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  • Tronco di pino liungo il sentiero del Monte Re
    Monte Re da Cave del Predil
    Alpi Giulie
  • Il lago del Predil dalla vetta del Monte Re
    Monte Re da Cave del Predil
    Alpi Giulie
  • Silos in rovina presso la cava del Monte Re
    Monte Re da Cave del Predil
    Alpi Giulie
  • Il gruppo delllo Jof Fuart dalla vetta del Monte Re
    Monte Re da Cave del Predil
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  • Resti della attività mineraria sul Monte Re
    Monte Re da Cave del Predil
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaU34

Monte Re da Cave del Predil

Avvicinamento

Punto di partenza dell'escursione è il villaggio minerario di Cave del Predil, raggiungibile da Tarvisio o Sella Nevea. Da piazza della Chiesa imboccare via della Chiesa, superando il ponte sul Rio del Lago. Oltrepassate le ultime case si prosegue su una sconnessa pista sterrata fin dove essa termina presso un vecchio edificio minerario (m 1023, parcheggio lungo la pista). Chi fosse interessato a visitare anche gli edifici intermedi può lasciare l'auto in paese e risalire a piedi.

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dell'Uomo
Escursione
Mese consigliato
Agosto
Carta Tabacco
019
Dislivello
900
Lunghezza Km
5,4
Altitudine min
1023
Altitudine max
1912
Tempi
Dati aggiornati al
2020
I vostri commenti
  • 07/11/2020 Saliti oggi sul monte Re avvolti dalle nuvole di Cave del Predil. Poi il meteo è migliorato, ripagando la fatica con un panorama da cartolina tra un viavai continuo di escursionisti.Niente da segnalare rispetto ai commenti precedenti.
  • 10/10/2020 08/10/2020Salita al monte Re come da relazione, il percorso è in ordine come descritto, a parte uno schianto all'inizio facilmente aggirabile.La parola d'ordine durante il tutto è "ripidezza" condita dai descritti passaggi su roccia. Non c'è spazio per chiacchierare: tengo il fiato tutto per la ascesa, col mio costante ritmo personale.Interessante il crocifisso del minatore sul Piccolo Monte Re.Più in alto, in cima al Monte Re, c'è già un visitatore; altri due salgono. Una vipera berus invece sfugge sul sentiero.Panorama molto vasto.
  • 07/08/2020 Escursione effettuata ieri, con una giornata a metà tra il nuvoloso e il soleggiato. Lasciata la macchina in paese, abbiamo percorso a piedi anche il tratto di strada sterrata che porta all'inizio del sentiero; su una curva della strada incontriamo un arzillo 81enne con un sacco pieno di funghi. Ci racconta che era un ex-lavoratore della cava, e viveva in una casa proprio su quella strada; ci regala anche un sacco di dettagli interessanti sulla sua vita e sul lavoro in cava. Raggiungiamo senza problemi il sentiero, che è pulito e sempre ben segnalato (difficile perderlo). Facilissimo invece mancare l'inizio del sentiero che porta alla cava abbandonata, in quanto coperto di rami e arbusti; è un sentiero in disuso, di non agevole percorrenza. L'ambiente della cava comunque è molto suggestivo, e si presta ad una pausa e uno spuntino all'ombra delle rocce. Ripreso il cammino, dopo la croce del Piccolo Re, ci si inoltra in un piacevole boschetto, a partire dal quale la salita si fa ardua. Sconsigliato a chi è alle prime armi! Se la salita è dura, la discesa non perdona! Il panorama dalla cima è bellissimo, anche con le cime coperte di nubi
  • 09/05/2020 Escursione effettuata ieri 08/05/20, dopo un paio di mesi di sosta forzata, seguendo il sentiero "I Lupi di Cave del Predil" (CAI nr.665) da poco segnato e tracciato in maniera veramente egregia. Nel tratto finale che passa attraverso una fitta mugheta ora il passaggio è molto largo per il lavoro di manutenzione fatto, poco prima della cima abbiamo dovuto attraversare un ripido nevaio residuo di una ventina di metri prestando un po'di attenzione. Giunti in vetta abbiamo potuto godere dello splendido panorama che spazia su tutte le Alpi Giulie, per poi ritornare a valle ripercorrendo lo stesso itinerario dell'andata, con la dovuta cautela per la ripidezza del percorso. Tempi complessivi 4 ore e 15' soste escluse (salita 2 ore e 1/2).
  • 23/10/2019 Tornata oggi in una giornata dal clima quasi estivo, il gran lavoro di manutenzione si è concluso, lavoro di pulizia e direi anche di cesello, questa bella panoramica cima ora ha il suo bel sentiero Cai, il 665 denominato “I Lupi di Cave del Predil”. Un plauso a chi ci ha dedicato tempo e fatica
  • 16/09/2019 Percorso sempre evidente, ma quasi costantemente ripido. Eccezionale il panorama dalla spaziosa vetta. La deviazione verso la vecchia cava, che si stacca in prossimit� di un paletto in legno con segnavia, risulta quasi invisibile dal sentiero. Perso nalmente l'ho trovata pi� squallida che interessante, con un sacco di infrastrutture abbandonate.
  • 14/08/2019 Quando stamattina ho visto che stava ancora piovicchiando con promessa meteoradar di virata al bello, mi son detto: giornata da M.te Re. Così è stato. Salita praticamente all'ombra lungo tutto il percorso e con una fresca brezzolina che mi ha di gran lunga attenuato la sensazione di fatica pur procedendo con buon passo. Sentiero assolutamente a posto e, specie in alto curato magistralmente. Un grazie veramente di cuore a chi si è tanto prodigato per "smugare" così ampiamente il percorso. Risultato ottimo. Quando arriverà un numero CAI, sarà tutto meritato. Poco altro da aggiungere se non ribadire le magnifiche sensazioni che si provano su questa cima che, forte del suo isolamento, regala tanto a 360°. Solo io oggi lassù raggiunto solo in tarda mattinata da una bella famigliola slovena di 5 elementi ben assortiti per età e tra maschi e femmine. Mandi e buine mont a duç.
  • 31/07/2019 Monte Re, un magnifico balcone a volte snobbato per la faticosa brevità, difficile incontrare anima vivente lungo il tracciato, ieri si, un silenzioso e sorridente giovane escursionista già in discesa alle 9. Adesso, grazie all'importante lavoro dei volontari che hanno liberato dai mughi il tratto di sentiero in cui si soffocava, si sale che è un piacere, inoltre il sentiero che sale a questa cima avrà anche il suo bel numerino, entrerà a pieno titolo a far parte dei sentieri Cai e avrà i suoi bei segnavia e la salita sembrerà più lieve.
  • 07/07/2019 Escursione effettuata 07/07/2019, in una giornata in cui il meteo concedeva una breve pausa; alle 13:20 ha iniziato a piovere, quando, in fase di rientro, eravamo oramai in vista del paese. Confermo sul fatto che si tratti di una salita fisicamente impegnativa, ma priva di punti particolarmente pericolosi, adatta per escursionisti allenati. I tempi per gli “umani” sono di circa 2,5 ore per la salita e 2 per la discesa (ma ci si può mettere anche di più, per godersi l’escursione). Il sentiero è privo di SV, ma non vi è possibilità di sbagliare; fare solo attenzione, in corrispondenza della prima curva, ad imboccare il sentiero che si stacca sulla sx segnalato da un piccolo ometto (foto allegata). Sentiero pulito, privo di schianti impegnativi. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 07/08/2018 Salito oggi per la prima volta. Pur non essendo un sentiero numerato, è tutto molto evidente e non lascia mai dubbi sulle direzioni da seguire. E'un percorso direi abbastanza tosto. Basta pensare che i 900 mt di dislivello si sviluppano in km. 2.5 circa. Alcuni punti sono adatti a " gambe lunghe".Cosa che io non ho. Se si aggiunge che la giornata è stata molto afosa e priva di aria, devo dire che ho faticato non poco a salire.Ma anche la discesa non è stata di meno, sempre per gli stessi motivi.A livello panoramico, nulla da dire. Con una bella giornata pulita ( cosa che non ho avuto ) si godrebbero grandi panorami. Escursione che aggiungo alla mia già nutrita agenda, ma che penso non rifarò.Buona vita a tutti
  • 03/02/2018 Domenica 31 gennaio arrivato a Cave del Predil salgo con l’auto verso le ultime case del paese e parcheggio in un piazzale non lontano dall’inizio della carrareccia e della mia escursione in “solitaria” … Oltrepassato il vecchio Villaggio Minerario prendo la bella carrareccia e dopo un paio di chilometri dove la salita è dolce ma costante, si intravede una traccia di sentiero che si inerpica nel bosco. Purtroppo il percorso è privo di qualsiasi tipo di segnaletica. Decido di usare la tecnica dei Fai da Tè e lascio sui rami pezzi di nastro segnaletico biancorosso (spero che a qualcuno sia d ’aiuto…). Non spaventatevi, l’interno del bosco è un susseguirsi di colori, di geometrie fatte da alberi spezzati, di vecchie tubature e impalcature minerarie, di tanta neve e gli scorci fotografici non mancano. Poco più di un’ora sono fuori dal bosco e su un dosso stracolmo di neve trovo il Piccolo M.te Re con la sua caratteristica Croce fatta con attrezzi da minatore. Sono circondato da Montagne vestite di bianco e tanta neve che i miei ramponcini fanno fatica a fare il loro mestiere… Decido di proseguire verso il M.te Re e mi infilo nuovamente nel bosco per sbucare dopo circa un’ora su una collina bianca incontaminata e molto alta che nasconde aldilà l’ultimo tratto che mi porterà sul M.te Re. Nessuna segnaletica, solo il riferimento vago di foto viste sul sito Sent.Nat. Decido in fretta una linea da salire e inizio il mio tentativo di scollinare. Aiutandomi anche con le mani e usando i bastoncini come piccozza tento più volte di scalare questo muro pieno di insidie. Purtroppo la neve, la stanchezza e un paio di ruzzoloni senza conseguenze mi fa desistere dall’impresa … Peccato!!! Amare la Montagna significa a volte rinuncia, con la consapevolezza che ci tornerò questa estate. E per alleviare la mancata meta, mi fermo al Museo Minerario a capire quello che tanti anni prima questa gente ha dato al Paese. ANDATE A VEDERE…. Mandi.
  • 12/10/2017 11.10.2017. In fuga dal grigiume della pianura e alla ricerca degli ampi squarci di sereno promessi dal meteo sul Tarvisiano, si ritorna su questa cima “minore”, ma che offre un grande panorama e non risparmia comunque la sua giusta dose di fatica. Lasciata l’auto in paese, ci incamminiamo per la stradina bianca, sempre in discrete condizioni per chi volesse risparmiarsi un po’ di dislivello salendo il primo tratto con l’auto. Cielo azzurro con qualche velatura, atmosfera mite, le foglie di faggio hanno creato ormai un bel tappeto che crocchia sotto gli scarponi. Oggi il bosco è silenzioso e la cima solitaria, in lontananza, verso la Val Dogna, si scorge il plumbeo mare di nebbia. Pian piano anche qui le nubi alte hanno la meglio sull’azzurro, si alza un po’ di vento, inizia a far freddino. E allora si riprende la strada del ritorno, massima attenzione a non scivolare, il sentiero è asciutto ma molto ripido e la lettiera di foglie è un po’ insidiosa. Sotto il piccolo Monte Re, breve deviazione per dare un’occhiata alla ferita dei vecchi scavi minerari e alle costruzioni ormai in rovina. In fase di rientro, tappa al Lago di Raibl in veste autunnale. Mandi a tutti!
  • 04/06/2017 Saliti al M. Re il 03-06-17. La pista che porta all’ultimo punto di parcheggio a quota 1023 è in buone condizioni si percorre senza alcun problema con normali vetture. A fine pista, ampio parcheggio con possibilità d’inversione di marcia per scendere. Comunico che la salita al M. Re è sempre tosta. Scherzi a parte, il ripido sentiero concede solo alcuni brevi tratti in cui i battiti cardiaci diminuiscono, si procede come ben descritto in relazione con un’alternanza di tratti malagevoli e altri discretamente migliori. Nel tratto filale dopo l’insellatura esposta, i mughi stanno piano piano riconquistando gli spazi di luce creati alcuni anni fa per facilitare il percorso. Dalla cima i 360° di panorama parlano silenziosamente, guardando in alto i nuvoloni neri sopra di noi non promettono bene, decidiamo comunque di sederci e consumare il nostro spuntino. Decisione saggia, dopo circa venti minuti di nubi minacciose, ecco prepotentemente irrompere il sole, i suoi caldissimi raggi asciugano i nostri sudori e i timori di un improvviso temporale. Con attenzione scendiamo fino alla zona mineraria poco sotto il Piccolo M. Re, una brutta ferita sul fianco della montagna non ancora rimarginata a numerosi anni di chiusura della miniera. Riprendiamo il percorso di rientro, sono le cinque di sera, una piacevole brezza porta alle nostre orecchie il canto di un cuculo che sembra dire! “tornait-tornait”.
  • 01/01/2017 31 dicembre 2016, un’ultima camminata per salutare l’anno che se ne sta andando. Lasciata l’auto nei pressi della chiesa di Cave del Predil (il termometro segna -8,5 gradi), percorriamo al galoppo per scaldarci la stradina che porta fino alla vecchia costruzione mineraria di quota 1023 (stradina a fondo naturale comunque tranquillamente percorribile dalle auto). All’imbocco del sentiero, un cartello indica “Monte Re: 1 ora 20”. Non fidatevi: è falso come Giuda, di buon passo da lì alla cima ci vorranno quasi 2 ore! Il sentiero è sempre molto ripido e non concede tregua, a parte un breve tratto dopo la croce del Piccolo Monte Re. A causa della prolungata siccità, il fondo è completamente asciutto, nessuna traccia di neve, ghiaccio, nemmeno brina, solo polvere e foglie secche. Nell’ultimo tratto il percorso è intagliato tra i mughi. Via via che ci alziamo, il sole scalda sempre più, e quando arriviamo in cima la temperatura è decisamente mite. La giornata è particolarmente asciutta e limpida, il panorama meraviglioso: da una parte i vicini gruppi dello Jof Fuart e Montasio, dall’altra Mangart e Jalovec, in lontananza le più alte cime austriache con il Grossglockner … Oggi questa meta è stata particolarmente gettonata, nelle due orette che passiamo in cima contiamo in tutto ben 19 persone! Un gruppo di simpaticissime amiche offre a tutti panettone e spumante per un cin-cin e contagia (quasi!) tutti con la sua allegria. Gente che viene, gente che va, noi siamo tra gli ultimi a lasciare, a malincuore, la cima. Altra bella escursione, con percorso senza particolari difficoltà, ma da affrontare con il dovuto allenamento (e con prudenza in discesa!) a causa della costante ripidezza del sentiero, che nella parte alta a volte porta ad usare anche le mani. Tempi impiegati (da Cave del Predil): salita 2.15 ore, discesa 1.50. Salendo con l’auto fino a quota 1023 si risparmiano circa 20-25 minuti e 100 metri di dislivello. Felice 2017 a tutti!
  • 07/08/2016 Completely agree with Giuseppe. I assume, we met on the summit today.
  • 07/08/2016 Fatto oggi 07/08/2016 in una bella giornata estiva. I 100 metri supplementari non sono un optional (e neppure un aggravio così importante) in quanto la sterrata che conduce all’edificio di quota m 1023 è interessata da lavori di consolidamento ed è interdetta alla circolazione dopo il primo centinaio di metri (ampia possibilità di parcheggio). Il tratto su sterrata serve da riscaldamento, poiché poi, da dove inizia il sentiero alla cima, non c’è praticamente un attimo di tregua. Il percorso non è difficile, ma alquanto impegnativo, adatto per escursionisti allenati. La vista dalla cima ripaga ampiamente di tutte le fatiche ed invoglia a fermarsi a lungo, ma bisogna mettere in preventivo che anche la discesa richiede il suo tributo di sudore! Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 30/04/2016 We did monte Re today (30/04/16). Nice track, great views from the path and from the top. However, there is still a lot (!!) of snow along the second part of the pass. It is very wet (!) and very slippery (!), hard to go up. But still, we managed to make it to the top and back :)
  • 11/11/2015 Trovata deserta ieri la cima del Re, a parte qualche simpatico gracchio.Siamo partiti dalla chiesa di Cave del Predil, decisione saggia viste le condizioni della sterrata, che consentirebbe di risparmiare solo 100 metri di dislivello. Bel percorso, di quelli in cui si sale diretti e ripidi, ma non così tosto come immaginavo, i tornantini consentono un recupero automatico del fiato, personalmente sono i sentieri che prediligo...., meno in discesa, meno col ghiaccio o la neve. Un tratto eroso del sentiero subito dopo il Piccolo Re salendo alla cima maggiore, in corrispondenza di uno schianto: si transita con la dovuta attenzione su ghiaia già consolidata. Suggestivo il corridoio tra gli alti mughi, per fortuna tagliati di recente, leggo nei commenti precedenti, altrimenti ieri la sauna era assicurata, dato il gran caldo da maniche corte e capelli raccolti (quasi 20°in cima). Panorama strepitoso sui giganti delle Giulie visti da vicino, sul Monte Sciober e la sella Ursic, di cui serbo un vivo ricordo. Visitata anche la cava con breve deviazione, che lascia sbigottiti per la desolazione del posto e un senso di tristezza ti avvolge pensando alle sofferenze patite dai minatori. D'altronde la ferita della montagna è evidente dal paese, non può lasciare indifferenti il colore di sangue rappreso che macchia la roccia scavata.
  • 09/11/2015 Salito ieri in una bella giornata di sole, con temperature al di sopra della norma. La cima era piuttosto frequentata e panoramicissima
  • 05/07/2015 Effetuato oggi la salita al monte re come descritto dal libroIl sentiero e di quelli con pendenze abbastanza serie che lascianopochi tratti per respirare(a me va bene cosi)Da segnalare che la seconda parte della salita e invasa da mughima il sentiero e stato recentemente ben pulito fino alla cimaperciò nessuna difficoltaLa giornata era limpida e la panoramica si apriva su tutte lecime a 360 gradi
  • 07/08/2014 Monte Re,ovvero un terzo della trinità montana raibliana,comprendente anche le Cinque Punte e la Testa del Lago.Le seconde sono il simbolo del paese,presenti anche nello stemma del U.S. Raibl ,fucina di sportivi.Una sequenza di vette che,se fosse posta tra i calcari dolomitici,sarebbe nota in tutto il mondo.La Testa del Lago domina la valle a sud,specchiandosi nell'altro simbolo del villaggio,ora propaggine del divertimentificio balneare tanto caro ai turisti da spiaggia.Il Monte Re è matrigno.Ha offerto pane e chiesto sangue.La cava può essere paragonata al petto del pellicano,che si ferisce per nutrire la prole.Rocce rosse,che scompaiono alla vista durante la salita,ma ben presenti nella fatica richiesta per raggiungere la vetta.Ieri non c'è stato molto caldo e una brezza fresca ha asciugato il sudore al gruppo di cui facevo parte.La sramatura della mugheta ha eliminato il tunnel asfissiante che fino a poco tempo fa caratterizzava l'ultima parte del percorso.Anzi,in quel budello ora può incanalarsi il vento.Grandiosa vista come sempre.Non perfetta,ma quasi.Corona di vetta recentemente restaurata.Pippi,l'ambasciatore raibliano presso il Re,ha marcato il suo 270° sigillo.Berg Heil!
  • 07/07/2014 Percorso il 05 luglio, giornata calda ma non afosa che non ha fatto patire particolarmente la “salitella” fra i mughi, in un corridoio spesso dalla volta chiusa che costringe a camminar curvi mentre i rami cercano un abbraccio. Sentiero perfetto, senza danni, e cima come sempre appagante, panorama garantito e lontano lontano...
  • 06/09/2013 Rifatto a distanza di tre anni, questa volta parcheggiato lunga la pista presso un edificio minerario, ampio spiazzo, vasca con cespugli verdi e cestino per i rifiuti, sentiero con qualche bollo o segnavia, ben conservato, erba alta solamente presso il Piccolo Re, grosso ragno al sole e perfettamente mimetizzato con la grigia corteccia di tronco bruciato. Sentiero ripido ma per la verità me lo ricordavo più faticoso, forse che la fatica che sia inversamente proporzionale all’età che avanza? Qualche tronco sradicato, corteccia del colore delle stecche di cannella, fitti intrecci di mughi, qualche genziana Asclepiade nel bosco e sulla cima genzianelle delle Dolomiti, la corona è sempre lì, in compagnia della cassettina blu, cielo limpido e panorama superbo. Discesa prudente, al rientro nel bosco quello che non poterono i sassi e la ripidezza, lo potè un legnetto e ops….pattinata con planata. Nessun umano lungo il cammino, a volontà animaletti saltellanti
  • 19/06/2013 Si parcheggia di fronte alla chiesa. La carrareccia non sarà poi così male, ma per cento metri di dislivello… Il monte (d)RE(t) dopo una nottata pressochè insonne non è proprio l’ideale, la sua ripidità mal si adatta a delle condizioni fisiche precarie. Così tardo a lasciarmi andare a quell’intenso “sdrondenamento” emotivo che ogni immersione nella natura mi provoca. Il coraggio me lo danno i segnavia ufficiosi: coraggiosi raponzoli che riflettono l’azzurro del cielo e si danno il cambio ogni quattro metri fino alla piccola cava. Di colpo sembra il far west, una baracca di legno, l’arsura dell’aria, il termometro che segna 32°.. Mi riporta alla realtà un camoscio smunto e spaventato, che taglia la parte superiore, ripida e ghiaiosa, con balzi agili e arditi per poi infilarsi nel bosco. La risalita continua, sputando pallini, giungendo alla via crucis tra i mughi: un lungo e bollente corridoio senza un filo d’aria, con centurioni mugheschi a fustigar le spalle stanche.. I brevi scorci scippati a quel labirinto dan forza e finalmente appare la cima. Verde d’erba, gialla di cinquefoglie e biscutelle, bianca di rocce e camedri.. Il paesaggio è da mozzare un fiato già colpito a morte, il cielo è terso. Cerco di dar un nome ad ogni punta, ad ogni curva, mi infilo con gli occhi in ogni valle, respirando il passato nei ricordi e sospirando il futuro nei sogni di nuove salite (ginocchia permettendo). Dopo una lunga sosta, una camminata a piedi nudi tra un tappeto di camedri ridona forze e sorrisi per un ritorno altrettanto cocente..
  • 10/03/2012 Fatto oggi in solitaria, nel senso più letterale del termine, non c'era anima viva che salisse o scendesse il monte a parte il sottoscritto. Meglio così, ho avuto tutta la montagna per me. Dopo la parentesi dei mesi invernali volevo qualcosa di impegnativo, anche per testare i miei nuovi scarponi (avevo con me anche i nuovi ramponi, ma non mi sono serviti) e ho avuto pane per i mei denti ... il tratto che va dal Piccolo Monte Re all'antecima del Monte Re è stato una vera penitenza, non solo per il sentiero molto ripido ma anche per la neve residua che, sebbene non troppo dura, rallentava il passo e in qualche punto arrivava a trenta-quaranta cm. Devo ringraziare qualcuno che mi ha preceduto nella salita perché in vari tratti in cui il sentiero non era affatto evidente mi sono arrangiato a seguire le orme lasciate nella neve. Alla fine tutte le fatiche sono state ricompensate dal panorama superlativo offerto dalla cima. Mangart, Jalovec, Jof Fuart, Montasio, per citare solo i più blasonati, tutti di fronte a me e mettiamoci anche il lago di Predil ancora mezzo ghiacciato sullo sfondo. La vista che si gode dalla cima del Monte Re regge sicuramente il confronto con quelle più celebrate del Lussari o della Cima del Cacciatore. In definitiva, un'escursione memorabile. Mauro.
  • 21/09/2010 Escursione odierna, bella giornata, panorama splendido, scorci sul gado di Predil fantastici con il riverbero del sole; ancora fioriture di genziane in particolare del tipo sfrangiato nel tratto oltre il Piccolo Re e fino alla cima. Il punto di partenza descritto e che io ho fatto, mi sembra non più utilizzato a causa del pessimo stato della mulattiera e del pericolo di caduta sassi dal muro di contenimento, il sentiero è peraltro ben visibile ma come descritto, poco segnalato e i radi bolli rossi sono sbiaditi. Ho visto invece che c'è un altro punto di partenza uscendo dall'abitato (poco prima del cimitero) c'è a dx un segnavia numerato 656, inoltrandosi per pochi metri nella stradina di incontra anche a dx l'indicazione Monte Re h2.30. (infatti mentre scendevo ho incrociato alcuni escursionisti austriaci ma non le loro auto accanto alla mia o nei paraggi)Il resto tutto ok.Loredana
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