Prima escursione oggi, nell’isola di Lanzarote. Alloggiamo nel piccolo paese di El Golfo da dove partiamo alla volta di Femés. Si tratterà – come spesso accade alle isole Canarie – di una escursione a rovescio: inizieremo con una discesa verso la costa a cui farà seguito un rientro in salita. Visiteremo la parte meridionale di Lanzarote e in particolare il massiccio di Los Ajaches, area protetta di origine vulcanica, solcato da alcuni barranchi che si aprono la strada verso il mare. Parcheggiamo presso la Chiesa di Femés, risalente al 1700, la Iglesia de San Marcial del Rubicon, e imbocchiamo la pista che si avvia dall’altra parte della strada.
01-La chiesa di San Marcial del Rubicon a Femes
La sterrata sale brevemente per arrivare sul colmo della dorsale, dove si trova un casolare adibito alla lavorazione del latte di capra. Alcuni cartelli indicano le direzioni dei vari percorsi che si staccano da qui: noi scenderemo alla costa lungo il barranco del Higueral. Capiamo da subito che non è un barranco come quelli visitati nelle altre isole Canarie. Si tratta, infatti, di una valle molto larga, brulla e con scarsissima vegetazione. L’impatto visivo è forte. Oggi il vento soffia deciso e iniziamo a scendere sperando che l’intensità possa diminuire. Il terreno è una tavolozza di colori caldi sui quali spiccano diversi muretti da terrazzamento che riportano alla mente lo sfruttamento storico di queste pendici. Sulla direttrice della linea elettrica, sfioriamo uno spezzone di parete lavica che affiora dal terreno, mentre ci avviciniamo al solco principale del barranco. In questo primo tratto si sono formati alcuni meandri la cui maggiore umidità rende possibile la presenza di maggiore vegetazione. Tutto intorno, il terreno è brullo con ciottoli e terra polverosa. Tralasciamo a destra il bivio con il sentiero che utilizzeremo al ritorno e proseguiamo a scendere con pendenza gradevole.
02-In testata al barranco del Higueral
03-L'ambiente arido del Higueral verso il mare
Il mare sembra ancora lontano ma un cartello ci rassicura dandoci la notizia di essere a 127 metri s.l.m. e a soli 1,8 chilometri dalla Playa del Pozo. Ora in questo ambiente arido si fanno vedere alcuni fichi d’india con i loro frutti viola, ma la pianta più comune è la
Launea arborescens, un arbusto ramificato e intricato. Qualche alberello cresce sul fondo del barranco mostrando i fiori gialli e allungati: si tratta del tabacco glauco, una pianta originaria del Sud America. Ancora più sotto attraversiamo un solco scuro proseguendo l’avvicinamento alla Playa del Pozo. Pochi metri sopra la spiaggia, ecco il pozzo che giustifica il nome. La coppia di tedeschi che ci ha preceduto sta tornando sui propri passi anche perché il vento è impetuoso e grosse ondate si infrangono contro le scogliere che racchiudono la spiaggia di ciottoli neri. Dalla Playa si distinguono, sulla sinistra, le cittadine della costa sud di Tenerife con le loro costruzioni bianche. Due pescatori gettano la lenza mentre noi decidiamo di portarci sottovento (si fa per dire...) presso le rocce che chiudono la Playa del Pozo sulla destra.
04-La sabbia nera di Playa del Pozo
05-Rudere nei pressi della Playa del Pozo
Decidiamo per un rientro diverso sulla spalla che chiude a ovest il barranco. Rimontiamo così fino al rudere di fabbricato dove si intercetta una larga traccia che sale a sinistra (cartello per Lomo de la Morra del Pozo). A causa del vento, la salita è faticosa, ma dopo poco la pista si appoggia e raggiunge la dorsale che si fa ampia e morbida guadagnando il punto più alto, contrassegnato da un cippo e un paio di fichi d’india.
06-La pista risale alla dorsale; sullo sfondo Puerto del Carmen
Si procede oltre verso una amplissima insellatura, assai ventosa, dalla quale si scende in diagonale a destra fino a ritrovare il sentiero della mattina. Tornati a Femés, prendetevi qualche minuto per passeggiare in paese e soprattutto visitare la
queseria El Rubicon dove scoprirete quanto sia buono il locale formaggio di capra.
07-I colori del massiccio de Los Ajaches
08-La cittadina di Femes con la cima dell'Atalaya