Avvicinamento
Dalla strada statale n.464 che unisce Spilimbergo a Maniago, giunti all’altezza di Sequals, si imbocca la statale n.552 che risale verso nord in direzione della
val Tramontina. Oltrepassato Meduno, poco dopo Borgo Pitagora, si scende a sinistra per attraversare il ponte sul Meduna e risalire a Navarons dove si può parcheggiare (m 325).
Descrizione
Gli alunni delle locali scuole primarie hanno evidentemente studiato la storia di Antonio Andreuzzi, medico di Navarons, che assieme ad un gruppo di indipendentisti tentò nel 1864 una insurrezione contro l’Impero Asburgico. Lo si desume dalle tavolette di terracotta realizzate dai ragazzi e recanti le indicazioni per il Troi da li Fous, assieme a qualche curiosità storica. Le seguiamo uscendo dal paese lungo una stretta rotabile che si allontana verso nord esaurendosi poi ad uno spiazzo. Poco più avanti, ci troviamo al primo bivio: a sinistra si stacca il sentiero per il Troi da li Fous e per il
Col Maior, mentre diritti si prosegue per il Col Ventous (cartello). Volendo dare una occhiata al geosito del Col Ventous, si prosegue lungo la stradella che porta ad un casolare, per abbandonarla dopo pochi metri in corrispondenza di un piccolo crocifisso sulla sinistra (ometto). Un bel sentierino sale moderatamente attraversando un impluvio per poi uscire su pendici più aperte, tra
pini neri ed
eriche. In pochi minuti si guadagna la crestina del Col Ventous, immersa nella boscaglia. Più interessante è la deviazione sulla destra che porta ad un punto aperto, affacciato sui conglomerati di Ponte Racli (
vedi pdf allegato, tratto dal volume sui Geositi della Regione FVG).
Tornati sui propri passi, si riprende la direzione per il Troi da li Fous, iniziando a rimontare con pendenza marcata nella boscaglia. Dopo essere passati accanto alla presa di un acquedotto, ci si accosta ad un calanco sabbioso dove si è ad un bivio. Per ora ci teniamo a destra salendo ripidamente tra i pini per poi tagliare il ghiaione che ci porta alla base delle rocce. Qui un grande cartello raccoglie diverse informazioni sulle caratteristiche naturali del luogo e sulla storia di Andreuzzi. La visita si conclude con la risalita di una rampa attrezzata che permette di entrare nella successiva gola. Dopo pochi metri il sentiero si interrompe, ma il pulpito è già sufficiente a darci un’idea del luogo dove operava il patriota Andreuzzi. La Fous (forra) fu usata dagli insorti per l'inizio della fabbricazione di bombe all'Orsini che vennero poi completate a Navarons.
Ridiscesi al bivio sabbioso, imbocchiamo la direzione che ci manca, per noi ora a destra. Il sentiero riprende a salire nella pineta accostandosi al greto asciutto di un rio che poco dopo si attraversa. Passando ai piedi delle Grave di Trep si oltrepassa un solco roccioso portandosi in ambiente un poco più aperto. Al bivio più in alto ci si tiene a sinistra proseguendo ora non distanti dal bordo della costa che scende ripida verso il corso del Meduna. Con pendenza via via decrescente si guadagna infine la boscosa cima del
Col Maior (m 652), con l’annesso
bivacco Col Maior, inaugurato nel 2007. L’escursione prosegue nella direzione opposta a quella da cui siamo arrivati, trovando subito a sinistra il belvedere su Navarons (crocifisso). Poco più avanti scopriamo anche il lato prativo della cima attraversando una ampia radura affacciata sulle pendici del
Rodolino. Lasciati a sinistra il ricovero Col Maggiore (m 652, privato) e a destra un altro punto di osservazione, proseguiamo diritti iniziando la discesa in una boscaglia disordinata e letteralmente cosparsa di
campanellini. Il sentiero punta ora verso Casasola, ma più in basso, con una marcata ansa a sinistra, riprende la direzione corretta. Si perde ancora quota fino a trovare sulla destra un vecchio casolare. Attenzione ora ad abbandonare la direzione principale (che proseguirebbe in discesa) per tenersi sul sentiero di sinistra. Rimanendo pressoché in quota, si arriva presso una seconda grande abitazione in rovina. Qui si ritrova una pista che proviene dal basso e riprende moderatamente a salire passando successivamente in mezzo a due ruderi sorretti dalle
edere. Pochi metri dopo ha inizio la discesa finale verso Navarons che si svolge per gran parte lungo una mulattiera lastricata, sconnessa e scivolosa, che si esaurisce presso le prime case.