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    Anello della Cuestalta da casera Pramosio
    Alpi Carniche
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    Anello della Cuestalta da casera Pramosio
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaM08

Anello della Cuestalta da casera Pramosio

Avvicinamento

Risalendo da Tolmezzo la valle del But, circa tre km dopo Paluzza, si giunge alla frazione di Laipacco dove si imbocca a destra (indicazioni) la recente strada sterrata per casera Pramosio. Dopo una lunga serie di tornanti nel bosco si perviene alla grande conca di pascolo su cui sorge la casera (m 1521, ampia possibilità di parcheggio).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri della Memoria
Sentieri CAI
Escursione
Attrezzature
AA - Percorso attrezzato
Mese consigliato
Giugno
Carta Tabacco
09
Dislivello
1300
Lunghezza Km
13,8
Altitudine min
1521
Altitudine max
2198
Tempi
Dati aggiornati al
2008
I vostri commenti
  • 14/06/2021 Oggi non ho fatto l'anello, mi interessava un'uscita che mi desse la possibilità di valutare la situazione generale di cime e pendii circostanti. Missione compiuta e soddisfacente. Salita per Passo Pramosio, Scarniz e traversa fino alla salita finale alla Cuestalta con ritorno per la stessa via salvo variazioni di modesta entità. La neve è presente inizialmente in un punto come abbondante resto di slavina sulla carrareccia che sale alle malghe superiori. La si ritrova poi nella prima conca appena sotto lo Scarniz. Non è d'impiccio. Per il resto sentiero libero sino in cima. Nel tratto tra Passo Pramosio e Scarniz, dopo un primo tratto in condizioni normali, vi sono successivamente dei tratti smottati per frana/slavina che si ripetono anche tra alcuni dei tornanti della serpentina che punta allo Scarniz. Il tratto successivo è in buone condizioni fino alla Cuestalta. Oggi cielo terso salvo qualche modesto addensamento sulle solite catene (Chiampon, Musi, Canin). temperatura ideale con fresca brezzolina godibilissima. Bei fiori del periodo: ampie zone di Calta palustre, Camedrio, tante genziane e genzianelle. Una splendida viperella (marasso da 60cm.) in quota Scarniz. Si spaventa e se ne va senza che abbia il tempo di immortalarla. Peccato non possa sapere che con me potrebbe dormire sonni tranquilli! Cominciavo a trovare strano non averne incontrate da un paio d'anni. Al ritorno dedico parecchio tempo alla visita delle opere belliche su tutta la cresta. Uscita veramente appagante. Mandi a duç. (14/06/2021)
  • 03/08/2020 Fatto l'anello il 25 agosto in una giornata splendida dopo i temporali di venerdì. Partenza alle 6.45 con 11° perfetti per camminare. Presenza di acqua costante fino al rif. Fabiani ma nessun problema, si camminava e si guadava in sicurezza. Il sentiero è decisamente poco frequentato vista l'erba alta che abbiamo incontrato fino al rif. Poi dal Fabiani tutto più asciutto e traccia in evidenza. Io non sono salito alla cima Cuestalta e ho optato per un anello lungo il sentiero 403 del versante austriaco e salita al passo Pramosio,allungando se il mio conta km è corretto a ben 27 km totali. Il mio amico invece è salito notando la decisa ripidezza del tratto iniziale e comunque la non banale ferrata che era molto frequentata da famiglie austriache con pargoli decisamente ben allenati...gita molto bella per i panorami e la sensazione di solitudine che offre sopprattutto nel primo tratto fino al rif. Fabiani. Arrivo a Malga Pramosio alle 14.45 ovviamente affollata ma il personale e accogliente e disponibile, piatti buonissimi come i prodotti dello spaccio. Alberto e Fabio
  • 18/06/2018 Saliti a Cuestalta dal rifugio Fabiani sabato 16 giugno.Il pendio sotto il passo Pecol di Chiaula è completamente rosso delle fioriture dei rododendri e vale ampiamente il prezzo del biglietto!Superato il Passo, il sentiero normale alla Cuestalta, faticoso per la ripidezza, presenta ancora un paio di nevai. Sul secondo di questi, più ampio e ripido (probabilmente quello segnalato dal commento precedente), è possibile ricavare il solco per i piedi (la neve non più dura).Molta frequentazione soprattutto austriaca; molti percorrono la via attrezzata dalla punta Medatte.Discesa verso il Fabiani e sosta al rifugio fresco di inaugurazione con la nuova gestione: auguri!
  • 03/06/2018 Finalmente oggi siamo saliti sulla Cuestalta... partiti da casera Pramosio alle 7:00 in punto ci siamo incamminati lungo la bella mulattiera che porta a sella Cercevesa, abbiamo seguito il percorso consigliato da S.N, reso un tantino scivoloso dalla pioggia della sera prima . Breve sosta al rifugio Fabiani, inaugurata l’apertura proprio ieri, e poi su a Passo Pecól di Chiaula, evitando punta Medatte abbiamo risalito faticosamente il ripido vallone attraversando qualche nevaio dove i ramponi non guastavano. Inutile dire che dalla cima il panorama è spettacolare e fa sempre un certo effetto pensare ai nostri soldati su queste montagne! Ridiscesi attraverso la cresta che si unisce allo Scarniz e giù di nuovo al parcheggio super affollato..
  • 03/06/2018 Finalmente oggi siamo saliti sulla Cuestalta... partiti da casera Pramosio alle 7:00 in punto ci siamo incamminati lungo la bella mulattiera che porta a sella Cercevesa, abbiamo seguito il percorso consigliato da S.N, reso un tantino scivoloso dalla pioggia della sera prima . Breve sosta al rifugio Fabiani, inaugurata l’apertura proprio ieri, e poi su a Passo Pecól di Chiaula, evitando punta Medatte abbiamo risalito faticosamente il ripido vallone attraversando qualche nevaio dove i ramponi non guastavano. Inutile dire che dalla cima il panorama è spettacolare e fa sempre un certo effetto pensare ai nostri soldati su queste montagne! Ridiscesi attraverso la cresta che si unisce allo Scarniz e giù di nuovo al parcheggio super affollato..
  • 04/06/2017 Non è andata male anche se l'idea originaria era l'accoppiata Cuestalta ed Avostanis, da valutare cammin facendo a seconda delle condizioni meteo del momento. Il cielo non ha regalato niente, neanche mezzo raggio di sole, solo nebbia fluttuante più o meno opaca, fumo danzante che dalla conca di Pramosio sale e poi scollina mentre altro vapore sale ancora; affascinante comunque camminare così, sembra di essere ancora più sospesi. Saliti e discesi per il sentiero 448, abbandonata l'idea di salire anche l'Avostanis siamo saliti con una brevissima deviazione sullo Scarniz attraversato da profonde trincee, croce piccola piccola, simile a quella posta sull'Avostanis, un tappeto di camedri ondula al vento. Aggiunta più di qualche occhiata a trincee e gallerie, a ciò che resta dei numerosi manufatti, casera Pramosio aperta ed affollata
  • 03/01/2017 Saliti al Monte Cuestalta il 02-01-2017 partendo da malga Pramosio. Per carrareccia fino al P. so Pramosio poi, tramite sentiero 448 fino in vetta. Il percorso è totalmente privo di neve tranne due piccole chiazze sotto la linea di cresta del monte Scarniz che non creano problemi. L’erba secca che camminando si strappa facilmente dal terreno richiede comunque un minimo d’attenzione nei tratti esposti.
  • 07/08/2015 Oggi finalmente,a Casera Pramosio alle 06,15 la temperatura di 18°è ottimale,il mt.Cuestalta ci aspetta e,senza tante esitazioni "snobbiamo"l'anello e saliamo per la normale,il 448....il sentiero,prende subito quota,ogni tanto scompare nei punti franati, ma la direzione da prendere è evidente guidata pure da numerosi paletti segnalatori.Nel traverso e verso la cima l'erba alta e bagnata, un pò insidiosa nascondeva l'esile traccia, rallentando la salita....dai resti delle fortificazioni, verso la vetta,vistosi segnaviae frecce indicatrici,guidano con sicurezza alla piccola croce. La splendida giornata è da cornice a una visuale meravigliosa sulle cime oltre confine, e alle nostre vallate. Per la discesa,il pendio erboso a raccordo in basso con ilsent.448/a sembrava la soluzione,per fare parzialmente l'anello, ma l'erba alta e il desiderio di rivedere illaghetto Avostanis, ci ha fatto desistere optando, per il percorso dell'andata. Mandi
  • 02/11/2014 Fatto oggi l'anello in senso inverso a quello descritto su SN. Lo stato delle attrezzature sulla ferrata è nel complesso buono, anche se nella parte medio-bassa un chiodo è fuoriuscito e il cavo non è di alcun aiuto, anzi è pure d'ingombro. Nel tratto sotto punta medatte alcuni chiodi sono "ballerini". Le poche tracce di neve che si incontrano sulla ferrata non sono di alcun ostacolo. La neve è più abbondante nel versante a nord di punta Medatte e nel tratto fra i ruderi di casera Cercevesa e l'omonima sella. I diversi saliscendi si sentono tutti nella gambe e quando si vede finalmente la casera Pramosio dalla sella Cercevesa si tira un bel sospiro di sollievo. Mauro.
  • 22/10/2014 A casera Pramosio il parcheggio si riempie, dai bagagliai fan capolino diversi sacchi a pelo. Intuisco che la notte non sarà solitaria e salgo a prender posto. E io che pensavo di carpire di nascosto i dialoghi fra la luna e il lago di Avostanis! Data la deviazione decido di raggiungere la Cuestalta dal versante austriaco. Scendo da passo Pramosio riallacciandomi al 403. Comodo, digrada con gentilezza rivelando l’impraticabile e gugliesco profilo che unisce cima Avostanis al Koderkopf. Sotto, a sprofondar nelle tenebre, il vociar del rio Arsnitz. Il punto più basso del troi tocca i 1500 mt e sfocia sulla carrareccia che porta all’Ober Bischof Alm. Un complesso di due edifici. Nella stalla curioso i nomi delle giovenche. Come cambiano da un versante all’altro! Ma paion sempre dolci, dal suono lieve, a rimembrar fattezze ed eleganze femminili o ricordi di amate. L’altro stabile, Villa Aimrausch, è chiuso. Da qui la salita si tinge di viola. Le mie mani sembran quelle di un anatomopatologo, per fortuna non posso guardarmi il viso. Mirtilli! In una quantità impressionante, ancora lì, in bella mostra ad addobbare rametti ormai spogli. Giunto al cospetto della torbiera rossastra curioso lo Zollnerhütte. Il bel rifugio, in fase di ristrutturazione, dimostra la passione e la valorizzazione della montagna da parte del popolo austriaco che riempie i propri angoli di paradiso. In questo caso l’attrattiva è anche la tappa del Geo Trail. Ne seguo il procedere verso est per poi scavalcare il cupolone erboso giungendo al passo di Chiaula. Da qui continuo per la linea di cresta verso Punta Medatte. Basta assecondare reticolato e trinceramenti sul versante italiano per ricollegarsi, con incedere scomodo, al troi austriaco. Alcune rocce sembran specchi in fiamme, brillan di rossi accesi, tutto è uno sgretolio. Poi inizia la solita sequela di dipinti. I licheni si sbizzarriscono in accesi contrasti. Ognuno tenta di sormontare e spezzare la macchiolina vicina. In vetta, la croce divelta è appoggiata su se stessa. Poi ancora lei, la fumate! Ad abbracciar tutto di bianco. A salir con foga, gelida. Il tratto attrezzato è divertente, il cavo l’accompagna instancabilmente tranne in un saltino ove servirebbe bello teso. Il resto è un entusiastico procedere tra rocce che si sfaldano e placche compatte ma scivolose. Una di queste, d’un rossastro tenue, è inondata da macchie bianchissime. Solo quel tipo di candido lichene se n’è appropriato, rompendo per un attimo lo spirito carnevalesco delle pareti. In vetta solamente qualche squarcio, era destino. Mi rilasso con una cresta erbosa d’un verde-ocra che scalda. Il troi, ben segnalato, risulta rovinato solo nei pressi del passo. Per scorciatoia erbosa mi ricollego alla carrareccia raggiungendo un laghetto ormai sonnecchiante. Sul prato sette tende sette. In casera saremo in 14, io l’unico escursionista. Durante la serata più volte seguo il richiamo del cielo ed esco a distendermi sulle panche a testa in su. Senza parole. Ad ammirar tratti di cielo colorarsi, a contar le collane di perle che paion penzolare dal firmamento, ascoltando i sussurrii dell’infinito. I nerissimi profili delle cime fan da cornice ideale ad un cielo acceso e scintillante, che ritroverò dopo qualche ora appena. (18.10.2014)
  • 17/08/2014 16/08/2014-In una giornata particolarmente fresca per agosto (7 gradi alla partenza) saliti alla Cuestalta lungo il sentiero per lo Scarniz (nella relazione del sito descritto come discesa). Il sentiero è stato "raspato" come descritto da Elena nel commento precedente; numerosi e interessanti i resti di postazioni, in cresta allo Scarniz e sul percorso tutto. Mirtilli a vagonate in zona passo Pramosio, mani viola e domani torta...
  • 03/08/2014 02.08.2014 Un'escursione che porta ad attraversare ambienti solitari ed incantevoli! Visto il rischio di temporali pomeridiani, abbiamo accorciato il percorso guadagnando la cima della Cuestalta dalla via normale sud. Dopo aver superato i ruderi di Casera Cercevesa e aggirato verso valle il nevaio ancora presente sul greto del secondo impluvio che taglia il sentiero 448a, giungiamo allo smottamento già segnalato nel commento precedente. Per un centinaio di metri lo strato superficiale del terreno è scivolato, portando gli ontani ad invadere il sentiero; noi abbiamo optato per rimontare di alcuni metri e traversare in leggera salita la zona smottata, fino a ritrovare il sentiero senza particolari difficoltà. Superata la successiva costa, il sentiero diretto per la vetta si stacca a sinistra in corrispondenza della prima parete rocciosa; presenta un primo tratto abbastanza ripido, su terreno in parte smottato di pietrisco e terra (attenzione), ma una volta traversato un impluvio il percorso diventa più evidente e meno infido. La Cuestalta è uno spettacolare giardino di pietra e di fiori, una meraviglia nonostante la giornata nuvolosa! Lungo il sentiero 448, ci soffermiamo a visitare i resti di trinceramenti sul Monte Scarniz. Scendendo a Passo Pramosio, si incontrano ancora due tratti nei quali il sentiero è stato quasi cancellato, in particolare il traverso finale che punta al Passo: attraversare lo smottamento rimanendo quasi in quota.P.S. E’ un peccato che la casermetta non venga recuperata: il suo tetto è per metà scoperchiato, il che porterà a breve al degrado di una struttura, che potrebbe invece essere valorizzata.
  • 05/07/2014 03 luglio 2014-07-05 Anello del Cuestalta da Pramosio.Ovvero un fantastico viaggio nel verde e nell’azzurro.Giornata splendida come poche, arrivo presto al rifugio ,ore 07:00 zaino in spalle e si parte. Temperatura fresca , parto coperto ma dopo 5 minuti mi alleggerisco. Avendo fatto in precedenza parte del sentiero 407 fino alla sella Cercevesa ne osservo i cambiamenti ambientali, la neve è quasi sparita ,sentiero sgombro .Dalla forcella osservo il proseguo sul versante sud, un colpo d’occhio meraviglioso, a destra le Crete del Mezzo di , davanti il caino erboso con i numerosi affluenti che creano il rio Cercevesa, in fondo l’inconfondibile mole dello Zermula,procedo scendendo sulla mia destra fino a lambire un nevaio , il sentiero perde lentamente quota scendendo in basso le lastre della Cercevesa, superando numerosi rigoli d’acqua ( in questo periodo conviene portarsi la borraccia d’acqua vuota, le fonti d’acqua sono inesauribili dall’inizio del sentiero fino alla fine).Prima di raggiungere la prima dorsale devo superare un paio di nevai di modeste dimensioni con cautela di cui il secondo bisogna stare attenti a non perdere il sentiero all’uscita, il 448a passa 5 metri al sentiero che noi troviamo all’uscita del nevaio, c’è una debola traccia scavata dai predecessori appena un metro dopo il nevaio. Verso quota 1850 prima di arrivare al crinale scopro con soppresa che un centinaio di metri di sentiero è stato divorato da una frana , con prudenza scendo di 10 metri tra l’erba è risalgo la parte franata in diagonali usando come corde dei rami di arbusti,superato l’ostacolo e aggirato il costone mi appare come splendida visione il lato meridionale del Cuestalta , lo percorro prima con lo sguardo fino ala Creta Rossa .Il sentiero è ben marcato e pieno di rivoli d’acqua, anche una frattura nella roccia con continue cascatelle rende l’ambiente selvaggio e affascinante,unico problema l’umidità del terreno che lo rendono infido, ben tre scivolate e da segnalare che il sentiero in alcuni tratti è stato eroso , questi inconvenienti hanno reso lenta e cauta la mia progressione,consolato dal cielo terso e dal panorama circostante che hanno alleviato le mie imperizie.
  • 11/07/2012 Fatta il 09/07. Il percorso è abbastanza faticoso perché pieno di saliscendi anche piuttosto rilevanti, e si arriva all'attacco della ferrata già un po' provati. Comunque la ferrata l'ho trovata semplice, è comunque consigliabile l'autoassicurazione ma i pericoli oggettivi sono scarsi. Praticamente tutto il suo svolgimento permette di arrampicare sulla roccia facilmente, senza doversi appendere al cavo. Peccato per la foschia. La valle dove è situato il rifugio Fabiani brulicava di vita: rettili di tutti i tipi, rane varie, arvicole, insetti, molti fiori ecc.
  • 07/10/2011 sent da casera cervesa a pecol di chiaula bassa interrotto. resto tutto ben tenuto
  • 31/07/2010 Sentiero CAI: 407. da Pramosio per andare al Rif.Fabiani. frana. 31.7.2010-il sent.407 è interrotto per frana tra pecol di chiaula bassa e ramaz bassa.Per il Fabiani, imboccare il sent.448A dai ruderi di malga cercevesa. meleet@alice.it
  • 24/11/2008 Sentiero CAI: 407. Da C.ra Pramosio a C.ra Ramaz. franamento. il franamento è tra il Fabiani e Sella Cercevesa. grupporocciatori.orsi@gmail.com
  • 09/07/2007 Sentiero di altro tipo: Ferrata Cuestalta. Da Punta Medatte al monte Cuestalta. Attrezzature in cattivo stato (ancoraggi divelti su terreno molto friabile).. Comunque percorribile, meglio non fare affidamento sul cavo e soprattutto non utilizzarlo per la progressione.. talucacaneva@yahoo.it
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  • lungo il sent 403 verso passo Pramosio
    03/08/2020 lungo il sent 403 verso passo Pramosio
  • silenzi e tranquillità....
    03/08/2020 silenzi e tranquillità....
  • ammirando il Sernio all'orizzonte
    03/08/2020 ammirando il Sernio all'orizzonte
  • panorami stupendi verso il rif. Fabiani
    03/08/2020 panorami stupendi verso il rif. Fabiani
  • Scendendo dalla sella Cercevesa verso il rif. Fabiani
    03/08/2020 Scendendo dalla sella Cercevesa verso il rif. Fabiani
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