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    Anello di forchia Navantes da Curiedi
    Alpi Carniche
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    Anello di forchia Navantes da Curiedi
    Alpi Carniche
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    Anello di forchia Navantes da Curiedi
    Alpi Carniche
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    Anello di forchia Navantes da Curiedi
    Alpi Carniche
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    Anello di forchia Navantes da Curiedi
    Alpi Carniche
SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaV20

Anello di forchia Navantes da Curiedi

Avvicinamento

Da Tolmezzo si attraversa il ponte sul But imboccando poi la stretta rotabile per Fusea. Dalla piccola frazione si sale ancora fino a raggiungere la bella distesa prativa di Curiedi. Nel punto più elevato si prende sulla destra una stradina asfaltata (indicazioni per Fornas) che dopo circa 1200 metri incontra un successivo bivio dove si lascia l’automezzo (m 1025, piccolo spiazzo per il parcheggio).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Vento
Escursione
Mese consigliato
Novembre
Carta Tabacco
013
Dislivello
400
Lunghezza Km
8,2
Altitudine min
1025
Altitudine max
1350
Tempi
Dati aggiornati al
2015
I vostri commenti
  • 04/01/2020 percorso oggi 4/01/2019 per la prima volta, panorami mozzafiato sulla conca Tolmezzina fino al mare e sulle vette circostanti. La segnaletica è praticamente inesistente da sella Duron al monte Duron fino al monte Cuar. La traccia GPX è stata molto utile. Poi nel bosco fino a Forchie Navantes gli enormi bollini gialli sugli alberi segnalano il percorso. Un piccolo sforzo nel migliorare la segnaletica contribuirebbe a far conoscere questo splendido anello adatto a tutti. Buona montagna a tutti.
  • 05/12/2019 Escursione compiuta mercoledì 4 dicembre con variante di partenza da Cazzaso, per allungare un po’ tempistica e dislivello. La giornata promette bene, è serena e limpida, il termometro è finalmente sotto lo zero. Decidiamo per un giro panoramico, ma che ci consenta di restare al di sotto della quota neve. Lasciata l’auto a Cazzaso, saliamo sino a Cazzaso Nuovo dove, poco prima dell'ampia fermata delle corriere, individuiamo sulla sinistra il sentiero che sale nel bosco. Inizialmente la traccia non è molto evidente, vi sono comunque dei visibilissimi segnavia gialli sulle rocce e sui tronchi che indicano la via. In meno di un’ora dalla partenza si sbuca sulla bucolica Sella Duron … dolci ondulazioni, ampie distese prative ancora stranamente verdi, placidi cavalli e pecore al pascolo, rumore di trattori e … una macchina sparaletame in piena attività e a lunga gittata che aggiunge una nota di verismo al quadretto … sperando e pregando che a chi la manovra non passi per la testa di mirare nella nostra direzione, ci mettiamo velocemente in salvo avviandoci su per il pendio e in breve giungiamo sulla panoramica cima del Duron; una breve sosta e poi – per tracce – si scende all’insellatura che precede la ripida risalita finale al Monte Cuar. Sulla cima, ricoperta da giovani faggi, due croci a poca distanza l’una dall’altra, una più piccola verniciata di rosso e l’altra metallica. Nonostante la quota più alta, la visuale è inferiore a quella del Duron a causa della vegetazione. Procedendo in leggera discesa, si attraversa prima una zona aperta che precede una piccola elevazione e poi, tenendosi sempre sul filo della dorsale, si entra nuovamente nel bosco. Qui fanno la loro ricomparsa grossi bolli gialli sui tronchi, che guidano verso Forchie Navantes. Dalla Forchia imbocchiamo a sinistra la carrozzabile asfaltata che, in dolce discesa, traversa lungamente le pendici del Cuar, Duron e Diverdalce per portarci infine sull’altopiano di Curiedi. Seguendo ora la nuova segnaletica biancoverde, oltrepassato il campo sportivo risaliamo brevemente la strada sulla sinistra ed imbocchiamo la pista che, in una ventina di minuti, ci riporta sul tornante prima di Cazzaso Nuovo. Escursione rilassante e poco faticosa, molto panoramica considerando la quota relativamente bassa, senz’altro consigliabile. La variante da noi percorsa ha presentato un dislivello inferiore agli 800 metri ed uno sviluppo di 13,5 km, per un tempo di percorrenza totale di circa 4.15 ore. Allego la traccia gpx. Saluti a tutti!
  • 10/12/2018 Ripercorso oggi lasciando l'auto più a valle, lungo la strada principale avendo in mente di fare una puntatina anche al Cuel Maior. A sella Duron un silente cane osserva, le pecore pascolano alle pendici del Diverdalce, silenti pure loro, venticello e qualche fiocco di neve trasportato impongono una veloce salita sull'erba oramai gialla, il Duron merita una sosta, se pur breve, per dare un nome alle cime imbiancate che lì si mostrano. Discesa ad occhio ed altrettanta risalita ad occhio sul Cuar fino ad intercettare la traccia erosa e poi ecco il faggio contorto con il bollo giallo, poche decine di metri ed è cima, adesso c'è anche una croce, semplice e pulita che ben si adatta a questo ruvido cocuzzolo. Qualche traccia di neve scendendo a Forchia Navantes, il bosco è come sempre buio ma i grandi bolli gialli non si possono non notare, poco prima di giungere alla pista qualche recente schianto facilmente aggirabile. Tranquilla discesa lungo la strada sulla quale è caduto qualche sasso, fra le schiarite Dauda ed Arvenis no mancano di mettersi in mostra.
  • 26/02/2017 L'abbiamo fatto oggi. Giornata bellissima e con clima quasi primaverile. Buona passegata, facile, con le viste meraviglie. Il percorso non è ottimamente segnalato, ma con GPS o mappa è facile. C'è ancora neve nella foresta.
  • 26/02/2017 Saliti oggi. Sentiero ben visibile a parte il tratto nel bosco, ma comunque segnalato a dovere. Viste eccellenti e clima mite. Consigliata.
  • 13/01/2016 Salito oggi seguendo il percorso come descritto. Le tracce sono abbastanza evidenti in assenza di erbe alte. Giornata bellissima, panorami ottimi (escluso verso la pianura invasa da foschie).Buona vita a tutti
  • 13/11/2015 12/11/2015-Dedichiamo le ore centrali della giornata a ripercorrere l'escursione Duron-Cuar. I colori caldi dell'autunno ci accompagnano nella ripida, ma breve e non difficile, salita al Duron e poi ancora tra erbe secche e i faggi contorti del Cuar. Laggiù, in basso, si intravedono le nebbie della pianura. Il Canale di San Pietro è presto in ombra. Ache per noi è ora di scendere.
  • 09/05/2015 E' un bel pomeriggio, da fare due passi tanto per ricominciare. A Sella Duron canta un gallo mentre si sale sul Monte Duron e già c'è l'idea del panorama..il prossimo è il Cuar. Una decina di pecore stupite non fanno nemmeno la mossa di spostarsi, non è cambiato niente: qualche sasso sulla cima (mi pareva ci fosse una pseudo crocetta in legno???)grandi bolli gialli qua e là in tinta con l'erba, solita abetaia buia in discesa a forchia Navantes. Lavori di manutenzione lungo la strada che chiude l'anello.
  • 22/01/2015 A sella Duron c’è operosità. Tutto è approntato per farmi sciogliere passo dopo passo. Un gregge, questa volta caprino, si presenta con un maschio. Timido e schivo, fa il vile nonostante il suo palco superbo e manda avanti le matriarche, poi cinque cani ancor più vocianti. A fargli eco una coppia d’oche da guardia. Il maschio, o almeno credo, cammina davanti proteggendo la femmina. Testa bassa e orizzontale, emette un suono quasi gracchiante, dalla tonalità incredibilmente bassa. Lei gli va dietro, a testa alta vociando stridula. Da uno stavolo s’affaccia mamma pecora con il suo batuffolo di cotone che saltella avanti indrè. Come se non bastasse due asinelli e un cavallo corrono verso di me. Anzi verso le tinozze con la pappa. Mi vedono e si bloccano di colpo, qualche istante a titubare poi raggiungon i piattoni e incomincia la masticanza. Il Duron assomiglia ad una duna di sabbia, a est il Kanin si delinea mostrandosi fino al Sart. Ma la dorsale del Sernio si stiracchia tutta! Salgo estasiato e senza forza nel gestire i sospiri. La quarta cimotta mi sorprende ancora! M’infilo in val d’Incarojo, sbatto sullo Zermula e poi il bianco mi richiama dall’altra parte e poi ancora verso la piana. Riempio tutte le tasche e poi lo zaino ma non so dove stipare tutto ciò che vedo e che sento. Scendendo, un forcello sfreccia via rumoroso. Sul Cuar l’ultima sorpresa delle cinque, come zuccherino finale: la dorsale bianca s’apre tutta fino al Crasulina e il Coglians mostra uno spicchio di roccia. Senza parole! Proseguo in cresta fino al limitar dell’abetaia poi, da un lato un bosco che s’inabissa, dall’altro un corridoio di macchie…zafferane! Puntuali, accompagnano a forchia Navantes. Prima di prender la strada del ritorno mi sporgo verso est. L’eroso cuore dei Lander è l’ultima carezza. Come scrive Ectorus, è proprio un itinerario da viva la vita! Ritorno sull’asfalto senza sentire il solito ringhio delle zampe. Anche loro si fan contagiare dalla poesia della giornata, dai panorami inaspettati e sempre diversi, dai mille profili, dal respirar la bucolica essenza del luogo che riempie i polmoni di serenità. Le rocce son vestite di muschi e di tante altre lievi infiorescenze da sfiorare. Il ritorno all’ancona richiede almeno un’ora e mezza sempre che non vi blocchi una primula. Non una delle tante, ma QUEL cespo di primule. Cresce adagiato su di una roccia. Lo sfondo è scuro. Il palco fatto di foglie secche. Tutti i fiori sono sbocciati e profuman di sole. Foglie piccole piccole di un verde intenso e dietro una sola. Enorme. Giallastra. Un bouquet che si trasforma in copricapo indiano con quella grande piuma che sa di primavera! Per raggiunger l’auto poco dopo casera Ribules dei bolli (sì, sempre dello stesso colore) indicano una bella scorciatoia. Giunti sulla carrareccia erbosa sopra la fattoria la si segua prendendo il bivio in discesa fino ad uno successivo ove è necessario virare a destra per la stradina asfaltata che ci ricongiunge alla principale. L’anello così composto soddisfa anche i camminatori più indefessi, un continuo saliscendi di circa 1100 metri di salita, un notevole sviluppo chilometrico e sette ore a buon passo. Nulla a confronto di tutto ciò che vi riporterete a casa. A queste altitudini pochi altri itinerari han saputo inondarmi l’anima con tale intensità… PS: Segnalo come sul sito dell’agriturismo Fornâs sia possibile scaricare gratuitamente in pdf il libretto delle nove escursioni, molto dettagliate e splendidamente descritte. (20.01.2015)
  • 16/11/2014 Escursione fatta sabato 15-11-14, le previsioni meteo non promettevano niente di buono, il cielo carico di scomposte nubi scure pur essendo le ore dodici illuminava le montagne e la vallata sottostante come fosse l’imbrunire. Così per non farci sorprendere dalla pioggia lungo i ripidi pendii erbosi del M. Duron abbiamo preferito fare il giro in senso inverso rispetto alla relazione. Arrivati all’insellatura di Forchie Navantes dopo qualche zig, zag tra i primi abeti abbiamo trovato la traccia che avevo caricato sul GPS. Un’evidente traccia e grossi bolli gialli sui tronchi degli abeti ci ha accompagnato fino a quota 1344 poi solo i bolli gialli fino alla vetta del M. Cuar. Scendendo dalla cima del M. Cuar abbiamo trovato solo qualche paletto che spuntava dalle alte erbe secche, una nebbia fitta nascondeva ogni panorama e ogni possibile punto di orientamento tanto che ho dovuto affidarmi cecamente alla traccia GPS. Fortunatamente dopo essere saliti e scesi dal M. Duron la nebbia, si è un po’ diradata regalandoci uno splendido panorama. Arrivati a Sella Duron, abbiamo incontrato due escursionisti della zona, dopo un piacevole scambio di parole sul panorama del luogo e l’ormai immancabile commento negativo del meteo di quest’anno, incuriosito dal certosino modo in cui uno dei due descriveva le montagne, i borghi, insomma tutto della zona, ho chiesto come si chiamava, e così abbiamo conosciuto il sig. Bruno Mongiat. Il sig. Bruno assieme al sig. Luca Corradina hanno scritto un libretto, Fornâs silenzi e profumi di antico. Nel libro sono dettagliatamente illustrate e commentate nove escursioni del posto. Amicizia fatta, ci propongono di fare tappa all’agriturismo Fornâs raggiungibile in dieci minuti a piedi da sella Duron oppure in auto per la via di ritorno. L’agriturismo Fornâs è una splendida costruzione del primo decennio del 1800 convertita ora ad agriturismo. Presso l’agriturismo si può trovare il libretto Fornâs silenzi e profumi di antico che il simpatico gestore ci ha regalato. Per chi fosse interessato: Tel/fax 0433 467002 agriturismofornas@libero.it
  • 18/06/2014 Percorso domenica 15/06/2014:Tracce molto vaghe o assenti: per buona parte del percorso è sufficiente seguire la linea di cresta ma non abbiamo trovato la via di discesa che arriva a Forchia Navantes descritta nella guida (I sentieri del vento) e abbiamo percorso tutto il Cuar tagliando poi a sinistra su un ripido impluvio coperto da erba abbastanza alta che ci ha fatto abbreviare l'escursione ma in compenso ci ha permesso di osservare macchie di stupendi iris.Escursione facile ma molto remunerativa per i panorami sorprendenti che si aprono (anche considerando la modesta quota) e per le incredibili fioriture: tappeti di gigli, orchidee, aconiti, ecc. da lasciarci occhi e cuore.Nota a margine: nonostante l'erba alta soprattutto in cima al monte Cuar non abbiamo trovato zecche.
  • 29/04/2012 FORCHIA NAVANTES-Fatto ieri 28 aprile. Per una giornata così soleggiata e calda, ho scelto questo percorso veramente appagante per colori e panorami. Il piacere è stato tale da indurmi a salire tutti e 3 i monti: Diverdalce, duron e cuar. Ognuno di essi, mi ha donato panorami fantastici. Non pago, ho voluto fare un'anello e allora, da forchia navantes, mi sono diretto verso forc.corce. Da li, sono sceso verso Buttea. Poco prima dell'abitato, ho preso una traccia di sentiero indicata nella carta Tabacco che mi ha portato ai casali Tamarins. Sempre per traccie, avrei dovuto trovare l'attraversamento alto del rio Chiantone per tornare sulla strada di case Fornas in prossimità dell'auto. Purtroppo ogni mio tentativo di ricerca non ha avuto successo e quindi ho dovuto scendere a Buttea per poi risalire la strada verso Curiedi-Fusea e riprendere la strada da casera Ribules. Contrattempo ?? No ! Tutto sommato le 7 ore complessive mi sono andate bene. E' vero che quando viaggio in solitaria, divento un pò stacanovista. Che Dio mi dia sempre la forza di esserlo...!!!Buona vita a tutti
  • 15/11/2011 Oggi, lunedì 14, non ho smaltito del tutto l'escursione di ieri, parte di quel "sentierino" 409 è ancora nelle mie gambe, oggi serve un percorso relax e breve, questo. Parto un po' più tardi, a giorno fatto, fatico prima di riuscire a trovare le coordinate giuste che mi portano al punto di partenza, lo spazio per il parcheggio è esiguo, posto freddo, senza sole. Inizio a camminare sulla pista di destra, asfaltata, il colore dominante è il marron delle foglie a terra con ogni possibile sfumatura. Poco più avanti la carrareccia esce allo scoperto, alla mia destra in basso vedo il piccolo borgo di Buttea, più in alto Pesmulet, il monte Vas che ho percorso solo poco tempo fa; in prossimità di sella Duron seguo la stradina che sale a destra e mi viene incontro un intenso odore di stallatico, pochi metri più su, sulla sella, scopro che dovrò camminarci sopra per raggiungera il monte Duron, fortunatamente la temperatura odierna ha congelato tutto e non sprofondo nel concime. Salgo faticosamente le pendici erbose, il monte Duron è spoglio, pochi alberi in prossimità della cima il che consente di avere un'ottima visuale su Tolmezzo. Il sole scalda, qualche pecora al pascolo, 2 cacciatori e i loro cani. Eccomi arrivata sulla lunga cima, mi impongo una sosta per ammirare quello che mi circonda, il luccichio del But che incontra il Tagliamento, le cime che ho raggiunto, a sinistra Amariana, Strabut, Giaideit, Palavierte, ieri il Cucco, Tersadia oltre il quale a N-E vedo l'inconfondibile sagoma della Creta di Aip. Lì, quasi ad un passo, il Sernio che sembra dirmi: e io quando? Prima o poi mi deciderò a salirlo, non sono ancora pronta. Dietro a me Dauda, Arvenis, a destra Vas e davanti, lontano, la sottile striscia del mare. Dalla casera di conca Duron sale un chicchirichì e suono di campanacci, mi fermo ancora un po', non mi curo dei tempi di percorrenza, oggi giornata di riposo. Poi scendo verso nord, mi abbasso in direzione del monte Cuar, mi sposto verso destra e scorgo il sentiero che lo risale; più in alto la via migliore è indicata da alcuni paletti bianco/giallo, nei pressi della cima segnavia gialli sostituiscono i paletti. Sulla cima boscata e silenziosa nonostante sia circondata da numerosi paesi trovo un piccolo ometto; sosto nuovamente e provo ad indovinare i sentieri che io e i miei scarponi abbiamo percorso, mi piace questo allenamento mentale. Scendo dal Cuar anche qui verso Nord, qualche paletto giallo aiuta, ne risalgo l'antecima, qui mi devo mantenere a sinistra e seguire i bolli gialli sugli alberi, entro nell'abetaia, è buia, i bolli sembrano fosforescenti, impossibile sbagliare. Devo fare attenzione alle numerose pigne a terra, sono insidiose. In breve arrivo a forchia Navantes, esco sulla carrareccia asfaltata che mi riporterà al punto di partenza. La percorro con tranquillità, il sole scalda, non c'è copertura telefonica, ogni tanto alla nia sinistra qualche segnavia bianco/rosso e inaspettatamente una fragolina: è piccola ma matura al punto giusto e gustosissima, una perfetta conclusione di questa piacevole camminata.Loredana
  • 11/11/2011 FORCHIA NAVANTES-Ecco, è arrivato per me il periodo di riposo e meditazione.Ora che le giornate corte mi impediscono di affrontare lunghi percorsi. Ora che i colori d'autunno infondono stupore e meraviglia.Ora che, in attesa del periodo delle cjaspolate, tendo a tirare un pò i remi in barca, ora ho scelto questo percorso. Semplice, senza grandi dislivelli, immerso in un sali scendi di monti che non portano altosonanti nomi ma che sanno trasmettere una incondizionata serenità, questo percorso mi ha offerto panorami interessanti e il fascino dei colori ancora sufficentemente integri.Per capirci, un percorso da VIVA LA VITA ! Da forchia navantes ho preferito scendere verso casera pilon per prendere la strada che porta a casera fornas per poi ricongiungermi al bivio di q.ta 1025. A casera Fornas, adibita ad agriturismo , cogliendo l'occasione di un'apertura improvvisata, ho avuto la buona idea di fermarmi a pranzo. E così, dopo un buon pranzo, la cortesia dei gestori e lo scambio di idee e opinioni, ho ripreso il mio cammino di rientro. Amo la montagna anche per questo. Riesco a cogliere in lei ogni aspetto positivo e in qualsiasi escursione che faccio. Semplice o impegnativa che sia.Buona vita a tutti
  • 26/10/2008 Sentiero di altro tipo: sentiero non cai. ( come da vostra descrizione del 2003 ) anello forchia navantes da curiedi. la traccia è coperta dall'erba e dalla vegetazione. non è più visibile in nessun tratto. si richiede senso di orientamento ed esperienza. vedi sopra. stefanoanzil@yahoo.it
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    10/12/2019 La cima del Monte Cuar con le due croci, a pochi metri una d ...
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    10/12/2018 la piccola croce del monte Cuar
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