Avvicinamento
Da Pontebba, raggiungibile percorrendo verso nord la statale 13 Pontebbana oppure utilizzando l'autostrada A23 fino all’uscita omonima, si seguono le indicazioni per Studena Bassa. Dalla piccola frazione la strada segue il corso del torrente Pontebbana poi se ne discosta per risalire lungamente la parte alta della valle. Il punto di partenza è situato di fronte alla
malga Caserute presso la quale si può parcheggiare (m 1437, cartello).
Descrizione
Il segnavia CAI n.440 risale abbastanza ripidamente in un boschetto di
abete rosso poi, incontrata una fascia rocciosa, piega a sinistra e, superati alcuni gradoni più erti, guadagna la conca boscata soprastante. La si attraversa in falsopiano per uscire poi su un pendio che conduce alla base di una ulteriore fascia di rocce che è necessario risalire a mezzo di una cengia erbosa attrezzata con catene. Il tratto è breve ed esposto sul sottostante salto della Busate ma non presenta particolari difficoltà. Dopo le attrezzature il segnavia prosegue risalendo un bosco sempre più rado su terreno reso scomodo da affioramenti rocciosi fino a raggiungere un ripiano con
mughi. Da qui, scendendo lungo una specie di corridoio naturale, si perviene al grande pianoro acquitrinoso che si trova all'estremità occidentale della valle di Aip. Guidati da sporadici segnavia lo si attraversa puntando alla
casera di Aip, ben visibile più in alto (m 1679,
bella visuale sulla valle di Aip e sui monti che la racchiudono).
Tralasciata la carrareccia di servizio che prosegue in salita, individuare la traccia segnalata che si allontana in quota nel pascolo in direzione est (è sempre il segnavia CAI n.440). Inizialmente poco marcato, il sentiero traversa lungo la destra orografica su terreno acquitrinoso poi, circa a metà della valle ne raggiunge il lato opposto tra
mughi e
larici. Dopo aver attraversato una grossolana fascia di sassi alla base dei pendii detritici che scendono dalla
Creta di Rio Secco si raggiunge la parte terminale della valle ormai in vista della
sella di Aip. Volgendosi indietro a questo punto si può osservare l’evidente contrasto cromatico dato dall’incontro delle rocce scure della destra orografica con il candido calcare che scende dalle pareti della
Creta di Rio Secco. Tra cespugli di
mugo,
ontano verde e qualche
rododendro irsuto si risale per tornanti poco marcati in direzione del
bivacco Lomasti. Tra le poche specie che a luglio fioriscono su queste pietraie si osserva numerosa la
campanula dei ghiaioni. Poco prima del bivacco fare attenzione ad una deviazione segnalata su un sasso e prendere a destra in direzione della soprastante sella. Senza raggiungerla ci si immette piegando ancora a destra sul sentiero CAI n.432 che dalla
sella di Aip conduce alla
forcje dai Claps (segnalazione su un masso).
Con un traverso su terreno ghiaioso si raggiunge la base delle pareti dove i resti di una mulattiera ci conducono sull’altopiano carsico che caratterizza il versante settentrionale della
Creta di Rio Secco, desolato ma abitato da qualche
marmotta. La fioritura di luglio comprende qui il
raponzolo di Sieber, la
sassifraga gialla, il
cerastio di Carinzia e sui tappeti erbosi la
parnassia. Poco prima della
forcje dai Claps si abbandona il sentiero principale per prendere a destra una deviazione sui resti di una vecchia mulattiera in direzione della vetta (qualche bollo rosso). La mulattiera risulta in più punti rovinata ma in ogni caso conduce abbastanza agevolmente a resti di fortificazioni in un ambiente quanto mai tormentato e ricco di manifestazioni di carsismo superficiale che ricorda, per certi versi, l’altopiano del Canin. Da qui in poi occorre proseguire facendo affidamento su qualche ometto di pietra e sugli sbiaditi segni rossi. Se la visibilità è buona non vi sono particolari problemi e ci si destreggia con percorso divertente tra grossi massi e roccette punteggiate dalla
potentilla rosea e dalle sassifraghe. Solo in prossimità dell’arrivo la pietra lascia il posto ad un dolce quanto inaspettato pendio erboso che si conclude sulla vetta della
Creta di Rio Secco (m 2203,
panorama d'eccezione sulle montagne del Pontebbano).
Per il ritorno, dopo essere ridiscesi alla
sella di Aip, è possibile calare al sottostante bivacco e da qui seguire a ritroso lo stesso percorso dell'andata. Volendo invece ampliare l’escursione si può continuare lungo il segnavia CAI n.403 che sale di poco lungo la linea di confine con l’Austria e da qui percorrere il panoramico crinale in direzione della
Creta di Aip. Raggiunto un bivio ci si tiene a sinistra proseguendo lungo il sentiero che traversa tutto il versante meridionale della montagna Dopo avere oltrepassato l’attacco della via ferrata delle Crete Rosse, fare attenzione ad un’indicazione sbiadita su un masso (Caserute). Qui calare sulla sinistra lungo la poco marcata traccia che scende ripidamente per ghiaie e sfasciumi. Si segue esattamente la direzione del canale detritico guidati anche da qualche sbiadito segnavia. Più in basso, dove il canale si allarga, si piega decisamente a destra, sulla direttiva indicata da alcuni ometti, traversando un ghiaione grossolano e mirando ad una traccia ben visibile tra i baranci. Questa conduce su terreno via via più comodo ad un ripiano erboso dal quale per prati e
mughi si divalla sulla carrareccia di servizio della
casera di Aip. Da qui seguire l'itinerario percorso in precedenza.
Variante di discesa lungo il vallone Pricotic
Avendo l'opportunità di predisporre un secondo automezzo presso Studena Bassa, si apre l'interessante possibilità di visitare il versante sud della
Creta di Rio Secco, scendendo a Studena Bassa lungo il vallone del Rio Pricotic (CAI n.432). In questo modo, tuttavia, il dislivello in discesa si fa decisamente impegnativo. Punti difficili non ve ne sono ma è bene essere preparati ad affrontare circa 1500 m di discesa.
Dopo essere discesi dalla cima della Creta di Rio Secco, prendere a destra la continuazione del segnavia 432 e percorrere in falsopiano il valloncello che porta alla
Forcje dai Claps (m 1944), insellatura carsica ricca di fenomeni erosivi e resti di fortificazioni. Il sentiero si porta sul fianco sinistro del vallone e comincia a scendere rasentando la parete rocciosa. Più in basso ci si accosta ad alcuni muretti a secco, testimonianze della Grande Guerra, oltre i quali si prosegue ancora su ghiaie, intersecando alcune linee di filo spinato, poste a difesa al vallone. Si continua a scendere in modo deciso, ma ben presto le ghiaie lasciano il posto al pendio erboso che caratterizza l'alto vallone di Pricotic. La discesa avviene quindi su terreno più comodo dove, non essendoci un vero e proprio sentiero, ci lasciamo guidare dai bolli rossi. Ci si innesta così nel solco di una valletta disseminata da grossi blocchi che emergono dalla coltre erbosa. Si oltrepassano alcuni salti del vallone, comunque non difficili, aggirandoli da una parte o dall'altra, poi i
mughi cominciano a prendere il sopravvento. Il sentiero si sposta ancora sulla sinistra e scende ad un ripiano (cartello CAI con indicazioni per la Forcje dai Claps). Su mulattiera inerbita si entra ben presto nell'orizzonte dei mughi, scendendo a larghe svolte in un vero e proprio corridoio. Più in basso il sentiero traversa verso sinistra, incontra alcuni impluvi ed una macchia di
faggio e si affaccia sulle ripide pareti sud della Creta di Pricot. Usciti dal bosco, un paio di stretti tornantini ci portano ad imboccare una aerea cengia (attenzione ai primi metri dove il sentiero è un po' franato). Si tratta di una cornice erbosa abbastanza comoda che, quasi in quota, ci deposita ben presto sulle ghiaie sottostanti. Destreggiandosi sul terreno pietroso, si scende ancora mirando ad un grande
larice. Dopo un breve tratto nel bosco ci si ritrova alla base di uno sperone che costringe il sentiero ad una piccola contropendenza per riguadagnare la quota persa. Ripreso il traverso si rientra in un rado bosco a cui si alternano lingue di ghiaia di varie dimensioni. Il sentiero prosegue a mezza costa su terreno malagevole fino a calare definitivamente sulla recente pista forestale (m 1400 circa) che arriva dalla conca di Pricot. Tramite questa si scende fino alla zona degli stavoli proseguendo poi a calare lungamente con la ripida sterrata fino nei pressi di Studena Bassa, in località Sant'Antonio o poco più a monte se deciderete di seguire fedelmente il tracciato del CAI 432.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Memoria
Vi proponiamo qui di seguito il video in cui, nel corso della trasmissione
SentieriNatura 2013 su Telefriuli dedicata all'ASCA, Bruno Contin ci racconta dell'escursione.