Una delle prime nozioni che vengono date quando vogliamo cimentarci con la macro dice che quando si fotografa "da vicino", la profondità di campo è minima. Occorre pertanto chiudere il diaframma a valori elevati per cercare di aumentare il più possibile l'area effettivamente a fuoco. Una regola basilare in questo tipo di fotografia consiste nel cercare di ottenere il cosiddetto "parallelismo" tra il piano del sensore e il piano del soggetto per sfruttare al massimo la profondità di campo. Diaframmi particolarmente chiusi tendono però a dare importanza anche allo sfondo che invece dovrebbe essere il più neutro possibile. Ecco che allora si deve cercare il miglior compromesso per ottenere un soggetto ben a fuoco e nel contempo "staccato" dal resto dell'immagine.
In questo articolo invece voglio invitarvi a sperimentare una strada completamente diversa che è quella di fotografare alla massima apertura consentita dall'obiettivo. Negli esempi che potete vedere sopra ho utilizzato il Canon 100 Macro a f2,8 e il Canon 50 addirittura a f1,4. Rispetto alla macro tradizionale si cestina molto di più, spesso anche tutto, poiché è necessario trovare un soggetto e una situazione fotografica adatti allo scopo, cosa per niente semplice. In questi casi la bellezza della foto si misura quasi più nella sua parte sfuocata che nella piccola porzione a fuoco e quindi si deve porre molta attenzione alla composizione e "pensare" in modo fotograficamente diverso dal solito. Particolari sporgenti delle piante, come ad esempio gli aghi del pino mugo, possono dare effetti molto gradevoli e rendere visivamente interessante anche un soggetto "povero". Requisiti essenziali per questo tipo di fotografia sono le ottiche fisse e luminose (gli zoom di solito arrivano solo a f3,5 - f4) e una giornata senza tanto sole. Fotografare, infatti, ai diaframmi più aperti con molta luce potrebbe portare il tempo di posa a valori fuori scala e quindi rendere di fatto impossibile lo scatto. In questi casi l'unica soluzione è avere con sé un filtro ND (Neutral Density) per abbassare a piacimento la quantità di luce che colpisce il sensore. Ma dei filtri ND parleremo in un futuro articolo.