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    Calabria - Gada e Serra di Ciranteio da Boccalupo
BlogSentieriNatura
domenica 14 ottobre 2018

Sulla dorsale tra Gada e Serra di Ciranteio da Boccalupo

La porzione del Parco del Pollino calabrese è costituita, nella sua zona più occidentale, dai monti che si riuniscono nel massiccio del monte Ciagola. Ci troviamo nell'entroterra del Golfo di Policastro e della spiaggia di Praia a Mare. L’escursione di oggi ci porta a visitare la cresta che collega il monte Gada alla Serra di Ciranteio, tra macchie boscate, ampi piani verdi e cime scoperte e pietrose.
Dall’autostrada Salerno Reggio Calabria, uscita Laino Borgo, ci dirigiamo verso la borgata di Boccalupo. Da qui, seguendo le indicazioni per il monte Gada, si imbocca la strada asfaltata che presto si tramuta in pista. Verifichiamo però subito che non è adatta a utilitarie che non siano 4x4. La nostra non rientra in tale categoria e quindi proseguiamo lungo la strada con gli scarponi ai piedi. Completamente immersa nel bosco, sale monotonamente. Dopo trenta minuti di cammino, la strada si biforca sfociando in uno slargo. Il ramo di destra sfiora una bella costruzione a due piani, nuova, recintata da muretto e cancellata. Si tratta di un rifugio, ma è chiuso.
01-Il rifugio alla base del monte Gada01-Il rifugio alla base del monte Gada
Sappiamo che l’escursione di oggi non è segnalata da alcuna indicazione e vi consigliamo pertanto di scaricare e utilizzare al meglio il nostro tracciato gps. Prendiamo così a salire sul versante di destra, poco prima del rifugio, lungo una prateria arida disseminata di arbusti e pietre affioranti. Senza percorso obbligato, si guadagna più avanti la poco marcata cima del monte Gada (m 1264).
02-Le pendici del Monte Gada, disseminate di rocce02-Le pendici del Monte Gada, disseminate di rocce
E’ una quota panoramica e cosparsa da pietrame lavorato dal carsismo. Dal versante opposto, quello settentrionale, si arrampica in cima una boscaglia di faggi. Seguendo ora la cresta che ci separa dalla Serra di Ciranteio, divalliamo ad una insellatura per risalire alla successiva pendice, questa volta boscata e coperta da grossi massi muschiati: un tratto silenzioso e suggestivo che però è di breve durata.
03-Faggeta rocciosa sulla dorsale del Gada03-Faggeta rocciosa sulla dorsale del Gada
04-Il Timpone Castrocucco dalla dorsale del Gada04-Il Timpone Castrocucco dalla dorsale del Gada
Usciamo infatti nuovamente sull’aperto crinale per attraversarlo quasi in falsopiano. La linea di cresta ci presenta una alternanza di tavolati carsificati, fazzoletti ancora verdi dove fioriscono i colchici, e qualche lembo di faggeta. La percorrenza sebbene non segnalata, non è difficile in quanto guidata dalla ovvia direzione della cresta. Più avanti il crestone si abbassa in modo consistente arrivando ad una insellatura particolarmente ampia. Per chiudere l’anello anticipatamente, già da qui si potrebbe scendere a sinistra fino al ripiano verde di Molarrieto visibile più sotto. Noi però abbiamo ancora del tempo a disposizione e proseguiamo verso la Serra di Ciranteio.
05-Il monte La Destra e il piano di Molarrieto05-Il monte La Destra e il piano di Molarrieto
Cominciamo a rimontare il ripido prato iniziale mirando ad alcuni faggi più in alto. Oltrepassata una recinzione, si sale in diagonale verso sinistra fino a raggiungere un costone dove il terreno si fa nuovamente roccioso e agevole. L'ultimo tratto è nuovamente articolato. La cresta va facendosi più stretta ed evidenzia ancora affioramenti carsici che costringono a qualche aggiramento. Ed eccoci infine sul punto più alto della Serra di Ciranteio (m 1304) col suo piccolo ometto di pietra. Si tratta di una cima molto allungata dove oggi pascolano alcune pecore. Il versante di salita è agevole, ma quello tirrenico precipita bruscamente, lasciandoci ammirare il golfo di Maratea con il Cristo sulla rocca, il golfo di Policastro, e più altre anche la costa cilentana. Verso est vediamo il vicino monte La Destra e alla sua base la pista sulla quale ci innesteremo in discesa. Non ci fermiamo troppo in quanto alcune nuvole stanno ricoprendo il cielo e preferiamo fare la doccia a casa. Assieme alle pecore stanno arrivando anche i pastori e i loro cani. Scendiamo così, senza traccia, alla pista sottostante che ora seguiremo a sinistra. Nel frattempo i cagnolini si divertono a correre dalla cima lungo le pietraie del versante che abbiamo disceso.
06-I rilievi che ci separano dalla costa Tirrenica06-I rilievi che ci separano dalla costa Tirrenica
La pista attraversa dapprima in un piccolo prato poi sfiora una faggeta rocciosa ed infine entra definitivamente nel bosco inizia a perdere decisamente quota. Attenzione al bivio poco sotto dove è necessaro abbandonare la pista per entrare a sinistra sul grande pianoro verde di Molarrieto. Lo si attraversa in diagonale puntando all'angolo opposto. Qui al margine della grande radura si litiga brevemente con una recinzione di filo spinato per poi risalire il fondo di una piccola valletta che più in alto confluisce nella pista che ci riporterà al punto di partenza. Facciamo ritorno al Rifugio chiuso da dove chiudiamo l’anello lungo la strada lastricata, anche oggi senza una goccia di pioggia.
07-Il monte La Destra07-Il monte La Destra
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