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    Sardegna - Saline di Sant'Antioco
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BlogSentieriNatura
venerdì 13 maggio 2016
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Passeggiata alle Saline di Sant'Antioco

Da Fluminimaggiore scendiamo verso sud, direzione Carbonia: la città costruita negli anni trenta del secolo scorso per dare una casa ai minatori e alle loro famiglie. Meta odierna è lo stagno di Santa Caterina e le vicine saline dove speriamo riuscire ad avvistare i fenicotteri. Prima di attraversare l'istmo artificiale che collega la Sardegna all'isola di Sant'Antioco, giriamo a sinistra presso l'edificio della Guardia di Finanza. Al divieto di transito lasciamo l'auto per proseguire a piedi lungo la strada asfaltata che divide il mare a destra dallo stagno interno a sinistra.
01-Ginestre presso l'istmo di Sant'Antioco01-Ginestre presso l'istmo di Sant'Antioco
02-Ruderi di fabbricati sulle sponde dello stagno di Santa Caterina02-Ruderi di fabbricati sulle sponde dello stagno di Santa Caterina
03-Fioriture di Carpobrotus03-Fioriture di Carpobrotus
In lontananza già si scorgono le piccole macchie rosa dei primi fenicotteri mentre sugli scogli sono posati alcuni marangoni. Ginestre fiorite ci attirano sulla sinistra della strada dove si trovano anche alcuni edifici diroccati. Si prosegue così fino all'altezza di un edificio con albero piegato dal vento che si nota sulla destra. Qui possiamo finalmente abbandonare l'asfalto per imboccare sulla sinistra uno degli stretti terrapieni che dividono stagni e saline formando un reticolo ben visibile dalle immagini satellitari. Da qui in poi sarà come percorrere un labirinto sugli argini che suddividono le basse aree lagunari. Basta un argine eroso o, come è capitato a noi, un ponticello crollato e vi ritroverete a dover fare marcia indietro e cercare una nuova via di uscita. Oggi il vento è deciso ma grazie ad un camminamento rinforzato riusciamo ad avvicinarci ad un gruppo di fenicotteri. Sembrano molto sospettosi e si alzano presto in volo dandoci comunque il tempo di ottenere alcune belle immagini. In volo sono elegantissimi ed esili con quel loro collo allungato e con le zampe rivolte all'indietro. Vedere dal vivo questi uccelli colorati sullo sfondo azzurro del mare ci riporta a immagini di documentari esotici.
04-I primi fenicotteri nello stagno di Santa Caterina04-I primi fenicotteri nello stagno di Santa Caterina
05-Fenicotteri rosa al decollo05-Fenicotteri rosa al decollo
06-Lungo l'argine delle saline06-Lungo l'argine delle saline
Giunti in prossimità di una linea di alta tensione facciamo una divagazione sulla destra proseguendo lungo la stradella che costeggia una recinzione in canne. In altre giornate potrebbe essere utile per osservare, non visti, i fenicotteri, ma oggi i nostri soggetti se ne stanno ben lontani. Arriviamo fino al margine delle saline dove l'acqua ha un colore quasi rossastro per le incrostazioni. La strada asfaltata percorsa all'inizio non sembra lontana ma, come già detto, un ponticello mancante ci obbliga a cercare una soluzione diversa per riguadagnare l'auto. Date una occhiata alla mappa con il tracciato per vedere come siamo usciti dal labirinto.
07-Le concrezioni delle saline07-Le concrezioni delle saline
08-Passerelle tra gli argini08-Passerelle tra gli argini
09-Il paesaggio delle saline09-Il paesaggio delle saline
10-Il paesaggio delle saline10-Il paesaggio delle saline
Lungo la via del rientro prendiamo la strada costiera per andare a visitare le miniere di Nebida ed in particolare una laveria affacciata sul mare. Lasciata l'auto presso il paese ci portiamo sulla passeggiata panoramica che percorriamo fino al punto in cui si mostra la possibilità di scendere verso il mare. Qui un ripido sentiero scende verso la vecchia laveria La Marmora, ben visibile più in basso.
11-Verso la laveria La Marmora presso Nebida11-Verso la laveria La Marmora presso Nebida
12-La costa presso la laveria La Marmora12-La costa presso la laveria La Marmora
Segue una scalinata di 296 gradini a fianco del binario che trasportava i materiali. Questa termina presso il piano superiore dell'edificio, incastonato in un colorato paesaggio di rocce e macchia mediterranea. Mi diverto a contare i gradini: ne scendiamo ancora altri 110 per arrivare al piano più basso di questo enorme complesso, sorretto da archi e pilastri. La scalinata è ancora percorribile sebbene il complesso sia stato dismesso verso gli anni '30. Purtroppo nel 2010 ci sono stati importanti crolli dovuti a una mareggiata: chissà per quanto ancora questa notevole testimonianza riuscirà a reggere.
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