Prosegue la mia sperimentazione con il Meyer Gorlitz Trioplan 100 mm 2.8, questa volta messo alla prova con la magnifica flora delle nostre Alpi. La leggerezza della lente mi consente di portarla quasi sempre con me nello zaino, moltiplicando le occasioni d'uso. Dopo qualche mese di utilizzo sto imparando a riconoscere quali sono le condizioni fotografiche ottimali per l'utilizzo di questa lente. Innanzitutto le dimensioni del soggetto non devono essere troppo piccole, i fiori medio grandi sono quelli che danno i risultati migliori, visto il non elevato rapporto di ingrandimento che si ottiene con il tubo di prolunga da 12 mm.
Il Trioplan 100 montato sulla 5D2
Per sfruttare al meglio la resa nello sfocato è necessario quasi sempre riprendere i soggetti in posizione molto scomoda, al livello del terreno. In questo modo riusciremo a posizionare sullo sfondo altri elementi colorati in grado di dare vita al caratteristico bokeh del Trioplan. Situazioni fotografiche apparentemente molto sfavorevoli come la presenza in secondo piano di erba secca o fogliame possono rivelarsi invece fonte di scatti molto interessanti. L'intrico delle ramaglie nel bosco o semplicemente all'ombra di un pino mugo porta a risultati di grande effetto avendo un buon soggetto da riprendere.
Quasi obbligatorio, direi, l'utilizzo della lente a f/2.8 poiché la chiusura del diaframma porta una progressiva "durezza" nella resa dello sfondo. La lente è totalmente manuale e, data la ridottissima profondità di campo, si utilizza al meglio con il liveview, eventualmente applicando allo schermo LCD un oculare per ingrandire la visuale. In questo modo si può lavorare egregiamente anche in pieno giorno e la possibilità di zoomare a 5x o 10x aiuta sensibilmente nell'ottenere immagini perfettamente a fuoco.
In definitiva il Trioplan si rivela una lente divertente, in grado di restituire immagini molto particolari a patto di dedicare un po di tempo alla sperimentazione. Le situazioni fotografiche più adatte alla lente non sono, infatti, quelle tipiche della classica fotografia macro, ma richiedono un periodo di adattamento per farsi il cosiddetto "occhio".
Vedi anche:
Meyer Gorlitz Trioplan 100 mm f/2.8, magie dal passato