all’orizzonte, dal più affilato Sart al profilo minuscolo e limato del Guarda. Poi ancora stavoli e lo scorcio sulle erbose pale orientali del Pisimoni. La giornata finisce nella piazza di Prato. Recuperiamo l’auto quando la dorsale del Canin inizia ad arrossire. Sospiro. Questa semplice passeggiata pescata dal cilindro a causa di magagne, non mi fa rimpiangere le vette che mi circondano. M’è bastato ascoltare i versi d’una semplice e bianca poesia che trascende da quote e spazi infiniti. Dai miei primi passi per sentieri ho ben chiaro come ogni viandanza celi piccole meraviglie. Che si scalino titani o ci si perda tra i filari di vite tinteggiati dai tarassachi, tutto sta nel seguire le briciole dello stupore. Nel tendere le orecchie dell’anima pronti a balzare nella magia delle forme, nel perdersi in dettagli insignificanti che si fan storie, lasciandosi cullare dai raggi del sole o solleticare dalle piogge estive, aprendo i petali dell’anima al tutto che ci circonda. (21.01.2017)
  • 07/02/2016 Percorso ieri, 06 febbraio 2016, il tratto dell'escursione da San Giorgio di Resia. Una comoda mulattiera porta agli stavoli Ruschis con le meridiane, quelle rimaste; poi su pista agli stavoli Pischi e Scia per chiudere su sentiero a San Giorgio, addobbato con fantocci per il carnevale resiano. Sottozero in fondovalle alla partenza, in alto invece si stava benissimo. Comitiva di giovani in escursione lungo il percorso; a Scia invece si lavora al taglio di alberi.
  • 23/09/2012 Percorso parzialmente il 22/09/2012. Per evitare di dover utilizzare 2 auto, abbiamo parcheggiato la macchina nei pressi della chiesa di San Giorgio. Dalle ultime case occidentali del paese parte la via agli Stavoli che conduce in un'oretta agli stavoli Ruschis; da qui la via agli Stavoli prosegue raggiungendo gli stavoli PischiUr, Rut e Scia. Dagli Stavoli Scia c'è la possibilità di scendere a San Giorgio, concludendo il percorso della via agli Stavoli. Noi abbiamo proseguito lungo la dorsale e raggiunto Prato di Resia lungo la strada/sentiero 638. Consiglio anche una visita agli Stavoli Sagata, con la chiesetta dedicata a San Antonio e la recente baita costruita dall'Ana della Val Resia. Agli stavoli Rut abbiamo fatto anche la conoscenza dei gentilissimi proprietari di uno stavolo, molto ospitali, che ci hanno offerto un ottimo caffè. A Prato di Resia, nella piazza, si può visitare il Centro Visite del Parco delle Prealpi Giulie; dal paese in mezz'ora si ritorna alla macchina lasciata a San Giorgio
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  • la dorsale del Canin
    20/01/2019 la dorsale del Canin
  • Ruschis ed il Pisimoni
    20/01/2019 Ruschis ed il Pisimoni
  • all'uscita di S.Giorgio
    20/01/2019 all'uscita di S.Giorgio
  • Grande masso ancorato in vista di San Giorgio
    05/12/2018 Grande masso ancorato in vista di San Giorgio
  • Cappelletta in discesa dagli stavoli Scia
    05/12/2018 Cappelletta in discesa dagli stavoli Scia
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